Libera il mio cuore

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17 GIUGNO 2024

LUNEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Sappiamo bene che solo l’amore è disarmante, tuttavia viverlo non è cosi semplice come dirlo. La legge del taglione: Occhio per occhio” e “dente per dente”, regolava solo la logica dellla vendetta, in modo che non ci fosse una reazione sproporzionata.  La legge non serve a guarire il male, prova solo a contenerlo.

Gesù non indica di porgere l’altra guancia per vivere una passività nei confronti del male, ma è la reazione di un uomo libero, che intende spezzare l’intento del male per vincere con il bene. Non rispondere al male, ci insegna la libertà dalla tirannia dell’io che spesso attanaglia le nostre vite, pensando che: “io sono stato offeso e allora, io mi devo sempre difendere”.

Questa volontà di ripicca mi impedisce di aprire il cuore al perdono. Il perdono ha la potenza di liberare non solo chi ha commesso il male, ma anche e anzitutto chi lo dona, perché non si senta più ostaggio del male subito.

Non opporsi al male, significa vivere e immergersi in quell’amore di Dio che ha vinto il male, e in Cristo si è manifestato come amore per i nemici. Tale amore ci rende somiglianti a Gesù Cristo, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il suo aiuto, lasciamoci disarmare dalla sua grazia, perché il nostro cuore sperimenti la liberta del perdono donato e ricevuto, la grandezza dell’amore e che vince l’odio. Scrive D.M. Turoldo: “Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo”.

“Signore,

libera il mio cuore dall’odio, dall’egoismo,

da ogni forma che è male,

anche quando non pensavo fosse così.

Abilita il mio cuore all’amore,

esso non è un sentimento,

è un gesto continuo

che rimane fino alla fine;

fammi vivere del Tuo Vangelo,

fammi vivere del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Andate

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GIOVEDÌ 25 APRILE 2024

SAN MARCO, EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” Un invito questo che S. Marco ha compiuto con tutta la sua fede, con tutto il suo cuore. Testimoniare che il disegno di salvezza compiuto da Dio in Gesù Cristo, è respiro di gioia e di comunione per tutta l’umanità, in ogni angolo della terra.

Sant’Ireneo, scrive: “Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l’universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità”.

In questo compito nessuno è da solo, e come allora, “il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”, cosi oggi continua a vivere nei nostri cuori, nei nostri gesti di umanità, di carità.

È stupendo pensare che il Dio che abita i cieli, percorre le strade della terra con noi; ogni giorno agisce anche per mezzo nostro, nonostante le nostre storture, gli errori, le debolezze.

Dio si fida di noi, ci affida il dono della sua creazione, ci affida le sue creature, perché riconosciamo e diciamo la sua grandezza, annunciamo che il Vangelo è vita, è gioia, è esultanza nello Spirito, è sguardo nel futuro di Dio. Anche noi uniti a Lui, nel suo nome, possiamo essere portatori di quella Parola che genera vita, di un amore ricevuto e ora donato.

“Signore,

aiutami ad andare in mezzo alla gente,

per dire una parola che porti verità, amore.

Quella Parola sei Tu,

una Parola che anzitutto è vita, relazione.

Aiutami Signore

a sentire sempre il tuo amore,

fa che sia sempre Tu

la forza che cerco,

l’amore al mio fianco.”

{Shekinaheart eremo del cuore)

Con Gesù

con Gesù

 

22 SETTEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 6,2c-12

Salmo: Dal Sal 48 (49)

Vangelo: Lc 8,1-3

Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù non era solo, aveva con sé i dodici e alcune donne. La storia di tanti trova un punto comune che unisce: Gesù. Egli non sta fermo, esce, viaggia, cerca; nel cuore solo un desiderio: dire a più persone qual è il vero volto del Padre e far rendere il cuore di ciascuno salvato. Nessuno è escluso da questo progetto di amore.

L’antifona al vangelo dice: “Ti rendo lode, Signore del cielo e della terra,perchè ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno (Cfr Mt 11,25)”. Ci apre a questa consapevolezza, che non importa quanto io mi senta ultimo, inutile senza speranza, poiché è proprio la speranza che viaggia per incontrarmi.

Coloro che sono con Gesù sono dei segni della concretezza di Dio, del suo essere in mezzo a noi. Aiutiamoci a renderlo vivo, condividiamo con altri la bellezza di questo Vangelo che si fa carne non solo una volta, ma sempre nelle nostre vite. Non lasciamo nessuno nel dubbio o nella fatica ma preghiamo per loro, viaggiamo con Gesù nei deserti degli altri e portiamoli sull’altare.

Siamo qui, ci siamo grazie anche a chi ci ha preceduto.

“Signore,

desidero incontrarti,

desidero viaggiare con Te.

Portami nel Tuo cuore,

fammi comprendere che

anch’io ho un posto nel Tuo.

Non importa il mio peccato, o la fatica,

perché il Tuo amore

spalanca le porte,

ed io, commosso e affaticato dal peso del mio errore,

entro nell’immensità di Te

e scopro che finalmente ho una casa per vivere: Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Andate ed imparate

Andate ed imparate

 

GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2023

SAN MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ef 4,1-7.11-13

Salmo: Dal Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 9.9-13

Gesù nel Vangelo di oggi, allo sgomento di chi lo incolpava perché mangiava con i peccatori, dice: “Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Non invita a restare e imparare da Lui, ma invita ad andare quasi come una pagina da cercare.

Le note accanto al Vangelo in merito a questo versetto, ci suggeriscono Mt 12,7 – 1sam 15,22 – pr 16,7- Os 6, 6 – Mt 18,12 – Lc 19,10. Tutti questi passi, (il cui invito è andare a leggere), ripercorrono tratti del volto di Dio, ovvero della Sua misericordia. Quell’andare a vedere, ci permette di mettere nella memoria del cuore il Suo volto. Quando? Quando come la pecora smarrita è venuto a cercarci (cfr Mt 18,12); quando ci invita all’ascolto sincero più che al fare (cfr 1sam); quando si ferma a casa nostra, nella nostra realtà, così che si riempia di salvezza (cfr Lc 19,10). Siamo chiamati a vederlo nella nostra storia quotidiana, perché come Gesù ha incontrato Matteo, così incontra anche noi, e forse a volte, in posti dove non vorremo farci trovare. Eppure, Dio ci precede, facendo di quell’incontro una chiamata a vivere la vita con Dio. Siamo chiamati ad avere la percezione che Dio c’è. E non servono parole, a volte basta solo andare in quella storia intersecata di tanto e scoprire un volto pieno di misericordia avvolgerci.

Questa è la pienezza: sapere che Dio che è Dio ci è accanto e l’ha voluto! Non si è trovato lì per caso, ci ha voluti, ti ha voluto. Allora ogni nostra azione avrà il sapore del nuovo, avrà la forza data dalla consapevolezza di non essere soli.

Andiamo anche noi a vedere quel luogo dove Dio si è posto: il nostro cuore e rimaniamo anche noi lì con Lui e se tutto partirà da li, ecco che avremo sfogliato il vangelo, non più come un libro ma con la vita.

“Signore,

al mio cuore bisognoso di perdono

ti chiedo la forza di scendere,

aiutami ad arrivare al mio cuore

per incontrare Te,

per far esperienza del Tuo volto,

del Tuo amore.

Quanta strada percorro ogni giorno, quanta fatica subita o inflitta,

a tutto questo ti chiedo:

estendi il tuo amore, rivestila di Te,

così che solo allora

ogni volta che avrò sbagliato o avrò sofferto

avrò il coraggio di scendere per cercarti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“…per tutti i suoi figli”

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MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2023

SANTI ANDREA KIM TAE-GÔN, PRESBITERO, PAOLO CHÔNG HA-SANG, E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 3,14-16

Salmo: Dal Sal 110 (111)

Vangelo: Lc 7,31-35

Tutti a volte facciamo parte di quella generazione che si lamenta e lo facciamo anche con Dio. Abbiamo fatto questo, ma…. Abbiamo detto questo ma… È proprio Gesù a introdurre un nuovo “ma”. “Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”. Ma non c’è bisogno che tu faccia niente, perché c’è una sapienza quella di Dio che non vuole niente in cambio, in quanto sei Suo figlio; il Suo amore ti ha reso giusto e ogni azione svolta così, non sarà più per sentirci giusti, ma come frutto del dono di essere figli, resi giusti.

Cosa è giusto? È giusto comprendere che sei figlio, il dono più grande che Dio poteva fare, così che tu non fossi più schiavo delle tue azioni, ma viva nella logica libera dell’amore di Dio. Essa non è far ciò che si vuole, richiede sapienza, ovvero: la capacità non solo di scegliere bene o male, ma anche tra bene e meglio.

Ogni figlio piano piano cresce. Si comincia a camminare gattonando e si cade e da quella caduta ve ne saranno altre. Oggi Dio tuo padre, ti inserisce in questa consapevolezza: puoi sbagliare, cadere, ma Lui sarà sempre lì a rialzarti, perché non ti vuole vedere a terra ma in piedi, eretto; desidera per te una vita dignitosa, dove ciascuno possa essere se stesso e soprattutto credere fino in fondo in questa figliolanza.

“Dio, fa che mi senta Tuo figlio.

Aiutami a credere fino in fondo nel Tuo amore,

sopratutto quando nella fatica non vedo.

Rimango a terra dopo qualche passo

e mi spavento.

Fa che senta Te rialzarmi

e così ritrovi il coraggio di un altro passo,

e ad ogni caduta,

rafforzi in me la consapevolezza di Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Con la forza di Dio

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MARTEDÌ 25 APRILE 2023

SAN MARCO, EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura:1 Pt 5,5b-14

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Mc 16,15-20

Nel Vangelo di oggi, Gesù invita i suoi discepoli ad andare in tutto il mondo e proclamare la Sua parola e leggiamo:

“Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.

Tali segni hanno un qualcosa di straordinario, sono cose impossibili se non fossero sostenute e guidate dalla forza di Dio. Ecco, l’invito che oggi Gesù fa a noi: riconoscere la sua forza proprio in quelle circostanze dove da soli non ce l’avremmo fatta.

Proviamo a pensare alla nostra storia, e guardiamola da un punto di vista diverso: anziché dalla sofferenza o debolezza, dalla forza, dalla forza di Dio. I discepoli allora e noi oggi, avremo la sua forza sempre, perché se noi che quando amiamo, eleviamo il pensiero a chi abbiamo a cuore, a maggior ragione Dio, per i quali siamo preziosi ai suoi occhi.

Non siamo soli, abbiamo la Sua forza su cui contare, una forza concreta che si manifesta nei volti che incontriamo, in un sorriso, o in quello slancio interiore di positività che ci fa andare avanti. È come se il Signore ci dicesse: vedi questi segni?sono io.

Rendiamo il Signore riconoscibile nel nostro quotidiano, apriamo il nostro cuore a Lui e compieremo passi di Vangelo, di buona notizia per le strade della vita.

“Signore,

aiutami a vederTi,

fa che il mio quotidiano riesca a riconoscere la Tua presenza.

E che la mia vita parli di te,

di quell’incontro che è tutta la mia forza.

Tu mi accompagni, mi sostieni

e mai la Tua mano lascerà la mia;

rendimi capace di tenerla stretta,

così che possa con l’altra, tenere la mano di qualcun’altro

e dirgli: camminiamo insieme, con la forza di Dio.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“…e quanti lo toccavano venivano salvati”

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LUNEDÌ 06 FEBBRAIO 2023

SANTI PAOLO MIKY, PRESBITERO E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 1,1-19

Salmo: Sal 103 (104)

Vangelo: Mc 6,53-56

“…e quanti lo toccavano venivano salvati”.

È la promessa che il Signore ci fa nel Vangelo di oggi. Salvarci, aiutarci a vivere all’interno di questo cammino il meglio possibile, sostenerci nella sofferenza. Leggiamo come quanti andavano da Gesù per questo: per trovare sollievo.

La stanchezza del viaggio e le tribolazioni non erano di ostacolo, perché coloro che lo cercano, avevano visto in Lui qualcosa che non poteva più mancare: Egli stesso. È la fede di tanti questa, che attraverso la loro vita soffrono e offrono per il Vangelo, poiché sanno che Gesù ha ancora qualcosa da dire al nostro mondo, come ci ricorda la memoria liturgica di oggi dei santi Paolo Miky, presbitero e compagni martiri.

Sono passati tanti anni da quegli eventi, eppure, in noi c’è sempre un bisogno di salvezza, e quanti sforzi a volte ci sembra di dover fare. Oggi il Vangelo ci mostra come la salvezza cominci dal desiderio di essere toccati da Dio, dal credere che Lui ha da dire qualcosa in più alla nostra vita, siamo in cammino verso di Lui e Lui, non dimentichiamocelo cammina incontro a noi.

Coraggio, non perdiamo fiducia poiché il ristoro del Suo cuore è in noi, e quella scintilla che ci spinge, é già segno di qualcosa di nuovo che germoglia.

 “Signore,

donami la forza di camminare.

Fa che abbia il coraggio di credere

anche quando tutto sembra contrario.

Aiutami!

Sii Tu il motivo del mio cammino,

la certezza che Tu ci sei e

con Te accanto ce la farò.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Per noi o per tutti?

per noi o per tutti?

 

 

19 OTTOBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ef 3,2-12

Salmo: Is 12,2-6

Vangelo: Lc 12,39-48

 

Nel Vangelo di oggi, mentre Gesù spiegava ai suoi una parabola, Pietro chiede: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Gesù continua a parlare senza rispondere. Perché l’evangelista Luca introduce questo dettaglio, che apparentemente è lì senza motivo?

Perché spesso può capitare di sentirci come Pietro e dinanzi alla Sua Parola, anziché chiedere cosa vuole insegnarci, tendiamo a considerare se essa è per noi o meno, ponendo implicitamente dei paletti a ciò che la Parola stessa ha da donarci. Gesù non risponde, affinché Pietro vada oltre, ed impari ad ascoltare una Parola, che per il fatto stesso provenga da Lui, ha da dire molto alla vita di Pietro ed alla nostra.

Solitamente ci fermiamo alla ricerca di risposte, alle nostre domande, ma il Vangelo non è un libro di risposte è la Sua Parola viva, vera, reale per noi. Sono Parole che il Signore vuole dirci con tutto se stesso, poiché ascoltandole possano donarci la forza e la direzione per vivere la strada che Dio ci ha tracciato, la nostra via di bene dove il Signore ci è accanto.

Quell’ora che non immaginiamo, quella Parola che non pensavamo è qui per noi, è arrivata pronta per essere udita, segno che quella parabola si è realizzata: è davvero qui, vicino a noi, il Figlio dell’uomo.

“Signore,

nelle mie domande e nei miei dubbi sei un luogo di rifugio,

nei miei sbagli, sei conforto,

nelle mie paure ti ritrovo,

affinché io non sia solo e possa superarle.

Aiutami a riconoscerti, lì dove a volte penso Tu non ci sia

ed impari a cercarti così che trovandoti

qui in me, prima di me,

io continui a credere che davvero mi sei accanto

e questa, che una volta era una domanda, diventi una certezza.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Come il suo maestro

 

come il suo maestro

 

09 SETTEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 9,16-19.22b-27

Salmo: Sal 83 (84)

Vangelo: Lc 6,39-42

 

“Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro”.

Quello che fa la differenza è il “come”, ovvero simile, è un ricordare agli altri il Maestro, in fondo è far memoria prima a noi stessi che siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.

Si, a volte siamo ciechi, a tratti sordi, ma non è il tutto di noi e il Signore lo sa. Possiamo sbagliare, perderci, sederci lungo il cammino e il Maestro ci sarà sempre per precederci e indicarci il “come”.

Affidiamoci a Lui, alla Sua Parola, perché è il nostro filo che ci tiene uniti a Dio e in cordata tra noi. Se non avessimo la parola, sarebbe difficile comunicare e noi ogni giorno abbiamo il dono di poter incontrare La Parola che si è fatta carne, in modo da non essere solo comunicabile con la voce, ma con tutto il corpo: occhi, gesti e soprattutto cuore.

Lasciamo che sia il Maestro a parlare nelle nostre vite, così che la nostra vita sia un parlare del Maestro. Questo sarà il vero miracolo: riconoscere che la nostra storia è all’interno di un progetto di Dio, già amata, redenta e soprattutto accolta in tutte le sue parti.

Il Vangelo è una storia buona da raccontare dove tra fatiche e inciampi, emerge l’amore di Dio più forte di ogni dolore, peccato o tradimento e come discepoli di Cristo, siamo chiamati a credere con il Maestro in noi e nella Sua possibilità.

“Signore,

chiamati da ogni parte,

veniamo a Te, cosi come siamo.

Siamo ciechi, sordi, malati

e Tu ci rendi guaritori feriti,

capaci di comprendere il Tuo Amore

e poterlo testimoniare agli altri.

Libera il nostro cuore dalla paura dell’errore

e dalla delusione del nostro peccato,

perché Tu sei un Dio di pietà e di pace

e nel Tuo cuore c’è posto anche per noi

senza dover attendere quando o come,

ma semplicemente, vivendo adesso”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

 

Il compimento del cuore

il compimento del cuore

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Re 18,20-39

Salmo: Salmo 15 (16)

Vangelo: Mt 5,17-19

 

Il vero compimento della legge e dei profeti, si ha con Gesù!

Il Signore desidera dirci che in quella legge e in quell’annuncio è nascosta una pienezza per tutti e siamo chiamati a viverla.

La pienezza è l’amore di Dio! Una legge senza l’amore non è una legge di Dio. Nel corso della Sua vita, Gesù lo dimostra con i gesti e i miracoli, per alcuni tutto quanto spingeva a chiedersi se era lecito o no, la sua unica risposta, era l’amore del Padre per invitarci a vivere di questo amore.

Riflettere sulla legge non ci fa pensare all’amore, anzi si cerca di eseguirla e tentare di non trasgredirla, perché il mancato successo può portare ad una sanzione. Qui subentra la meraviglia di questo Vangelo, poiché l’unica determinazione della legge di Dio è l’amore, e non siamo puniti dinanzi al nostro errore, nell’amore abbiamo un Padre che perdona e ci attende per dimostrarcelo.

Gesù porta a compimento questa legge, la determinazione con la quale affronterà con consapevolezza la sua passione e morte, è indimenticabile alla nostra memoria.

Solo l’Amore può farsi spazio, tale da rendere la legge di Dio un faro che illumina le nostre giornate, affinché con Gesù realizziamo il nostro pezzetto di Vangelo, meditato, custodito e donato come compimento del cuore.