C’è qualcosa d’altrettanto rumoroso della sofferenza, ed è il piacere

Non osavo muovermi. Lo staffiere dei Guermantes – approfittando, evidentemente, della loro assenza – aveva trasportato nella bottega in cui mi trovavo una scala custodita, fino allora, nella rimessa. Se vi fossi salito, avrei potuto aprire il vasistas e sentire come se fossi stato proprio da Jupien. Ma temevo di far rumore. Del resto, era inutile. Non dovetti nemmeno rimpiangere d’aver raggiunto la mia bottega solo dopo qualche minuto. Infatti, da quel che sentii dapprima in quella di Jupien, e che non fu altro che una serie di suoni inarticolati, suppongo che fossero state scambiate ben poche parole. È vero che erano, quei suoni, così violenti, che se non fossero stati regolarmente ripresi, un’ottava più su, da un gemito parallelo, avrei potuto credere che una persona, lì a due passi da me, ne stesse scannando un’altra, e che l’assassino e la vittima resuscitata facessero poi insieme un bagno per cancellare le tracce del delitto. In seguito, ne conclusi che c’è qualcosa d’altrettanto rumoroso della sofferenza, ed è il piacere, soprattutto quando vi si aggiungano – in mancanza del timore di procreare, da escludersi in questo caso malgrado l’esempio poco probante della Leggenda aurea – problemi immediati di pulizia. Alla fine, passata all’incirca mezz’ora (durante la quale ero salito a passi felpati sulla mia scala per guardare – senza per altro aprirlo – attraverso il vasistas), s’avviò una conversazione. Jupien rifiutava energicamente il denaro che il signor di Charlus voleva dargli.

M. Proust, Sodoma e Gomorra I

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Eterosessuali o omosessuali si nasce - Il Sole 24 ORE

C’è qualcosa d’altrettanto rumoroso della sofferenza, ed è il piacereultima modifica: 2022-01-07T08:53:01+01:00da ellen_blue

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