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Post n°3 pubblicato il 28 Novembre 2009 da vladimiromajakovskij
 

È sorprendente la

capacità umana di abituarsi ad una

condizione di per sé inaccettabile

Peter Schneider

Wahnsinnige Nacht

Da qualche giorno mio padre vive incollato alla radio, i muscoli del volto scandiscono le parole pronunciate dallo speaker.
Con la mente segue il rigo di quel che vuol sentirsi dire, della notizia attesa, scandita come conviene.  
I pensieri nella sua testa viaggiano più veloci delle azioni.
Mi chiede se posso accompagnarlo domani.
Gli dico, scherzando, che l’accompagno fino ai confini del mondo.
Mi risponde, serio, che è un po’ più vicino dove deve andare.
Mi sveglia alle 4.
Sento il rumore, continuo, delle gomme sull’asfalto. A tratti la comunicazione si interrompe: il manto stradale è disconnesso, in Italia. Appena fuori, non conosce più interruzioni.
“Andiamo a Berlino” mi dice, piano, come un fatto che si compie in maniera quotidiana e naturale.
E’ il 9 novembre del 1989. La città, ebbra di sogni e di sonni perduti, vive il dolore e la felicità del parto.
La partizione schizotimica è guarita, il muro si sbriciola. Le due Germanie si mescolano, come le carte di un mazzo, le Trabant partono alla scoperta del mondo.
Così le vite si ricongiungono, come brandelli di fogli strappati.
Le divisioni segnano, sulla carne scrivono e sull’anima durano.
Alle Porte di Brandeburgo un uomo anziano imbraccia un violoncello e infila le note in una partitura di liberazione.
Mio padre saluta con la lingua che fu di suo padre il maestro Rostropovich, il più grande violoncellista di tutte le epoche, venuto a suonare il suo personale requiem al capezzale del muro.
Il suo violoncello materializza visioni esultanti e malinconiche, perché ora siamo felici, ma dobbiamo ricordarci che il Muro è stato dolore, separazione, morte.
Le separazioni, le lacerazioni, i dolori che aveva vissuto mio padre in fuga dal suo paese. La notte del 13 agosto del 1961 capita nella parte sbagliata della città degli angeli, è ingabbiato dalla ferita di cemento eretta per tamponare la fuga del popolo verso l’ovest, in quella notte che Berlino Est diviene la prigione nella sua ora d’aria.
Un calice di Rotkäppchen, senza corpo né equilibrio: ecco l’ago del magnete che lo conduce a  Benito Corghi.
Benito viaggia continuamente tra le due Germanie a causa del suo lavoro di autotrasportatore. Una notte del ’63 mio padre con lui varca il confine, addensato come un grumo in un recesso del camion. Quell’uomo, buono, gli concede di vivere quindici anni da cittadino libero di disperarsi altrove. Ha barattato un calice del peggior champagne con il rischio di essere arrestato per il reato di commercio di uomini. 
Una mattina del 5 agosto del 1976 Benito si accorge di aver lasciato alcuni documenti alla frontiera appena varcata. Il camion è troppo ingombrante da girare, scende a piedi ma un militare di guardia gli spara uccidendolo sul colpo perché, si disse, aveva cercato di evitare i controlli posti al confine. Al processo il militare fu assolto.
Ci rechiamo alla stazione di confine tra le città di Rudolphstein e Hirschberg dove Benito fu ucciso e lì, mio padre mescola le lacrime al liquido della bottiglia.

 
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Commenti al Post:
resalomone2
resalomone2 il 29/11/09 alle 00:14 via WEB
Del caso di Benito Corghi sono venuta a conoscenza tanti anni dopo il fatto, e quando ho approfondito l'argomento ho scoperto con dolore quante morti inutili ci sono state e quante ce ne saranno ancora, come al solito e' splendido il tuo modo di raccontare un fatto che potrebbe risultare banale raccontato da altri, c'e' al suo interno, una poesia venata di un filo di quella tristezza che non e' angoscia, ma quasi dolce melanconia. L'accenno a Rostropovich, poi, ha simbolicamente sottolineato l'importanza storica del momento. Caro Vlad, leggere le tue parole equivale ad un piacere che spero si continui a ripetere....
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 01:02 via WEB
Quanta gente è morta a causa del muro, quanta gente è stata torturata. Non tutti sanno che tra questi ci sono molti italiani. Leggevo poco fa una frase tratta da un libro di Erri De Luca, che mi ha ricordato il post che ho scritto: "Lo scrittore deve essere più piccolo della storia che racconta. Si deve vedere che la storia gli scappa da tutte le parti e che lui la raccoglie solo un poco." Non mi sono mai sentito così piccolo rispetto ad una storia da raccontare. Come se non bastasse, questa storia mi è sfuggita da tutte le parti, non sono riuscito a tenerla neanche per un secondo, è stato un pianto improvviso. Vorrei che le generazioni future facessero più attenzione agli esempi della storia, Vorrei che sapessero la libertà è un valore universale.
(Rispondi)
 
 
 
resalomone2
resalomone2 il 30/11/09 alle 01:07 via WEB
A proprosito di cio' che hai appena scritto, ho gia preaparato una recensione di un film che spero tu abbia visto, che tratta proprio questo argomento, la liberta', domani lo pubblichero' e poi fammi sapere...Buonanotte
(Rispondi)
 
 
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 01:15 via WEB
C'è un film che ho molto apprezzato sulla vita dei cittadini nella ex ddr, Le vite degli altri. Non è mica questo? In ogni caso passo domani a salutarti e leggerti.
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
resalomone2
resalomone2 il 30/11/09 alle 10:12 via WEB
E' un film meraviglioso anch'esso, ma sarebbe stato troppo scontato, e' una sorpresa, e ti posso dire a sostegno del tuo pensiero che la caduta del muro e' stata un disastro, come ho appreso dai documenti che ho consultato, forse c'e' un po' di ripresa adesso, penso che comunque, ed ecco perche' ho recensito il film che ho appena pubblicato, non dobbiamo dimenticarci che i soprusi prolificano in tutto il mondo. Spero ti piaccia, aspetto un tuo giudizio. Un saluto, mio caro amico
(Rispondi)
 
 
 
 
dianavera
dianavera il 30/11/09 alle 20:28 via WEB
Un film che tutti dovrebbero vedere, lo danno stasera in prima serata, suo RAIUNO. Un abbraccio a te ai tuoi acuti commentatori/amici
(Rispondi)
 
 
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 01/12/09 alle 23:23 via WEB
L'ho citato per caso, non sapevo che lo stessa dando la tv pubblica. Gran bel film, ragionato e sceneggiato bene. La parte migliore del blog sono i commenti, lo penso anch'io!
(Rispondi)
 
amarablack
amarablack il 29/11/09 alle 01:56 via WEB
..invece io apprendo da te questo nome... ma ricordo quel giorno di novembre.. quando seduta sul divano.. stentai a capire cosa stesse dicendo quella voce in tv... e come se io stessa avessi vissuto sulla pelle quella 'ferita di cemento'.. piansi.. e le mie mani erano lì.. su quelle di quei ragazzo che picconava quell'insensato muro... mi sembrò che Domani.. dovesse essere per forza diverso...per forza più bello...grazie.. grazie davvero per avermi raccontato....
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 01:12 via WEB
La caduta del muro fu un evento che ci fece illudere che il mondo si fosse emancipato, che si fosse giunti alla fine della guerra tra i due blocchi, che stesse per originarsi il popolo dell'umanità. Le guerre che ci sono state in questi anni hanno dimostrato che lo scontro tra Usa e Urss è stato rimpiazzato con lo scontro tra oriente ed occidente. Nel futuro, forse, sarà tra Cina e resto del pianeta. Sembra che l'umanità non sappia vivere senza guerre.
(Rispondi)
 
JoyMusette
JoyMusette il 29/11/09 alle 15:24 via WEB
La citazione di Peter Schneider riassume lucidamente alcuni passaggi della nostra vita. Molto bello il tuo blog. A presto.
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 01:30 via WEB
Credo che sia un meccanismo di sopravvivenza. Anche se non fa molto onore alla razza umana.
(Rispondi)
 
 
 
stop.and_go
stop.and_go il 30/11/09 alle 10:28 via WEB
"razza umana" e su questo ci sarebbe da discutere per giorni...
(Rispondi)
 
 
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 15:59 via WEB
L'espressione la usò il poeta irlandese George Moore: "Dopo tutto c'è soltanto una razza, quella dell'umanità". Spesso la razza come la religione sono utilizzate per scatenare guerre che sono dettate solo da motivi economici.
(Rispondi)
 
charly.69
charly.69 il 30/11/09 alle 14:53 via WEB
...quanti sogni al di la' del muro...e quanti muri da abbattere per realizzare i sogni... un saluto...ti avvolga come il vento caldo di scirocco...dal profondo sud...al di la'..del muro!charly...
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 30/11/09 alle 16:12 via WEB
Mi prendo il tuo vento di scirocco che qui, nonostante il sud, impera il freddo e la pioggia. Mi arrampico sul muro, sporgo la manina e ti saluto anch'io. :D
(Rispondi)
 
 
 
charly.69
charly.69 il 30/11/09 alle 16:13 via WEB
^-*...
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 30/11/09 alle 20:49 via WEB
Ogni giorno io sbigottisco dieci volte, come ho potuto allontanarmi così da me stesso. Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgemene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so. Così cammino per le vie rumorose, mai col rosso, so camminare in una subconscia incoscienza e nel dormiveglia, in uno stato di ispirazione subliminare, ogni pacco che ho pressato quel giorno echeggia in me quieto e silenzioso, e io ho la sensazione tattile di essere anch'io un pacco pressato di libri, che anche dentro di me c'è la piccola fiammella di controllo di uno scaldabagno, quel piccolo fuocherello di controllo di un frigorifero a gas, una piccola lucina eterna alla quale quotidianamente aggiungo l'olio dei pensieri che ho letto sul lavoro e contro la mia volontà dai libri che ora mi porto a casa nella borsa. Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa (1977)
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 01/12/09 alle 23:35 via WEB
Che bella pagina. Io davvero non so come faccia ad avere sempre la citazione perfetta per ogni argomento che si tratti. Hai a casa la Biblioteca di Alessandria? :D
(Rispondi)
 
 
 
dianavera
dianavera il 05/12/09 alle 22:43 via WEB
tesoro!
(Rispondi)
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 01/12/09 alle 09:44 via WEB
Quello che mi piace dei blog è la possibilità di conoscere mondi, non solo nelle diverse scritture e nei diversi punti di vista d'ognuno di noi, ma anche perché grazie ai blog sono inciampata in libri, scrittori, canzoni, film e poesie che mi hanno regalato emozioni vere. Oggi, grazie a te, ho imparato una pagina di storia che mi era sconosciuta, ho saputo il nome di uno dei tanti uomini morti senza sapere perché, senza motivo. Vittime inconsapevoli della follia di altri, che per scelta o per caso, si trovano dalla parte sbagliata.
Grande fu la felicità per la caduta del muro di Berlino, ma fu una felicità di breve durata, perché altrove costruivano altri muri, fisici come quello d'Israele; ed ideologici come quello che stiamo costruendo in Italia, tra noi e gli "altri". Altri, che come nel paese dei lillipuziani, sono nemici solo perché hanno abitudini diverse, perché pregano in altro modo, perché non hanno lo stesso nostro colore di pelle.
Non è vero che questa storia ti è sfuggita dalle mani, un fiume in piena non poteva che essere raccontato in questo modo. Nel tuo modo che m'incanta...
(Rispondi)
 
 
resalomone2
resalomone2 il 01/12/09 alle 15:07 via WEB
E' vero, e' bello scoprire tante cose attraverso i blog e uno degli scopi che ci si prefigge e' proprio la divulgazione delle idee attraverso gli scrittori, il cinema, la musica. Ma molti pero' non conoscono cio' che e' successo realmente dopo la caduta del muro, perche' vogliamo il lieto fine e non ce lo facciamo guastare dal dopo 'e vissero felici e contenti'. Una delle cose ad esmpio e' il fenomeno della prostituzione e dell'esportazione di massa delle donne che venivano controllate e vendute come succedeva per gli schiavi neri in America, schiavizzate anch'esse e torturate, come ha fatto notare giustamente Tornatore nella sua 'Sconosciuta'. E quella e' solo la punta dell'iceberg. A volte l'ideale di liberta' si paga a caro prezzo ed il fatto e' che non si puo' neanche godere di essa fino in fondo. Ciao
(Rispondi)
 
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 02/12/09 alle 00:03 via WEB
Per Resalomone: Il muro ha nascosto al mondo intero le sofferenze di tanta gente. La guerra nonostante fosse fredda non ha risparmiato vittime e torture. Il nostro premier che continua a indicare spegiativamente gli antagonisti politici come comunisti, dopo aver riabilitato Putin, oggi loda apertamente Lukashenko. Sembra addirittura che gli abbia consegnato un dossier del Kgb contenente informazioni su cittadini italiani del periodo staliniano. Per qualcuno il muro non è caduto ancora...
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resalomone2
resalomone2 il 02/12/09 alle 10:10 via WEB
Mio caro ma sono d'accordo con te, io tengo a non demonizzare l'est piu' di quanto non lo si debba fare con gli americani, dai quali importiamo una pseudodemocrazia, quello che mi infastidisce e' la mancanza di verita' e obiettivita', mi infastidisce che si taccino per mostri i russi, quando Roosvelt fece bombardare Pearl Harbour tranquillamente per avere la scusa di entrare in guerra con i giapponesi, mi infastidisce condannare gli uni e assolvere gli altri. E comunque anche gli americani hanno nascosto e nascondono tante verita', l'unica differenza e' che negli Stati Uniti esistono coloro che si accorgono e non accettano lo stato di fatto avendo i mezzi per farlo, nei paesi dell'est il controllo e' stato piu' forte. Loro hanno usato dei mezzi diversi. Ma alla base di tutto sta la natura umana, creatrice di guerre, odio, morti inutili, malattie e chi piu' ne ha ne metta. Un esempio: ricordi i visi pallidi quando vendevano le armi agli indiani per la vile pecunia? altro che ideali....un saluto....
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 01/12/09 alle 23:43 via WEB
Il blog è uno strumento di scambio di conoscenze senza pari. Un click ed entri nel patrimonio di conoscenze di una persona. Il commento è sacro, è il punto di vista su un'idea, un concetto, un verso poetico. Dovrebbero provare ad adottare lo stesso sistema nei musei: uno passa davanti ad un quadro ed esprime la sensazione che prova. Sarebbe un esperimento interessante non trovi? Già ti vedo a psicanalizzare l'autore! :D
(Rispondi)
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/12/09 alle 16:13 via WEB
Oggi è facile festeggiare questa ricorrenza come un qualcosa di scontato, ma il clima che c'era in quegli anni è davvero qualcosa che noi non possiamo che immaginare lontanamente... mio figlio, è nato pochi giorni prima, e questa per me è una grande gioia, e anche per lui.. la sua generazione ha occhi nuovi, voglio crederlo, sono un'idealista :)
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 12/12/09 alle 11:49 via WEB
E' vero. E' passato tanto tempo e qualche ferita si è ricucita, anche se altrove le guerre e le divisioni ci sono eccome. Sono un'idealista speranzoso anch'io e credo che parlarne sia già una forma di lotta. Amnesty International dimostra che qualche volta funziona.
(Rispondi)
 
LuceNera0
LuceNera0 il 06/12/09 alle 15:39 via WEB
Quel 9 novembre del 1989 ero in attesa di partorire mia figlia.
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 12/12/09 alle 11:50 via WEB
Un figlio è il migliore segnale di speranza che possiamo lanciare al mondo...
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 07/12/09 alle 14:03 via WEB
Ma da dove viene l'illusione della libertà, l'errore che ci fa credere che siamo uomini liberi? Schopenhauer indica la sorgente dell'equivoco in quella che egli considera la prima fase dell'atto di volizione, quello stadio cioè in cui la volontà è come in divenire e non si è ancora tramutata in risoluzione. Questo stadio è il desiderio. [...] Esiste dunque nell'uomo un'idea positiva dell'infinito rispetto alla quale il limite appare un difetto e il desiderio e il dubbio un sintomo di una volontà di affrancamento. Paolo Zellini · Breve storia dell'infinito
(Rispondi)
 
 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 12/12/09 alle 11:55 via WEB
Splendida. Il muro è stato un limite imposto dalla follia di alcuni uomini. Fortuna vuole che sia intervenuto il dubbio e il desiderio di altri. Ma il muro è solo uno dei limiti alla libertà, utopia dei secoli.
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LabelleHelene
LabelleHelene il 31/12/09 alle 15:23 via WEB
Bellissimo stile...asciutto elegante efficace sorprendente...i miei complimenti.
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