Creato da russocaio il 19/03/2007
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IlSole24ore 02-12-08: Il canone Rai aumenterà nel 2009 di 1,53 euro, adeguando l'importo attuale all'inflazione programmata. In sostanza la tassa passerà dagli attuali 106 euro a 107,5 euro, con un maggior introito per le casse di viale Mazzini di 24 milioni di euro. E' questa la decisione che dovrebbe prendere domani il ministero dello Sviluppo Economico, che ha ereditato la competenza in materia dall'ex ministero delle Comunicazioni. Nel frattempo il sottosegretario Paolo Romani sta studiando un sistema per combattere l'evasione al pagamento del canone che potrebbe portare in futuro "a forti ribassi" dell'ammontare della tassa. E' questo il quadro che si va delineando dopo le molte voci di questi giorni. Il governo deve prendere una decisione in tempi brevi sul canone (in base alla norme doveva decidere entro il 30 novembre) per permettere alla Rai di avviare la campagna abbonamenti, che sarà presentata dai vertici della tv di Stato giovedì mattina. La situazione di crisi in cui versa la Tv pubblica, a fronte di una riduzione della raccolta pubblicitaria per la crisi economica generale, avrebbero consigliato il governo ad apportare un aumento al canone, seppur minimo. Romani deciderà in base all'articolo 47 del testo unico sulla radiotelevisione, che "indica tra i parametri dei quali bisogna tener conto, la copertura dei costi che la Rai sostiene per adempiere agli obblighi di servizio pubblico. Gli ultimi dati giunti da Viale Mazzini sulla contabilità separata (nel bilancio 2007 i programmi di servizio pubblico sono costati a Viale Mazzini 159 milioni in più di quanto incassato dal canone) giustificherebbero un aumento del canone", spiega lo stesso sottosegretario. Romani ha anche escluso che il canone Rai rientri nel "blocco" delle tariffe introdotto dal governo all'articolo 3 del decreto anticrisi, in quanto il canone Rai è una tassa di possesso. La decisione di adeguamento dell'ammontare del canone, sarà però seguita, non appena possibile e dopo le ultime valutazioni, da un intervento per combattere l'evasione della tassa. "Sto studiando un modo per combattere in maniera drastica l'evasione giunta al 27 per cento, sottolinea Romani. Tra le possibilità, quella di legarlo alla bolletta dell'energia elettrica che in Grecia ha dato ottimi risultati. L'evasione è un fenomeno molto più presente al Sud, con punte del 45 per cento in alcune regioni, che al Nord. Di fatto il canone rischia di diventare una tassa regionale. Ho sottoposto perciò al presidente del Consiglio, ha annunciato il sottosegretario, l'ipotesi di studiare un meccanismo che ci consenta di abbassare, e di parecchio, il canone e di farlo pagare a tutti nella stessa misura. Siamo ancora in una fase di studio e quella della bolletta elettrica non è l'unica possibilità. È possibile immaginare anche altri meccanismi per rendere il canone una tassa equa e pagata da tutti". Migliaia di sportelli bancari e postali non pagano il canone, ma nessuno li obbliga. Senza contare che il tetto per i compensi Rai è stato disatteso. Il calo degli introiti pubblicitari è dovuto ai prodotti scadenti della Rai. Oltretutto regalano vagonate di denaro pubblico con programmi come quello dei "pacchi". Infine, se di tassa si tratta... perchè spendere denaro in spot pubblicitari? Avete mai visto la pubblicità per pagare l'IVA? Mail: http://www.camera.it/altresezionism/1568/1567/email.asp?recipient=romani_p@camera.it |
Libero 15/11/08: Indennità di carica, autoblu, cellulare di servizio, segretari, uffici. E ancora: consulenze, rimborsi per missioni e spese di rappresentanza pagate. Ecco tutto quello che tocca al presidente della commissione bicamerale di Vigilanza Rai. Alla sede del Partito democratico, ancora pensano che Villari, peone finito all’improvviso in paradiso, possa dimettersi. L’ultimo ad averlo sentito al telefono è Luigi Zanda, vice presidente dei senatori democratici. Lascerà mercoledì, me l’ha assicurato, dice. Candido. In realtà Villari non promette niente a nessuno. Prima vuole parlare con le tre cariche dello Stato più alte in grado. Ne vedrà solo due: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha già fatto sapere di non avere titolo per pronunciarsi. Ed è difficile che i presidenti di Camera e Senato invitino Villari a farsi da parte lasciando la commissione di vigilanza senza una guida. Nuovamente. E allora? È possibile un atto unilaterale del neo presidente, come chiedono i vertici del Pd. Che Villari immoli la sua elezione in nome dell’alleanza tra il suo partito e l’Italia dei valori. Eppure sono in pochi a crederci. Molti di più, nel Palazzo, sono pronti a scommettere sul fatto che il medico napoletano, dopo una vita da gregario della politica, voglia legittimamente gustarsi la ribalta. E che ribalta. La Vigilanza Rai non è solo visibilità, pagine sui giornali, interviste in tv. È soprattutto un posto di potere. Uno dei pochi che spettano all’opposizione. Poi ci sono i benefit. Al capo della Vigilanza tocca la stessa indennità di carica accreditata sul conto dei presidenti delle commissioni permanenti. Non solo. Ha a sua disposizione un’auto blu per girare nella capitale. E anche fuori Roma nel caso abbia appuntamenti istituzionali. Mica è finita: dispone di un cellulare di servizio e può fare telefonate illimitate (l’onorevole peone ha un plafond annuo oltre il quale ci rimette di tasca sua). Gli tocca l’ufficio a Palazzo San Macuto, una delle sedi della Camera a due passi dal Pantheon. Ha tre stanze: una per sé e due per la segreteria. La segreteria, appunto. Montecitorio mette a disposizione 3-4 funzionari selezionati dal personale interno. Poi, il presidente della Vigilanza ha a disposizione tre assunzioni. Un dirigente di fascia alta e due di fascia media. Ma può pure spacchettare i contratti in gergo interno si chiamano decreti e distribuirli, se vuole più personale al suo fianco. Infine: c’è un intero capitolo del bilancio della Camera destinato alle spese della Vigilanza. Il cui presidente ha a disposizione 25mila euro per consulenze, 15mila per spese di missione. E altrettanti per la rappresentanza e voci "altre". Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. VILLARI Riccardo, PD, LAINATI Giorgio, PdL, MERLO Giorgio, PD, CARRA Enzo, PD, SARDELLI Luciano Maria, Misto, MpA, AMATO Paolo, PdL BALDINI Massimo, PdL BARELLI Paolo, PdL BRICOLO Federico, LNP BUTTI Alessio, PdL CASOLI Francesco, PdL D'ALIA Gianpiero, UDC-SVP-Aut GASPARRI Maurizio, PdL LAURO Raffaele, PdL MAURO Rosa Angela, LNP MILANA Riccardo, PD MORRI Fabrizio, PD PALMIZIO Elio Massimo, PdL PARDI Francesco, IdV POLI BORTONE Adriana, PdL PROCACCI Giovanni, PD VIMERCATI Luigi, PD VITA Vincenzo Maria, PD ZAVOLI Sergio, PDBELTRANDI Marco, PD COLUCCI Francesco, PdL CUPERLO Giovanni, PD DE ANGELIS Marcello, PdL GENTILONI SILVERI Paolo, PD LAFFRANCO Pietro, PdL LANDOLFI Mario, PdL LUPI Maurizio Enzo, PdL MAZZUCA Giancarlo, PdL MELANDRI Giovanna, PD MOTTOLA Giovanni, PdL ORLANDO Leoluca, IdV PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido, PD RAO Roberto, UdC REGUZZONI Marco Giovanni, LNP SANTELLI In totale sono 40 (Legge 14-04-1975, n. 103). A cosa cazzo servono tutte queste persone? Quali benefici portano allo Stato Italiano? Cosa fanno di utile? Perchè si ammazzano per farne parte? Togliere una poltrona a un napoletano e come portare via il mitra ad un'afgano è impossibile. |
Roma 02-10-08: La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 36475/2008) ha stabilito che, in caso di lesioni riportate dai cittadini per cadute sulle strade comunali dissestate, rischia una condanna per lesioni colpose, il sindaco (con delega ai lavori pubblici) e il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale. Secondo la Corte, in tali casi, la loro responsabilità va ricondotta alla mancata verifica da parte loro circa la manutenzione delle strade. La Corte ha infatti affermato che "la posizione di garanzia che il Sindaco e il responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune assumono sulla base di una generale norma di diligenza che impone agli organi della amministrazione comunale, rappresentativi o tecnici che siano, di vigilare nell'ambito delle rispettive competenze per evitare situazioni di pericolo ai cittadini, situazioni di pericolo derivanti dalla non adeguata manutenzione e dal non adeguato controllo dello stato delle strade comunali". "Non è certo richiesto – prosegue la Corte – né al sindaco, né al responsabile dell'Ufficio tecnico di effettuare perlustrazioni o ronde di sorta, ma è sicuramente doveroso il loro attivarsi per avere attraverso le varie articolazioni operative dei competenti uffici, le informazioni necessarie sullo stato delle strade comunali nonché per adottare i provvedimenti organizzativi generali e dispositivi specifici per la eliminazione dei pericolo accertati o comunque segnalati". Autore: |
LaRepubblica 29-09-08: RAVENNA - Benvenuti nella città dove la pioggia si paga. Con la bolletta. Un temporale, in media, incide quasi per il tre per cento sulla tariffa dell'acqua potabile stabilita per ogni utente. La pioggia si paga non solo a Ravenna, ma anche in tutti i comuni della provincia. E non si tratta di uno scherzo. Lo ha deciso l'ente pubblico territoriale che gestisce le reti idriche (l'Ato), con una delibera del gennaio scorso. Poche righe per stabilire che nella tariffa va inserito anche il costo della gestione delle fognature delle acque bianche (acque meteoriche): in pratica, il costo della pioggia. Non solo, la delibera prevede anche il recupero degli anni 2005, 2006 e 2007. In questo modo l'Ato risparmierà, ogni anno, più di un milione di euro. Oltre a recuperarne subito più di tre. Immediata la mobilitazione di associazioni di consumatori (Adoc, Adiconsum, Federcosumatori, Lega dei Consumatori) sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e categorie (Api, Confindustria, Cna, Confartigianato). Tutte sul piede di guerra. La lista civica comunale "Per Ravenna", ha inviato un esposto al "Comitato per la Vigilanza sull'uso delle risorse idriche" del ministero dell'Ambiente, denunciando il balzello e chiedendo un pronunciamento sulla delibera che ha imposto l'acqua piovana in bolletta. E il presidente del Comitato, Roberto Passino, ha dato ragione al "fronte del no", tanto da scrivere all'Ato ravennate, invitandolo ufficialmente a "correggere la delibera", perché l'attuale normativa "esclude" che i costi per lo smaltimento delle acque meteoriche "possano essere imputati al servizio idrico". Al ministero dunque sono d'accordo: non si può pagare una tassa sulla pioggia. Ma c'è un ulteriore colpo di scena. L'assessore regionale all'ambiente dell'Emilia Romagna, Livio Zanichelli, invece si è schierato dalla parte del "fronte del sì": l'acqua piovana la devono pagare i cittadini, tramite la bolletta dell'acqua, sostiene, allineandosi alle scelte dell'Ato e del Comune di Ravenna: "La disamina della questione alla luce delle sole norme statali rappresenta un esercizio interpretativo inconcludente. I costi per lo smaltimento delle acque meteoriche nel territorio dell'Emilia Romagna devono essere computati nella tariffa del servizio idrico integrato. Ammesso che il comitato ministeriale abbia ragione, sottolinea Gianluca Dradi, assessore all'Ambiente del Comune di Ravenna, va rilevato che esiste una legge regionale precisa in materia, alla quale l'Ato si è attenuto. I costi della collettività poi, se non si pagano nella bolletta, si recuperano sulla fiscalità generale. E continua: Questo metodo, invece, ci era sembrato più corretto, perché così, trattandosi di un calcolo di media in percentuale, è costretto a pagare di più chi consuma di più e cioè spesso fabbriche e grandi impianti. Sulla bolletta degli utenti domestici il costo incide davvero poco. E poi, tassa sulla pioggia? Sarebbe come definire "tassa sulla polvere" i costi per la pulizia delle strade, laddove, invece, si tratta di un servizio sulla cui utilità non credo vi siano dubbi e rispetto al quale nessuno ha sino ad ora mosso obiezioni al fatto che i relativi costi debbano essere conteggiati nella tariffa dei rifiuti, come appunto avviene. Intanto la lista civica "Per Ravenna" annuncia il ricorso alla magistratura, per imporre il rispetto della legge violata e ad esercitare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e di risarcimento dei danni a tutela dei diritti degli utenti, conferma il capogruppo Alvaro Ancis. Si tratta di una tassa mascherata da tariffa, chiosa Ancis. Quel costo non deve essere incluso nella bolletta dell'acqua, ma recuperato attraverso la fiscalità generale, allo stesso modo con cui, per esempio, il costo dell'illuminazione pubblica non si può certo trasferire sulla bolletta dei consumi privati di elettricità, o il costo della manutenzione delle strade, non è trasferibile sulle tariffe dei carburanti dei veicoli stradali. di GIUSEPPE CAPORALE Video: http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=17157&cat=cronaca |
27.09.08 Obbligo di modalità gratuita di pagamento Giudice di Pace di Benevento sentenza in appello del 12 giugno 2008 CONTRATTO PER LA SOMMINISTRAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA – OBBLIGO DI OFFRRIRE UNA MODALITA’ GRATUITA DI PAGAMENTO DELLA BOLLETTA – INADEMPIMENTO – RESTITUZIONE SOMME PER SPESE POSTALI Nella Sentenza Avv. Francesco Luongo Le modalità di pagamento contowatt o pagamento on line non costituiscono modalità gratuita visti i costi necessari per usufruire di tali servizi. E l'avere omesso l'attivazione del servizio e successivamente l'aver taciuto la sua esistenza ha di fatto negato all'attore la libera esplicazione di un proprio diritto. Oltre al danno emergente del pagamento delle commissioni a Poste Italiane, l'attore non può invocare nessun altro pregiudizio, sia di natura economica, sia di tensione nervosa (stress), riconducibili all'accertato inadempimento. [Giudice di Pace di Benevento Dott. A. Abbuonandi, sentenza n.1041 del 12.06.08] Link: http://news.iusseek.eu/visual.php?num=61280 |
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