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VALZER CON BASHIR

Post n°405 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da DolceA0
 
Tag: Cinema

Dal film: in un esperimento, mettendo a confronto alcuni adulti con delle foto false di loro stessi bambini in un parco divertimenti, otto su dieci dicono di ricordare quel parco, dove non sono mai stati, due affermano di non ricordare. Il giorno dopo quegli otto aggiungono particolari su ciò che hanno fatto in quel parco, chi li ha accompagnati ecc.

Valzer con Bashir, regia dell'israeliano Ari Folman, disegnato da David Polonsky, è innanzi tutto un film sulla memoria, sulla capacità del tutto individuale e  talvolta fuorviante di riempire la memoria di informazioni, o al contrario sulla capacità di rimuoverle.

In secondo luogo è un cartoon:

più vicino alla grafic novel che all'animazione vera e propria (sembra che sia stato usato anche il programma Flash) con dei colori così espressionisti e vividi, da farti dimenticare di stare vedendo un film d'animazione, grazie anche a dei movimenti di macchina molto efficaci e a un uso di effetti speciali non invadente.

Valzer con Bashir è in terzo luogo un film sulla guerra, e sulle devastazioni dei reduci di ogni conflitto.  In particolare, il lungometraggio rievoca la strage di Sabra e Shatila del settembre 1982, quando i falangisti cristiani, inferociti  per l’omicidio del loro  presidente del Libano  Bashir Gemayel, massacrarono nei campi profughi un numero nn ben definito palestinesi - si parlò di genocidio -  tra cui  vecchi, donne e bambini.

Infine Valzer con Bashir è una profonda riflessione su quanto sia possibile, e talvolta anche facile per l'essere umano, passare da una condizione di vittima (l'olocausto nel dna dei giovani soldati israeliani) a quello di carnefice  in quanto  la teoria, qui presentata, ritiene che le milizie  israeliane fossero alleate ai falangisti e indifferenti al massacro, prima che il ministro della Difesa Ariel Sharon fermasse l’eccidio. E sul conseguente senso di colpa.

Tutto ciò è strutturato come un documentario in cui un regista cerca, con interviste a suoi compagni di guerra, di ricostruire parti mancanti della sua memoria. E ogni reduce, in una sorta di Rashomon moderno, rivede la sua partecipazione a quella guerra. Il comune denominatore è la consapevolezza di non comprendere cosa stava accadendo all'epoca e la voglia di fuggire altrove

La colonna sonora, con alcuni brani cult degli anni ottanta e altri pezzi composti per il film, svolge una funzione fondamentale e crea un'atmosfera spesso unica (mi è capitato di pensare durante il film che mentre io, all'epoca, ballavo ignara queste song quei miei coetanei stavano lì in mezzo alle bombe).

Proposto a Cannes e accolto con grande fervore ora è in lizza  per il premio Oscar come miglior film straniero in rappresentanza dello stato di Israele.

Voto 8 e mezzo

 
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