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Messaggi del 22/09/2015

 

3 days to kill

Post n°12596 pubblicato il 22 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Locandina Three Days To Kill

Ethan è un agente della CIA vicino ai 60 anni. Quando scopre di avere una malattia terminale e quindi ancora pochi mesi di vita, cerca disperatamente di rimediare ai propri errori e riconciliarsi con la sua famiglia, da troppo tempo trascurata. Ma una agente dei servizi segreti ha in mente un'ultima missione per lui: Ethan, di fronte alla prospettiva di una cura miracolosa e segreta per il suo male, sarà costretto ad accettare. 
Sulla carta Three Days to Kill qualche motivo di interesse lo aveva: la curiosità di verificare le doti di action hero di Kevin Costner, in una versione matura e contemporanea del pilota di Revenge, in un mix con l'universo di Luc Besson, co-autore di una sceneggiatura vicina a Taken e affidata qui alla regia di McG (Charlie's Angels,Terminator: Salvation). Fatta salva l'apertura, però, con una sparatoria ben coordinata (notevole lo scontro a fuoco attraverso il pavimento dell'hotel), degna di un action di Dante Lam, il senso generale di Three Days to Kill si smarrisce subito, scisso tra la volontà di girare un film d'azione, la parodia dello stesso o una sentimentale "ultima missione" di un uomo che ha sbagliato tutte le priorità della vita e cerca goffamente di rimediare. Dominato dalla prevedibilità in tutte le sue forme, dal colpo di tosse di Kevin Costner che significa da subito malattia terminale incipiente al rapporto pervaso di sensi di colpa e grande affetto con la figlia Zooey - cult assoluto il montaggio parallelo tra Ethan che insegna a Zooey ad andare in bici e una seduta di psicoanalisi filiale melodrammatica - Three Days to Kill non riesce, nella sua confusa sceneggiatura, ad amalgamare gli stili, finendo per creare imbarazzanti contrasti. Lo stile caricato e fumettistico di Besson, così figlio del postmoderno e degli anni Novanta, non ha saputo adeguarsi e ricontestualizzarsi, specie nelle maglie strette di una produzione come Three Days to Kill. Le connotazioni etniche finiscono quindi per sembrare un insulto all'intelligenza - il turco e l'italiano visti solo attraverso gli stereotipi più vetusti, musiche e spaghetti - così come le scene di tortura inframmezzate da intermezzi ironici, che forse vorrebbero rappresentare un audace tentativo di épater les bourgeois ma risultano solo pretestuose (e in fondo innocue). Ancora più ambigua la sequenza del tentato stupro ai danni di Zooey, sventato il quale Ethan sembra quasi voler accusare la ragazza di connivenza.
L'esilità narrativa, mescolata alla volontà di provocare senza possedere gli strumenti di linguaggio per poterlo fare, provoca fatalmente effetti sgradevoli: Three Days to Kill ne è purtroppo costellato.

 
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Edge of tomorrow

Post n°12595 pubblicato il 22 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Locandina Edge of Tomorrow - Senza domani

Il maggiore Cage è l'ufficio stampa dell'esercito mondiale nella più grande guerra mai sostenuta dall'umanità, quella contro gli alieni atterrati sul nostro pianeta. Reticente a misurarsi sul campo di battaglia quando viene inviato sul fronte dal generale rifiuta l'incarico e per questo viene ammanettato e spedito lo stesso a combattere come disertore, proprio nel giorno della gigantesca offensiva progettata dall'umanità. Totalmente incapace di manovrare l'esoscheletro con il quale si combatte nelle prime fasi di battaglia distrugge un alieno ma rimane contaminato dal suo sangue e da quel momento ogni volta che muore si risveglia sempre nello stesso punto, all'inizio di quella giornata da disertore, condannato a ripetere sempre gli stessi eventi.
Con il continuo ripetere comincia a conoscere bene le mosse del nemico, dimostrando un'abilità in battaglia che cattura l'attenzione di un altro soldato che sembra aver capito tutto e sostiene di poterlo aiutare.
È un felice incontro quello tra l'indole da commediante con la quale Doug Liman dirige film d'azione, la passione per le trame narrate in modo poco convenzionale di Christopher McQuarrie e la light novel "All you need is kill" di Hiroshi Sakurazaka da cui Edge of tomorrow - Senza domani prende le mosse. 
Senza esplorare le implicazioni filosofiche ed etiche del vivere sempre il medesimo giorno Liman e McQuarrie si divertono molto con il montaggio, sfruttandolo per diverse gag e riuscendo a lavorare di ellisse in maniere sconosciute ai blockbuster hollywoodiani.
Il principio alla base della dinamica narrativa rimane quello messo per la prima volta in scena da Ricomincio da capo, ovvero il miglioramento personale attraverso la continua ripetizione delle medesime situazioni, tuttavia la maniera in cui McQuarrie lo espande in una trama di fantascienza ne enfatizza ancora di più la parentela con la videoludica. Non solo infatti il maggiore Cage arriva a conoscere i movimenti dei propri nemici, gli eventi e le loro conseguenze, potendo così arrivare ogni nuovo giorno più in là del precedente (realmente e metaforicamente) ma anche gli alieni sono di diverse tipologie, l'uccisione di ognuna delle quali porta conseguenze differenti, inoltre le aree dove si svolge il film (principalmente la spiaggia e poi il Louvre) somigliano a mappe di videogame sparatutto per come sono inquadrate nelle panoramiche e anche il design dei protagonisti è vicinissimo a quello dei personaggi giocabili nei giochi di guerriglia fantascientifica.
Abili nel non rimanere impantanati nelle dinamiche ripetitive su cui si fonda il film, Liman e McQuarrie sfruttano il principio più attraente di questa storia solo fino a che serve, sapendo realmente quando fermarsi per non rovinare tutto e trovando in Emily Blunt un'implacabile macchina empatica. Nonostante il suo personaggio non abbia nessuna evoluzione (è effettivamente sempre il medesimo nella medesima giornata) l'attrice britannica lavora benissimo di plausibilità e onestà sentimentale, risultando anche più fondamentale per la credibilità del film dello stesso Tom Cruise. 
Con un fumetto, i videogiochi e diversa fantascienza moderna (quella di Neill Blomkamp in primis) a fare da affluenti il fiume Edge of tomorrow scorre impetuoso e, nonostante un arco narrativo canonico, riesce in certi punti anche a stupire sinceramente, manipolando benissimo le diverse fonti d'ispirazione per riaffermare la capacità ad oggi unica del cinema di alimentarsi delle altre forme narrative senza snaturare se stesso.

 
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Box Office, Inside Out conquista il podio

Post n°12594 pubblicato il 22 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
In Italia lo splendido Inside Out prende il testimone dai Minions con una partenza altrettanto rilevante. Nelle casse del film Pixar entrano ben 6.2 milioni di euro, che dovrebbero garantire all'opera il sorpasso dei 10 milioni già alla fine della prossima settimana. Al film Pixar è bastato un weekend per diventare il secondo migliore incasso di stagione. I Minionsnon mollano l'osso e superano i 3 milioni di spettatori complessivi e anche questa settimana riescono ad aggiungere 1 milione di euro al loro bottino (21 milioni). Sul podio, a debita distanza dai due film animati, sale Tutte lo vogliono, che parte con 650mila euro. Buon esordio, considerando quello disastroso negli States, per We Are Your Friends, che sfiora i 300mila euro. Ottima performance, visto il genere di appartenenza, per il documentario Amy - The Girl Behind the Name. Il prossimo weekend arrivano ben 13 nuovi film in sala, le uscite più forti sono EverestMagic Mike XXL e Sicario.

Box Office USA
In America ai primi due posti si insediano prevedibilmente le uniche due new entry rilevanti del weekend, ma il record d'incasso per un film a settembre, detenuto da Hotel Transylvania con 42 milioni, non viene battuto. La spunta Maze Runner - La fuga con 30 milioni davanti a Black Mass - L'ultimo gangster che si ferma a 23.3 milioni. Per Johnny Deppè una buona notizia visti i recenti flop, per il sequel dello sci-fi-young-adult molto meno, visto che il saldo rispetto al primo film è leggermente negativo e la media per sala non esaltante. Calma piatta a metà classifica, dove resiste benissimo War Room mentre perdono quota The Visit e The Perfect Guy che peraltro sono già ampiamente in attivo rispetto ai costi di produzione. In coda fa capolino Captive, mentre sono prossimi a salutare la top ten Mission: Impossible - Rogue Nation che arriva a 191 milioni e dovrebbe passare per un soffio i 200 e la sorpresa Straight Outta Compton che tocca quota 158 milioni. 
A livello internazionale è da segnalare il boost cinese agli incassi di Mission: Impossible - Rogue Nation che tocca quota 656 milioni, mentre Inside Out è a 761 ed in Cina deve ancora uscire. La prossima settimana arrivano Hotel Transylvania 2Lo stagista inaspettato e Sicario (uscito in 10 sale questa settimana e che ha fatto segnare medie per sala eccelse con 65000 dollari per sala). 

 
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The impossible

Post n°12593 pubblicato il 22 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Locandina The Impossible

Dicembre 2004. Henry, Maria e i loro tre figli decidono di concedersi una vacanza natalizia lasciando il Giappone , dove lui lavora, per raggiungere la Thailandia. Anche se Henry ha qualche preoccupazione relativa al suo impiego il relax è totale. Fino a quando, la mattina del 26 uno tsunami di enormi proporzioni travolge tutto ciò che si trova di fronte. Maria viene trascinata via nella stessa direzione del figlio maggiore Lucas mentre Henry viene travolto mentre ha stretti a sé i due figli più piccoli. In quella catastrofe naturale moriranno trecentomila persone. 
La didascalia iniziale del film ci ricorda che quella a cui stiamo per assistere è una storia vera e lo ribadisce. Si tratta di una giusta segnalazione perché è su questo elemento che si basa la credibilità del film. Quante volte assistiamo a vicende che sul grande schermo ci costringono alla 'non' sospensione dell'incredulità che la materia di cui sono fatti i sogni richiederebbe? Quante volte cioè ci vediamo proporre vicende per le quali ci viene da dubitare che chi ha scritto la sceneggiatura e poi diretto e montato il film sia dotato di un minimo senso della realtà? Non poche purtroppo. 
The Impossible prende le mosse da questa nostra consapevolezza e sin dal titolo ci mette in guardia: ci verrà raccontato l'impossibile. Un impossibile che però, negli elementi essenziali che vengono proposti sullo schermo, è davvero accaduto. Perché la realtà talvolta supera la più fervida immaginazione e ciò che nella finzione ci appare come retorico si rivela invece come dannatamente umano. Perché è concentrandosi su un nucleo ristretto (una famiglia) coinvolto in un'immane tragedia che Bayona riesce a restituirci il senso di un disastro che nessun telegiornale era riuscito a offrirci. C'era arrivato vicino Clint Eastwood in Hereafter muovendosi però su altri piani di narrazione. Bayona falsifica volutamente un solo elemento: la famiglia nella realtà era spagnola ed era formata da Maria, Quique, Lucas, Tomas e Simon. La distribuzione internazionale del film e il casting richiedevano questo cambiamento. 
Chi non sa nulla della loro vicenda però farà bene a non informarsi preventivamente perché il regista sa come toccare le corde più sensibili degli spettatori immergendo la sala quasi fisicamente in quelle acque in tumulto. Lo fa soprattutto grazie non tanto alle star Watts e McGregor ma con lo sguardo dolente di Tom Holland che interpreta Lucas. Bayona aveva già dato prova con The Orphanage di un'attenzione particolare verso i più giovani e quindi più indifesi (da quel film porta con sé per un cameo role scaramantico Geraldine Chaplin).
Il viaggio di Lucas nell'orrore inatteso ricorda da vicino quello di Jim 'Jamie' Graham de L'impero del sole di Steven Spielberg. Entrambi vengono catapultati all'improvviso in un inferno in cui sembra contare solo la possibilità di sopravvivere. Scopriranno che la paura della perdita e del distacco da chi ci è più caro lascia segni nel profondo ma avranno anche modo di entrare in contatto con un'umanità capace, nei momenti più estremi, di ritrovare una solidarietà che nel quotidiano sembra sempre più spesso anestetizzata.

 
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