GLI ESERCIZI
"Non sapeva cosa avrebbe voluto:capiva solo quant'era distante,
lui come tutti,dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere."
Italo Calvino,La giornata di uno scrutatore
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Post n°431 pubblicato il 05 Marzo 2017 da boezio62
Una sfida immotivata,un avversario che non desiste mai,per solo punto d'onore.Due ufficiali dello stesso esercito ma cosi' distanti per estrazione sociale e personalita'.
A cavallo.Di spada.Di sciabola.
E infine con l'avvento della Restaurazione e l 'arrivo del nuovo secolo,la fine del duello cavalleresco con il ritorno della borghesia al potere.
L'uno in una vita piena e borghese ,l'altro nella sua ottusa coerenza avversa.
Come l'ombra che fa risaltare la luce,essa è in qualche modo necessaria, perché lo sforzo di una lunga lotta finisce per cambiare al punto le persone che esse non sarebbero più le stesse se la lotta stessa non fosse mai avvenuta.
Dice D'Hubert di Feraud: "E' straordinario come quell'uomo, in un modo o nell'altro, sia riuscito a legarsi ai miei sentimenti più profondi" Ombra e Luce dentro di noi.In ognuno di noi.Una lotta eterna perche' l'uno e l'altro ci formano.Nell'onore e nell'amore.
Joseph Conrad,I Duellanti.
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Oggi ho cambiato spade, nel desiderio di comprendere l’uso di quest’arma nel tempo e nei luoghi studio la spada storica europea, con i ricchi manuali pieni di consigli dei grandi maestri, tra i migliori dei quali certamente i bolognesi, oltre la teoria però tutto alla fine si basa sul confronto con altri esseri umani, dove l’incrocio delle lame resta il momento fondamentale di verifica. Nel duello di spada emergono soprattutto i tuoi demoni, si palesano in modo che tu possa dargli un nome e iniziare un cammino di miglioramento, cosa che da solo non potresti fare. Per questo il legame che si crea con l’altro porta a cambiare la percezione di chi sta di fronte da opponente a persona nota, fino a suggellare un’amicizia che si fonda sulla conoscenza dei reciproci colori, ma soprattutto delle ombre altrimenti difficili da confessare. In questo modo uno strumento di morte e sofferenza può diventare un vettore di miglioramento individuale e sociale.
Forse per questo, da sempre, esiste spontaneo il desiderio del saluto, così tra i duellanti come tra gli amici: Buona Primavera :)
Trovo ancora più bello il termine con il quale si invita qualcuno alla pratica o al duello: Onegaishimasu. È davvero intraducibile in una sola parola, esprime però il concetto di gratitudine per accettare il confronto e permettere la crescita, con consigli o anche soltanto con l’esempio di un gesto perfetto.
Arrivederci invece è già sdoganato con la parola Sayonara, ma in realtà è un termine formale, gli amici si salutano più allegramente con una Mata-né, e così faccio anch’io con un piccolo inchino e un sorriso. :)