Creato da pepitadellapampa il 19/07/2005

VITE TRAT..TENUTE

“ La città è fatta di torri e palazzi che ne rappresentano il potere, la gestione; ma io sento che la sua architettura più armonica e più vera nasce dalla dedizione alla giustizia. Carceri, scuole, ospedali, da focolai di devianza, di isolamento, di emarginazione, possono allora diventare i gangli vitali di questa città”. Architetto Giovanni Michelucci

 

 

Post N° 1840

Post n°1840 pubblicato il 23 Marzo 2007 da pepitadellapampa

qualcuno ha preso possesso del mio corpo.
ha aperto un campeggio tra le
mie viscere e fatto amaca delle mie arterie.
usa il
mio ombelico come trampolino, si tuffa tra le onde delle mie emozioni.
gioca a campana coi
miei umori e agli indiani con tutto quello che si muove.
si strofina, s'intorpidisce, s'arrotonda e
m'innamora.
il
mio seno destro minaccia di esplodere, quello sinistro è teso e permaloso.
la
mia pancia a volte sembra, già!, non poterne più. ma, calma: occorre pazienza.
ché i cerchi veri non si tracciano con un solo tratto, muniti di gessetto e ghigno sborone.
i cerchi veri si perfezionano di giorno in giorno: osservando gli infiniti lati del
venire a galla. non si sa da dove, non si sa il perché.
i cerchi veri si perfezionano con quieta rotondità
d'animo, lasciando che sia.
sarà per questo che ho l'aria distratta, il sorriso co
mmosso, l'eccesso nel dire e una regressione infantile a livelli di guardia.
mi sento più coraggiosa, meno egocentrica, più fragile, meno sfuocata e infinitamente un po' più così.
mescolo meglio che posso l'allegria del fuori con la dolcezza del
dentro, grazie a una ricetta segreta che imparo via via.
ovunque, al mio passaggio, sbocciano sorrisi e
carezze. e c'è chi giura di non avermi mai visto così radiosa...

 
 
 

Post N° 1839

Post n°1839 pubblicato il 20 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Sinceramente a me del mondo del gossip non importa nulla. Però questa non me la posso proprio tenere....

Ma la tenera e piccola Laura Chiatti che voleva fare la brava ragazza di paese, trascorrendo i fine settimana al centro commerciale con il fidanzato e le amiche di sempre...come mai si è fatta beccare con il piccolo Muccino, neo fiamma della piccola ingenua attacca-lucchetti?

 
 
 

Post N° 1838

Post n°1838 pubblicato il 20 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Madò però!!! E' troppo complesso avere a che fare tutti i giorni con questi ignoranti!!! Ma perchè non li mandano  nelle colonie agricole a pascolare il gregge? Addirittura mi devo andare a scontrare ogni volta con i "capi delle guardie" che, frustrati più che mai rompono i "maroni" ogni santissimo giorno.

Poi mi fanno le barzellette su quei poveretti di carabinieri...

Ma vuoi vedere che adesso esce l'enciclopedia delle barzellette dei secondini? Ogni martedi troverete un volume con Repubblica.  Il ricavato verrà devoluto a tutti quelli che devono pagarsi lo psicanalista per sopportarli ogni giorno in carcere.

 
 
 

Post N° 1837

Post n°1837 pubblicato il 20 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Inseguimi pure

tanto...

non mi troverai mai..

 
 
 

Post N° 1836

Post n°1836 pubblicato il 18 Marzo 2007 da pepitadellapampa

immagineimmagineimmagineimmagine

immagine

Regia: Darren Lynn Bousman
Interpreti: Tobin Bell, Shawnee Smith, Dina Meyer, Angus Macfadyen, Bahar Soomekh
USA 2006

immagine

Scampato di nuovo dalle mani della polizia, l'Enigmista,

con l'aiuto della sua assistente Amanda, continua

a terrorizzare l'intera comunità con i suoi

giochi crudeli e contorti. Nel mirino del killer

questa volta c'è la dottoressa Lynn Delon,

rapita e costretta a trovare una cura

 per arrestare l'agonia mortale dell'Enigmista.

Tutto questo mentre un'altra vittima, Jeff,

inizia una disperata lotta contro il tempo

 per risolvere un intricato enigma e salvare

 così la sua vita e quella della dottoressa...

Non mancano la perversione dello sguardo

e la contorsione inventiva che hanno fatto

la fortuna della serie.

Alla terza puntata, l'impresa dell'enigmista

agonizzante per tumore al cervello non può

che moltiplicare l'orrore, il sangue, l'atrocità.

 Saw 3 di Darren Lynn Bousman è un'antologia

 raccapricciante, in particolare perché segue

 minuziosamente una trapanazione del cranio

(allo scopo di alleggerire la pressione sul cervello)

che agli spettatori può capitare, mentre è più raro

ritrovarsi appesi con catene in un sotterraneo.
L'enigmista sta morendo, nel lavoro pratico

lo sostituisce la sua discepola. All'inizio le immagini

evocano le prime due puntate della storia dell'uomo

che punisce con giochi sadici e letali chi disprezza

il valore sacro della vita. Se ne vedono d'ogni genere.

 Catene, sangue, visceri sparsi per terra, mani spellate

e scarnificate, uno prigioniero di una cassa di legno

sospesa in aria, un magistrato quasi annegato

negli escrementi di maiale, un nero incarcerato

da una macchina torcibudella, numerosi morti.
Più monotono che emozionante, nel suo genere

il film può andare, nonostante il frequente ricorso

alla semiscurità o all'oscurità che fanno molto risparmiare;

nonostante il brutto carattere dell'enigmista,

talmente pomposo e presuntuoso che quando

muore è un bel sollievo, anche al pensiero

che non ci saranno Saw 4 o 5. Forse.

E con questo ho detto tutto...

 
 
 

Post N° 1835

Post n°1835 pubblicato il 13 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Sono sommersa dalle carte e dai progetti..

Help me please!!!

 
 
 

Post N° 1834

Post n°1834 pubblicato il 13 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Ho bisogno di relax.

Da domani...

domani

ci vedremo.

 
 
 

Post N° 1833

Post n°1833 pubblicato il 09 Marzo 2007 da pepitadellapampa

arriviamo

 
 
 

Post N° 1832

Post n°1832 pubblicato il 09 Marzo 2007 da pepitadellapampa

Appunta_menti

 
 
 

Post N° 1831

Post n°1831 pubblicato il 01 Marzo 2007 da pepitadellapampa

E' veramente difficile penetrare la mente umana.

Comprendere quei meccanismi che ognuno di noi ha in quella piccola scatola.

Io non sono Antonella.

Mi chiamo Geltrude Rossi, ho 20 anni e studio alla Bocconi.

 
 
 

Post N° 1830

Post n°1830 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

 

“SATURNO CONTRO”

(Perché è il pianeta dei cambiamenti. Saturno ti costringe a tagliare i rami secchi, a scaricare le zavorre delle tante cose inutili della vita, dagli amici al lavoro, ti accompagna nel passaggio verso la maturità, come capita esattamente ai protagonisti del  film")

Locandina Saturno contro

Un film di Ferzan Ozpetek. Con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Ambra Angiolini, Serra Yilmaz, Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Michelangelo Tommaso, Milena Vukotic, Luigi Diberti, Lunetta Savino. Genere Drammatico, colore Produzione Italia 2006.

Ritratto borghese di un gruppo di fate (cresciute) in un interno romano

Ferzan Ozpetek torna a girare la storia di un gruppo di amici in un interno, evoluzione di quello gioioso delle Fate ignoranti e a filmare l'amore gay e la socializzazione tra omosessuali ed eterosessuali.

Un gruppo di amici, che hanno attraversato la giovinezza negli anni ottanta e novanta, si ritrovano alla soglia dei quarant'anni a fare i conti con il senso e la tenuta della loro amicizia, dei loro affetti, della loro vita. Il tema della separazione, sia nell'amicizia che nell'amore, e  l'impossibilità di accettarla, li costringe a confrontarsi con i loro sentimenti, le loro emozioni e le loro paure più profonde. Come in una commedia dai toni talora tristi, spesso amari, la storia privatissima di questo gruppo di persone diventa indirettamente lo specchio di una società alla ricerca di nuove regole e nuove dinamiche relazionali.  Cosa succede se invece di nascondere, negare, rimuovere i cambiamenti sentimentali ed esistenziali, ci si trovasse a non celare più niente, a tirare fuori tutto, a confrontarsi collettivamente con i propri segreti, desideri, con la propria voglia di nuovi rapporti e sentimenti? Come si fa a superare le tensioni legate al cambiamento della propria vita? Come si fa a non separarsi mai anche quando tutto intorno a te ti chiede di farlo?  

Ozpetec crea un rapido susseguirsi temporale, scruta e, dove può, cerca di catturare espressioni, tensioni e amarezze di fronte ad una tragedia sempre mostrata attraverso le reazioni di chi la vive, da vicino… con scene e dialoghi a volte inappropriati e quasi inutili.

“Saturno contro” procede per simbolismi (la panca in ospedale vuota, dove prima si erano assecondati gli amici in una lunga veglia), atmosfere coinvolgenti e tratti ironici.

Purtroppo la sceneggiature fa acqua da più parti perché punta su temi attuali e in alcuni momenti annoia.

Penso sia un film da vedere perché il cast merita. A parte Serra Yilmaz, più inconsistente dei film precedenti e Stefano Accorsi diventato mono-espressivo.

Nonostante sia sempre intrappolata nei panni della donna sofferente  e tradita, merita molto Margherita Buy, che questa volta ci risparmia i suoi isterismi reagendo all’ennesimo tradimento della sua carriera con una plombe da ulcera perforante.

 

 

 

 
 
 

Post N° 1829

Post n°1829 pubblicato il 24 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

Che giornata!!!

Stamattina un incontro simpatico e pomeriggio un ritorno al passato.immagine

Ho riguardato tutti con occhi diversi, o meglio, non li ho guardati proprio.immagine

Mi rendo conto che ormai non fanno più parte del mio mondo e se si avvicinano è come se stessi conoscendo una persona nuova. immagine

Tranne qualcuno... ma non è più la stessa cosa.

Oggi ho sentito parlare della difficoltà di controllare gli istinti e della superficialità con cui ci occupiamo della nostra anima.immagine

Ho riflettuto sulla mia di anima. Non credo stia poi così male. immagine

Negli ultimi mesi l'ho coccolata tanto... Forse più del mio corpo.immagine

Ho gettato un pezzo di Vangelo nella terra... sperando di avere un ottimo raccolto.immagine

Domattina partirò presto... Ho voglia di trascorrere una giornata serena ma ... in movimento. Sul treno leggerò il mio nuovo libro. E' un regalo di Ruggero immagineimmagine(o forse un prestito-non l'ho capitoimmagine).

 
 
 

Post N° 1828

Post n°1828 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

film "L'ARIA SALATA"     L'Aria Salata locandina del film

Cast Giorgio Pasotti, Giorgio Colangeli, Michela Cescon, Sergio Solli 

Regia Alessandro Angelini

 Sceneggiatura Angelo Carbone, Alessandro Angelini 

Durata 01:27:00

Data di uscita Venerdì 5 Gennaio 2007

Genere  Drammatico

Distribuito da 01 DISTRIBUTION

'PREMIO FESTA DI ROMA-CAMERA DI COMMERCIO' A GIORGIO COLANGELI COME MIGLIOR INTERPRETE MASCHILE ALLA I^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2006).

Fabio lavora in carcere come educatore. Fronteggia ogni giorno, con le sue belle maniere, i volti segnati e gli scatti d'ira dei detenuti che vanno a colloquio da lui e s'impegna per far loro trovare la strada giusta, che conduca a un permesso o a uno sconto di pena.
Un giorno, un collega gli affida il caso di un tizio che è appena stato trasferito da un altro penitenziario: Luigi Sparti, assassino, dietro le sbarre da venti calendari.
Quello che né il collega né il carcerato sanno è che Sparti (Colangeli) è il padre di Fabio (Pasotti), sparito da decenni nel nulla per scontare la pena, mentre la sua famiglia, fuori, si ritrovava ugualmente condannata a una vita segnata dal suo gesto.
Nonostante la sorella Cristina si opponga all'idea di cercare il contatto con quell'uomo, Fabio vuole un padre, per colmare il vuoto del passato ora che si affaccia sulla soglia di una vita adulta e Sparti desidera un figlio, perché questo è il suo modo di immaginare un futuro. Quello che si chiedono a vicenda supera apparentemente le loro forze, perché il vecchio non è un modello d'uomo ma un amaro prodotto del carcere, e il figlio non è pronto ad accettarlo. Però nel momento in cui ci proveranno avranno già vinto, anche se quell'aria salata, che si respira in testa e in coda, suggerisce una circolarità di contenuto che non lascia scampo.

Il titolo è di quelli che si ricordano, quasi un’espressione poetica che evoca, forse, il mare con cui si apre e si chiude il film, un’aria salata ed amara come le tensioni che il racconto affronta. Opera prima, di non grosso impegno economico.

Non si tratta di un rapporto normale genitore-figlio (già complicato di suo), ma di un figlio che di mestiere fa l’educatore in un istituto penitenziario per adulti e di un padre che di mestiere fa il detenuto.

Il confronto padre-figlio si svolge con sullo sfondo la realtà carceraria, punto di partenza e parte integrante del film. A quel mondo chiuso e violento Angelini si accosta con spirito da documentarista e con l’esperienza del volontariato svolto a Rebibbia. Di entrambe le cose il regista sa far tesoro, perché la comprensione di quello che in profondità si agita dietro le sbarre, in ogni persona che ci vive o ci lavora, dà ai dialoghi e alle situazioni un sapore di verità percepito con forza dallo spettatore.

L’autore si mantiene in bilico e con misura doppia territori infidi, ardui da accostare, perché si riferiscono a capisaldi della società, come la famiglia (verminaio degli odi e paradiso degli affetti) o la giustizia, che punisce ma raramente sa rieducare. In questa navigazione Angelini è comunque aiutato dalle due belle prove di Pasotti, che già conoscevamo, ma soprattutto di Colangeli, meno noto, ma il migliore in assoluto nel rendere il personaggio del padre, irredimibile in apparenza ma ricco di sfumature.

Un bel film che vale la pena di vedere, sempre che lo si trovi in giro, data la probabile scarsa fiducia dei distributori.

 
 
 

Post N° 1827

Post n°1827 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

Il tuo occhio disattento continua a non vedermi.

 
 
 

Post N° 1826

Post n°1826 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

 

Oggi a un detenuto ho chiesto quali sono le caratteristiche per essere definito “uomo d’onore”.

Lui ha risposto:”lei, secondo me è una donna d’onore”.

 
 
 

Post N° 1825

Post n°1825 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da pepitadellapampa
Foto di pepitadellapampa

"Miracolo d'amore" di Ruggero Pegna

Rubbettino Editore pp. 240, 14 euro

E' proprio un vero miracolo d'amore, quello che si è realizzato nella vita di uno dei più importanti promoter musicali calabresi, Ruggero Pegna. Mi verrebbe da dire che, i miracoli realizzati, sono stati sicuramente più di uno. Si va dal matrimonio con la donna alla quale sorridono gli occhi, al rapporto con gli amici di sempre, a quelli che conosceva da poco o addirittura quelli mai conosciuti. Tante, tantissime, le manifestazioni d'affetto rivolte all'autore del libro ammalatosi di leucemia e costretto a trasferire la sua vita in un letto d'ospedale. Legato fortemente al suo lavoro, svolto con una passione notevole, lo porta con sè anche nel reparto che lo ospita. Quel reparto che diventa per lungo tempo la sua nuova "casa". Un matrimonio programmato per il mese di ottobre, un quarantesimo compleanno da festeggiare, tanti concerti nuovi da realizzare. In un giorno, si riduce tutto in un pugno di sabbia che scivola via. La brutta notizia, ricevuta in un ospedale calabrese, non impedisce comunque alla coppia di convolare a nozze. Viene allestita la cappella dell'ospedale per coronare, comunque, il sogno di due persone che per anni si erano amati e che avevano programmato un futuro insieme. Un padre, che non riesce ad accettare la malattia del figlio e continua a sostenere che quel mal di pancia è dovuto ad una semplice intossicazione da funghi.

Il libro racconta la sua storia e le sue memorie attraverso scritti e poesie, e mail e racconti, che servono a comporre un puzzle affascinante attraverso un'attenta descrizione dei sentimenti umani.

Ha saputo descrivere minuziosamente le persone.

Cio' che occupa quasi tutte le pagine del libro sono i pensieri, le angosce, i sentimenti e le speranze che prova un condannato a morte, microcosmo in cui si agitano, allo stato molecolare, tanti desideri e paure.

Ma come sostiene una credenza giapponese: se un malato costruisce mille gru di carta dorata, gli dei esaudiscono i suoi mille desideri.

E così, al termine di una lunga agonìa, Ruggero si sveglia da un incubo che gli aveva disturbato il sonno per lungo tempo.

L'ultima parte del libro, la dedica ad un detenuto condannato a morte in un penitenziario americano che, come Ruggero, vive di speranze, racconti, lettere, ricordi e "progetti". Quindi la storia personale dello scrittore, si accosta a quella di un altro condannato a morire. Ma, mentre Ruggero comunica e si sente vivo, utilizzando i tasti di un computer, il detenuto ha come unico strumento "la penna di Donney".

Consiglio vivamente di leggere questo libro emozionante, il cui ricavato andrà devoluto interamente alla “Fondazione del Cuore Immacolato di Maria” di Paravati ed all'Associazione Amena di Catanzaro.

 

 
 
 

Post N° 1824

Post n°1824 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

Ha una tua foto

messa a sfondo del suo desktop

ma non una qualsiasi

è quella che  ritrae una parte di te e di lei

quella, ma non una comune

quella con un sorriso di quelli che ispirano

parole per far sua la poesia,

fatta sempre più di te

essa è quella

che gli tiene compagnia

sempre, ma di più è quella

che la fa stare allegra

quando quelle volte, tante,

il suo cuore è triste,

triste perché non ha te

a dividere i suoi attimi.

 
 
 

Post N° 1823

Post n°1823 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

Mi ero illusa

Adesso ritorno da te

Mi vedi?

Toccami..

Sono liscia come la seta..

Dote naturale...dicono!

Mi modello nei miei jeans

guardo le mie scarpe nuove

e tremo nella mia maglietta

troppo estiva per essere indossata a febbraio.

Ascoltami quando ti parlo..

E' utile sai?

Serve a fare in modo che io nn smetta di parlare

che io non mi tuffi in quel turbine musicale troppo attraente per resistere.

Ho voglia

DI VOLARE

ma sempre a bassa quota.

 
 
 

Post N° 1822

Post n°1822 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da pepitadellapampa
Foto di pepitadellapampa

Hannibal Lecter - Le origini del male (Hannibal Rising)

Un film di Peter Webber. Con Gaspard Ulliel, Gong Li, Rhys Ifans, Kevin McKidd, Dominic West, Richard Brake, Stephen Walters, Ivan Marevich, Goran Kostic. Genere Drammatico, 117 minuti. Produzione Francia, Gran Bretagna, USA 2007.

C’è una grande coproduzione europea (Italia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Francia) dietro l’idea e la produzione di Hannibal Lecter – Le origini del male, capitolo iniziale della storia di quell’Hannibal Lecter reso celebre da un grandissimo Anthony Hopkins, volto che ha contribuito a trasformare il suo personaggio in uno dei serial killer più celebri (se non il più celebre) della storia del cinema. Ancora il nome dei De Laurentiis dietro questo progetto che rappresenta il quinto episodio (in ordine cronologico dopo Manhunter – Frammenti di un omicidio, Il Silenzio degli Innocenti, Hannibal e Red Dragon) che racconta la storia sin dalle origini, dalle vicende di un giovanissimo Hannibal alle prese con gli orrori della guerra fino ad arrivare all’adolescenza e poi all’età adulta.

In Lituania, un giovane ragazzo di nome Hannibal cresce in un orfanotrofio: durante la seconda guerra mondiale i nazisti hanno infatti ucciso i suoi genitori e la sorellina mangiandole le guance e le braccia. Riesce a fuggire e a raggiungere Parigi, dove si ritrova con la vedova di suo zio, una bellissima donna giapponese (Gong Li-Memorie di una gesha). Tutte le violenze subite nel passato riaffiorano continuamente in lui che, iniziando a studiare medicina, comincia a indagare nelle pieghe dell’animo umano. E la sua violenza inizierà a strabordare.
Firmato da Peter Webber, il film, prequel sullo psichiatra antropofago più famoso della celluloide, si assume il difficile compito di spiegare come Hannibal si trasformò appunto in The Cannibal, diventando uno dei personaggi più coinvolgenti, tanto malvagio quanto brillante, del genere thriller (ghiotto di guance e funghi).

Una sanguinolenta apologia del lato più cruento del personaggio, lo stesso che così tanto ci aveva affascinato, nonostante i pochissimi minuti e le poche leggendarie battute riservategli nel corso degli anni nei cinque capitoli cinematografici che lo hanno reso l’indiscussa icona del thriller/horror contemporaneo.
Un’affezione che in questo nuovo episodio scarseggia pesantemente, probabilmente anche per colpa dell’esasperata cupezza delle ambientazioni storiche post-belliche e di alcune scelte di sceneggiatura e di scenografia a dir poco discutibili. Vedi la poca empatia che si crea con un personaggio femminile totalmente fuori tema e fuori luogo, il tempio di culto nei sotterranei del castello e le lezioni di arti marziali che Hannibal prende dalla zia, che stonano non poco con il contesto socio politico di quel periodo. Un thriller psicologico che ha poco di psicologico, dai ritmi serrati ma che a lungo andare annoia lo spettatore, nonostante stia raccontando particolari finora inediti della storia di un inquietante e misterioso serial killer.

Il tono del film è tanto cupo quanto sapientemente smaltato in una sintesi quasi classica di eleganza e crudeltà.

Sconsiglio di andare a vederlo al cinema... meglio in una serata a casa con amici.

 
 
 

Post N° 1821

Post n°1821 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da pepitadellapampa

Locandina La cena per farli conoscereLa cena per farli conoscere


Un film di Pupi Avati.
Con Diego Abatantuono, Vanessa Incontrada, Violante Placido, Ines Sastre, Francesca Neri, Blas Roca Rey, Fabio Ferrari, Osvaldo Ruggieri, Marica Pellegrinelli.
Genere Commedia
 99 minuti.
Produzione Italia 2006.
Sandro Lanza è un attore al crepuscolo, che ha lavorato con Corbucci sognando di recitare per Germi. Volitivo negli affetti, Sandro ha tre figlie da donne diverse, abbandonate per fare il cinema. Decide di subìre un  un intervento di chirurgia estetica e, a causa di un errore,  si ritrova solo e con un occhio sgranato come quello di Sordi, posseduto dalle forze occulte in Sono un fenomeno paranormale. In seguito a questo incidente, Viene scaricato da una giovane starlette e dalla serie Tv di cui è protagonista. Disperato tenta il suicidio. Al suo capezzale accorrono le figlie: Ines, giornalista a Parigi, Clara, pediatra spagnola e Betty, moglie infelice a Roma. Alla vigilia di Natale, organizzano una cena a casa di Betty. L'ospite d'onore è  una donna colta e affascinante, cultrice appassionata dell'attore; una di quelle dalle quali Lanza si è sempre tenuto alla larga. La cena per farli conoscere scioglierà la neve nel cuore che scende su Roma. Lanza è incapace di amare ed è rimasto ancorato a un vecchio amore, il cinema, di cui prende in prestito lo sguardo. Sarà il dolore ebbro di  una Francesca Neri inedita e surreale, a invitarlo di nuovo a vedere la vita e le figlie, correnti carsiche di rabbie e livori.
Una trama  troppo letteraria che trascura le esigenze cinematografiche.
Mancano suspense, sorprese, scioglimenti di nodi ben costruiti, attese, passioni articolate visivamente. Troppe parole e neanche delle migliori, spesso banali e scollegate dall'ordine delle scene. Un Pupi Avati manieristico e a corto di studio. In un libro ben scritto, questi intrecci narrativi funzionano, ma in un film fanno sprecare i soldi del biglietto. L'unico momento piacevole è quello della cena familiare in cui entra in scena la simpatica, folgorante e sensuale Francesca Neri che ruba lo spazio a tutte le altre.

 
 
 

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PEPITO FRATELLO MIO!!!

 

TESTO ORIGINALE

DI PEPITO DELLA PAMPA 

 ZECCHINO D'ORO DEL 1973

Pepito de la Pampa
Tranquillo sta dormendo,
che cosa sta sognando
nemmeno lui lo sa.
Ma sente che una voce
Lo sveglia all'improvviso:
"Pepito stai dormendo?
La tua casa sta bruciando.
La casa nella Pampa
è già tutta un gran falò!"
Galoppa Pepito de la pampa-ppà
galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
e galò - e galò - e galoppa-ppà!
Galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
chissà quando arriverà!
Cavalca giorno e notte:
Pepito ha le ossa rotte,
finché per un momento
si vuole riposar.
Ma sente quella voce
Ancora che gli dice:
"Pepito, stai scherzando?
La tua casa sta bruciando!
Se non arrivi in tempo
Tutta quanta brucerà!"
Galoppa Pepito de la pampa-ppà
galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
e galò - e galò - e galoppa-ppà!
Galoppa galoppa galoppa-ppà
galoppa Pepito nella pampa-ppà
chissà quando arriverà!
Galoppa per sei giorni,
ma poi improvvisamente
la mano sulla fronte
si batte e dice "Ohibò!
Adesso che ci penso
che sto correndo a fare?
Ma come può bruciare
la mia casa nella Pampa,
se proprio nella pampa
io la casa non ce l'ho?"
Ritorna Pepito dalla pampa-ppà
E quando la storia racconterà
Che grande risata allora ci sarà
Nella pam - nella pam - nella pampa-ppà.
Chissà quanto tempo ancora passerà,
ma là nella pampa si riderà
e con le chitarre ancora si canterà
la storia di Pepito de la Pampa-ppà.
la storia di Pepito de la Pampa-ppà.

 

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cambierà colore a sorpresa!!

 

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