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semplice passione

 

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Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 15 Aprile 2008 da zoeal
 

LA TEGOLA DI CAPUA

Il testo della famosa "Tegola di Capua" (conservata al Museo di Berlino) rappresenta la più estesa di tutte le epigrafi etrusche mai ritrovate, se si eccettuano le bende della "mummia di Zagabria", che costituiscono un vero e proprio libro. Si tratta di una lastra di terracotta (di centimetri 60 x 50), scoperta nel 1898 nella necropoli di Santa Maria Capua Vetere e recante una lunga iscrizione graffita, di cui restano leggibili circa treo cento parole.

Suddiviso in dieci sezioni da una linea orizzontale, risulta attualmente costituito da 62 righe, alcune in parte perdute, e da circa 390 parole, non tutte conservate per intero. È suddiviso in dieci sezioni da una linea orizzontale.
La scrittura è quella in uso in Campania intorno alla metà del V secolo a.C.
Si tratta, come nel caso della Mummia di Zagabria, di un "calendario rituale" dove vengono prescritte cerimonie da compiere in certe date e in certi luoghi a favore di alcune divinità. Nel 1985 ne è stata presentata una bella edizione nel testo di Francesco Roncalli, Scrivere etrusco, che contiene anche
il "libro di Zagabria" e il "cippo di Perugia".

Sui problemi dell'interpretazione del contenuto il riferimento più recente e importante è il libro Tabula Capuana (1995), uno degli ultimi lavori lasciati dall'archeologo Mauro Cristofani. La redazione del documento si può datare al 470 a.C., sebbene esso si debba ritenere la copia (o comunque la trascrizione) di un testo certamente molto più antico. In effetti sulla tegola è graffito un calendario festivo risalente all’età arcaica: un calendario di prescrizioni cultuali relativo a celebrazioni pubbliche e diretto, secondo il Cristofani, alla stessa comunità capuana. Il calendario è diviso in dieci sezioni, corrispondenti ai dieci mesi del calendario antichissimo e comincia da marzo (in etrusco, probabilmente, Velxitna). Anche il calendario romano (da cui deriva il moderno) ebbe, in origine, dieci mesi e certamente cominciava da marzo; ciò è provato al di là di ogni dubbio dai nomi di settembre, ottobre, novembre e dicembre, che oggi si trovano al nono, decimo, undicesimo e dodicesimo posto. 

Le fonti antiche dicono che gennaio e febbraio furono aggiunti dal re Numa; nel De die natali di Censorino (20, 30) si legge: «I quali ritenevano che i mesi siano stati dieci, come un tempo succedeva presso gli Albani, da cui ebbero origine i Romani. Quei dieci mesi (degli Albani) avevano in tutto 304 giorni, così distribuiti: marzo 31, aprile 30, maggio 31, giugno 30, quintìle 31, sestìle e settembre 30, ottobre 31, novembre e dicembre 30».

Ecco dunque alcuni estratti del calendario festivo di Capua.

   I nomi dei mesi etruschi sono noti sostanzialmente attraverso alcune glosse, la "tegola di Capua" e il "libro di Zagabria" (l'asterisco indica le forme ricostruite, in quanto conosciute soltanto da glosse e non ancora attestate nei documenti etruschi originali): marzo = *velxitna; aprile = apiras( a); maggio = anpili(a) o ampner; giugno = acalva o acal(a); luglio = *turane o par-{}um; agosto = *hermi; settembre = celi; ottobre = *xesfer.

 

 

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Commenti al Post:
zoeal
zoeal il 15/04/08 alle 15:21 via WEB
è venuto impaginato malissimo, lo so...
 
Andy_cus
Andy_cus il 16/04/08 alle 14:20 via WEB
Buona giornata Zoe.. come al solito il tuo blog è molto interessate.. Una domanda: non si sa in cosa consistono le cerimonie rituali prescritte dal calendario? ^___^
 
zoeal
zoeal il 16/04/08 alle 15:20 via WEB
ciao Andy! non è dato saperlo, anche se probabilmente ogni mese era dedicato ad una divinità, poi ad esempio si facevano riti per un buon raccolto a giugno o per la semina in inverno, per gli equinozi ed i solstizi. Gli etruschi, erano molto superstiziosi ed erano particolarmente accorti ad eseguire scrupolosamente i riti nei giorni indicati.
 
 
Andy_cus
Andy_cus il 16/04/08 alle 16:57 via WEB
Eh si... si trattava sicuramente di riti propiziatori. probabilmente, in qualche altra tavola andata purtroppo inesorabilmente perduta, erano indicati gli scopi e le modalità.. Attendo con ansia il prossimo post.. ciao ciao :D
 
mater.a
mater.a il 16/04/08 alle 22:44 via WEB
Ciao Zoe, devi sapere che l'archeologia è sempre stata una mia grandissima passione! A otto anni quando mi facevano la fatidica domanda, rispondevo che da grande avrei fatto l'archeologa (invece il mio lavoro è tutt'altro). Otto anni fa (e qui sfioriamo il ridicolo...) mi sono reiscritta all'università per realizzare un sogno nel cassetto: miseramente fallito per mancanza di tempo! Però ho tanti libri su Roma antica, dipinti, le prime fotografie su Roma, etc. Mi piace vedere com'erano i luoghi che conosco. Sarei capace di stare ore ed ore a guardare...e vorrei tanto andare in Egitto...quindi il tuo blog per me è una vera chicca! Un abbraccio, Maty
 
zoeal
zoeal il 17/04/08 alle 08:57 via WEB
pensa anch'io volevo fare l'archeologa e poi ho intrapreso una strada che non c'entra niente! però una volta mi sono presa la soddisfazione di partecipare ad una campagna di scavo come volontaria, un solo giorno però indimenticabile!
 
adamsmith76
adamsmith76 il 17/04/08 alle 14:27 via WEB
Ciao ZOE, come al solito un post molto interessante. Ma perchè la "tegola di Capua" si trova a Berlino? Mi pare di avere fatto altre volte la stessa domanda per le altre opere etrusche...
 
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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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