Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

 

« LE VIE CAVE O "CAVONI"Messaggio #62 »

Felsina

Post n°61 pubblicato il 30 Aprile 2008 da zoeal
 

GLI ETRUSCHI DI FRONTIERA : FELSINA (BOLOGNA)

prima parte

Secondo Tito Livio, gli Etruschi realizzarono una confederazione di dodici città nella pianura padana. All'interno di questa confederazione, Velzna, (ma si attribuisce lo stesso nome a Bolsena e a Orvieto), latinizzato Felsina, era considerata la città più importante, tanto che già gli Antichi le riconoscevano il ruolo di "capitale" dell'Etruria padana. Attraverso la documentazione archeologica è possibile ricostruire in modo preciso e circostanziato tutte le principali fasi della città in epoca etrusca. A partire dal IX Secolo a. C., a Bologna, come pure in tutte le principali città storiche dell'Etruria tirrenica, compare e si afferma la cultura "villanoviana" (da Villanova di Castenaso, Bologna, dove sono stati effettuati i primi ritrovamenti archeologici, sotto l'impulso di Giovanni Gozzadini). Da quella data si assiste ad un significativo sviluppo demografico. 

 

Agli inizi dell'VIII Secolo a.C., un rapido popolamento nell'area a sud dell'attuale città determinò la nascita del villaggio di Villa Cassarini-Villa Bosi, che sembra così essersi trasformato in nucleo egemone dell'intero sistema, mentre gli altri villaggi si svuotarono e si esaurirono rapidamente a favore di quest'ultimo.

Il villaggio di Villa Cassarini, dislocato sulle prime propaggini collinari e non nel cuore della pianura, occupava, anche dal punto di vista topografico, una posizione strategicamente rilevante, dalla quale si poteva controllare sia la valle del Savena sia quella del Reno.

A settentrione il limite dell'abitato è individuabile grazie alla posizione delle sepolture, tutte situate per lo più all'esterno di esso. Corrispondeva grosso modo a via Riva di Reno, via Falegnami e via Augusto Righi. Verso sud l'abitato si spingeva sicuramente fino alle prime propaggini collinari, non oltre Villa Cassarini (attuale Facoltà di Ingegneria) a sud della quale la ripida propaggine collinare era sfavorevole all'insediamento. All'interno di tale area non sono state rinvenute sepolture, disposte invece attorno all'abitato.

Il tessuto insediativo era costituito da abitazioni singole o al massimo da piccoli gruppi di abitazioni, disposte in modo sparso. Attorno a queste piccole cellule insediative erano previsti ampi spazi liberi per l'agricoltura e per le attività ad essa collegate, come la trasformazione e la lavorazione dei prodotti. Accanto alle abitazioni sono ben documentate anche alcune strutture produttive, con particolare riguardo alla metallurgia del bronzo. A partire dalla metà del VI Secolo si registra una radicale trasformazione dell'assetto politico ed economico degli Etruschi nella valle del Po, con conseguente modifica della struttura proto-urbana e dell'organizzazione territoriale di Felsina, anche a seguito di importanti mutamenti nel quadro storico internazionale. Una riattivata conflittualità fra Etruschi, Greci e Cartaginesi, che nell'alto Tirreno non si limitò alla concorrenza commerciale, ma sfociò in alcuni scontri navali, fece perdere progressivamente agli Etruschi il loro incontrastato dominio su quel mare. Ed è in questo quadro storico che va collocata la definitiva trasformazione in senso urbano di Felsina, con un processo attraverso il quale il centro proto-urbano venne "rifondato" come città. Si tratta di una trasformazione molto importante, che però non trova ancora adeguate conferme nella documentazione archeologica. Le testimonianze relative all'abitato sono poche, al punto tale da pregiudicarne una precisa identificazione, ma ciò dipende dal fatto che la maggior parte di esse sono andate distrutte per la continuità abitativa dell'insediamento fino ai nostri giorni. La civiltà etrusca di Bologna presenta uno sviluppo coerente dal IX alla metà del IV secolo a.C. che possiamo suddividere nelle seguenti fasi, corrispondenti a diversi momenti culturali: fase villanoviana, fase orientalizzante, fase tipo Certosa.

 FASE VILLANOVIANA

A partire dal IX secolo a.C. si sviluppa in Toscana, nel Lazio a nord del Tevere e in Emilia la cultura villanoviana, oggi riconosciuta come la più antica fase della civiltà etrusca. Il termine villanoviano deriva dalla località di Villanova, a pochi chilometri da Bologna, dove, nel 1853, avvennero i primi rinvenimenti attribuiti a questa fase. La documentazione archeologica di Bologna rivela che le prime manifestazioni della cultura villanoviana a nord dell'Appennino risalgono all'inizio del IX secolo a. C.. Il popolamento, che si manifestò quasi improvvisamente, fu determinato almeno in parte da un iniziale trasferimento dall'Etruria tirrenica di gruppi etruschi interessati alle fertili terre della Pianura Padana. I due grandi centri di cultura villanoviana sono Bologna e Verucchio. Bologna si pose al controllo di un vasto territorio disseminato di piccoli insediamenti rurali collegati al capoluogo e assunse un'importante funzione mediatrice fra l'area tirrenica e l'Italia settentrionale. La cultura villanoviana a Bologna è documentata attraverso due categorie di materiali: molto scarsi quelli provenienti dall'abitato, imponenti per quantità e qualità quelli dai sepolcreti, mentre una testimonianza eccezionale dell'attività metallurgica del centro villanoviano è rappresentata dal Ripostiglio di San Francesco.

 Se scarse e frammentarie sono le testimonianze dell'abitato, i sepolcreti offrono, invece, la possibilità di cogliere gli aspetti particolari e i modi di sviluppo della società, attraverso l'analisi di migliaia di corredi che accompagnavano i defunti. I sepolcreti si trovavano all'esterno degli abitati, disposti quasi a ventaglio: i più estesi erano situati nella zona orientale, fuori Porta San Vitale (sepolcreti di San Vitale e Savena) e occidentale, fuori Porta S. Isaia. Essi sono generalmente indicati con il nome del proprietario del fondo agricolo nel quale si rinvennero: Benacci , Benacci-Caprara, De Luca, Nanni, Guglielmini, Romagnoli, Melenzani e Cortesi; Stradello della Certosa, Arnoaldi e Aureli. Un altro sepolcreto di estendeva a sud nell'area dell'Arsenale Militare.

ABITATO E SEPOLCRETI DELLA FASE VILLANOVIANA

I materiali archeologici relativi all'abitato sono piuttosto scarsi poiché la continuità abitativa caratteristica di Bologna ha contribuito a cancellare gran parte delle tracce precedenti; a ciò si aggiunga che i materiali utilizzati per la costruzione delle capanne della fase villanoviana, cioè il legno e l'argilla, sono di natura estremamente deperibile. Bologna di fase villanoviana era probabilmente costituita da più villaggi di capanne, non molto distanti tra loro, che occupavano un'area di circa 300 ettari, ubicata nella zona dell'attuale centro storico, soprattutto Via del Pratello, Piazza S. Francesco, Via d'Azeglio e Piazza San Domenico. La capanna villanoviana era generalmente a pianta circolare o ellittica, con tetto spiovente, con pareti in legno e argilla, su cui si aprivano finestre, simile all'immagine riportata sulla stele funeraria rinvenuta nelle necropoli di San Vitale. Delle circa 500 capanne, scavate alla fine del secolo scorso, possediamo un accurato rilievo dei pavimenti con le buche dei pali che sostenevano l'alzato. Da questa area provengono una modesta quantità di materiali in terracotta, osso e bronzo: vasellame comune, alari, attrezzi da lavoro, fibule, resti faunistici. 

 A dir la verità, i pareri degli studiosi sulla discendenza etrusca dai villanoviani sono discordanti (e te pareva!), secondo alcuni, infatti la civiltà villanoviana sarebbe una civiltà italica antecedente all'arrivo degli Etruschi e che forse, si fuse con essi.

tratto da:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Etruschi/Bologna.html

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Rasna/trackback.php?msg=4603690

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
zoeal
zoeal il 30/04/08 alle 15:16 via WEB
modestamente eravamo come il prezzemolo ed abbiamo portato la civiltà in mezza penisola....EHHHH SE NON CI FOSSIMO STATI NOIIII!
 
adamsmith76
adamsmith76 il 01/05/08 alle 07:05 via WEB
Anche se oggi non ci sei ti auguro lo stesso una buona giornata ed un buon primo maggio sperando che andrai a visitare qualche luogo di cui hai già scritto sul tuo blog. Effettivamente i pareri degli studiosi sono quasi sempre discordanti...speriamo che siano tutti d'accordo circa l'esistenza degli Etruschi... Comunque hai ragione: non fosse stato per voi... sinceramente non sapevo anche di Bologna come città di frontiera
 
mater.a
mater.a il 03/05/08 alle 20:38 via WEB
Sempre cose nuove da imparare!!! Buon fine settimana, Zoe, un grande abbraccio!
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: zoeal
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 53
Prov: GR
 

ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

website stats

 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

batterista80zoe_scrivezoealmimmo.francescangelimarelimansupergiuggiloBabby83nicoelibisbeticonondomatogianninamarelennon927g2i3n4o1amengoni29santini.spinellim.laglia
 

ULTIMI COMMENTI

Sono Corrado Barontini ma sono ormai fuori tempo massimo,...
Inviato da: Corrado Barontini
il 24/01/2018 alle 12:17
 
L'alabastro merita ben altro,ovvero esso è pregno di...
Inviato da: Camillo Coppola
il 22/12/2015 alle 19:28
 
Tutto e falso la lingua e puro...
Inviato da: flora
il 08/10/2013 alle 17:45
 
grazie e buon 2013 anche a te
Inviato da: zoeal
il 20/05/2013 alle 15:08
 
buon compleanno e buon 2013
Inviato da: ninograg1
il 20/05/2013 alle 08:03
 
 

PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 18
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963