Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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Ve lo ricordate quel Tarkun (alias Tarquinio Prisco), lasciò la sua Tarquinia, forse perché chiuso politicamente dal fatto di possedere un padre greco, diretto verso Roma con la sua consorte Thanaquil. Durante il percorso, incappò in un' aquila, che gli rubò il copricapo, per farlo ricadere poi sulla sua testa dopo aver volteggiato in cielo più volte. Thanaquil, che da brava etrusca, era esperta delle arti divinatorie, interpretò quel segno, come la certezza che il marito sarebbe diventato re, essendo l’aquila uccello sacro a Tinia (per i Romani Giove) il re di tutti gli Dei. La storia successiva parla ampiamente di Tarquinio Prisco ed un po’ meno di Thanaquil, che invece fu regina-sacerdotessa a Roma, divinizzata dal popolo nel tempio di Eracle (quello dove re e regina effettuavano gli accoppiamenti sacri davanti a tutti…contenti loro…) come emanazione della Dea della Terra e della Luna che dava alla regina il potere di conferire ai re l’investitura.
OHHHH, finalmente ci sono arrivata! A che cosa? Beh, alla LUNA! Il nome Thanaquil, fra l’altro diffuso nome femminile etrusco, deriva da Thana, corrispondente del celtico Dana e dell’Italico Diana e corrisponde al nome della Dea della Luce Lunare. Una antica leggenda narra che una fanciulla di straordinaria purezza di nome Thana, fu salvata dalle grinfie di un bruto dalla stessa Luna, che accecò quest’ultimo con i suoi raggi. La Luna disse alla fanciulla: “tu sarai la Dea della Luna, regina di tutti gli incantesimi”. Da cui Thana=luna con l’aggiunta di “chuil”=dono, per cui Thanaquil significa “dono della Luna”. Ma questo che per noi ormai è solo un satellite, lo ritroviamo anche altrove: vi ricordate la sacra Triade? C’era Uni (Giunone romana), poi Tinia (alias Giove) ed infine Menerva (Minerva a Roma) la dea della Sapienza e delle arti femminili. Menerva deriva dall’anatolico (ehhh siiii mi sa che con quel fatto degli Hitttiti c’avevano ragione!) Men-Mene e cioè “Dea Luna”, da questa radice derivano i nomi:
mensis (latino)=mese, ciclo lunare
menstruum (latino)=mestruo, sangue lunare
imene=organo sessuale consacrato alla Luna
menisco=cartilagine a forma di lunetta
mens (latino)=mente, governata dalla luna in contrapposizione al cuore governato dal sole
minerale
menhir
dolmen
moon (inglese)=luna
Manas-Manava (sanscrito)=capacità di riflessione degli esseri umani
Manu (Indù)=divino sovrano cosmico.
C’è da dire che esiste un filo conduttore con le civiltà più antiche degli Estruschi, la differenza è che questi ultimi attibuirono il significato femminile alla divinità collegata alla Luna, cosicchè mentre Hittiti, Frigi, Lidii dell’Asia Minore, ma anche gli Egizi, avevano i sacerdoti della Luce Lunare, gli Etruschi dettero l’esclusiva alle sacerdotesse, ogni indizio ci riporta quindi al concetto matriarcale della società etrusca e della donna Madre e Dea….(accidenti ma perché poi nei secoli la società è cambiata così tanto? ^____^)
A proposito, l'immagine di cui sopra rappresenta la Minerva Etrusca, inoltre per chi volesse approfondire il discorso, interessanti sono i libri di Giovanni Feo, dai quali traggo spunto per i miei articoli sulla religiosità etrusca.
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.