Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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« Messaggio #45 | DIVAGAZIONI UMORALI » |
Ai nostri tempi, ormai un pò troppo civilizzati, dove si esagera anche nella lievità delle pene, quelle che venivano inflitte nelle epoche antiche a chi si macchiava di orrendi delitti ci sembrano cruente ed esagerate perchè lo scopo non era solo quello di procurare la morte, ma di farla arrivare tramite sofferenze tanto più atroci quanto più grave era stato il reato di cui si era incolpati. A volte la stessa sorte, purtroppo capitava ai prigionieri di guerra che però, gli Etruschi generalmente risparmiavano (salvo alcuni casi di sadismo come quello del re Porsenna che si dice facesse uccidere un prigioniero, lo facesse legare faccia a faccia ad uno vivo che veniva fatto morire di stenti insieme al fetore del cadavere dell’altro) perchè pare che credessero che la loro uccisione portasse sfortuna. Si racconta infatti che gli etruschi di Caere (Cerveteri), usciti vittoriosi da uno scontro contro i “pirati” fenici, avessero fatto tantissimi prigionieri salvo che poi si accorsero che dare da mangiare ad una così folta schiera di uomini, costava tempo e denaro, per cui ebbero l’idea sballata di gettarli tutti da una rupe. Pare che dopo questo episodio, che contravveniva al “codice etico” etrusco, una serie di sventure caddero sulla città e sui suoi abitanti, tanto che per placare l’ira degli dei dovettero essere fatti tanti sacrifici e riti di purificazione, il luogo in cui avvenne l’eccidio diventò un luogo da evitare perché sembra che chi passasse di là incorresse in incidenti e cadute. Per i delinquenti e gli assassini sono ricordate, tra le peggiori, due tipi di pene:
la prima veniva denominata “Phersu” , il condannato veniva messo in un sacco insieme ad una belva feroce o in alternativa gli veniva legato un sacchetto in testa, i piedi legati con una catena ad un paletto, dotato di un bastone per difendersi alla cieca dalla furia della belva (che naturalmente aveva la meglio) come vediamo nella foto sopra tratta da una raffigurazione della Tomba degli Auguri di Tarquinia dove la belva in questione è un cane di grossa taglia e c'è pure un personaggio che aizza il cane; la seconda condanna era lo sbranamento da parte di cani affamati che venivano gettati in una buca insieme al condannato.
Queste pene sono di certo impensabili ai giorni nostri anche se…..nel frattempo, per tirarmi su il morale, oggi particolarmente nero…mi immagino di rinchiudere il mio datore di lavoro in un sacco e……
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
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ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.