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LE VIE CAVE O "CAVONI"

Post n°58 pubblicato il 28 Aprile 2008 da zoeal
 

Sono chiamate vie cave quelle singolari vie lunghe buie e strette, profondamente incassate nella roccia tufacea che dagli altopiani (nei pressi di Sorano e di Pitigliano (GR)) scendono alle sponde dei fiumi.
La folta vegetazione che spontaneamente cresce alla sommità delle alte pareti ne occulta l’ubicazione.
Il percorso, anche se molto tortuoso non ha pendenze eccessive, mentre l’altezza delle pareti raggiunge in certi casi anche 20m.

Gli Etruschi  fecero delle vie cave importanti vie di grande comunicazione.
Da abili ingegneri essi le resero mano a mano sempre più efficienti; regolarono la pendenza stradale e provvidero a canalizzare l’acqua piovana che vi scorreva durante i violenti temporali, causa maggiore della continua erosione.
Sistemate queste strade e rese percorribili dai carri, il traffico cominciò a svolgersi tra Saturnia e Sovana da una parte e Statonia, Vulci, Chiusi e Volsena (Orvieto) dall’altra.
Che queste cave di Sorano (quelle di San Rocco, San Valentino e di Case Rocchi) e di Pitigliano (vie cave del Pantano, del Gradone, della Madonna delle Grazie, di Fratenuti, di San Giuseppe, dell’Annunziata, di Cancelli, di Sovana e di Poggio Cane) siano state costruite lo dimostra il fatto che nonostante partano da zone distanti tra loro, confluiscono negli unici punti della valle pianeggianti e spaziosi, da cui si può accedere agevolmente agli abitati attraverso le antiche porte ad esempio dalla porta dei Merli.

Avevano anche la funzione di rendere più difficoltoso e pericoloso l’accesso ai nemici che volevano tentare di avvicinarsi in armi all’abitato.
Nei punti di confluenza di queste vie nella stretta vallate dei fiumi poi vecchi mulini ad acqua a cui i contadini conducevano gli asini carichi di grano da macinare. Sulle pendici scoscese sono scavati degli anfratti (utilizzati nel medioevo come rifugi per eremiti e mendicanti) e delle tombe etrusche. Nel periodo del brigantaggio, prestandosi per la loro morfologia agli agguati,non era considerato molto sicuro avventurasi. Passeggiare nelle vie cave, ci fa ritornare indietro nel tempo in una dimensione lontana dal mondo attuale, dai rumori e dagli odori della nostra civiltà; un atmosfera ovattata, circondata di verde e silenzio rotto solo dal cinguenttio degli uccelli.

Secondo alcuni si trattava di sole vie rituali, per il fatto che ai bordi erano scavate delle tombe;  tuttavia la loro lunghezza ed il fatto che collegavano centri abitati, fa propendere la tesi che siano state delle vere e proprie vie di comunicazione, sempre ombreggiate e prive di saliscendi. Vuoi mettere l'utilità? Vi delizio con due foto della bellissima Pitigliano

 
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"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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