Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi di Maggio 2008

DOVE SI VA QUESTO FINE SETTIMANA?

Post n°76 pubblicato il 30 Maggio 2008 da zoeal

Carissimi etruschi perdonatemi se vi ho trascurato questa settimana, ma anche oggi ho voglia di far le veci dell' apt..................pazientate. EXCALIBUR DIMORA IN TOSCANA?

San Galgano e l'eremo di Montesiepi

CLICCA QUI

 
 
 

LA MUMMIA DI ZAGABRIA

Post n°75 pubblicato il 26 Maggio 2008 da zoeal

LA SCIENZA RINGRAZIA GLI ANTICHI EGIZI PER LA LORO CAPACITA' DI RICICLARE I RIFIUTI

......un archeologo che conosco una volta mi disse:"le scoperte più sorprendenti si fanno rovistando nei cumuli di antica spazzatura" ed io aggiungo: "se poi la spazzatura è pure riciclata è anche meglio....."

Quando, verso la prima metà del XIX secolo, il croato Mihail de Brariæ portò in patria una mummia come trofeo del suo viaggio in Egitto, non poteva certo immaginare di avere con sè quello che ancora oggi è il più lungo testo conosciuto in lingua etrusca. Qualche tempo dopo ci si accorse che le bende del reperto erano coperte da un testo scritto con l'inchiostro nero. Solo nel 1892 questo testo, di oltre 1200 parole, venne studiato dall'egittologo Brugsch e identificato come etrusco. Si trattava di un libro di lino, appartenuto probabilmente ad un aruspice etrusco che in seguito fu riciclato e ridotto in strisce per fasciare la mummia. Nonostante l’evidente scarsa considerazione per la “letteratura” etrusca da parte dell’egiziano che utilizzò il libro per ricoprire la mummia, la provenienza della benda iscritta è quantomeno una riprova degli stretti rapporti tra le due civiltà. Dal 1947 il reperto, ormai universalmente conosciuto come la Mummia di Zagabria, si trova conservato nel museo della capitale croata. Il contenuto del libro si riferisce ad un calendario rituale che specifica le cerimonie da compiere nei giorni prestabiliti in onore di varie divinità. Le prescrizioni di carattere religioso sono tipiche dell'area tra Perugia, Cortona e Lago Trasimeno. La scrittura, molto precisa e accurata, è quella in uso nell'Etruria settentrionale tra il III e il lI secolo a. C.   

Il libro era suddiviso in dodici riquadri rettangolari ognuno con 34 righe. Il drappo veniva ripiegato "a fisarmonica" seguendo le linee verticali dei riquadri che funzionavano dunque come le pagine di un libro. Il tutto per 230 righe e circa 1350 parole che naturalmente non sono tutte traducibili, per i danni provocati dall'usura del tempo, dall'utilizzo improprio e anche perchè alcuni termini risultano completamente sconosciuti agli esperti.

 
 
 

Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 22 Maggio 2008 da zoeal

Forse con gli Etruschi non c'entra niente o forse si...dato che alcuni studiosi pensano che i bronzi non stavano arrivando dalla Grecia alla penisola italica ma viceversa, forse commissionati agli abili artigiani del bronzo etruschi di Tarquinia, poichè la tecnica usata pare fosse stata quella ci sui ho parlato in un mio post precedente, ma a parte queste che sono solo teorie....ecco L'ENNESIMO CASO DI MALACULTURA ARCHEOLOGICA ITALIANA:

ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 MAG - Lo scudo dei Bronzi di Riace fu venduto ad un emissario americano di un importante museo per un importo di seimila dollari. Lo scudo e’ scomparso, insieme ad una lancia, al momento del ritrovamento nel 1972. I particolari della vendita sono nel libro sui Bronzi scritto dal ricercatore Giuseppe Bragho’. Sulla vicenda indagano i Carabinieri. Il saggio fa riferimento al fatto che lo scudo fu trattenuto da esponenti della ‘ndrangheta che successivamente lo vendettero.

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 21 Maggio 2008 da zoeal

SONO STANCA, LA NOTTE VORREI DORMIRE IN PACE!

 
 
 

CATENE A FIN DI BENE

Post n°72 pubblicato il 20 Maggio 2008 da zoeal

UN SORRISO PER ALESSANDRO

Raccontate nella forma che preferite (scritto, audio, video, grafica...) 6 "cose" che vi fanno sorridere.
Allegate al vostro post l'immagine di
Alessandro
Dopo aver pubblicato il post, corredato di regolamento, segnalatelo a
alex@comicomix.com
Regala un sorriso è un'iniziativa nata per ricordare Alessandro, un bambino scomparso all'età di 6 anni, nel giugno del 2005.
Niente tristezze, come a tutti i bambini a lui piaceva sorridere e giocare.
Per
tutti i sorrisi che lui ha regalato, noi vogliamo regalare un sorriso a
quei bambini e quelle famiglie che, come lui, possono soffrire e devono
avere la speranza di guarire.
Regalare un sorriso è facile.
Basta inviare a Comicomix un disegno (o fumetto su una sola tavola).
Per ogni disegno o fumetto ricevuto, Comicomix donerà 2 euro alla Fondazione per la lotta al neuroblastoma.
Un sorriso lungo un anno è invece rivolta a tutti i bloggers e in generale
agli amici del web. Si tratta di fare un post dedicato al tema del
sorriso. Non il sorriso da cartolina, quello falso o di cortesia, ma
come forma di relazione, il sorriso che è sostenere senza odio le
proprie idee, ma con la disponibilità ad ascoltare (e, se possibile)
capire le ragioni degli altri.
Aderire è facile e non costa assolutamente nulla. Basta scrivere il post, segnalarlo a questa 
mail, e semplicemente specificare che si aderisce a questa iniziativa, che vuole sostenere la lotta al Neuroblastoma, il tumore dell'infanzia che rappresenta la prima causa di morte in età prescolare. Anche in questo caso, Comicomix donerà 2 euro alla Fondazione per la lotta al neuroblastoma.

LE SEI COSE CHE MI FANNO SORRIDERE

1. le scuse assurde che trova il mio amore quando si è dimenticato qualcosa di importante

2. i bambini quando ti chiedono ingenuamente spiegazioni su cose imbarazzanti

3. le signore cicciottelle che in completa tenuta sportiva vanno a pedalare per tenersi in forma con....la bici a pedalata assistita (quella elettrica insomma!)

4. i bisticci che spesso fanno le coppie molto datate ma che nonostante tutto non possono stare un minuto lontano l'uno dall'altra.

5. i bambini che dormono teneramente con il pollice in bocca

6. il mio amore quando fa l'imitazione di un cliente dell'ufficio


 
 
 

ROSELLE RESTAURATA

Post n°70 pubblicato il 16 Maggio 2008 da zoeal
 

Finalmente, era ora…e ridico FINALMENTE. Come etrusca di Rusel mi ero stufata di aspettare per vedere impiegati i soldini delle mie tasche e delle nostre tasche nel recupero delle nostre bellissime mura. Non che gli antenati del VI secolo a.c. avessero fatto un cattivo lavoro, anzi! Diversi tratti hanno retto terremoti, alluvioni e smottamenti del terreno e sono ancora lì, nella loro imponenza di 5 metri! Solo che era dal IV secolo a.c. che nessuno più si curava di loro, e sinceramente parlando, una struttura, seppur ben costruita, è normale che dopo quasi 2500 anni, cominciasse ad avere delle pecche! Per una parte ci aveva già pensato il Lucumone che abbiamo avuto nel 2000, mentre il Lucumone attuale ha dato ordine di restaurare un altro tratto di 130 metri (prendendosi il merito anche dell’altro, ma va beh sono politici che ci volete fare…)

ED ORA UN PO' DI NOTIZIE TECNICHE

Abitata sin dal VII secolo a.C. e abbandonata definitivamente solo nel Seicento, Roselle costituisce una delle più grandi aree archeologiche visitabili in Toscana.

L'aspetto più interessante da un punto di vista tecnico-scientifico è costituito dall'imponente cinta muraria (costruita a metà del VI secolo a.C. ma rimaneggiata in periodi successivi) conservatasi per l'intero perimetro, lungo 3.270 metri. Recenti interventi di restauro ne hanno messo in luce le caratteristiche tecniche. I criteri utilizzati nella scelta dei materiali edilizi (rocce calcaree, arenaria, galestro) furono essenzialmente basati sulla prossimità dei luoghi di estrazione ai cantieri, come sembrano dimostrare alcune cave ancora leggibili vicino alle mura. La cinta era realizzata, all'esterno, in opera poligonale, con grandi blocchi di forma irregolare posati sulla roccia appositamente spianata per assicurare stabilità. Il profilo irregolare del muro veniva, poi, uniformato con l'aggiunta di piccoli tasselli in funzione di zeppa. La facciata interna, invece, era costruita con pietre di minori dimensioni. La parte centrale fra i due paramenti veniva, infine, riempita con un conglomerato di terra e scaglie di pietre, probabilmente per garantirne un buon drenaggio.

Oggi è possibile percorrere a piedi il sentiero che costeggia le mura, ben visibili soprattutto sul lato settentrionale, dove le strutture hanno talvolta conservato fino a cinque metri della loro originaria altezza.

Anche le vestigia romane offrono interessanti testimonianze delle cognizioni tecniche degli antichi, soprattutto nel campo dell'edilizia e dell'ingegneria idraulica. Basti pensare alla grande piscina, profonda oltre due metri, delle terme di età adrianea, sulle pendici della collina nord di Roselle, o alla monumentale cisterna in muratura di epoca imperiale, impermeabilizzata con uno strato di cocciopesto, ancora visibile sulla collina meridionale. Di grande interesse sono, inoltre, i numerosi e ben conservati tratti di strada lastricata che attraversano l'abitato: tra questi, il cardo maximus mostra ancora i solchi prodotti dal transito dei carri, contrariamente al decumanus che doveva essere adibito esclusivamente ad uso pedonale.

Grazie ai restauri operati negli ultimi 20 anni, è oggi ben visibile la differenza del manto stradale che da un selciato a grossi ciottoli fluviali (via glareata) si trasforma, in prossimità del foro romano, in un basolato costituito da grossi blocchi poligonali irregolari (via silicata) incastrati tra loro e affondati in una preparazione cementizia su fondo battuto.

ahimè, i Romani hanno "ristrutturato" tutto durante la loro breve permanenza, di veramente nostro ci sono i resti di una bella villa, il pezzo di strada prima di entrare in città e soprattutto, come detto prima le MURA CICLOPICHE, che i conquistatori trovarono già belle e pronte!

 
 
 

LA TOMBA DI FRANCOIS A VULCI

Post n°69 pubblicato il 14 Maggio 2008 da zoeal
 

L'archeologo fiorentino Alessandro François, nel 1854 fece l'eccezionale scoperta, nelle terre appartenenti allora ai principi Torlonia, di una grandissima tomba gentilizia etrusca, inaspettatamente inviolata.

ecco come il socio del François, Des Vergers, descrive le emozioni di quei primi momenti :

  “Tutto era nello stesso stato del giorno in cui era stato murato l’ingresso, e l’antica Etruria ci apparve come al tempo del suo splendore. Sui letti funebri guerrieri in completa armatura parevano riposarsi dalle battaglie combattute contro i romani ed i galli. Per alcuni minuti vedemmo forme, vesti, stoffa, colori: poi, entrata l’aria esterna nella cripta dove le nostre fiaccole tremolanti minacciavano di spegnersi, tutto svanì. Fu come lo scongiuro del passato, il quale era durato lo spazio di un sogno e poi sparito, quasi a punirci della nostra sacrilega curiosità”

Oggi i dipinti non si trovano più nella tomba, furono fatti staccare dai Torlonia nel 1863 e sono conservati a Villa Albani in Roma e purtroppo non sono liberamente fruibili dal pubblico.

Furono in compenso fatte realizzare delle copie. La scelta ricadde sull'artista Carlo Ruspi, già autore di riproduzioni delle tombe dipinte di Tarquinia. Le copie vennero realizzate a grandezza naturale a mezzo di lucidi posti sopra le pitture realizzando poi il resto dell'opera, su un totale di 15 pannelli, in laboratorio. Per quanto discutibili e discusse dal punto di vista artistico, le realizzazioni del Ruspi restano importanti perchè sono l'unica documentazione certa, in loco, ed a grandezza naturale, del ciclo pittorico prima del distacco degli affreschi da parte del Principe Torlonia. 
 

 
 
 

OOOOHHHH..MA CHE CU... HO!

Post n°68 pubblicato il 13 Maggio 2008 da zoeal

LA MAGRA CONSOLAZIONE

HO TROVATO QUEST'ARTICOLO...CHE TUTTI QUELLI CHE SOFFRONO DI EMICRANIA LO LEGGANO PER CORTESIA

Sai che l’emicrania è nota fino dall’antichità e che importanti personaggi del passato come Giulio Cesare e Sigmund Freud ne soffrivano?
Sai che l’emicrania si è conservata inalterata nella evoluzione della specie umana? Forse l’emicrania ... è un vantaggio per l’uomo! Questa è almeno l’opinione di una importante ricercatrice americana, la dr.ssa Elisabeth Loder.
Ma cerchiamo di capire perché.

L’emicrania è come un sistema di allarme che suona a vuoto. Questo sistema di allarme è presente in tutti gli individui. Ma mentre nelle persone non emicraniche si mette a suonare solo in casi estremi (ad esempio in corso di malattie infettive o stress psico-fisici violenti), nel paziente emicranico la soglia di attivazione è più bassa del normale. In altre parole, volendo fare il paragone con l’antifurto di una automobile, nel soggetto normale l’antifurto (cioè l’emicrania) suona solo in situazioni molto particolari, come quando il ladro forza lo sportello.

Nell’emicranico, invece, questo allarme suona a vuoto e troppo spesso, come capita a quelle autovetture il cui antifurto suona al semplice movimento di aria prodotto dal passaggio di un autobus nelle vicinanze. Ma come potrebbe tutto questo essere utile alla specie umana?
Secondo la dr.ssa Loder l’emicranico è in qualche modo privilegiato proprio in quanto possiede un allarme così sensibile, perché suonando per un nonnulla suonerebbe prima di altri in caso di vera necessità, consentendo un intervento più precoce ed una migliore difesa. Sì, perché l’attacco di emicrania provoca una dilatazione delle arterie del cervello che consente l’arrivo di maggiore nutrimento, ossigeno, cellule di difesa ecc.

SI SI, COME IL DETTO "DONNA BAFFUTA SEMPRE PIACIUTA" "NELLE BOTTI PICCOLE CI STA IL VINO BUONO" "LA BELLEZZA ARRIVA FINO ALLA PORTA, LA BONTA' DURA TUTTA LA VITA"......ECC.ECC. LE MAGRE CONSOLAZONI...per quanto mi riguarda io avrei fatto volentieri a meno di somigliare a Giulio Cesare, Picasso, Freud dal punto di vista dell'emicrania

il mio sistema di allarme suona quasi sempre la domenica, per le feste, in viaggio, quando voglio divertirmi e quando voglio dormire....che culo! non sarà che mi ci vuole l'elettrauto?

 
 
 

SOVANA

Post n°67 pubblicato il 12 Maggio 2008 da zoeal
 

se vi capita di andare  a visitare il Parco Archeologico delle città del Tufo e cominciate da Pitigliano, non dimenticate di andare a visitare Sovana (nelle vicinanze) un piccolo borgo capolavoro, ricco di storia e nei dintorni il suo Parco archeologico etrusco con la Tomba Ildebranda (nella foto qui sopra) e la tomba della sirena (qua sotto) e le sue vie cave profondissime.

la rocca Aldobrandesca

il Ciborio della Chiesa di Santa Maria Maggiore

BUONA VISITA!

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 09 Maggio 2008 da zoeal

ADESIONE ALLA GIORNATA MONDIALE DEL CAZZEGGIO PROPOSTA DA ALPHA_437

e tanto per rimanere in tema....

nelle Marche c'erano l'Etruschi! ai romani gliel'hanno date spesso e volentieri...!" Gradissimo e indimenticabile Nino Manfredi nel ruolo di Balestrini Marino alla ricerca di Marisa Di Giovanni una bella Pamela Tiffin, diretti magnificamenmte dal mitico Dino Risi nel film "Straziami ma di baci saziami". Da ricordare rigorosamente un irresistibile Tognazzi nella parte del sordomuto... bellissimo!!!

 
 
 

FELSINA (2)

Post n°65 pubblicato il 07 Maggio 2008 da zoeal
 

Fase orientalizzante

Dalla fine dell' VIII secolo a. C. la civiltà villanoviana subisce l'influenza della cultura orientalizzante, nata nell'Etruria tirrenica (corrispondente attualmente alla Toscana e a parte del Lazio) dal contatto con il commercio greco che diffonde in tutto il Mediterraneo anche oggetti di produzione orientale. La produzione ceramica, metallurgica e scultorea testimoniata dai corredi denota un cambiamento sociale, rappresentato dalla formazione di una classe aristocratica forte e attiva. La fase orientalizzante non è ampiamente documentata nel museo poiché le aree occupate dalle necropoli di questa fase, che non sono state oggetto nel secolo scorso di scavi archeologici, attualmente sono difficilmente esplorabili.

Fase tipo Certosa, sepolcreti ed abitato

Nella nuova fase culturale, che si è convenuto chiamare di tipo Certosa, dal nome del sepolcreto bolognese più importante, o felsinea, dal nome di Felsina con cui i Latini indicavano Bologna, la città assume un ruolo di rilevante importanza e si manifesta, sul piano archeologico, profondamente mutata. A partire dalla metà del VI secolo a. C., si verifica nella pianura padana una profonda trasformazione dell'assetto politico ed economico che si concretizza nella fondazione dei centri urbani di Marzabotto, Bologna, Spina e Mantova, intorno ai quali si impernia una fitta rete di scambi commerciali fra Etruria tirrenica, Grecia ed Europa transalpina. Questo mutamento di prospettiva economica determina il passaggio dallo sfruttamento agricolo del territorio, ad un sistema distributivo e commerciale; ogni centro urbano ha un proprio ruolo, determinato dalla sua posizione geografica. La ricchissima documentazione archeologica relativa alla Bologna di fase tipo Certosa proviene dall' abitato e dai sepolcreti. La documentazione offerta dai sepolcreti bolognesi della fase di tipo Certosa è la più completa di tutte le città dell'Etruria padana.

 

 

La ricerca archeologica ha portato alla scoperta di oltre 1000 tombe, i cui corredi sono testimonianze fondamentali per la ricostruzione degli aspetti sociali: si avverte la presenza di una società diffusamente ricca, impegnata in commerci a largo raggio, come documentano le molte centinaia di vasi attici e il vasellame di bronzo, e con famiglie di rango elevato che ricoprivano importanti cariche politiche.

Le stele di arenaria, che erano poste a segnacolo delle tombe più importanti, di sicura produzione locale, con le loro decorazioni figurate e le iscrizioni, offrono uno straordinario patrimonio per la conoscenza di Felsina. 

Abitato della fase tipo Certosa 

Villa Cassarini

Le testimonianze dell'abitato di Felsina sono inconsistenti sul piano archeologico poiché il livello archeologico è quello maggiormente disturbato dalle successive occupazioni galliche e romane. L'impianto della città felsinea è sicuramente analogo a quello dell'occupazione precedente: probabilmente l'area era di minore ampiezza. Le ricerche archeologiche hanno evidenziato alcuni muretti a secco e rinvenimenti di tegole, riferibili alle case, certamente simili a quelle della vicina città di Marzabotto; le abitazioni, ora più solide e complesse, generalmente a pianta quadrangolare, erano distribuite nell'attuale centro storico. Particolarmente importante è stata la scoperta del santuario nella zona di Villa Cassarini (Facoltà di Ingegneria, fuori Porta Saragozza), che si configura come il luogo sacro della città, con funzione di acropoli.

A Bologna, nella zona dell'ex Villa Cassarini, situata fuori Porta Saragozza, e attualmente occupata dalla Facoltà di Ingegneria, fu individuato un importante santuario etrusco frequentato fra la fine del VI e gli inizi del IV sec. a.C., periodo che corrisponde a quello in cui si sviluppò la città di Felsina. Gli scavi hanno messo in luce resti di edifici con muri a secco di ciottoli e lastre di arenaria, e alcuni cippi in pietra calcarea usati in precedenza come basi di ex-voto in bronzo. La presenza di elementi come coppi e tegole sta ad indicare che gli Etruschi di Felsina utilizzavano questo sistema di copertura per gli edifici.

Dal santuario provengono una trentina di bronzetti che rappresentano generalmente figure maschili e femminili in atto di offerta e di devozione. Del tutto eccezionale è la presenza di due figure di divinità, Eracle e Apollo, le uniche di tutta l'area padana. Nonostante la povertà delle strutture rinvenute, il santuario si configura come vera e propria acropoli, in posizione centrale rispetto ai luoghi di sepoltura e in posizione elevata rispetto all'area dell'abitato.

 
 
 

METTIAMO I PUNTINI SULLE iiiiiiii.....

Post n°64 pubblicato il 06 Maggio 2008 da zoeal

LE VERGOGNOSE TRASMISSIONI DI “VOYAGER” PROFUMATAMENTE PAGATE CON I SOLDI DEL CANONE RAI (E QUINDI DA NOI)

 Che Voyager sia una trasmissione approssimativa piuttosto che divulgativa, fantascientifica piuttosto che scientifica,  priva di un qualsiasi riscontro storico scientifico ma basata su quanto di più strano, inspiegabile, irrazionale e pruriginoso esista tra le varie teorie personali e fantasiose che qualche scrittore ogni tanto pubblica tanto per dire qualcosa per attirare l’attenzione e quindi vendere, ebbene, tutto questo è risaputo, ma che autori e conduttori facciano in modo che tutto questo passi per scienza,  storia e cultura, sparando nozioni (o meglio fantasie da film di bassa levatura fantascientifica) a casaccio e ricamandoci sopra una immane tessitura di idiozie passandole per vere, questo mi turba, perché qualcuno del pubblico, più suggestionabile oppure giovanissimo potrebbe anche prendere per vero e scontato quel che si dice. Per esempio, dopo la trasmissione di ieri sera, qualche ragazzino oggi a scuola potrebbe essere convinto che 10.000 anni fa il mondo fosse popolato da una razza di giganti alti due metri e mezzo-tre, perché solo loro potevano mettere su le mura ciclopiche di Machu Picchu, le Piramidi, Stonehenge, i megaliti di Carnac, i giganteschi sepolcri in granito Egizi. Inoltre è stata ritrovata la tomba di un uomo che risale all’anno mille (ma và, sicuramente il leggendario Re Artù, dimenticando che le presunte tombe di Re Artù sono disseminate ovunque, guarda caso specie nei posti turistici….ma che caro, il grande re aveva pensato pure a rendere ricchi i suoi ex sudditi vendendo i gadget ai turisti), alto udite udite “due metri e venti!”…di sicuro uno della stirpe dei Giganti, visto che a quell’epoca l’altezza media dei popoli nordici arrivava a 170-180 centimetri. Inoltre se questi giganti fossero veramente esistiti, perchè sono spariti e poi dove sepolti? Eppure erano belli grandi affinchè le loro ossa potessero conservarsi almeno un po’,….ma la spiegazione a questa domanda, che si saranno fatti tutti, si appresta a darla il giornalista collaboratore della trasmissione: i reperti ci sono ma ogni volta che li trovano vengono distrutti da ruspe, perché gli Stati…non vogliono far sapere…..MA FAR SAPERE CHE?, che c’è di mezzo il Kgb, la Cia, i servizi segreti deviati?. Ma la prova principale dell’esistenza dei Giganti è data nella Bibbia, spesso nell’Antico Testamento viene nominato il Popolo dei Giganti e pure il Gigante Golia.

Naturalmente le spiegazioni scientifiche vengono dribblate. Allora voglio fare un pochina di chiarezza.

Punto primo:  è vero che la Bibbia nomina un popolo detto dei Giganti, ma ci sono studi che individuano questo popolo nei Tubareni, una popolazione vissuta in Asia Minore che aveva, rispetto ai popoli contemporanei, conoscenze tecniche molto superiori ed una padronanza eccellente nella lavorazione dei metalli, fatto che dava intorno a loro un alone di mistero e sacralità poiché per far ciò avevano la capacità di “domare il fuoco al loro volere”, quindi erano chiamati giganti in virtù della loro superiorità tecnica. Il Gigante Golia, forse era solo un uomo molto alto e robusto, forse semplicemente era della stirpe dei Tubareni, che fra l’altro si dice discendesse dalla tribù di Caino, quindi i cattivi per eccellenza. L'uccisione da parte di Davide sta a significare la vittoria della stirpe di Abele,da cui discende Abramo, la prediletta da Dio sulla stirpe dannata di Caino il fratricida.

Punto secondo: ci sono dei bassorilievi di epoca romana che rappresentano gli scontri con i popoli provenienti da Nord e l’esercito romano con un evidente sproporzione tra la rappresentazione del soldato romano (piccolo piccolo) e il guerriero barbaro (grandissimo). Quando i barbari invasero i territori italici per la prima volta, gli antichi Romani non erano abituati a vedere della gente così alta (altezza media romana 160 cm. altezza media dei barbari 180 cm.) la ferocia di queste tribù in battaglia li faceva sembrare ancora più grossi agli spauriti romani che finirono per vederli come enormi Giganti.

Punto terzo: l’altezza dello scheletro ritrovato potrebbe essere semplicemente quella di un uomo esageratamente alto, tipo quelli che oggi vengono inscritti nel guinness dei primati. Non si può escludere che un tempo questi scherzi della natura fossero venerati come semidei, visto che tutt’oggi, in India sono considerati di emanazione divina, certi bambini che nascono con gravi malformazioni opponendosi in certi casi pure ad interventi chirurgici o cure.

Punto quarto: i massi di Machu Picchu come quelli delle Piramidi, non si sa come fossero stati tirati su. Prima di dire che esistevano dei giganti, pensare che magari avevano tanti uomini, tanto tempo ed una tecnica che oggi ci sfugge..noooo?

Punto quinto: nella suddetta trasmissione si dice che una prova dell’esistenza dei giganti è data dalla costruzione in un certo periodo storico di strutture con volte e porte molto alti. Io aggiungo allora che quelli che hanno costruito la Basilica di San Pietro dovevano certamente essere alti almeno cinque-sei metri. E Michelangelo? Di sicuro per arrivare al soffitto della Cappella Sistina, doveva essere almeno otto metri.

 MA FATEMI IL PIACERE, BUFFONI…

ai confini della conoscenza.....ai confini della non conoscenza perchè fate passare per fatti inspiegabili dei fatti che invece non solo tali per cui non sapete  neanche selezionare argomenti per fare una  trasmissione fantascientifica....ai confini dell'ignoranza.

 
 
 

GITA FUORI PORTA

Post n°63 pubblicato il 05 Maggio 2008 da zoeal
 

L'ABITATO RUPESTRE DI VITOZZA

Il primo maggio ho fatto la consueta gita fuori porta, tanto per cambiare a visitare siti archeologici. Stavolta sono andata a Vitozza, in località San Quirico di Sorano (GR). Giornata bellissima, percorso che dura circa tre ore, stupendo dal punto di vista naturalistico e storico. Vitozza (di cui avevo già parlato in un post precedente), è uno dei pochi esempi (se non l'unico in Italia) di abitati rupestri (cioè abitazioni scavate  nella roccia tufacea, praticamente grotte) che sia stato abitato continuamente dal neolitico, agli Etruschi fino a giorni relativamente recenti, visto che gli ultimi cinque abitanti, hanno abbandonato definitivamente le loro abitazioni nel 1786. L'abitato di Vitozza ha raggiunto l'apice della sua importanza nel XII secolo quando divenne contea degli Aldobrandeschi, con l'edificazione di due castelli che vennero però abbandonati verso la fine del 1300. Possiamo ammirare oltre alle centinaia di abitazioni-grotte, anche i ruderi dei due castelli e della chiesa detta La Chiesaccia. Dal punto di vista naturalistico, seguendo i percorsi del parco archeologico, possiamo arrivare alle sorgenti del fiume Lente, percorrendo una antica via Cava etrusca che collegava Vitozza al vicino centro di Sorano.

metto alcune immagini:

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

CONTATTA L'AUTORE

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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