Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi del 08/02/2008

SCENE DA UN MATRIMONIO

Post n°6 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da zoeal
 

Questi bellissimi sarcofaghi, purtroppo, sono finiti al museo di Boston, per le solite vicende all'Italiana su cui non mi soffermerò.  Ritrovati infatti a Vulci nell'800 e sottoposti a vincolo, furono fatti emigrare con uno stratagemma che fruttò all'ideatore un gran bel gruzzolo. Rappresentano con estremo realismo, a differenza di altri sepolcri in cui le figure sono piuttosto standardizzate, i tratti somatici delle due coppie della famiglia Tetnies. Inoltre, sul lato del sarcofago della coppia più anziana, è possibile vedere l'unica documentazione pervenuta, di un matrimonio etrusco. Il primo sarcofago risale al 340 a.c. e rappresenta Larth Tetnies e la moglie Thancvil Tarnai, stretti in un immortale e sensuale abbraccio dal quale traspare la passione e la complicità dell'amore, il secondo invece ritrae Arnth Tetnies con la moglie Ramtha Visnai, genitori di Larth e risale al 370 a.c.. Notate come l'espressione della coppia più anziana denota una intimità meno passionale, i due coniugi sono ritratti in un gesto d'affetto che ha perduto l'erotismo tipico della gioventù ma in un abbraccio che denota una complicità aperta al dialogo e alla comprensione reciproca, con una estrema dolcezza. Anche la donna,  avanti con gli anni non è completamente denudata, ma coperta pudicamente con una leggera veste. Gli effetti dei drappeggi a mio avviso sono straordinari. Nella foto centrale possiamo ammirare il bassorilievo che rappresenta il matrimonio di Arnth e Ramtha; i due sposi sono al centro della scena, abbigliati con vesti eleganti, ognuno dei due ha il suo seguito, tra cui si notano musicanti, ancelle, un personaggio che porta una specie di pergamena, forse il contratto matrimoniale, un altro che si fa accompagnare da un servo che porta uno sgabello pieghevole, tipico di un magistrato che probabilmente doveva dare valore "legale" all'unione. Risalgono a 2400 anni fa ma sono di una bellezza incommensurabile, gli artisti sono riusciti a rendere immortale la testimonianza di due amori così grandi da continuare oltre la morte terrena.

 
 
 

10 FEBBRAIO: PER NON DIMENTICARE LE FOIBE

Post n°5 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da zoeal
 
Tag: foibe

TESTIMONIANZA DI UNA SOPRAVVISSUTA

C. era appena ragazza quando vinse il concorso per maestra elementare. Le fu comunicato con un telegramma dalla sorella, quando lei, ospite di parenti, si godeva qualche settimana di mare; aveva una ventina d'anni e tanta voglia di vivere. Telefonò tutta emozionata alla sorella: - hanno scritto che puoi scegliere tra tre destinazioni e gliele lesse-

- non importa- scrivi loro che va bene la prima -

C. in realtà non sapeva neanche dove fosse, quel paese dal nome un pò strano, ma non gliene importava, lei era indipendente.

Poco tempo dopo partì per quella località dell'Istria dove cominciò a svolgere il suo lavoro di maestra elementare, andando avanti tranquilla fino al 1943 (o giù di lì).

Lei racconta: -ad un certo punto quelli che ti erano amici, non lo erano più; quelli che conoscevi, non ti conoscevano più-. Comiciarono i rastrellamenti degli Italiani; persone con cui per anni era convissuta cordialmente cominciarono a disconoscerla, finchè una mattina, un gruppetto armato fino ai denti andò a prelevarla da casa. La spinsero fuori malamente; lei vide che c'era un camioncino stipato di gente e tante persone a piedi di ogni età, donne, uomini e bambini. Guerriglieri armati li tenevano bruscamente in fila, alla quale fu costretta ad aggregarsi. Nessuno sapeva dove li stavano portando, nessuno seppe successivamente più niente di loro. Ma il fato volle che C. non subisse la stessa sorte perchè proprio lei incorse in un episodio di "inspiegabile umanità". Riconobbe il "rivoluzionario" che le era accanto come un suo ex scolaro di qualche tempo prima: -ma come, non mi riconosci?- le disse chiamandolo per cognome come si fa a scuola. E lui, si l'aveva riconosciuta, le dette una spinta violenta e la scaraventò in una fossetta laterale alla strada salvandole la vita.

C. risucì a tornare a piedi in Italia, dandosi alla macchia, cibandosi di quello che trovava, fino a che, gravemente debilitata, fu trovata e ricoverata in un ospedale di un paese veneto, un posto dove rimase a fare la maestra fino alla pensione e dove abita anche adesso...quasi centenaria, memoria vivente di una storia che non si stanca ancora di raccontare. 

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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