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Cronache dal soprassuolo

Post n°1952 pubblicato il 27 Maggio 2012 da gratiasalavida
 

Hanno modificato il loro comportamento.

Un tempo si muovevano in branco, fiutando l'aria in cerca di prede.

Lentamente avanzavano, caracollando l'uno sull'altro, sostenuti dal branco che al tempo stesso ne ostacolava i movimenti già di per sé impacciati.

Lentamente, ma senza esitazione, circondavano la preda sferrando morsi che prima o poi centravano il bersaglio, guidati dall'odore di carne umana più che dalla vista, cieca.

Hanno modificato il comportamento, cui hanno fornito una direzione, uno scopo, oserei dire una progettualità.

Si muovono in branchi più piccoli, quasi selezionati nei componenti, che sono i più agili, i più veloci, i più intrprendenti del branco.

I predatori non sembrano muoversi alla cieca, sembrano orientare il movimento verso prede isolate.

A caccia, rifuggono gli spazi chiusi.

Si nascondono.

Quando emergono dall'oscurità e rivelano la loro presenza, hanno già identificato un obiettivo.

Non lo mangiano immediatamente.

Lo catturano.

Lo trascinano verso la tana, dove il resto del gruppo era rimasto in attesa delle nuove scorte alimentari.

Di preferenza scelgono i vecchi capannoni dell'era industriale come rifugi.

Ai margini di quelle che erano città.

Vivono lì. In aggregati che assomigliano a gruppi sociali organizzati, ove ai singoli individui vengono assegnati dei ruoli fissi.

Le prede vengono trascinate nelle tane e poi consumate a morsi, in una sorta di cerimonia rituale che sembra avere lo scopo di rinsaldare i legami sociali all'interno del gruppo.

Si accoppiano tra loro, ma non sembrano in grado di riprodursi.

Hanno tuttavia assunto l'abitudine di catturare bambini, che non divorano.

Li mordono, ma non li divorano.

Sembra quasi che il loro scopo sia quello di farne i loro cuccioli.

I bambini morsi acquisiscono la loro natura ed entrano a far parte del branco.

Pare quasi che si siano posti lo scopo di una trasmissione sociale delle regole del branco.

Pare quasi che si siano posti lo scopo di preservare nel futuro la testimonianza del loro aggregato sociale, attraverso i bambini.

E' assurdo. Loro non nascono.

Non muoiono, a meno che un umano non gli faccia saltare il cervello.

Non percepiscono l'evolversi del tempo, come noi umani.

Non crescono.

Non invecchiano.

Non partoriscono.

Sono morti viventi.

Eppure hanno modificato il loro comportamento, adattandolo, evidentemente, a parametri sociali inscritti nei loro geni mutanti.

Qualcosa, nel loro patrimonio genetico, li spinge a voler perpetrare nel tempo le regole del loro vivere sociale, utilizzando dei bambini come tramite.

Da qualche tempo le femmine del branco hanno cominciato ad adottare schemi comportamentali che oserei definire "cure parentali" nei confronti degli esemplari più piccoli aggregati nel branco.

Li accarezzano, li baciano, li cullano, esattamente come fano le madri umane con i piccoli appena nati.

E i piccoli reagiscono positivamente alle stimolazioni pseudomaterne che ricevono.

Ho potuto osservare dei piccoli che cercavano il seno delle femmine che avevano rivolto loro cure pseudoparentali.

In alcuni di loro prevale l'istinto di mordere. Pur essendo neonati hanno denti aguzzi con i quali hanno afferrato a morsi il seno proteso verso di loro, fino a staccarne interi brandelli.

Altri, invece, reagiscono alla stimolazione,  adottando lo schema istintuale della suzione, e hanno cominciato a poppare il seno della pseudomadre: nonostante l'inefficacia del gesto, ai fini della nutrizione, sembrano trarne una intima soddisfazione che li spinge a ripetere più volte il gesto.

Mi chiedo se rimarranno per sempre neonati mutanti, o se una variabile impazzita del loro patrimonio genetico li porterà a crescere, nonostante lo stato di non vivi cui sono stati ridotti dal morso degli adulti che li hanno catturati e sottratti alla specie umana.

Sotto l'effetto della proteina C5, che mi è stata inoculata nel centro di studi anatomopatologici della ormai defunta università di (omissis), ho potuto assumere per un periodo di cinque mesi, una conformazione dei parametri vitali che imita quella dei non morti. Mi sono inserito in un branco senza destare alcun sospetto nei membri che lo compongono, che a tutti gli effetti mi hanno confuso con uno dei loro.

Ho avviato delle forme di interazione sociale, con alcuni individui dell'aggregato, che assomigliano vagamente a delle relazioni affettive.

La proteina C5 non mi ha cambiato al punto da farmi perdere la consapevolezza di essere umano, ma mi ha cambiato abbastanza da potermi avvicinare ai non morti senza provare un istinto di repellenza nei loro confronti, al punto da rendermi capace di stabilire relazioni con i membri del gruppo. Scientificamente potrei definirle relazioni gregarie, ma se voglio essere onesto con me stesso le definirei relazioni affettive.

Mi sto innamorando di una non viva e del piccolo cui da ormai due mesi rivolge le sue cure pseudomaterne.

O meglio, la non viva di cui mi sto innamorando era la donna che amavo quando era viva, prima di essere trasformata da un morso dei non morti. Essndo questa l'ultima relazione che vi farò pervenire, sento il dovere di comunicarvi che ho accettato questo incarico rischioso e pieno di incognite solo perché ero consapevole che mi sarei inserito nell'aggregato sociale di cui era membro la donna che un tempo era al centro della mia vita.

Ora che non ha più una vita, sono comunque consapevole di non provare indifferenza né repellenza nei suoi confornti, quanto, piuttosto, un sentimento che assomiglia ogni giorno di più all'amore.

L'osservazione cui ho dato avvio circa cinque mesi fa è ormai alle sue battute finali. Nell'arco di uno o due giorni, la proteina che mi hanno inoculato cesserà di sviluppare enzimi tali da simulare nei mie parametri vitali uno stato di morte vivente e io dovrò uscire dal gruppo, a meno che non voglia esserne sbranato.

Il mio compito è quasi interamente assolto. I risultati delle mie osservazioni sul campo, che vi ho trasmesso attraverso la trasmittente ad alimentazione solare che tengo in tasca dall'inizio dell'esperimento, saranno preziose per la specie umana, che ne trarrà ulteriori studi finalizzati a sconfiggere la specie competitiva.

Non mi resta che assolvere all'ultimo compito, quello di distruggere l'aggregato sociale nel quale mi sono inserito, dopo aver prima liberato gli umani che i membri del gruppo detengono in qualità di scorte alimentari, e che "consumano" giornalmente.

Vi comunico, essendo questa l'ultima relazione che vi farò pervenire, che porrò fine anche alla mia vita, nel momento in cui farò esplodere la tana per uccidere i membri del gruppo che vi si è insediato.

Sono cambiato.

Non so più quale sia la mia autentica natura e dove sia il mio posto sulla terra.

Sento, istintivamente sento, che devo seguire la mia strada.

E la mia strada è la condivisione.

Ho scelto di condividere la fine, insieme alla donna che amavo e al mostro che amo.

E così sia.

-----------

Inoltro. 

 

 

 

 
 
 
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Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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