Creato da gratiasalavida il 09/09/2007

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Crocifissi

Post n°1171 pubblicato il 04 Novembre 2009 da gratiasalavida
 

Premetto: sono laica.

Da laica, nutro il massimo rispetto per quanti coltivano, differentemente da me, una concezione religiosa dell'esistente.

Da laica, ho cura del mio mondo spirituale, solo che preferisco non rivestirlo di valori religiosi.

Riguardo alle polemiche scaturite dalla decisione della Corte Europea sui diritti umani, quella di non ammettere il crocifisso nelle aule scolastiche, ho poco da esprimere: solo una breve riflessione.

Credo che chi coltivi un'autentica fede religiosa, non debba sentirsi depauperato dalla negata visibilità, in un luogo che non è un luogo di culto, di un simbolo, tutto esteriore, del proprio credo religioso.

La passione di Cristo, simboleggiata in una croce, a mio parere non viene annullata, in quanto evento di fede, dalla sua mancata esibizione in un oggetto materiale.

Ritengo che quanti hanno posto fede nell'evento, abbiano consegnato tale fede in se stessi, nel nucleo delle proprie convinzioni profonde, per testimoniarne la forza di evento spirituale con il loro comportamento quotidiano.

L'idea di comunità, che è alla base dell'adesione al Cristianesimo, viene comunque fatta salva dal luogo deputato alla vita e alla perpetuazione della comunità, che è la chiesa.

La scuola, in quanto comunità civile, che accoglie nel suo ambito diverse etnie, diverse religioni, professioni di fede e professioni di ateismo, in quanto espressione della multiculturalità che è propria della società di cui è inserita, non è il luogo deputato ad accogliere un oggetto che è la mera significazione materiale di una professione di fede che va testimoniata altrimenti, nel comportamento fattivo, e in altro luogo, appunto, quello di culto.

Diverso sarebbe negare a un membro della scuola la professione della propria fede, ma non è questo il caso in oggetto.

Corollario: mi pare che l'importanza data ai segni materiali di un portato spirituale, cresca di pari passo all'impoverirsi del portato spirituale stesso.

Meno si coltiva autenticamente un valore, più aumenta la necessità di aggrapparsi al simbolo materiale di esso.

I comportamenti, quelli sì, sono significativi.

Mi piacerebbe che quanti urlano allo scandalo, fossero più coerenti nella testimonianza che rendono quotidianamente, dei loro valori religiosi, attraverso i comportamenti fattivi.

Comportamenti dai quali, fatte le dovute eccezioni, non mi pare trasudi quel sentimento di Amore, che pure è alla base del portato di valori spirituali di cui sembrerebbero voler dare una testimonianza tanto fervida.

Cristo, a quanto ne so io, non era intollerante. Accoglieva chiunque si presentasse in pace.

Con qualcuno, però, scatenò la propria furia.

Con gli ipocriti.

E i mercanti del tempio.

Almeno, così mi pare.

Punto.

E basta.

 

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Commenti al Post:
whisperblue
whisperblue il 04/11/09 alle 20:24 via WEB
Buonasera Cinzia :-) Mai come questa volta provo per questo evento due sensazioni ben distinte ed entrambe negative. Io lavoro in una scuola, non nelle classi, ma come assistente amministrativo e sono figlio di insegnanti elementari (ormai in pensione), ebbene: non ho mai capito, nemmeno quando ero studente, perché bisognasse studiare religione a scuola e una volta diventato adulto ancor meno il perché lo stato italiano (ovvero noi cittadini) benché laico, debba pagare gli stipendi dei professori di religione (entrati oltretutto con delle selezioni curate esclusivamente dalla Chiesa..); non ho mai capito perché ci si debba accanire contro un simbolo che per molti non è altro che quello, visto che i cristiani praticanti sono veramente molto pochi, dunque:
io vedo in questa storia soltanto una somma di tentativi di rivalsa personale, da una parte quelli che sembra vadano in giro con una falsa via crucis perenne e dall'altro lato coloro che con la scusa della libertà non trovano altro che prendersela contro dei simboli storici del nostro paese. Se siamo veramente uno stato laico, o si mandano via i professori di religione (altri disoccupati), o si cambia la materia Religione in Storia delle religioni. Per il crocifisso, dove si vuole mantenere, basterebbe mettere il semplice simbolo della croce senza la stilizzazione di Gesù.
La verità cara Cinzia è che alla maggioranza della gente che si occupa di queste cose ...e di "queste cose" fa bandiera... in un senso o nell'altro, delle persone non importa proprio nulla, né dei sentimenti, né della libertà, né del credo: a loro importa solo creare il caos, grazie al quale in fondo resterà tutto com'é ovvero sbagliato. Cambiare per non cambiare, un po' alla "Gattopardo" ....
Scusa del lungo discorso, capita sempre e solo nel tuo blog ;-)
Un bacio,
Fabrizio
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 05/11/09 alle 17:46 via WEB
Altro che scusarti... ti ringrazio vivamente, invece, per il tuo contributo, che chiarisce e completa il senso di quanto avevo scritto. Il laicismo non è una presa di posizione contro il cristianesimo. Vi sono molti laici che coltivano quotidianamente una professione di fede cattolica o di altro tipo. Il laicismo, che è proprio, o dovrebbe essere proprio dello Stato italiana, intende solo tenere distinti i due ammbiti: quello della vita religiosa, nei confronti della quale ammette la piena libertà di espressione, e quello della vita civile, nelle sue varie manifestazioni. Grazie ancora per il tuo ottimo contributo. :-) Un bacio*
 
   
gratiasalavida
gratiasalavida il 05/11/09 alle 17:48 via WEB
Nella foga della digitazione, mi sono sfuggiti due errori. Rimedio: "Stato ItalianO" e "due ambiti"... sorry...
 
NienteFluorescente74
NienteFluorescente74 il 04/11/09 alle 22:54 via WEB
Da laico,concordo con ogni tua parola.. Se credessi concorderei con ogni tua parola.. E sono convinto che chi veramente crede la pensi come noi.. Bacio.. :*
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 05/11/09 alle 17:52 via WEB
Massimo rispetto per quanti coltivano un credo religioso. Il mio scritto, come hai colto, denuncia l'atteggiamento di quanti praticano un culto tutto e solo formale dei valori religiosi, contraddetti, poi, nella vita quotidiana, da comportamenti del tutto incoerenti e incompatibili con un'autentica e genuina professione di fede. Ciao, caro amico... :-)
 
ossimora
ossimora il 05/11/09 alle 09:48 via WEB
;)Buongiorno.
 
ossimora
ossimora il 05/11/09 alle 10:45 via WEB
...ti linko
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 05/11/09 alle 17:55 via WEB
Merci... :-) Tante volte l'avrei voluto fare anch'io, con i tuoi post, con i quali spessissimo mi trovo in sintonia. Peccato non sia capace di linkare... prima o poi imparerò... :-) Ciao.
 
card.napellus
card.napellus il 05/11/09 alle 21:09 via WEB
Condivisibile. Aggiungo, e l'ho scritto da me, che i simboli religiosi stonano dove si insegnano materie, specie scientifiche, la scienza essendo da sempre il fumo negli occhi per la religione.
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 18:41 via WEB
Personalmente ne faccio un puro principio di laicità. Nei confronti di uno stato autenticamente laico ogni credo religioso deve trovare pieno accoglimento, nella determinazione normativa della libertà di espressione dei propri valori etici, politici, morali et, per l'appunto, religiosi. Di fronte a uno stato laico tutte le religioni sono egualmente professabili. Vi sono, tuttavia, i luoghi deputati allo scopo, altrimenti ogni edificio civile diverrebbe una babele di simboli relativi ad altrettante professioni di fede. Ciao. Grazie del contributo alla riflessione.
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 18:43 via WEB
Pura curiosità: perché dovrei mettere in dubbio che tu abbia "scritto da te" il contenuto del messaggio? :-)
 
   
card.napellus
card.napellus il 06/11/09 alle 19:04 via WEB
In effetti si presta all'equivoco! Per "scritto da me", intendendo presso il mio blog. Non volevo dire che, normalmente, mi faccio scrivere i commenti da qualcuno. Per le bischerate che scrivo, basto e avanzo io.
 
     
card.napellus
card.napellus il 06/11/09 alle 19:05 via WEB
Sulla questione dello stato laico, c'è poco da dire. Quando si ha a che fare con leggi di evidente ispirazione religiosa, e ce ne sono molte, poi non ci si deve meravigliare di come vengono addobbate le scuole.
 
     
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 19:15 via WEB
L'ho capito quando sono entrata nel tuo blog, a leggere il post odierno. Le bischerate? Anch'io, in tal senso, non mi faccio mancare niente. Ciao.
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 19:13 via WEB
E se pensi che, oggi come oggi, in virtù dei tagli di organico operati dalla ministra Maria meteora (è una mia speranza) Gelmini, le scuole non sono in grado di offrire agli allievi che non intendono avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica alcun insegnamento sostitutivo e strutturato, il quadro della situazione diventa a dir poco deprimente. Oggi come oggi, che si sappia, nella maggioranza delle scuole, spero non in tutte, ma sono poco ottimista, gli allievi che non intendono avvalersi dell'insegnamento della religione sono costretti a migrare in altre classi, ove, da ospiti, seguono le lezioni che in esse si vanno svolgendo. Mi perplimo. Ciao.
 
 
card.napellus
card.napellus il 06/11/09 alle 19:30 via WEB
Confermo, è tutto vero. Come sono vere le collette per il sapone e la carta igienica. In un mio post (scritto da me!) dicevo che, in un paese serio, io dovrei essere pagato dallo stato perché gli concedo di istruire i miei figli, che non ho allevato gratis, e che saranno la risorsa del nostro paese domani. Per "i miei figli" non intendo solo i miei, ovviamente. Poi non ci sono soldi e materiali per i laboratori... io abito a Firenze, ebbene, non c'è un programma per far vedere ai ragazzi, negli otto anni delle scuole elementari e medie TUTTI i musei fiorentini. Sono una miniera di cultura, e sono tutti disponibili, a due passi. Sono un centinaio, molti famosi in tutto il mondo, conservano capolavori per vedere i quali delle persone che abitano agli antipodi risparmiano dollari o yen, giorno dopo giorno. Che rabbia.
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 19:41 via WEB
Probabilmente saranno una risorsa... per l'estero... dato che la Scuola e l'Università italiane riescono, nonostante le difficoltà strutturali, ad allevare fior di cervelli che poi, invariabilmente, per avere possibilità di esprimersi sono costretti a migrare all'estero, dal momento che il nostro paese pare avere qualche (parecchie difficoltà) a tesaurizzare i cervelli che possiede... No problem, con la riforma (sigh... riforma... sigh) di Maria Star, sarà più difficile che la Scuola e l'Università riescano a coltivare cervelli di tutto rispetto, dunque il problema della loro migrazione all'estero sarà automaticamente ridotto ai minimi termini... ahia! Mi ri-perplimo. Ti posso aggiungere ai miei blog amici? Fammi sapere. Ciao
 
 
card.napellus
card.napellus il 06/11/09 alle 20:01 via WEB
Comincio dalla fine: puoi sicuramente aggiungermi, ne sarò onorato, e mi comporterò di conseguenza con il tuo blog. Non so davvero se neppure io, che purtroppo non sono un cervello, resisterò a lungo in Italia. Mi trattiene il fatto di vivere in un luogo bellissimo, e la presenza di alcune simpatiche vecchiette, mie parenti. Non conosco i termini della riforma, ma peggiorare la situazione della scuola italiana mi sembra ai limiti della fantascienza.
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 06/11/09 alle 20:16 via WEB
Ti ringrazio. Certo che può peggiorare la condizione della Scuola Italiana. Il rischio è che tutti quei docenti che fino a ora hanno resistito in trincea, tra mille difficoltà strutturali e nella consapevolezza dell'abbandono decennale da parte delle istituzioni deputate alla gestione del settore, oggi, alle prese con una Istituzione che, oltre a trascurarne le richieste, ne mortifica anche la libertà d'insegnamento, gettino la spugna... Tanto per fare un esempio: la riduzione oraria operata in alcune discipline non solo riduce il potenziale di successo dell'azione didattica, ma vincola inevitabilmente il docente a tagliare, nella propria conduzione della didattica stessa, tutte quegli itinerari alternativi (es. laboratori teatrali, laboratori di cinematografia, strategie ludiche di apprendimento, spazio per le discussioni) che restituivano al docente il senso creativo della professione scelta, che non è un lavoro a cottimo (del tipo: tot ore, tot rendimento in termini di conoscenza), ma si basa sulla creazione di un rapporto complesso tra docente e discente. Mi ri-ri-perplimo. Ciao.
 
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