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ANDREA BOCELLI, LA MADRE, LA LEGGE CHE NON C'ERA

 

SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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Messaggi di Dicembre 2014

2014, un anno di morti eccellenti

Post n°5193 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

2014, un anno di morti eccellenti

Sono tanti i morti illustri di questo anno; ma a me piace ricordare quelli che a vario titolo stimavo e che se anche non ho scritto un post su di loro mi piace ricordare almeno in questo post riassuntivo.

Il settore purtroppo più numeroso è il mondo del cinema. Mickey Rooney, grande attore statunitense è morto nel sonno per cause naturali. Robin Williams, invece si è suicidato impiccandosi con una cintura; sembra che da poco avesse saputo di essere affetto da morbo di Parkinson. Laureen Bacall, considerata una delle più grandi attrici di tutti i tempi è morta a seguito di un ictus. E' morta anche Shirley Temple, considerata l’enfant prodige del cinema, soprannominata “riccioli d’oro”. L’American Film Institute la ha inserita al diciottesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Con la morte di Virna Lisi, anche il cinema italiano è stato colpito. E' morta nel sonno; da un mese aveva scoperto di avere un cancro ai polmoni.

Anche il mondo dello spettacolo non ne è stato immune. L’Italia piange Giorgio Faletti, che è morto dopo una lunga malattia. Commuovono le sue ultime parole, rivelate dalla moglie: “Ho avuto una vita che altri avrebbero bisogno di tre per provare le stesse emozioni. E se penso che sarei dovuto morire nel 2002 e in questi 12 anni ho fatto le cose a cui tenevo di più, devo ritenermi l’uomo più fortunato del mondo”. E' morto anche Manuel De Sica, compositore. Il meno noto di una famiglia molto nota. Era infatti figlio del compianto Vittorio e fratello di Christian; ma imparentato anche con Carlo Verdone. Ma la morte che mi colpisce di più è quella di Mango, una delle sue voci più originali della musica italiana. E' morto per infarto durante un concerto, mentre intonava uno dei suoi brani più celebri (“Oro”), Mango era colto da un malore rivelatosi fatale. Il giorno dopo per il dolore è morto anche suo fratello. E' altri due il giorno ancora immediato sono stati ricoverati in ospedale per forte malore. La musica deve dire addio anche a Claudio Abbado che era un direttore di orchestra e da pochi mesi era stato nominato senatore a vita. Era malato da tempo e non era riuscito mai ad entrare a Palazzo Madama nelle sue vesti senatoriali.

Tra gli altri sono morti anche Gerardo D'Ambrosio, magistrato Mani Pulite; Ariel Sharon, primo ministro israeliano e Vujadin Boškov, allenatore calcio.

 
 
 

I rompiscatole - Il cammino di Civati, Pizzarotti, Fitto e Tosi.

Post n°5192 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

I rompiscatole

Negli ultimi 365 giorni sono cambiati di molto gli equilibri interni dei partiti; ma c'è da dire che, almeno nei maggiori quattro, emergono delle figure che cercano di opporsi ai leader. Tutti e quattro gli oppositori, attualmente, non hanno nessuna speranza prendere la guida del partito; ma non voglio abbandonarlo e giurano di riuscire prima o poi a cambiarlo. Si tratta di Giuseppe Civati del Partito Democratico, Federico Pizzarotti del Movimento 5 Stelle (attuale sindaco di Parma), Raffaele Fitto di Forza Italia e Flavio Tosi della Lega Nord (attuale sindaco di Verona).

Giuseppe Civati è quello che più minaccia di fare una scissione; ma in realtà non se ne andrà mai. Questo non perchè vorrebbe restare nel Pd per forza; ma perchè vorrebbe che questo partito resti collocato a sinistra rispondendo alla stessa fascia sociale a cui hanno risposto i vecchi Ds. Non capisce che il Pd è la fusione di Ds e Margherita e non l'evoluzione dei Ds e che quello che è adesso il partito è l'evoluzione delle due anime. Insomma, vuole il bacino elettorale di adesso (il 40%) e gli ideali di prima. Nell'incertezza ha comunque registrato il marchio "Sinistra possibile" da utilizzare ipoteticamente dopo l'elezione del successore di Napitano.

Federico Pizzarotti cerca la democrazia in un partito costruito sull'"uno vale" uno; ma che in realtà è sempre stato un "Beppe vale tutti". Molti suoi colleghi ci partito sono stati cacciati per molto meno. Lui è protetto dal fatto che è sindaco e quindi ha tempo fino alla primavera del 2017 per democratizzare il M5s e magari cambiare la politica delle espulsioni. Dopidichè non verrà più ricandidato e cadrà irrimediabilmente nel dimenticatoio. Il suo scudo di sindaco lo protegge perchè grinno non vuole perdere uno degli unici tre capoluoghi di provincia che il movimento ha conquistato. Se si perde un parlamentare non si sente la differenza; ma se si perde un sindaco la questione cambia.

Raffaele Fitto sta tentando l'operazione più ostica: quella di tenere a bada il padrone che ha inventato in Italia il partito padronale. Anche lui si batte per la democrazia interna e quello che chiede sono sopratutto primarie. Primarie che crede di vincere proprio perchè è l'unico oltre a Berlusconi ad avere dei voti in prima persona. Chissà se sarà proprio Fitto a far invertire la rotta dei consensi a Forza Italia o se per il partito di Berlusconi continuerà l'inevitabile caduta.

Flavio Tosi nel momento in cui Salvini si presentò contro Bossi alle primarie della Lega si fece promettere che se lui non si fosse candidato sarebbe stato il candidato della Lega alle primarie del centrodestra. Invece adesso pare che Salvini voglia anche quel ruolo per se. Tosi è allo stesso tempo il meno "testacalda" dei quattro rompiscatole; ma è anche quello che ha meno possibilità, al momento di riuscire nel suo intento.

 
 
 

Ddl Morassut-Ranucci: riduzione Regioni da 20 a 12

Post n°5191 pubblicato il 29 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Ddl Delrio svuota province è legge

Il deputato Roberto Morassut e il senatore Raffaele Ranucci del Partito Democratico hanno presentato il disegno di legge costituzionale sulla riduzione delle regioni italiane da 20 a 12. "Dopo 45 anni dalla nascita delle regioni – spiegano in una nota congiunta Morassut e Ranucci - pensiamo che in Italia sia arrivato il momento di discutere concretamente di una riforma del regionalismo. Oggi ci troviamo in una fase in cui stiamo riorganizzando lo stato, le massime istituzioni, e le basi fondamentali della nostra Costituzione; parliamo poi di riforma della legge elettorale e discutiamo di spending review, cioè di riduzione delle spese. Allora, in questo quadro, il tema delle regioni diventa fondamentale. Le Regioni - concludono - sono nate negli anni '70 per cercare di dare rappresentanza alle diverse identità italiane. Ma se in una prima fase hanno fatto bene e hanno aiutato la crescita del Paese, in un secondo momento sono diventate protagoniste di fenomeni non positivi della vita pubblica. 15 sono finite sotto inchiesta, 494 sono stati i consiglieri coinvolti, quasi 60 milioni di euro - tutti soldi pubblici - la cifra sulla quale i magistrati stanno ancora indagando. È per questo che ora bisogna cambiare". Inoltre con lo svuotamento delle province, che spariranno definitivamente ad approvazione definitiva della riforma costituzionale; vanno redistribuite meglio le risorse; poichè con così tanti enti rischiano di non bastare.

Con l’approvazione della proposta Morassut-Ranucci a cambiare completamente sarebbe l’intera geografia italiana. La Regione Alpina comprenderebbe la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria; la Lombardia; l’Emilia Romagna (comprendente anche la provincia di Pesaro); il Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige); la Regione Appenninica (Toscana, Umbria e provincia di Viterbo); l’Adriatica (Abruzzo, provincia Macerata, Ancona, Rieti, Ascoli e Isernia); la Regione di Roma Capitale; la Tirrenica (Campania e le province di Latina e Frosinone); il Levante (Puglia e le province di Matera e Campobasso); il Ponente (Calabria e provincia di Potenza); la Sicilia e la Sardegna. I promotori della riforma hanno dichiarato che i nomi delle regioni sarebbero provvisori e che andrebbero concordati con le comunità locali.

Per quanto mi riguarda l'accorpamento delle regioni va bene; ma va verificato che le nuove regioni siano omogenee per storia e per quantità di popolazione. C'è però altro che mi preoccupa: l'autonomia verrebbe lasciata solo alla Sicilia e alla Sardegna. Non si può togliere l'autonomia a Bolzano che è prosperata grazie ad essa e lasciarla alla Sicilia che continua ad assumere dipendenti pubblici per consenso elettorale e questo con qualunque giunta di qualunque colore politico.

 
 
 

Jobs Act: il contratto a tutele crescenti elimina precarietà

Post n°5190 pubblicato il 28 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Jobs Act il contratto a tutele crescenti elimina precarietà

Lo scorso 24 dicembre  nello stesso consiglio dei ministri che ha approvato anche la nazionalizzazione temporanea per l'Ilva e il stanziamento dei fondi per le prime bonifiche; varie nomine (Tito Boeri all'Inps, Tullio Del Sette ai Carabinieri e Claudio Graziano Capo di Stato Maggiore della Difesa) e la delega fiscale ha anche approvato i primi decreti delegati del Jobs Act. Sostanzialmente da qui in poi cambia il concetto di assunzione a tempo indeterminato e questo tipo di contratto è anche diventato il meno caro per un imprenditore. I contributi dei primi tre anni sono a carico dello Stato; saranno possibili licenziamenti economici, ma non licenziamenti per scarso rendimento. C'è il reintegro in caso dei licenziamenti economici illegittimi. In caso di licenziamento l'indennizzo sarà di due mensilità ogni dieci anni di anzianità fino al  massimo di ventiquattro mensilità e sono stati comunque estesi gli ammortizzatori sociali.

La critica maggiore che viene fatta al Jobs Act da chi lo contesta è la differenza di trattamento e di diritti tra chi ha il contratto a tempo indeterminato del vecchio tipo e chi si troverà ad avere il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. In pratica alcuni saranno illicenziabili; mentre altri saranno sottoposti alle nuove regole. Vorrei ricordare a tutta questa gente che questo provvedimento è fatto per favorire assunzioni ed è quindi un atto migliorativo della situazione attuale. Il vero raffronto da fare è tra chi avrà il nuovo contratto indeterminato a tutele crescenti e chi finora ha avuto un contratto a progetto; ha lavorato in nero o si è trovato addirittura in stato di disoccupazione..

Per quanto riguarda poi chi ha il vecchio contratto a tempo indeterminato è chiaro che si trova in una situazione di passaggio. Anche perchè il contratto del vecchio tipo di esaurirà man mano che questa gente andrà in pensione, si licenzierà (per qualunque motivo) o la propria azienda chiuderà o fallirà (passando, quindi, anche loro al nuovo contratto con le nuove regole).

 
 
 

Stati Uniti e Cuba riallacciano i rapporti

Post n°5189 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Stati Uniti e Cuba riallacciano i rapporti

Barack Obama e Raul Castro hanno annunciato in contemporanea la fine di una delle ultime vestigia della Guerra Fredda: Stati Uniti e Cuba hanno deciso di normalizzare i rapporti, di ristabilire relazioni diplomatiche e di aprire canali di cooperazione economica, commerciale e nei viaggi. Una svolta resa possibile, ha rivelato il presidente statunitense, da lunghe trattative, da aperture reciproche e dall'incoraggiamento sia del Canada che del Vaticano di Papa Francesco, ringraziato espressamente da Obama. Il presidente statunitense ha capito che malgrado le colpe di Fidel l'isolamento diplomatico e le sanzioni imposte dagli Stati Uniti erano puro sadismo. Erano una punizione indegna. L'isola immiserita (e pur sempre invasa da turisti benestanti e non, affascinati dai suoi abitanti e le sue bellezze naturali) era il teatro di un'utopia fallita, alimentata anche dall'orgoglio. Visto da vicino era lo spettacolo triste di un orgoglio stanco e tarato da mille furbizie indispensabili per sopravvivere. Ma quell'orgoglio, al contrario dell'economia sempre più debole, dava energia. Di quel sentimento ha approfittato, con l'ausilio della polizia, il gruppo dirigente, attorno ai fratelli Castro. Fratelli sempre uniti ma di recente costretti a una diversità dei ruoli imposta dall'emergenza.

Raùl Castro, 83 anni, il fratello minore di Fidel, che di anni ne ha 88, è approdato a un pragmatismo che lo allontana dagli ideali e lo spinge a guardare al concreto. Vale a dire al dollaro. Non è una svolta volgare, un tradimento, è la saggezza. Il paese soffre. Non può più essere il teatro di una rivoluzione con la sola prospettiva della bancarotta. Con la fine degli aiuti dell'Unione Sovietica l'economia cubana è crollata del 40 per cento. Ed ora, con la crisi che attanaglia il Venezuela, dove non c'è più il generoso amico Chavez e il prezzo del petrolio precipita, anche gli aiuti latino americani vitali sono praticamente finiti. Cuba era sempre più sola. L'abbraccio alla super potenza è la via di scampo. Per ora avviene con dignità. Raúl non rinnega formalmente il comunismo, cui si richiama tuttora con retorica clericale. Salva così l'orgoglio e soddisfa il fratello Fidel, indebolito dalla malattia e ritiratosi nella Storia. Forse lo risentiremo. Non è escluso che parli ancora dalle rovine della rivoluzione. Ma la sua voce arriverà dal passato.

Il riavvicinamento vedrà, in dettaglio, l'apertura di una vera ambasciata statunitense a L'Avana e visite reciproche di delegazioni governative. Il divieto ai viaggi verrà allentato, per ragioni educative, visite di familiari, attività a livello governativo. Il turismo rimarrà tuttavia per ora vietato. Americani autorizzati a recarsi a Cuba potranno rientrare negli Usa con merci per 400 dollari, compreso tabacco - i sigari cubani - e alcolici entro i cento dollari. Le rimesse possibili da parte degli americani verso famiglie cubane aumenteranno a 2.000 dollari da 500 dollari per trimestre.  Dopo l’annuncio di Barack Obama, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che il presidente americano vuole giungere alla fine dell'embargo contro Cuba entro la fine del suo mandato, nel 2016.

 
 
 

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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

Guardate un pò cosa riesce a dire il Berlusconi davanti a un D'Alema e un Rutelli increduli. Per Berlusconi infatti scuole superiori e televisioni (ma non solo) sono in mano alla sinistra ...

Per non dimenticare

 

DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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