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ANDREA BOCELLI, LA MADRE, LA LEGGE CHE NON C'ERA

 

SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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Messaggi del 12/03/2015

Riforma della Costituzione approvata in seconda lettura

Riforma della Costituzione approvata in seconda lettura

Alla fine anche la Camera da il suo benestare alle riforme costituzionali. Si tratta della seconda lettura: ce ne dovranno essere cinque prima che queste diventino effettive. Il secondo giro in Camera e Senato e poi il referendum. La legge è stata approvata con 357 sì, 125 no e 7 astenuti.

A favore del ddl Boschi ha votato la maggioranza al gran completo (compresa la minoranza Pd, tranne qualche eccezione): Pd, Area Popolare, Scelta Civica e il gruppetto Popolari per l'Italia-Centro Democratico. Contrari Forza Italia, Lega Nord, Fdi-An, Alternativa libera e Sel. I deputati M5s hanno abbandonato l'aula parlando di "tentativo di rovina della Costituzione imposto con metodi fascisti". Critici i deputati dem Gianni Cuperlo, Rosy Bindi e Alfredo D'Attorre che avvertono: se non ci saranno modifiche, questo sarà l'ultimo sì.

Interessante è analizzare la situazione all'interno dei vari partiti aldilà dei voti espressi. Nel Pd sono 18 i voti che alla fine mancano. Dai tabulati emerge infatti che in 3 si sono astenuti (il lettiano Guglielmo Vaccaro, il bersaniano Carlo Galli e Angelo Capodicasa) e 15 non hanno partecipato al voto. Di questi ultimi ben 8 sono assenti giustificati: di Massimo Bray, Maria Chiara Carrozza, Ferdinando Aiello, Ezio Primo Casati, Demetrio Battaglia, Lorenzo Becattini, Vincenzo Folino e Giovanna Martelli. C'è da aggiungere anche che Francantonio Genovese non ha partecipato perché attualmente è agli arresti. Quindi i veri voti di protesta restano solo sei: Stefano Fassina Francesco Boccia, Paola Bragantini, Giuseppe Civati, Luca Pastorino e Michele Pelillo. Ma in serata arrivano le giustificazioni anche per Bragantini e Pellillo.

La linea annunciata da Silvio Berlusconi ha tenuto. Tutto il gruppo ha votato "no", rompendo la linea filo-Nazareno così come chiesto dall'ex Cavaliere. In tre hanno contravvenuto alla linea di Arcore: Gianfranco Rotondi che ha votato sì, Giuseppe Galati e Marco Martinelli che si sono astenuti. Vero è che, a dispetto di quanto ha dichiarato Berlusconi, il partito dell'ex cavaliere si è dimostrato tutt'altro che compatto sulla presa di posizione del suo leader. Dinanzi al rischio spaccatura, infatti, in Fi si è cercato di serrare i ranghi e di ricompattare la fratture. La sclerosi in cui versa il gruppo forzista è certificata sia da un documento dei verdiniani, che dice in sostanza al leader "ti abbiamo accontentato ma ora dacci la testa di Brunetta", sia da un dettaglio dei lavori d'aula. Laura Boldrini ha infatti concesso a molti azzurri di intervenire a titolo personale non per esprimere un voto contrario alla linea del gruppo, come sarebbe previsto e concesso dal regolamento, ma per manifestare un voto conforme. Una fattispecie che non esiste in nessun manuale di diritto parlamentare, che la presidente ha avallato "vista l'importanza della votazione".

Quasi nessuno si è accorto del voto (contrario) degli ex grillini di Alternativa libera, ed è andata un pò meglio a Sel ma solo per il fatto di aver spinto il pulsante del no tenendo con l'altra mano una copia della Costituzione italiana. Assenti alla votazione: Nicola Fratoianni, Celeste Costantino, Antonio Placido e Adriano Zaccagnini. Il Movimento 5 stelle non si è fatto vedere sui suoi banchi. I deputati di Beppe Grillo sono rimasti appollaiati su quell'Aventino che dal tutto esaurito iniziale è passato ad avere ampi spazi vuoti sulle sue tribune, nemmeno fosse un sedicesimo di finale di Coppa Italia. La parlamentarizzazione della battaglia alla quale i 5 Stelle si sono acconciati li ha condotti verso una scelta della quale poco o nulla rimarrà ai posteri. Così come di certo verranno presto dimenticati i voti degli onorevoli di Scelta Civica Ilaria Capua, Luciano Cimmino e Salvatore Matarrese che non hanno votato, o il loro collega Giovanni Monchieri, che si è spinto fino al pollice verso. Trasparenti anche i no di Lega e Fdi che in questo parlamento valgono poco.

Il disegno di legge prevede cambiamenti nel Titolo V della seconda parte della Costituzione (già oggetto di modifica nel 2001) e la fine del bicameralismo perfetto. Il provvedimento rappresentava, insieme alla legge elettorale, il fulcro del cosiddetto "patto del Nazareno" siglato il 19 gennaio 2014 tra il premier Matteo Renzi (allora solo segretario Pd) e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, un accordo che aveva come obiettivo quello di riformare l'assetto istituzionale del Paese e che è naufragato dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Colle. Con il ddl Boschi il Senato, ridotto a 100 componenti, avrà competenze limitate e sarà composto dai consiglieri regionali indicati dalle Regioni. Il testo prevede anche l'abolizione delle Province e una corsia preferenziale per i ddl governativi. Cambia anche il quorum per l'elezione del Capo dello Stato.

 
 
 

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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

Guardate un pò cosa riesce a dire il Berlusconi davanti a un D'Alema e un Rutelli increduli. Per Berlusconi infatti scuole superiori e televisioni (ma non solo) sono in mano alla sinistra ...

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DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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