Creato da lab79 il 05/02/2010

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Lamento

Post n°340 pubblicato il 21 Novembre 2014 da lab79
 

Il clangore dei miei pensieri ti tiene sveglia, e dall'altra parte dell'ampio deserto che è diventato il nostro letto, mi chiedi: "Cosa c'è?" Io non trovo parole con cui rispondere, sotto la luce rossa che si scorge dietro la testata del letto, come un tramonto nascosto dietro l'orizzonte lontano, che non finisce mai. Piego la testa di lato e accarezzo con lo sguardo la superficie liscia del volto di nostro figlio, che dorme. Un respiro e poi un'altro, e tra uno e l'altro mi allungo di un palmo, abbastanza per avvicinarmi a lui, e fargli una carezza. Ma non lo faccio. Nel suo mondo le notti sono oceani mansueti da attraversare, tanto che ogni tanto sorride, senza aprire gli occhi, ed io in quel mondo non ho il diritto di entrare. Come un cane mi accuccio sulla soglia, incapace di mendicare un lembo di coperta per tenere al caldo le mie pulci, e resto a guardia delle cose.

Fa tanto freddo.

Poi il sonno come una coperta ci avvolge tutti, e a modo suo ci tiene al caldo dall'inverno che inizia proprio ora, dopo tutta questa pioggia. Il lago si è ritirato dalle strade, laggiù in città, e ora dorme tranquillo ed innocente, mentre i prati quassù ghiacciano lentamente. Tu dormi, e anche lui, e per me è ora di sollevare le mie ossa in silenzio, e portarle fino a qui. Con le mani incerte riporto mio figlio nel suo letto, e lui a malapena si accomoda tra le mie braccia, intanto che cammino scalzo in direzione della sua cameretta.  Respira, respira e sogna, ti prego. Che io fra poco non sarò più qui, che devo vegliare sui sogni di altre persone, mentre i miei riposano nel cassetto, e quasi non fanno più rumore, da molto tempo.

Lament - Chet Baker

 
Rispondi al commento:
lab79
lab79 il 26/11/14 alle 04:44 via WEB
Scopro che il mio bisogno fisiologico di sonno è di troppo, e che il tempo non mi basta. Viviamo tutti e tre su tre lati differenti dell'orologio, e ci incrociamo solo per qualche ora, al limitare delle nostre veglie. Allora cerco di forzare l'orologio con le mie mani: riduco le mie ore di sonno a quattro, cinque per volta. Inseguo gli impegni di mia moglie, e quelli di mio figlio. Mi incuneo a forza nel loro quotidiano. Ma a volte non basta. A volte sono così stanco.
 
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