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TUTTO E' NORMALE

Post n°168 pubblicato il 06 Novembre 2015 da mina_1954

 

 

 

 

TUTTO E' NORMALE


......talmente normale da diventare noioso

ho chiesto.....e mi hai risposto

non ho tempo....

Neppure hai chiesto è urgente ?

Solo che non c'era tempo

poi un drin

e la mia ansia ormai era svanita

......quasi non serviva più

sentire la tua voce

sentire il tuo calore

tutto era tornato alla normalità

la realtà aveva ripreso

il suo inesorabile scorrere

come il sangue è tornato a defluire

il tempo che passa è tutto normale

il nascere ...il vivere...il morire

fa parte della vita......

ma io che parte occupo nella tua nascita ?

.......nella tua vita.....

e quando muoio dove e come muoio ?

Ma tutto è normale

....come un velo che si strappa

impigliato ad un rovo

così è per te la vita !

mi sento afferrare

usare....abbracciare.....

e nello stesso tempo allontanare....

Ma è tutto normale.


Normale come morire

perché allora non morire oggi

intanto tutto è normale...


......di Mina


Vi ripropongo una lettura

anche questa presa web...

sicuramente vi sembrerò un po funerea

ma nella nostra normale vita

c'è pure questo

forse basta solo fermarsi un'attimo....

 



Il carrettiere della morte tra leggenda

e racconto moraleggiante 


Nel 1912 apparve un brevissimo romanzo di Selma Lagerlöf (1858-1940), premio Nobel per la letteratura nel 1909, dal titolo Körkarlen (pubblicato in italiano come Il carretto fantasma, ma meglio traducibile con Il carrettiere). La scrittura della romanziera svedese è sempre stata interessata alla vita contadina del passato scandinavo, dal periodo medievale fino alla modernità, passato che emerge tramite una narrazione fiabesca, molto vicina al racconto orale e di tradizione. All'interno della produzione della Lagerlöf, Körkarlen occupa una posizione essenzialmente di secondo piano, ma pone non pochi problemi di interpretazione. 
La trama del romanzo è più o meno questa: la notte dell'ultimo giorno dell'anno la giovane Edit, militante nell'Esercito della Salvezza, è in punto di morte e chiede di parlare con David Holm. David è un alcolizzato, della cui salvezza la ragazza si è occupata senza però alcun successo. Durante la notte David sta bevendo e scherzando con alcuni amici nei pressi del cimitero. David racconta ai suoi compagni la leggenda secondo cui colui che muore allo scoccare della mezzanotte del primo giorno del nuovo anno è costretto a condurre, per i dodici mesi successivi, il carro della morte. Il carrettiere vaga per il mondo a caricare le anime dei morti per condurli verso i regni eterni. A interrompere il racconto arriva un messaggero inviato dalla giovane donna. Tra gli ubriaconi scoppia una rissa e David viene colpito. È mezzanotte e il cocchiere fantasma giunge per prelevare David, che però non è ancora morto. Il carrettiere è un amico di David, Georges, morto esattamente il Capodanno precedente, il quale conduce David davanti a episodi del suo passato. Uscito dalla prigione, nella quale era stato rinchiuso a causa di alcuni debiti, non trovò più né moglie né figli e la disperazione si impossessò di lui. Poi Georges lo conduce al capezzale di Edit e qui il racconto retrospettivo continua: nemmeno dopo aver ritrovato la sua famiglia David cambiò il proprio dissoluto stile di vita. Quindi David è condotto dall'amico presso la sua famiglia, proprio nel momento in cui la sua povera moglie sta per togliersi la vita. A questo punto David si redime veramente: la sua anima è ricondotta nel corpo e fa giusto in tempo a risvegliarsi e a correre a casa per salvare la moglie. Edit può così morire con la certezza di aver salvato un'anima. 
Fin dalla pubblicazione Körkarlen non fu assolutamente visto come il capolavoro di Selma Lagerlöf, se paragonato alle sue opere precedenti, soprattutto all'opera di esordio del 1891, Gösta Berlings saga (La saga di Gösta Berling). Nonostante questo la scrittrice svedese ha più volte affermato che questo breve romanzo è quello che gli sta maggiormente a cuore (Edström 2002: 408), un libro per il quale investì parecchie forze e al quale dedicò molto tempo. Perché tutta questa attenzione nei confronti di un fantasma ubriacone? Per rispondere a questa domanda è necessario sì analizzare criticamente il romanzo stesso, ma è anche necessario tracciare una breve storia della ricezione di questo racconto fino ai nostri giorni, passando per altre opere frutto del lavoro di artisti del calibro di Victor Sjöström e di Per Olov Enquist. 
Un'associazione sanitaria svedese contro la tubercolosi commissionò alla Lagerlöf un pamphlet che potesse raggiungere vaste fasce della cittadinanza e avere un valore preventivo. La scrittrice sosteneva questa associazione fin dalla sua fondazione (1904) e aveva un interesse personale nella lotta a questa malattia: sua sorella maggiore e suo nipote avevano avuto la tubercolosi. Decise dunque di scrivere un piccolo prontuario igienico per evitare di contrarre la malattia e per farlo utilizzò la tecnica narrativa. Edit, infatti, contrae la tubercolosi perché sta sveglia un'intera notte a rammendare la palandrana infetta di David, il quale non presta attenzione ad alcune norme sanitarie che potrebbero evitare il contagio. Lo scopo del romanzo è quindi innanzitutto di natura morale (Edström 2002: 411). Inoltre, il 1912 era stato un anno terribile per Selma Lagerlöf. Si spengono infatti suo fratello Johan, emigrato in America, e August Strindberg, al quale la scrittrice era legata da un devoto sentimento di riconoscenza come padre della moderna letteratura svedese (Edström 2002: 411). Scrivere un romanzo incentrato sulla morte è quindi anche un modo per ricordare queste persone e restare in contatto con loro. 
Körkarlen è anche l'unico racconto della Lagerlöf che abbia come oggetto del racconto il realismo sociale. Infatti, seppur quasi tutti i suoi romanzi abbiano alla base della narrazione un forte messaggio morale, essi sono quasi sempre ambientati in epoche storiche remote, lontane dalla realtà quotidiana dei lettori. 
Körkarlen non è dissimile dalle altre opere di Selma Lagerlöf nelle quali l'elemento fantastico emerge in maniera più o meno lampante. Questo racconto è però l'opera nella quale il ruolo del sovrannaturale è maggiormente dominante. Da questo punto di vista due sono le fonti di questo romanzo. Da un lato, e in modo abbastanza chiaro, Körkarlen vuole essere il Christmas Carol della Lagerlöf, dove il redento non è un ricco epulone, bensì un povero alcolizzato (Edström 1991: 98). Dall'altro la leggenda del carrettiere fantasma è la modernizzazione di un racconto orale medievale bretone, diffusosi anche in Scandinavia (Lagerroth 1963: 129). La leggenda venne raccontata alla Lagerlöf da André Bellessort, uno studioso di letteratura francese medievale (Edström 2002: 411-412). In una lettera all'amica Sophie Elkan, Selma Lagerlöf scrive che alla sera, quando si trova da sola nella propria stanza per lavorare aKörkarlen, alcune volte ha la sensazione di essere separata dal mondo dell'ultraterreno solamente da una sottile cortina (Edström 2002: 410). Questa impressione di sospensione tra mondo reale e mondo fittizio è sicuramente alla base della narrazione in Körkarlen. L'elemento fantasmagorico permette quindi alla Lagerlöf di raccontare un evento sociale e quotidiano da un punto di vista che possa essere più interessante e accattivante sia per se stessa sia per il lettore. 



arrivederci con altre eluubrazioni

di notti insonni

.....e di parole al vento...

Ciao da Mina


 

 
 
 
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Mina

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