Creato da Midnight_Raver il 21/11/2007

Negli angoli di casa

Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te...

 

Trasloco (l'ennesimo...)

Post n°393 pubblicato il 22 Giugno 2011 da Midnight_Raver

Qui:

 

Take the long way home...

 

Good bye Libero, so long and thanks for all the fish!

 
 
 

Uno sguardo indietro (e una risata)

Post n°392 pubblicato il 16 Giugno 2011 da Midnight_Raver

Nonostante viviamo insieme, io e T. spesso ci comunichiamo le cose via Facebook o mail. Questo, ovviamente, nei momenti in cui non siamo entrambi seduti in sala ognuno davanti al suo PC. Poco fa mi sono ricordata di un suo impegno (nonostante cerchi di evitarlo, non riesco a fare a meno di fargli da segretaria e se avessi io la poca attenzione che ha lui nei confronti del mondo sarei probabilmente sola come un cane. ma questa è un'altra storia). Così gli ho spedito un promemoria e per quella curiosa organizzazione dei messaggi di FB mi sono ritrovata su una pagina con tutti i messaggi scambiati tra noi dal 2008.

E ho trovato questo:

you really cannot imagine how disappointed i am. you are a great person and i feel good with you, and we have a great time together, and i ask myself more and more often why the f* i don't feel that special spark that could make everything even better. maybe it's just because you're not a rotten bastard.

Che pressapoco suona come (ah, se avessi in inglese la verve corpolalica che ho in italiano!):

non ti puoi rendere conto di quanto mi roda il culo. sei una splendida persona e sto bene con te e stiamo alla grande quando stiamo insieme e mi chiedo sempre più spesso per quale cazzo di motivo non senta quella scintilla speciale che potrebbe rendere il tutto ancora migliore. forse è solo perché non sei un fottuto bastardo.

Ecco. Da qui la risata. Ma forte. Perché a quel tempo mi piacevano i fottuti bastardi, è vero. Mi piaceva in qualche modo confermare l'idea che fossi una persona da poco, che fosse giusto e meritato venire mollata in un bar ad aspettare, venire messa a tacere di fronte al calciomercato, venire scaricata negli intervalli tra il quotidiano pellegrinaggio alla terapia intensiva, venire umiliata di fronte agli amici, schernita dietro le spalle o semplicemente caricata di colpe non mie.

Che tempo brutto, che è stato. E che fatica enorme che c'è voluta. E pure quanti soldi!!!

Ma alla fine anche una abituata agli inganni viene conquistata dalla luce, dalla sincerità, dalla franchezza (donna Camèl, se leggi non ridere!) e così "that special spark", quella scintilla speciale, non solo s'è accesa, ma ha continuato a brillare e a fare luce in tanti angoli oscuri, a fare pulizia in tanti cantucci, e forse non dovrei dirlo troppo in giro, perché l'altroieri sono andata dalla dentista per un fastidiuccio e ieri mi sono svegliata con mezza faccia da obesa sui 150 kg e l'altra mezza da me ora, con quei quattro-cinque da buttare giù ma sempre con la guancia un po' infossata per via dello zigomo pronunciato di eredità paterna. e a parte il dolore e lo stato di deliquio in cui sono caduta ieri pomeriggio e che si è prolungato fino a stamattina, oggi di ritorno dal controllo (sì mi sto sgonfiando, la mia metà faccia sinistra ha l'aspetto della donna sull'ottantina, di kg, dico) ho pure beccato la controllora sull'autobus e mi sono presa una bella multa di 6mila fiorini perché la macchinetta alla fermata era rotta e non avevo potuto comprare il biglietto. ecco, forse non dovrei dirlo troppo in giro che sono felice, ma in fondo chissenefrega, io lo dico lo stesso.

 
 
 

Perché non ci sarò

Post n°391 pubblicato il 08 Giugno 2011 da Midnight_Raver

Quando ho guardato per la prima volta il prezzo dei biglietti sul sito della compagnia low cost che mi permette di tornare a Roma quasi ogni volta che me ne salta l'uzzolo, se ne poteva ancora parlare. E forse avrei dovuto prenotarli, i biglietti, ma alla fine non l'ho fatto.

Quando sono tornata a controllare, dopo aver dilapidato notevoli sostanze nell'ultimo viaggio tra biglietti aerei e di treno, vestimenta matrimoniali (nono, non quelle bianche, quelle da sorella maggiore dello sposo, e al solito mi sono commossa) e contributo alla famiglia in formazione, la situazione era decisamente cambiata, e quello che si sarebbe potuto fare è diventato qualcosa che si sarebbe voluto, e senza troppi rimorsi ho premuto il tasto home e me ne sono tornata a googlare tipologie di condensatori.

Così, questa domenica non varcherò la soglia della mia scuola media chiedendomi per l'ennesima volta che fine abbia fatto il mio unico quadro a olio di un pomeriggio di pioggia copiato da una delle cartoline della serie di roma sparita, esposto per tutta l'estate a beneficio dei ragni e delle falene e sparito a settembre della quarta ginnasio, quando invano lo ero andato a reclamare.

Devo dirlo, un po' mi dispiace. Sono solo due i buchi nella mia tessera elettorale, e di entrambi non mi pento, di questo, un poco, sì.

Ma. (C'è sempre un ma nell'esposizione difensiva)

Ma, appunto. Sono tornata l'anno scorso, anzi 14 mesi fa, decisa a esprimere la mia scelta per la mia regione di residenza. E sappiamo come è finita. Ricordo la rabbia sull'aereo, e l'amarezza pure ricordo. La sensazione di non riconoscersi, di non essere parte del tessuto, una cellula estranea. Adesso sono passati 14 mesi, e sono successe cose importanti. E proprio mentre guardavo le proiezioni e poi i dati delle ultime amministrative pensavo che magari, chissà, non dovrebbe esserci bisogno che chi ha scelto deliberatamente di andarsene debba prendersi la briga di tornare per difendere i diritti e il futuro di quelli che sono restati.

Se non sono capaci da soli... beh, allora vuol dire che la scelta deliberata è stata veramente la più giusta.

E se sono capaci... beh, allora vuol dire che non tutto è perduto e che un giorno, chissà, si potrà tornare e guardarsi intorno con un sorriso.

 
 
 

Welcome 2 my life

Post n°390 pubblicato il 26 Maggio 2011 da Midnight_Raver

Non ti aspettavi nulla di ciò che sarebbe avvenuto, ma aprivi la tua porta cedendo il passo con un sorriso grande. Non ti aspettavi di ridere sotto le stelle, non ti aspettavi di filmarmi ballare, né di stropicciarmi i capelli come il pelo folto di un bastardo fedele. Non ti aspettavi di proteggere il tuo cibo dai miei sguardi famelici a kebab trangugiato. Non ti aspettavi le coincidenze, le anticipazioni, la perfetta sincronia dei pensieri. Così come non ti aspettavi, e chi lo farebbe, i miei momenti di sanguinolento dolore, le mie croste che sembravano non voler cedere alla pelle nuova che premeva da sotto. Non ti aspettavi, e come avresti potuto, il susseguirsi di colpi feroci al ventre, alla mandibola, alle reni. Non pensavi ti avrebbero assalito, picchiato e derubato. E infatti non è successo, a guardarci i corpi integri e smagriti. Non ti aspettavi il gioco di squadra, l'armonia dei passi e le piroette improvvise. Non ti aspettavi una continua altalena. Ma ci stiamo seduti sopra sullo stesso seggiolino, come due gemelli eterozigoti a cinque anni in un parco giochi: stretti uno a fianco all'altro, tenendoci per mano, mentre l'oscillazione ci toglie il respiro e ci gridiamo nel vento: "Dopo questa però andiamo a costruire un'astronave di sabbia, vero?".

 

 

 
 
 

Tornare a casa

Post n°389 pubblicato il 20 Maggio 2011 da Midnight_Raver

Quando vivi in un altro paese, in qualsiasi direzione tu voli stai sempre tornando a casa. È casa quella di ora e quella di allora, e ti senti accolta in entrambe, per diversi motivi.

È casa quella, che strozza il respiro già sotto il sole di maggio, quella di polvere  e pacchetti di sigarette vuoti ai margini delle strade, delle scatole dei test di gravidanza incastrate nelle griglie delle caditoie (e sì, l'ho guardato sulla wiki come si chiamano), quella delle notizie gridate da un balcone all'altro, delle parentele, degli intricati vincoli e della lingua madre.

Ed è casa questa, che d'inverno ti gela le ossa e ti fa rimpiangere il sole di quelle giornate terse di febbraio, con le labbra tagliate dalla tramontana, quella delle poche amicizie e della lingua strana che vorrei svegliarmi un giorno e zac! saperla capire, saperla parlare, e di quell'altra lingua che mi è sempre più familiare, tanto che la confondo con la mia e a volte faccio degli errori, quegli errori che faceva mia zia quando tornava ogni due anni dall'America, quella grandiosa e potente tutto e niente il bene e il male (cit., se occorre dirlo), e quasi rido di me, di quando dico stampa per timbro, di quando borbotto goddamit! quando non trovo qualcosa, l'America della gente che perde la casa, l'America degli innocenti nel braccio della morte, l'america del crack e dell'AIDS, quella sotto la superficie patinata dei film hollywoodiani, l'america dell'emarginazione e delle patate fritte addizionate di vitamina D...

Non so perché mi sia venuta questa tirata sull'america, ma è una vita che non scrivo e mi si potrà perdonare. Si parlava di casa. E della strana proprietà commutativa che fa sì che in circa un'ora e mezza casa sia questa, con mia sorella nel letto di sotto che mi fa ricordare quando era bambina, e adesso afferra bouquet ai matrimoni, casa è questa di cui conosco ogni spigolo, in cui so come avanzare senza quasi produrre suono fino alla stanza, dove so mettermi il pigiama in altrettanto silenzio e salire con agile mossa sul letto di sopra senza svegliare nessuno. Ed è casa anche quella, dove il pavimento trema quando passa il filobus e le strade di notte sono piene di fantasmi, dove chi mi dorme pelle a pelle è il più bel regalo che potessi aspettarmi dalla vita.

Tornare a casa, in questo modo, porta con sé un sorriso e una lacrima. E credo che sarà sempre così. Che vedrò la vita di là andare avanti, anzi me la sentirò raccontare, e vivrò la vita di qua con tutte le cose straordinarie e i posti dove non avrei mai pensato di finire, e le persone, così diverse, e il mondo (e il cervello) che si apre. E tutto sommato, ha il suo bello poter prendere un volo a caso e dire "Torno a casa".

 
 
 
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evviva le scintille speciali...quelle veramente...
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Hi hi hi. Rido? Sorrido compiaciuta di te :-)
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Qualche capace c'è, ma gli è che l'incapaci...
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i tuoi amici sono ufficialmente residenti, io non ancora...
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