Creato da Eva_8 il 08/02/2007

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Per chi...

Post n°423 pubblicato il 07 Marzo 2008 da Eva_8
 

...crede che l'8 marzo sia qualcosa di più che una cena tra amiche...

le parole di Tilde:

"

Ecco che arriva,puntuale,ogni anno, come un tormentone ..l’8 marzo, la festa della donna!.....

Certo ! ritorna anche la festa della mamma, quella del papà, San Valentino per gli innamorati…e via festeggiando…Ma queste non mi toccano, non mi turbano :appartengono all’universo dei consumi nel quale oggi, volenti o nolenti, tutti siamo coinvolti.

Ma l’8 marzo è un’altra cosa, è un appuntamento di tutt’altra natura, di tutt’altra origine : è una data fondamentale della storia che le donne si sono costruite, da sé, attraverso un faticoso cammino per la conquista dei loro diritti di cittadinanza.

Da anni,dalla fine della seconda guerra mondiale, La Giornata internazionale di lotta e di festa della donna- questa è la definizione corretta dell’8 marzo- le donne della sinistra ,sollecitate soprattutto dall’Udi (Unione donne italiane) e dai sindacati scendono nelle piazze di tutta Italia ( e molte convergono a Roma) per porre all’attenzione dell’opinione pubblica e dei governanti i problemi urgenti da affrontare per cambiare la loro condizione, per emanciparsi, per uscire cioè  dallo stato di soggezione in cui le tiene la società degli uomini, in seguito definita patriarcale e maschilista. Via via la schiera delle donne si ingrossa: casalinghe, operaie,impiegate,insegnanti…quale che sia la classe a cui appartengono.  Come segno di riconoscimento giovani,adulte,anziane si adornano con la mimosa,un fiore povero che ai primi di marzo si poteva raccogliere facilmente sugli alberi (oggi un ramoscello viene venduto a caro prezzo).Ma negli anni ’50 celebrare l’8 marzo non era un evento pacifico e scontato : le donne erano controllate dalla polizia se esponevano banchetti con la mimosa, se vendevano “Noi donne” e spesso portate in carcere per essere poi rilasciate per l’insussistenza di reato. E intanto nelle assemblee le dirigenti raccontavano le origini storiche di questo appuntamento annuale per riproporne il significato di lotta e sollecitare le donne a farsi esse stesse protagoniste della politica per cambiare la società. Le origini della giornata la raccontavano così :Nel 1910 a Copenaghen ,Clara Zetkin,socialista e  fondatrice della rivista “La libertà” ,istituì la giornata della donna per ricordare la tragedia di alcune operaie morte in un incendio in America due anni prima ,nel 1908,perché avevano osato fare sciopero e il padrone le aveva chiuse a chiave in fabbrica.

Ma non mancava la festa : cene con lunghe tavolate di sole donne- cosa non così consueta all’epoca – mostre ,premi letterari, feste danzanti elezioni di miss Primavera così via.

La giornata della donna ,prima considerata appannaggio ed esclusiva dell’Udi e inizialmente snobbata o contestata fu poi condivisa anche dalle femministe agli inizi degli anni ’70 sia pure con contenuti e modalità molto diverse essendo la liberazione sessuale il motivo centrale del movimento. “Donna è bello!” “L’utero è mio e lo gestisco io” “Non c’è liberazione della donna  senza rivoluzione,non c’è rivoluzione senza liberazione della donna” e così via. Questi slogan e tanti altri  gridati sulle piazze durante le gioiose manifestazioni che prevedevano anche  girotondi ,teatro di strada,parodie di canzoni apparvero per molti come uno scandalo, ma misero a nudo  temi che non avevano ancora trovato parole nelle rivendicazioni delle donne.

Quanto alla storia delle origini , le femministe ripresero la stessa che veniva proposta dall’Udi, senza colpo ferire.

Era come se l’Udi desse rilevanza alla tradizione storica che legittimava il ritorno annuale delle donne sulle piazze e, riferendosi a quella tragedia sul lavoro ,simbolo dell’oppressione femminile, riproponesse la necessità della lotta. Uno slogan ,fra i tanti, che veniva gridato durante le manifestazioni attraverso gli anni  ,recitava così: “Donna,donna, donna, non smetter di lottare,tutta la vita deve cambiare!...”

Le femministe più estrose e creative nelle forme, sembravano più immerse nel presente ,interessate a denunciare con forza la responsabilità delle istituzioni nel perpetrare l’oppressione femminile. Il fantoccio del patriarcato portato in giro per le vie di Roma l’8marzo del 1976  dal collettivo Pompeo Magno del Movimento femminista romano,riassumeva ironicamente e senza sconti l’idea di società contro cui bisognava pacificamente,ma senza tregua, combattere.

Poi,nel tempo i due rami del movimento si incontrarono e insieme raccolsero le trecentomila firme  per presentare la legge di iniziativa popolare sulla violenza contro le donne. Uno slogan cementò l’intesa ed aveva un grande significato politico :”Le donne con le donne possono”.

Poi venne il riflusso: erano gli anni 80. Le stesse donne a lungo impegnate cominciarono ad occuparsi d’altro e quando tornava l’8 marzo molte cominciavano a chiedersi se non era il caso di mollarlo.

Proprio quando le istituzioni cominciavano a celebrare la data, i ristoranti a proporre le cene, mentre mimose che presto appassivano, venivano vendute agli angoli delle strade dai primi extracomunitari come gli accendini e i fazzoletti di carta.

Fu allora,nel 1985, che alla sottoscritta e alla sua amica Marisa Ombra,venne l’idea di studiare la storia di questa giornata,per saperne qualcosa di più prima di mollarla.  Fu una ricerca e uno studio che durò due anni, una ricerca che sembrò un’indagine poliziesca piena di sorprese.

La prima sorpresa fu lo scoprire che la storia di Clara Zetkin,delle operaie chiuse a chiave, dell’incendio era un falso storico, un mito proposto in Italia non si sa bene da chi ,alla fine degli anni ’40, mentre in altri Paesi d’Europa e d’America l’8 marzo veniva sì festeggiato, ma quanto alle origini, in ogni Paese si raccontava una storia diversa.

Dunque la storia della giornata era molto più complessa di quanto pensassimo.

E cioè: già da anni ,dagli inizi del ‘900, ma probabilmente anche a fine 800 (perché per esempio in Inghilterra a quell’epoca c’era già il movimento suffragista ) qua e là si svolgevano giornate della donna.

Clara Zetkin realmente propose nel 1910 di unificare le giornate, di fissare una data unica e di mettere a tema il diritto di voto alle donne.

Ma non se ne fece niente perché i socialisti su questo argomento erano molto divisi. Quindi né fu scelta la data, né si scelse un evento da commemorare.

Poi venne la guerra –quella del ’15-’18- che sconvolse tutta l’Europa,Russia compresa,la Russia degli Zar.

Disastri ovunque. Ma fu proprio in Russia che nell’inverno  del 1917 le donne strette dal freddo,dalla fame,dall’assenza di mariti e figli spediti in guerra, il giorno 23 febbraio del 1917 ,scesero in massa nelle piazze di Pietroburgo con accese manifestazioni di protesta contro lo Zar.

Fu l’anteprima della grande rivoluzione russa.

Nel 1920 Clara Zetkin è sempre sulla breccia,a capo del Segretariato per le donne istituito all’interno della III Internazionale comunista.

Il 14 giugno 1921 si riunisce e a Mosca la seconda conferenza delle donne comuniste che si conclude con questa dichiarazione

“La Conferenza adotta la data dell’8 marzo  come giornata internazionale dell’operaia,giorno della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo”

La protesta di Pietroburgo era avvenuta il 23 febbraio secondo il calendario giuliano vigente allora in Russia. In Occidente corrispondeva all’8 marzo.

Chiara dunque l’origine comunista e operaia della giornata della donna:chiaro che l’evento ispiratore viene dalla Russia sovietica ,non dall’America capitalista.

Perché allora in Italia si era diffusa la vicenda delle povere operaie uccise in un incendio in America ?

Il perché vero non riuscimmo a saperlo anche interrogando illustri rappresentanti del PCI ; a riguardo nessuno sapeva dirlo.

Solo per ragionamento politico Marisa Ombra ed io pensammo che l’intento dell’Udi e,più in generale del movimento di emancipazione  e del movimento  operaio, di aggregare tutte le donne, a prescindere dalle classi,dalle appartenenze politiche e religiose,  mal si combinava con un evento certamente importante – come la rivolta delle donne di Pietroburgo- ma di chiara matrice sovietica.

Nacque così – per partenogenesi?- il mito fondativo della giornata ispirato alle vittime dell’incendio, che poteva andar bene per tutti.

Nel 1997,all’uscita del libro cui demmo questo titolo “ 8 marzo: storie,miti e riti della giornata internazionale della donna” tutta la stampa nazionale ne parlò chi con stupore,chi con sdegno, chi con scandalo.

Si disse che volevamo cancellare l’8 marzo… pareva che a uccidere le donne fossimo state noi…Controbattemmo sulla stampa, ma il mito rimase. Sono passati vent’anni e la gente continua a chiederci “com’era quella storia delle donne?” E anche se diamo una risposta pacata e articolata,non serve! E’ tanto più facile ricordare il santino con le fiamme e le donne che cadono bruciate….

E quest’anno ci sono donne d’intelletto che stanno celebrando il centenario dell’8 marzo! Sempre pensando alle povere donne morte nell’incendio.  

E allora perché l’8 marzo per me è un tormentone?

Non certo perché non ci hanno creduto: storiche di chiara fama hanno commentato positivamente il nostro libro. Il problema è un altro.

Per noi la scoperta della complessità della storia non è stata una delusione, ma, al contrario, la scoperta di un semplice dato di fatto  E un fatto positivo! Si tratta di una vicenda che mette in luce l’energia,la fatica, la costanza,la dedizione delle donne di tanti Paesi di volere essere riconosciute come soggetti politici, nonostante la pressione costante del potere maschilista che attraversa i secoli;nonostante le interruzioni o le cancellazioni delle conquiste per via delle guerre, delle catastrofi naturali e sociali, delle scoperte scientifiche e delle  opposizioni politiche e religiose .

Non è un caso che il movimento delle donne è stato sempre un movimento carsico perché a un certo punto  le generazioni si stancano e lasciano il campo. Ma poi ritornano. La storia dell’8 marzo ci invita a un ritorno in campo,interpella la nostra coscienza di donne libere.

Certo che versare una lacrima sulle povere vittime e poi andare a cena con una mimosa all’occhiello è molto più facile.

Genova,5  marzo 2008                                 Tilde Capomazza *

  • T.C. è una regista tv della Rai in pensione.

  • Ha scritto con Marisa Ombra un libro citato nel testo e realizzato un video sullo stesso argomento

  • Nel 1975 ha fondato con un gruppo di intellettuali femministe la rivista DWF

  • Negli anni dal 77 all’81 diresse un programma settimanale dal titolo “Si dice donna” che fece conoscere al pubblico della rete due idee, iniziative,produzioni culturali del femminismo.

  • A Genova ha realizzato con Marisa Bellenzier un video dal titolo “Una donna ,una città Santa Caterina da Genova” (2004)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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>> TAGS: 8 MARZO, DONNA su PAPERE E PANNOCCHIE
Ricevuto in data 09/03/08 @ 08:39
Tags: 8 Marzo, Donna 07-03-2008 - 14:39Per chi... ...crede che l'8 marzo sia qualcosa di più che ...

 
Commenti al Post:
scugnizza63
scugnizza63 il 07/03/08 alle 19:26 via WEB
buona festa delle donne
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 15:33 via WEB
Grazie...Un bacione, ragazze! Eva
 
stelladanzanteforeve
stelladanzanteforeve il 08/03/08 alle 12:59 via WEB
è molto interessante Eva, grazie per averlo condiviso con noi! ^_^
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 15:36 via WEB
E' bello sapere che queste ricerche vengono aprezzate, un sorriso Marie. Eva
 
Zucchero_filato
Zucchero_filato il 08/03/08 alle 15:22 via WEB
Una --<--<@ e un sorriso Sandra... per oggi e per ogni giorno. Buon w.e., Piero ;o)
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 15:40 via WEB
Ciao Piero, un grande abbraccio a Te.. Eva
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 09/03/08 alle 08:57 via WEB
PUBBLICATO SU PAPERE E PANNOCCHIE
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 15:42 via WEB
:) grazie Mauro Eva
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 09/03/08 alle 09:06 via WEB
PUBBLICATO SUL BLOG DEL GIORNO
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 09/03/08 alle 09:11 via WEB
PUBBLICATO NEL BLOG http://blog.libero.it/yellowwomans/
 
marea14
marea14 il 09/03/08 alle 12:58 via WEB
È vero, anche se pure io nel mio blog ho parlato di “centenario”, non è esatto dire che l’otto marzo compie cento anni, perché so che sono state fatte molte ricerche e sembra che la vicenda dell’industria Cotton non abbia effettivamente trovato un riscontro storico in quanto non è stato rinvenuto alcun documento che supporti questa ipotesi. Una delle ipotesi che viene avanzata è proprio quella dello sciopero di San Pietroburgo, ma ce ne sono anche altre.
In sintesi l’episodio che ha dato vita alla celebrazione dell’otto marzo è abbastanza controverso.
Quello che è certo è che l’otto marzo è stato indetto per una celebrazione legata alle condizioni di sofferenza delle donne: giornata di lotta e di riappropriazione della vita. Il significato, perciò, della ricorrenza dell’otto marzo non cambia … ed è questa la cosa – al di là della verità storica che pure è importante - che conta di più.
Per quanto riguarda le cene io direi che il problema non sono le cene con le amiche ma quello che si ha nel cuore, le azioni che ognuna di noi compie nella quotidianità, la coscienza che c’è ancora molta strada da percorrere, la partecipazione e l’impegno alle nostre lotte …
Ciao, buona domenica
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 15:39 via WEB
Sono pienamente d'accordo con te, cara Marea, ho tirato in ballo la cena un po' per provocare :) l'impegno deve continuare proprio perchè non c'è molta coscienza delle motivazioni della giornata. Buona settimana, Eva
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 10/03/08 alle 04:39 via WEB
Buon lunedì ed inizio settimana. Mauro
 
 
Eva_8
Eva_8 il 10/03/08 alle 17:04 via WEB
:) grazie il lunedì è sempre un po' in salita, vero? :) in bocca al lupo anche a te :) Eva
 
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