Creato da cuorejuventino2 il 10/01/2009

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Formula 1 - Giallo Vettel, Alonso campione del mondo?

Post n°1176 pubblicato il 28 Novembre 2012 da cuorejuventino2

Il mondiale non è ancora finito. Forse. Un video conferma almeno due sorpassi del campione del mondo Sebastian Vettel in regime di bandiere gialle in pista. Il tedesco avrebbe superato De la Rosa, Kobayashi e Vergne in situazioni abbastanza al limite. La Red Bull rischia 20” di penalizzazione

C’è uno strano silenzio attorno ai fatti del Brasile, a quelle bandiere gialle sbandierate, a quei segnali inviati al pilota (Vettel) e quei sorpassi, tre, al limite del regolamento. Ne parlano tutti e non ne parla nessuno. Eppure le cose sembrano essere chiare: c’è più di un video, ci sono spie accese nel volante del tre volte campione del mondo, ci sono accelerate e sorpassi vietati. Semplice dire, per un esperto e addetto ai lavori, se Vettel ha in effetti commesso irregolarità o meno. Il silenzio più inspiegabile e assordante arriva, per il momento, da Maranello. È vero, la Scuderia ha tempo fino a venerdì per impugnare il risultato della gara, ma la mancanza di una vera e propria presa di posizione, a oltre 48 ore dal Gran Premio di Interlagos, proprio in questo momento in cui sto scrivendo, sorprende. Fernando Alonso, vice campione del mondo proprio a causa di questi sorpassi, lancia una frecciatina attraverso il suo contatto Twitter: “Faccio della legge corretta e rispettata il mio miracolo”, il Cavallino Rampante, forse, sta analizzando le immagini e riflettendo sul miglior modo di comportarsi.

Sono tre i sorpassi incriminati. Nel primo Sebastian Vettel si sbarazza della HRT di Pedro de la Rosa appena pochi metri prima dell’ingresso nella zona sottoposta a regime di bandiera gialla. Difficile, anche con fermo immagine, valutare e confermare l’effettiva regolarità della manovra del tedesco. Ben più chiara la seconda azione dubbia di Vettel, stavolta ai danni della Sauber diKamui Kobayashi. A differenza di quanto fatto con de la Rosa, il pilota Red Bull supera il giapponese in piena zona gialla, all’ingresso del tratto regolare, con bandiera verde. Si vede chiaramente lampeggiare la luce gialla, si vede la spia di avviso nel volante accesa.

La situazione più discussa e presa in considerazione è quella del sorpasso ai danni della Toro Rosso di Vergne. In questo caso poi subentrano ulteriori dubbi sull’atteggiamento estremamente passivo e arrendevole dei piloti del team “cugino” della Red Bull. Vettel supera Vergne in zona di bandiera gialla e parecchi metri prima di incrociare il segnale verde. In questo caso, e a fermo immagine o manovra rallentata, alcuni hanno fatto notare la presenza di un commissario con bandiera verde in mano sulla destra del tracciato (darebbe ragione a Vettel). Altri hanno invece tirato in ballo l’importanza dei segnali elettronici, attivati direttamente dai vertici FIA impegnati nella valutazione dei vari momenti della corsa. Anche nel caso di Vergne, le spie luminose gialle presenti sul volante del tedesco risultano accese, a conferma del divieto assoluto di sorpasso alla frenata della “esse” Senna. All’ingresso della curva 3 la situazione è sempre di “caution period”. La manovra incriminata arriva sul rettifilo che porta alla curva 4 con Vettel che supera Vergne prima di raggiungere il pannello verde acceso sulla sinistra e con spie gialle del volante attivate. Quindi in zona di divieto di sorpasso.

A una prima lettura dei fatti possiamo dire di trovarci dinanzi a una manovra rischiosa ma regolare, quella ai danni di De la Rosa, e due molto dubbie, sicuramente al limite: quelli su Kobayashi e Vergne. Due rischi corsi dal tedesco in modo totalmente gratuito, soprattutto quello ai danni di Vergne.Perché rischiare tre azioni simili, nella gara più importante dell’anno e con più di mezzo titolo in tasca? Irregolari o meno, questi sorpassi giocano sicuramente a sfavore di Sebastian Vettel, pilota bravissimo, talento unico, ma ancora vittima di improvvisi e importanti colpi di testa da pressione. In caso di sorpasso con bandiera gialla, Vettel avrebbe dovuto scontare un drive through, ovvero un passaggio a velocità ridotta dai box. Cosa che sicuramente avrebbe aiutato Fernando Alonso. A gara conclusa invece la penalità inflitta a Vettel sarebbe di 20” con una retrocessione all’ottavo posto. Per questo in tanti chiedono alla Ferrari di fare ricorso e spingere il suo pilota verso il terzo titolo mondiale. La Rossa, da parte sua, ha detto di non voler impugnare i risultati della gara. Questo fino a ieri. Un’analisi più approfondita dei fatti potrebbe anche far cambiare idea agli uomini in rosso. A voler far rispettare le leggi è Fernando Alonso con quel twitt che non lascia spazio a interpretazioni. E potrebbe essere la FIA, autorizzata a intervenire d’ufficio, anche senza denuncia dei team, per fare chiarezza.

La Ferrari interverrà solo se sicura di vincere. Difficile digerire un ulteriore schiaffo. La FIA, a differenza del mondo del calcio, può intervenire direttamente sul risultato di una gara e la Ferrari ha tempo fino a venerdì per riunire tecnici e avvocati. Anche in Red Bull si tende a non mostrare visi pallidi e preoccupati. Il team continua nel suo festeggiamento per il terzo iride di Vettel e pensa al futuro. Alla Ferrari la possibilità di mantenere, per poco, aperto il mondiale.

 
 
 

QUESTO É UN SCHERZO....

Post n°1175 pubblicato il 28 Novembre 2012 da cuorejuventino2

Juve, multa da 10000 euro per un coro razzista

Solo 4 mila euro di multa, invece, per il Milan dopo che i tifosi rossoneri avevano esposto uno striscione ingiurioso nei confronti di Pessotto

Juve, multa da 10000 euro per un coro razzista© Foto Pegaso
TORINO - Gianpaolo Tosel, giudice sportivo di serie A, in merito alla gara di domenica sera contro il Milan ha inflitto un'ammenda di 10 mila euro alla Juventus per "avere suoi sostenitori, all'8' del primo tempo, rivolto ad un calciatore della squadra avversaria un coro costituente espressione di discriminazione razziale; entità della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere a) e b) e comma 2 CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza".

STRISCIONE PESSOTTO, MULTATO IL MILAN - Ammenda anche per il Milan. La società rossonera è stata multata di 4 mila euro perché i tifosi hanno esposto domenica sera uno striscione contro Pessotto durante la gara contro la Juve. Il giudice sportivo di serie A, Gianpaolo Tosel, ha motivato così la sanzione: "per avere suoi sostenitori, nel corso del primo tempo, esposto due striscioni dal tenore ingiurioso nei confronti di un dirigente della squadra avversaria".

 
 
 

Preso dalla pagina: LA DIVINA JUVENTUS

Post n°1174 pubblicato il 27 Novembre 2012 da cuorejuventino2

Parole Bianconere
Riflessioni di uno Juventino ferito
Questa notte ho fatto un lungo sogno.   Ho sognato che ero sugli spalti del “Franchi” e la Juve aveva vinto a Siena 3-0 con reti di Trezeguet, Vieira e...

Questa notte ho fatto un lungo sogno.

 

 
Ho sognato che ero sugli spalti del “Franchi” e la Juve aveva vinto a Siena 3-0 con reti di Trezeguet, Vieira e Mutu e si stava avvicinando al ventinovesimo scudetto.
Ho sognato che tornavo a casa ed alcuni giornalisti, soprattutto uno con gli occhiali, Mentana, parlavano d’intercettazioni clamorose che avrebbero coinvolto un grande dirigente del mondo del calcio.
Ho sognato che il giorno seguente, in una trasmissione chiamata Matrix, alcuni giornalisti, tra cui uno della Rosea particolarmente accanito, accusavano questo importante dirigente di telefonare ad arbitri ed assistenti per favorire la sua squadra. Il dirigente era il mio amico Luciano Moggi e la squadra era la mia Juventus.
“Strano”, ragionavo nel sogno, “ho assistito personalmente, molto spesso, a telefonate tra dirigenti calcistici e tesserati AIA, e posso accertare e giurare sui miei figli che tutti telefonavano, non solo il mio amico Luciano”
Ho sognato che uno dei due fratellini americani, quello più alto, diceva: “Siamo vicini alla squadra ma non alla dirigenza”.
Ho sognato che vincevamo a Bari lo scudetto numero 29, mentre stavamo piangendo, in attesa di una triste storia che ci avrebbe coinvolto.
Ho sognato il mio amico Luciano che assisteva alla partita di Bari rinchiuso in uno sgabuzzino, insieme a Foti e Giraudo, come uno dei peggiori lebbrosi della storia.

 

 
Ho sognato che qualcuno chiedeva la retrocessione in B per la mia squadra del cuore e che il mio amico Luciano Moggi veniva accusato di essere il capo di una “associazione a delinquere”.
Ho sognato che ci venivano presentati i quattro nuovi dirigenti juventini: il Signor Cobolli, Il Signor Gigli, il Signor Blanc e il Signor Secco. Mi chiedevo nel sogno: “Chi Secco? Quello che andava a prenotare gli alberghi per la squadra?”
Speravo di svegliarmi ma il sogno continuava, imperterrito, senza pietà.
Ho sognato che uno strano avvocato del Foro di Torino chiedeva per Juve la retrocessione in B con penalizzazione.
Ho sognato che veniva immediatamente accontentato: Juve in B con -17 punti. Ma la cosa più grave è che le venivano tolti gli ultimi due scudetti, uno vinto con 91 punti, record di tutti i tempi.
Ho sognato che un signore dal nome banale, Rossi, decideva di regalare il nostro scudetto alla sua squadra del cuore: l’Inter. “Sono il Presidente della Federazione e decido secondo le regole”, affermava.
Ho sognato che gli scrivevo immediatamente una bella letterina di “complimenti”, dove gli chiedevo dove fossero finite le telefonate del “suo bel Facchetti”, che io avevo ascoltato personalmente. Chiaramente nessuna risposta.
Ho sognato che il mio amico Luciano si beccava cinque anni di squalifica, in attesa della radiazione.
Ho sognato che il Presidente Moratti mostrava a tutto il mondo, orgoglioso, lo scudetto di cartone, scucito dalle nostre maglie da un bel nugolo di mattacchioni.
Ho sognato che andavo a Monticiano a trovare il mio amico Luciano, trovandolo distrutto, seduto su una poltrona. Cercavo di tirarlo su di morale con qualche “cavolata”. Ci riuscivo sempre, stavolta no. Aveva un sussulto solo quando gli confidavo che anche il “bel Facchetti” telefonava ai miei amici del settore arbitrale. Glielo giuravo sui miei figli.
Ho sognato che ripartivo da Monticiano, in tarda notte, convinto che il Direttore avrebbe reagito.
Ho sognato che la Juve faceva ricorso al Tar: “meno male”, pensavo nel sogno, “almeno il campionato non ripartirà ed avremo giustizia”.
Ho sognato che un dirigente juventino, non ricordo se Cobolli o Gigli, annunciava il ritiro del ricorso, perché era stato convinto da un giornalista del Corriere dello Sport, tale Vocalelli, felice per l’ingresso in Champions della sua Roma.
Ho sognato che andavamo a giocare a Rimini la prima di campionato di Serie B con un polsino tricolore al polso.
Ho sognato che mi arrivavano, quel giorno, sul telefono, decine di sms di tifosi interisti, che preferisco dimenticare.
Ho sognato che la Juve pareggiava a stento e che la domenica successiva avremmo lasciato il polsino a casa, perché un dirigente juventino, non ricordo se Cobolli o Gigli, era stato minacciato dalla Federazione Inter Gioco Calcio.
Ho sognato che iniziavano anni di dolore calcistico insopportabili, mentre i Cartonati collezionavano “vittorie” su tutti i campi, grazie ai nostri giocatori Ibra e Vieira e alla mancanza di concorrenza.
Speravo di svegliarmi: niente da fare. La notte era ancora lunga.

 

 
Ecco la parte più atroce del sogno. Ho sognato che il mio nome veniva sbattuto su tutti i giornali per delle intercettazioni con il mio amico Luciano, nelle quali parlavamo, come sempre, “del più e del meno”. Mi ricordavo, nel sogno, che non facevo parte del mondo del calcio. Incredibile!
Ho sognato che iniziava il Processo di Napoli a Luciano ed ai miei amici dell’AIA, accusati di “associazione a delinquere”.
Ho sognato che il Giudice, una donna, capiva subito che si trattava di una ridicola farsa, destinata comunque a costare al nostro governo un mucchio di soldi.
Ho sognato che i due PM cercavano di ricusarla: inutilmente.
Ho sognato che i cartonati continuavano a “vincere”, ed il suo Presidente continuava a ricordare Calciopoli, “quel rigore di Ronaldo” ed “una certa banda di malfattori”.
Speravo nel sogno che Luciano avesse il televisore spento.
Ho sognato che, come d’incanto, spuntavano finalmente anche le telefonate del “bel Facchetti”. Nel sogno arrivavo a commuovermi: avevo ragione!
Ho sognato che i quattro dirigenti juventini facevano le valigie e se ne andavano: “era l’ora!”, pensavo nel sogno.

 

 
Ho sognato che arrivava un nuovo dirigente juventino, un vero Agnelli, che di nome faceva Andrea e che non voleva essere preso per i fondelli da nessuno. Era incazzato perché avevano osato mettere in dubbio tutto quello che suo padre Umberto aveva vinto, sul campo.
Ho sognato che partivano ricorsi di tutti i tipi, in ogni direzione, il giovane non scherzava.
Ho sognato che i cartonati si salvavano grazie ad una prescrizione, e ne andavano pure fieri.
Ho sognato che veniva radiato il Direttore, grazie ad una nuova norma calcistica inventata ad arte.
Ho sognato che il Processo di Napoli proseguiva senza però i PM titolari, che erano passati ad altri mestieri. Tutto quanto era sempre più ridicolo, in aula mancavano solo il Grande Totò, Lino Banfi e quattro pizze Capricciose per completare l’opera.
Nel sogno per la prima volta ridevo, sperando però di svegliarmi prima possibile.
Ho sognato che i cartonati erano rientrati nel loro “habitat naturale”, nella seconda colonna della classifica, licenziando allenatori come le Patatine Pai, uno che tirava l’altro. “Adesso vi riconosco”, pensavo nel sogno.
Ho sognato che arrivava il giorno della sentenza di Luciano e che veniva condannato: Associazione a delinquere!
Meno male che il giudice donna sembrava dalla parte nostra!
“La farsa deve continuare”, pensavo tristemente.

 
Ho sognato che Andrea e Conte stavano riportando la Juve sul tetto d’Italia, ed ero sorpreso, perché purtroppo noi juventini non eravamo più abituati alla gloria, ma solo alla polvere e alla bile.
Improvvisamente un urlo mi sveglia. Sono sudato fradicio, con il terrore negli occhi.
E’ mio figlio di sette anni; è nato l’anno precedente dell’inizio del mio sogno, 2006: “Ma quanto è cresciuto?”, mi chiedo, e, soprattutto, “Ma quanto ho dormito?”
Sta urlando di gioia e mi grida: “Babbo, siamo campioni d’Italia!!”.
Guardo immediatamente la tv e vedo Antonio Conte che abbraccia giocatori che non conosco con la maglia bianconera. “Ma dove sono Ibra, Trezeguet, Thuram..?”, chiedo a mio figlio.
“Non lo so babbo. Questi sono i nostri campioni: Vucinic, Vidal, Pirlo, Barzagli…”
Lo abbraccio di slancio, arrivando a commuovermi, mentre lo schermo è tappezzato di tricolori e gente festante che grida “30!!!”.
Sono felice, immensamente felice, e nello stesso tempo incredibilmente ansioso di riaddormentarmi e ricominciare il mio lunghissimo sogno, perché ancora non è terminato.
Sono proprio curioso di vedere come finirà.

 
 
 

JUVENTUS STILE...BUFFON NON MI HAI DELUSO

Post n°1173 pubblicato il 26 Novembre 2012 da cuorejuventino2

Buffon: «Rigore inesistente ma non cerchiamo scuse»

Il portiere della Juve: «Avevamo un'ora di tempo per recuperare e non l'abbiamo fatto. Ogni tanto è giusto dire che sono stati più bravi gli altri»

Buffon: «Rigore inesistente ma non cerchiamo scuse»© Action Images / Reuters/ALESSANDRO GAROFALO
MILANO - "Le immagini sono chiare, il rigore non c'era, ma non abbiamo perso per questo. Avevamo un'ora di tempo per recuperare e non l'abbiamo fatto. Ogni tanto è giusto dire che sono stati più bravi gli altri. Noi non abbiamo quasi mai creato i presupposti per pareggiare la gara". È quanto ha dichiarato ai microfoni di Sky il portiere della Juventus, Gigi Buffon, commentando l'episodio del rigore concesso al Milan. «Se si vogliono trovare scuse per una sconfitta, è semplice, ma credo che il modo migliore per spiegarla sia dire: "gli avversari sono stati più bravi e abbiamo meritato di perdere. Questo è il modo migliore per superare l’imbarbarimento del calcio". Detto questo, perché abbiamo perso? Il motivo non è facile da trovare. Ci è mancato qualcosa e si è visto. Il tempo per pareggiare c’era, ma non abbiamo quasi mai creato l’occasione giusta. Il rigore? Ho toccato quando era troppo alto e non sono riuscito ad oppormi con il corpo per respingere».

 
 
 

ci hai provato fernando grazie di tutto

Post n°1172 pubblicato il 25 Novembre 2012 da cuorejuventino2

Brasile caos ma Ferrari gelata
Vettel è campione del mondoINTERLAGOS (Brasile), 25 novembre 2012Pioggia, incidente al via per il tedesco, Alonso in zona vittoria per pochi giri ma alla fine a Interlagos vince Button. Alonso è 2° ma il tedesco 6° si riconferma iridato. Terzo titolo della carriera per Sebastian
Vettel, 25 anni, tricampione del mondo. Afp
Vettel, 25 anni, tricampione del mondo. Afp

La pioggia c’è stata, la gara caos che Fernando Alonso voleva c'è stata, l'incidente ai danni di Vettel è capitato. Ma alla fine del GP del Brasile il verdetto è rimasto quello dei pronostici della vigilia: Sebastian Vettel campione del mondo. Il GP del Brasile versione film drammatico come nel 2008 lo ha vinto Jenson Button davanti alle Ferrari di Alonso e Massa. Vettel ha chiuso sesto, una combinazione che ha regalato al tedesco il terzo titolo iridato (consecutivo) della carriera: a 25 anni è un nuovo record per il tedesco di Heppenheim.

ESPLOSIONE — Il cuore di milioni di tifosi della Ferrari è esploso di emozione alla quarta curva del GP del Brasile. È durato un istante, il tempo dello speronamento di Bruno Senna ai danni della Red Bull di Vettel che si è girato ripartendo dal fondo dello schieramento. Ma la RB8 del tedesco non ha riportato danni irreparabili, solo un piccolo squarcio vicino allo scarico. Così Sebastian ha potuto recuperare e fare una gara difensiva portandosi in zona punti vittoria. Ma non è stata una passeggiata. Nel finale, con la pioggia che tornava a cadere, un doppio pit stop con meccanici nemmeno pronti ha fatto sperare ancora la Ferrari. Fino alla bandiera a scacchi dopo un susseguirsi di emozioni di cui riferiamo nel LIVE giro per giro.

FATTORE NEWEY — E dunque applausi e onore al più giovane tricampione della storia della F.1. E tanti meritati applausi anche a Fernando Alonso, l’avversario che ha impreziosito la vittoria del tedesco lottando fino all’ultimo con la sua Ferrari. Ma siccome la F.1 è uno sport in cui l’uomo e la macchina vincono insieme, è giusto tributare l’ultimo applauso al tedesco e alla Red Bull. Ha vinto Vettel perché ancora una volta la miglior coppia uomo-macchina ha prevalso. Ci credevano alla Red Bull, ci credevano alla Ferrari. Vettel ha guidato bene e Alonso forse ha guidato anche meglio. La differenza l’ha fatta ancora una volta Adrian Newey, capace di dare alla RB8 quei (magici?) tocchi aerodinamici su ali e fiancate quando serviva, nello sprint finale della stagione. Vettel non si è fatto pregare e ha fatto buon uso del prezioso materiale ricevuto in dote: con le quattro vittorie consecutive di Singapore, Giappone, Corea e India ha legittimato il trionfo. In fondo il Mondiale 2012 si è deciso così: nel momento decisivo la Red Bull ha veramente messo le ali, il Cavallino è rimasto azzoppato. Tre titoli Mondiali a 25 anni proprio nell’anno del ritiro definitivo di Michael Schumacher: tanti complimenti bisogna forse farli anche alla Germania, capace di produrre in due generazioni ravvicinate il più vincente di tutti e il potenziale successore.

BOCCONE AMARO — Dopo Abu Dhabi 2010, un anonimo 2011 e un 2012 da protagonisti, Alonso e la Ferrari devono invece leccarsi ancora le ferite. Alonso sognava il terzo titolo della carriera ed è rimasto ancora a bocca asciutta, paradossalmente nell’anno in cui ha ricevuto più complimenti e ha realmente messo in mostra tutto lo straordinario talento tecnico, tattico, mentale e fisico di cui è dotato. Ci riproverà con ancora più entusiasmo nel 2013, sempre più leader di una squadra che quest’anno deve fargli un bel monumento. Avrebbe anche potuto spuntarla all’ultima corsa, Fernando. Per i tifosi (e l’aritmetica) quei due ritiri di Spa e Suzuka per colpa delle due Lotus saranno sempre un valido rimpianto da citare a parziale giustificazione della sconfitta. Tutto questo, però, non deve distogliere l’attenzione da quello che più è mancato, lo sviluppo finale che permettesse allo spagnolo di tenere il passo della Red Bull in qualifica e gara. Urgono ulteriori miglioramenti nella struttura tecnica della Ferrari perché avere un pilota così forte e mancare il bersaglio da tre stagioni è sempre più difficile da digerire. E’ giusto sottolineare l’orgoglio di esserci e di giocarsela all’ultima gara. Ma tutto questo contrasta con il conteggio degli anni di digiuno, ormai saliti a 5 dopo l’ultimo titolo rosso firmato Kimi Raikkonen 2007. Sarà finalmente il 2013 l’anno della riscossa?

 
 
 

milan juve

Post n°1170 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da cuorejuventino2


La partita che doveva decidere il campionato rischia di scatenare uno scontro politico tra le due potenze del calcio. Milan-Juventus termina in parità, a Nocerino risponde Matri, 1-1 al triplice fischio, ma la gara rischia di non finire qui.

Pesa infatti come un macigno la clamorosa rete non concessa a Muntari nel primo tempo: una svista arbitrale dell'arbitro Tagliavento e soprattutto del suo assistente che rischia di falsare il campionato. In classifica i rossoneri restano davanti con un punto di vantaggio, ma i bianconeri hanno una gara da recuperare.

Aspettatevi comunque fuochi d’artificio nei prossimi giorni, visto anche il mancato sconto della squalifica di Ibrahimovic.

Dopo i primi minuti d'equilibrio, il Milan cambia marcia e la Juventus non riesce a stargli dietro. I rossoneri mettono in difficoltà i bianconeri proprio sul piano dell’intensità, la stessa arma che aveva fatto naufragare i meneghini all’andata a Torino. I padroni di casa prendono possesso del centrocampo e non fanno respirare Pirlo, Vidal e Marchisio.

Al 15’ il Diavolo passa quasi per caso con il "solito" Nocerino: Bonucci sbaglia il rinvio, il centrocampista dei rossoneri raccoglie e dai 20 metri fa partire un destro che, deviato con la schiena dallo stesso Bonucci, spiazza Buffon ed entra in rete.

Sulle ali dell’entusiasmo il Milan schiaccia la Vecchia Signora in cerca del bis: al 25’ lo troverebbe anche, con un colpo di testa di Muntari. La palla è già entrata di mezzo metro quando Buffon la respinge ma il guardalinee non se ne avvede e Tagliavento non può far altro che far proseguire l’azione.

Nonostante lo sconcerto per il torto arbitrale i rossoneri continuano a controllare saldamente il match, e alla mezz’ora mancano il 2-0 con l’ottimo Robinho, neutralizzato da Buffon. Ritmi altissimi, negli ultimi minuti prima dell’intervallo si fa finalmente vedere timidamente la Juve ma il tiro di Vidal è inoffensivo.

Ripresa, fuori Pato (forse colpito da un ennesimo infortunio), dentro El Shaarawy, Pepe sostituisce Estigarribia. In avvio Mexes rifila non visto un pugno a Borriello: sarà inchiodato dalla prova tv.

Il Milan arretra il suo baricentro, e agisce in contropiede: la Juve, incoraggiata dallo svantaggio minimo, cresce in fiducia e comincia a far paura al Meazza. Conte le tenta tutte inserendo anche Vucinic e Matri.

Il Diavolo non soffre per i primi venti minuti, ma poi va in crisi: Quagliarella al 23’ va a botta sicura da 6 metri, Abbiati respinge di piede. Un minuto dopo ancora l’ex portiere juventino smanaccia in qualche modo il cross di Pepe indirizzato a Vucinic.

Il Milan non ne ha più, e la Juve lo aggredisce con tutti i suoi effettivi nell’ultimo concitato quarto d’ora. Al 34’ altro clamoroso errore, sempre dello stesso guardalinee, che annulla un gol regolarissimo a Matri per fuorigioco inesistente.

L’attaccante bianconero rimedia comunque quattro minuti dopo: Pepe crossa da destra, Matri brucia sul tempo Thiago Silva e con una mezza girata segna l’1-1. Tripudio bianconero, frustrazione rossonera.

I rossoneri si spingono in avanti negli ultimi minuti, ma la Juve si chiude e il risultato non cambia. Ma il Milan non la manda giù e il finale è incandescente: si sfiora la rissa, Ambrosini è il più scatenato. Comunque poi la situazione si tranquillizza.

 
 
 

juventus catania

Post n°1169 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da cuorejuventino2

 

Arrivano i gol!


Finalmente, come da titolo, ci sblocchiamo e riusciamo a rifilare 3 reti ad un Catania mai completamente domo. 
La partita inizia in salita, dopo che il Catania ottiene il vantaggio a seguito di una ripartenza con una bella conclusione da fuori area di Barrientos al terzo minuto di gara. 
Ma la Juve, questa Juve, non è squadra da abbattersi alla prima difficoltà; infatti c'è subito un arrembaggio all'area catanese, con le azioni da gol che si susseguono senza che però gli attaccanti bianconeri riescano a violare la porta difesa da Kosicky. Ma il gol è nell'aria...
E' Pirlo, con una magia su punizione al minuto 22, a far gridare per la prima volta lo Juventus Stadium e a premiare gli sforzi della squadra bianconera che non meritava lo svantaggio. 
La Juve no è ancora sazia e subito dopo il gol del pareggio è Quagliarella a sfiorare il raddoppio con una fantastica conclusione dalla distanza che centra in pieno la traversa a portiere battuto. Ma i siciliani non stanno a guardare e pareggiano immediatamente anche il conto dei legni (provvidenziale la deviazione di un concentrato Gigi Buffon) con Bergessio. 
Nella ripresa continua inarrestabile, ma con un po' di confusione, l'assalto juventino che però pare non sortire gli effetti sperati. L'episodio della svolta si verifica ad una mezz'oretta dal termine con l'ex Marco Motta che si fa buttare fuori per doppia ammonizione.
Paradossalmente è il Catania, con l'uomo in meno, a creare subito un'incredibile palla gol disinnescata solo dal monuentale Buffon. Ma al 29esimo è ancora Juve: Pirlo pennella una punizione (ancora) sulla testa di Chiellini ed è vantaggio. 5 minuti dopo è il turno di Quagliarella che sfrutta al massimo un'indecisione di Kosicky e sigla il definitivo 3-1. 
Siamo in vetta, anche se solo per qualche ora! Sempre Forza Juve!

PAGELLE

Un po' in ritardo sul tiro di Barrientos che porta in vantaggio gli ospiti, si rifà con due autentici miracoli che, di fatto, salvano il risultato.

BARZAGLI 6,5 Soffre un po' la rapidità di Gomez. Vince, comunque, di gran lunga la sfida.

CHIELLINI 7 14 milioni di tifosi italiani sono esplosi al suo gol. Un'autentica liberazione!

PADOIN 5 Schierato a sorpresa come esterno destro del centrocampo a 5 scelto dal Mister, sbaglia qualche pallone di troppo. Passo indietro rispetto all'esordio con il Milan.

PEPE 5,5 Entra nel periodo più delicato della gara, ma non è mai incisivo. Deve ritrovare la forma migliore.

MARCHISIO 6 Anche oggi si limita a fare il "compitino". Ancora non è tornato ai livelli della prima parte di stagione.

PIRLO 9 Come si fa a non amare un giocatore così? Gioca una quantità enorme di palloni, ne "sbaglia" pochissimi. Prima di questa sera ci aveva fatto vedere quasi tutto il suo repertorio, gli mancava giusto il gol su punizione...e puntualmente è arrivato!

GIACCHERINI 6,5 Corre, corre, corre e non si stanca mai. Sempre pronto ad inserirsi, sempre pronto a puntare l'avversario, sempre a sostegno dell'uomo di fascia dalla sua parte! 

DE CEGLIE 6 Anche stasera è protagonista di una buona prestazione. Buona anche la quantità e qualità di cross in area. Un po' in affanno in fase difensiva nel primo quarto d'ora.

LICHTSTEINER S.V.

BORRIELLO 5,5 Si innervosisce quasi subito perchè, come al solito, non gli si fischiano falli a favore. Si fa pescare qualche volta di troppo in fuorigioco...ma è bravo a proteggere il pallone e a fare da sponda per i compagni. Sfiora anche il gol con un colpo di testa su cui Kosicky è attento. Prestazione non ancora sufficiente, ma sta migliorando.

VUCINIC 6 Quando entra da subito qualcosa in più nelle fase offensiva. Rischia di segnare un gol di cineteca...peccato sbagli il tiro a "tu per tu" con il portiere.

QUAGLIARELLA 7 Ci ha provato in tutti i modi a segnare. Ci è riuscito a 9 minuti dal novantesimo chiudendo di fatto la partita, dopo aver preso una clamorosa traversa nel primo tempo. Quagliagol sta ricominciando a provare i suoi colpi...

CONTE 7,5 Grazie per aver restituito un gioco e soprattutto un'anima alla Nostra amata Juventus. Questa l'anno scorso non la si vinceva in rimonta...

COSA VA Il risultato, il carattere, finalmente i gol (uno per reparto).

COSA NON VA Qualche buco difensivo di troppo, stasera. 

CONCLUSIONI Siamo momentaneamente in vetta. Alla faccia di chi ci vuole male.

 
 
 

Juve infuriata con l'arbitro "C'era un rigore sacrosanto"

Post n°1168 pubblicato il 05 Febbraio 2012 da cuorejuventino2

Il d.g. Marotta: "Il penalty per il mani di Vergassola era legittimo, trasparente. Se ne sono accorti tutti. La direzione di Peruzzo è stata insufficiente, tradizionalmente le squadre di testa sono affidate ad arbitri internazionali, invece ne hanno mandato uno giovane". Conte: "Immagini eloquenti, siamo primi e abbiamo avuto un solo rigore a favore". Buffon: "Indispettito dall'arbitro"


Cone e Marotta. LaPresse
La Juventus protesta per l'arbitraggio di Peruzzo. Il direttore generale bianconero Beppe Marotta tuona per il penalty non concesso per il mani di Vergassola sul cross di Chiellini, nel finale di Juve-Siena: "Peruzzo non ha visto l’episodio. È una decisione importante. Mi auguro che in futuro vengano designati arbitri all’altezza della situazione. Il rigore era sacrosanto, legittimo, trasparente, se ne sono accorti tutti. Come episodio ha la stessa dinamica di quello capitato in Fiorentina-Udinese. L’arbitraggio di Peruzzo è stato insufficiente, tradizionalmente le squadre di testa sono affidate ad arbitri internazionali, invece hanno mandato un arbitro giovane".

CONTE SUL RIGORE — L'allenatore bianconero Antonio Conte a fine partita: "Il rigore non concesso? Andare ad analizzare i singoli episodi è riduttivo. Ma le immagini sono eloquenti. Mi sembra in strano che in 21 partite la Juve abbia avuto 1 rigore a favore e 3 contro. Poi l'arbitraggio è stato buono".


 
CONTE SULLA GARA — "Non è stata la migliore Juve? Non sono d'accordo. Non posso dire niente ai ragazzi, hanno dato il massimo. Quando non si vince il giudizio dipende sempre dal risultato".



Buffon protesta con l'arbitro. LaPresse
BUFFON SULL'ARBITRO — "Negli incontri con gli arbitri parliamo sempre di collaborazione reciproca, io sono una persona molto seria, non perdo faccia e onorabilità per un calcio d'angolo, ma se mi chiedi se è calcio d'angolo io ti dico di no e tu lo dai lo stesso, allora mi fai indispettire, anche perchè la settimana precedente avevo dato un angolo all'Udinese senza che l'arbitro l'avesse visto. Non mi sta bene, a questo punto penso a fare il mio mestiere. In 16 anni di carriera sono sempre stato onesto con gli arbitri". Così Gigi Buffon, ai microfoni di Stadio Sprint su Raidue, dopo lo 0-0 interno con il Siena. "Va chiarita una cosa: se non abbiamo vinto non è per colpa dell'arbitro. Però è anche chiaro che in certe situazioni, quando magari non riesci a esprimerti al meglio, un episodio può cambiare le sorti della partita: noi quell'episodio - spiega Buffon riferendosi al fallo di mano in area di Vergassola - lo abbiamo creato, e l'arbitro, in buona posizione, non ha visto. A volte vincere o perdere è questione di un briciolo di attenzione: può condizionare una stagione e sarebbe un peccato". Il Milan rischia di perdere Ibrahimovic per lo scontro diretto con la Juve, vista l'espulsione di oggi e la manata rifilata ad Aronica. "Se merita di giocare è giusto che giochi, altrimenti no", ha concluso Buffon.

 
 
 

Mitragliatore Matri, la Juventus v

Post n°1167 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da cuorejuventino2


Doppietta dell'attaccante, Udinese ko e +4 sul Milan


L'esultanza di Alex Matri (Ansa/Di Marco)TORINO - Doppio Matri on the rocks. La Juventus con la febbre del sabato sera (non c’è nessuna squadra che anticipa e anticiperà così tanto nei prossimi due mesi) serve due gol del suo goleador, giunto a quota nove, all’Udinese e stacca di quattro punti il Milan che sarà impegnato domenica con il Cagliari. Ecco, forse Conte chiederà alla squadra di Ballardini di fare lo stesso giochetto realizzato qui due settimane fa, di strappare, per par condicio, un pareggio anche ai campioni d’Italia.
SOLIDITA' - La Juve va, oltre i propri errori, qualche passaggio a vuoto, un po’ di febbrile (appunto) nervosismo che la contraddistinguono. Però è un gruppo solido, capace di rimettere insieme la partita dopo aver subito il pareggio di Floro Flores, sostituto di Abdi. È una Juve contiana, con il carattere che le mancava nei due anni dei settimi posti, un gruppo tosto e talvolta anche cattivo come ai bei tempi. Conte predica e razzola coerente con le sue idee. Aggressività, gioco di prima, mai il pallone via a casaccio, neanche nelle situazioni più intricate. Magari si perde palla, magari si offre al nemico la possibilità del contrattacco, ma alla fine il bilancio, nel dare-avere, è in positivo. Il gioco paga sempre. E poi questa squadra ha le armi giuste.

NUOVA JUVE - Ha un Gigi Buffon (34 anni, auguri) che, con la fiducia del tecnico e la società non più ostile nei suoi confronti, vola dove è concesso a pochi. Ha Marchisio e Pepe che, quando entrano, danno l’apporto decisivo per vincere. Marchisio offre a Matri la palla che l’attaccante, con una piroetta da étoile della Scala, spedisce alle spalle di Handanovic, bravo in precedenza a neutralizzare due occasioni bianconere. Ecco, questa è la nuova Juve. Padrona della sua forza, decisa nei sentimenti, volitiva nell’approccio alle partite. Venti senza sconfitte. Il suo passo è da scudetto, anche se la strada è solo a metà.

 
 
 

Conte: vogliamo continuare a stupir

Post n°1166 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da cuorejuventino2



Il tecnico alla vigilia della sfida
con l'Udinese: «Scontro diretto,
in palio ci sono 6 punti, non 3»
TORINO

«È una sfida che vale doppio, sei punti e non i soliti tre». Antonio Conte presenta così la sfida casalinga che la Juventus disputerà domani contro l’Udinese. Nel match tutto bianconero si affrontano la capolista e la terza della classifica.

«È una sfida che vale doppio. Dovremo essere bravi a capirlo e giocare con ferocia agonistica. Affrontiamo un’Udinese che non è più una sorpresa, da anni è nei primi posti e lotta per traguardi importanti. Come ci prepariamo a questa gara? Purtroppo non è un momento fortunato, abbiamo alcuni giocatori che non sono nelle migliori condizioni. C’è ancora un allenamento, domani valuteremo chi sta bene e potrà assicurare il miglior rendimento», dice senza sciogliere i nodi relativi alla formazione.

Il big match con l’Udinese arriva al termine di una settimana molto positiva, iniziata con il successo di Bergamo e passata per 3-0 alla Roma in Coppa. Il tour de force cnon è neppure a metà strada. «Domani l’Udinese, martedì c’è il Parma. Poi il Siena e a metà della settimana successiva la semifinale di Coppa Italia con il Milan. Giocheremo tanto e faremo le prove per l’anno prossimo, sperando che le settimane siano sempre così -prosegue-. Toglieremo un alibi a qualcuno che dice che non abbiamo impegni. È un momento importante e ci sarà spazio per tutti. Voglio ancora risposte, così come le sto avendo finora».

Visti i tanti impegni, tutta la rosa sarà fondamentale. Conte chiarisce che il baby Luca Marrone non lascerà Torino nel mercato invernale. «Marrone è giocatore che ho ritenuto incedibile fin da inizio stagione. Ha fatto bene a Siena, dove mi colpì per la sua grande personalità, in una squadra che doveva vincere. Tutti crediamo in lui, rappresenta il presente e il futuro della Juve. L’importante è che resti con i piedi per terra, come ha sempre fatto. Continuando a lavorare con impegno, senza lamentarsi. Ora viene il difficile, c’è il momento della conferma», dice soffermandosi sul centrocampista.

In difesa, il tecnico può contare sull’uruguayano Martin Caceres, appena arrivato dal Siviglia. «L’ho visto e gli ho dato il benvenuto. Avevamo solo cinque difensori, era opportuno fare un acquisto. Abbiamo individuato un jolly, ma anche un calciatore che conosce già l’ambiente e quindi ci vorrà meno tempo per inserirlo. Arriva con umiltà, sapendo che s’inserisce in una squadra che ha la miglior difesa», conclude.

 
 
 

Juve super pure in Coppa Del Piero gol: 3-0 alla Roma

Post n°1165 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da cuorejuventino2

Juve super pure in Coppa
Del Piero gol: 3-0 alla Roma



I bianconeri si qualificano per la semifinale di Coppa Italia travolgendo i giallorossi allo Juventus Stadium: reti di Giaccherini e del capitano, al primo centro stagionale, nel primo tempo, autorete di Kjaer nel finale. Lamela espulso al 23' della ripresa. In semifinale la squadra di Conte contro la vincente di Milan-Lazio

Del Piero festeggiato da Giaccherini e Marrone. Ansa
La Juventus non si ferma più. Prima in campionato, imbattuta, avanza pure in Coppa Italia. Qualificandosi per la semifinale contro la vincente di Milan-Lazio di giovedì, grazie al 3-0 rifilato alla Roma allo Juventus Stadium. Gol di Giaccherini e Del Piero, autore di una rete fantastica, e uscito nel finale per il rientrante (con mascherina) Quagliarella con una standing ovation del pubblico come colonna sonora. Per il capitano primo centro stagionale, ma ha giocato con il contagocce. Nel finale tris su autorete di Kjaer. La Roma, reduce da 5 vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia, ha preso una tramvata, a Torino. La Juve l'ha messa sotto sia sul piano del gioco che del risultato. E il cartellino rosso rimediato dal promettente Lamela è stato frutto di un gesto davvero brutto da vedere: un calcione a Chiellini a palla lontana.



Giaccherini trafigge Stekelenburg. Ansa
 
PARTENZA SPRINT JUVE — La Juve parte come neanche Bolt. A razzo. Al 6' è già in vantaggio. Merito del duttile Giaccherini, il Di Livio di Conte. Stavolta schierato da interno di centrocampo, lanciato dalle retrovie, si inserisce in verticale e sbuca davanti a Stekelenburg, trafitto con un sinistro in diagonale. Secondo gol consecutivo di Giaccherini, dopo quello a Bergamo con l'Atalanta. Aveva poi già segnato in Coppa Italia, contro il Bologna negli ottavi. La Juve insiste. Gioca sicura, la fiducia del girone d'andata di campionato chiuso da imbattuta si fa sentire. Anche se a centrocampo manca Marchisio, ma il promettente Marrone fa ampiamente il suo, accanto a Pirlo.



L?esultanza di Del Piero dopo il 2-0. LaPresse
CAPOLAVORO DEL PIERO — Il capitano bianconero, schierato a fianco del grande ex Borriello, là davanti, trova il primo gol stagionale, e allo Juventus Stadium, con un destro favoloso dal limite dell'area. Tagliato, potente: una perla. Che vale il 2-0 Juve. I bianconeri sfiorano pure il 3-0 con il podista Estigarribia che però non sfrutta un assist di Marrone. E la Roma? È troppo lenta: manovra, ma non sa pungere. L'unico tiro degno di nota è quello di Pjanic, su punizione violenta, che finisce fuori non di molto.

JUVE COL PILOTA AUTOMATICO — Quella della ripresa. Controlla gli avversari, concede pochissimo a Totti e compagni. Un tiro a Borini, alto di poco, ma il gioco era fermo per un precedente fuorigioco proprio di Totti. Lamela al 23' viene espulso per una pedata a Chiellini a palla lontana. Con l'uomo in più, la Juve prova a dilagare. Sfiora più volte il 3-0, con Matri, subentrato a Borriello, e Quagliarella, che si divora un gol comodissimo, sull'assist proprio di Matri, colpendo una traversa clamorosa a Stekelenburg battuta. Il terzo gol arriva proprio al 90' quando Kjaer, in palese difficoltà, mette il pallone nella propria porta provando ad anticipare Matri sul cross di Quagliarella. 3-0, dunque, e prova di forza della Juventus.

 
 
 

imbattuti e campioni d,inverno

Post n°1164 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da cuorejuventino2

Campioni d’inverno!
21 gennaio 2012
 

Non arricchisce il palmares, né porta la gente in piazza a festeggiare. Non dà certezze sull’esito finale del campionato e anzi mette le avversarie ancora più in guardia. E’ solo un titolo virtuale e, come tale, non ha valore... Sarà anche tutto vero, ma ci piace gridarlo forte ugualmente: la Juventus è campione d’inverno! E solo per una sera, la società, la squadra e i tifosi meritano di godersi in pieno un risultato che, a Torino mancava dal 2006 e che solo qualche mese fa, sembrava irraggiungibile ai più. Non ad Antonio Conte e ai suoi splendidi ragazzi però, che lo hanno raggiunto con un lavoro duro meticoloso e lo hanno legittimato con una superba prestazione contro l’Atalanta. Il 2-0 addirittura non rende loro sufficiente merito visto il dominio sugli avversari, la marea di occasioni costruite e l’invidiabile condizione atletica. Chi aveva avanzato dubbi sulla tenuta dei bianconeri dopo le ultime due partite è servito.

 

Dopo l’ottima prova contro il Cagliari, De Ceglie viene confermato nell’undici titolare e Chiellini rientra, ma al centro della difesa, al fianco di Barzagli. Sono queste le uniche novità della squadra che scende in campo a Bergamo con una determinazione feroce. Le gambe girano e la manovra è fluida e dopo neanche tre minuti Matri, imbeccato da Pepe, arriva già al tiro nell’area piccola,  mettendo alto.

 

L’inizio è un assedio e all’8’ arriva un’altra palla gol: Marchisio ruba palla sulla tre quarti e manda alla conclusione Pepe, che angola troppo la mira. L’Atalanta risponde con il destro sporco di Bonaventura, neutralizzato da Buffon. Ben più pericoloso il sinistro di Barzagli che, deviato da Consigli colpisce il palo esterno.

 

Il portiere nerazzurro deve superarsi su Vucinic, che cerca l’angolo alto da posizione defilata, mentre è impotente sulla girata di De Ceglie, potente ma fuori misura. Sono passati appena dodici minuti e i bianconeri hanno già costruito cinque occasioni limpide. Se non ne fioccano altre subito dopo è perché la troppa foga porta via un po’ di lucidità e di precisione all’ultimo passaggio.

 

La supremazia bianconera è netta, anche quando il ritmo si abbassa leggermente e, a maggior ragione, si trasforma in un dominio assoluto quando la Juve torna a spingere sull’acceleratore. Ancora De Ceglie cerca di girare di testa la punizione di Pirlo, mettendo alto. Pepe prova a fare tutto dal solo, al 40’ e il suo tiro dal limite impegna Consigli, sulla cui respinta Matri non riesce a intervenire. Poi è Vidal a cercare la conclusione dalla distanza, con una saetta che si stampa sulla traversa. La porta nerazzurra sembra stregata e sarebbe una vera beffa se il destro al volo di Denis non finisse sul fondo. Quello procurato dal “Tanke” è l’ultimo brivido di un primo tempo vibrante, che incredibilmente, vista la mole di occasioni prodotte dei bianconeri, si chiude a reti bianche.


 

Conte inizia la ripresa con Giaccherini al posto di Marchisio, ma non cambia il modulo, visto che l’ex cesenate agisce da interno di centrocampo. E non cambia neanche il copione, anzi si ripete quasi identico con Matri che, dopo aver ricevuto da De Ceglie, va nuovamente alla conclusione al 3’ dall’area piccola, sbagliando la mira.

 

I bianconeri ricominciano a macinare gioca e finalmente vengono premiati al 10’: Pirlo temporeggia sulla tre quarti, aziona il radar e vede l’inserimento di Lichsteiner. A quel punto per uno gli mette il pallone sulla testa, solo da spingere in rete. Un assist telecomandato che lo svizzero capitalizza siglando il suo secondo gol in bianconero.

 

La gara si vivacizza ulteriormente, con l’Atalanta che è costretta a uscire dalla tana lasciando di conseguenza più spazi a disposizione della Juve che al 17’ ha un’occasione clamorosa per chiudere la partita. Matri ruba palla a ferri, si invola verso l’area e supera Consigli con un pallonetto delizioso. Delizioso, ma a lato.

 

Al 24’ Conte perde Pepe, che atterra male sulla caviglia durante un contrasto e viene sostituito da Marrone, mentre Giaccherini si sposta in avanti. La reazione dell’Atalanta allo svantaggio dura davvero poco e la Juve torna subito padrona del campo, amministrando il gioco e il ritmo della gara. Quando i nerazzurri si fanno vedere dalle parti dell’area di rigore trovano gli insuperabili Chiellini e Barzagli e, in extrema ratio, un certo Buffon.

 

Dalla parte opposta dialogano bene Matri e Marrone al 36’, ma il destro del centrocampista viene respinto da Consigli. Il prodotto del vivaio bianconero veste allora le vesti di uomo assist un minuto dopo e lo fa con successo, regalando a Giaccherini, perfetto nell’inserimento, il pallone del 2-0, da spedire in rete con un bel tocco al volo.  Per gli ultimi cinque minuti di gara conte passa al 5-4-1, inserendo Bonucci al posto di Vucinic, ma a questo punto si tratta solo di far scorrere il cronometro.

 

E quando il fischio finale arriva, i bianconeri tornano negli spogliatoi con tre punti in più e con la consapevolezza che, giocando così, l'etichetta di campioni, e non solo d’inverno, è più che meritata.

 

 



ATALANTA-JUVENTUS 0-2


RETI: Lichtsteiner 10’  st, Giaccherini 37’ st

 

ATALANTA

Consigli; Raimondi, Ferri, Manfredini, Peluso; Schelotto (32’ st Ferreira Pinto), Cigarini, Padoin, Bonaventura (17’ st Marilungo); Moralez (38’ st Gabbiadini), Denis.
A disposizione: Frezzolini, Minotti, Stendardo, Tiribocchi.
Allenatore: Colantuono

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini, De Ceglie; Vidal, Pirlo, Marchisio (1’ st Giaccherini); Pepe (24’ st Marrone), Matri, Vucinic (41’ st Bonucci).
A disposizione: Storari, Krasic, Del Piero, Borriello.
Allenatore: Conte

 

ARBITRO: Celi di Bari

ASSISTENTI: Grilli, Rosi

QUARTO UFFICIALE: Rocchi

AMMONITI: 6’ st Lichtsteiner, 22’ Marilungo

 
 
 

LIVE - JUVENTUS-BOLOGNA: Delneri ha scelto: Grygera e Chiello terzini, Krasic e Martinez esterni alti, Matri-Iaquinta davanti

Post n°1163 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da cuorejuventino2


18:35 - A poche ore dalla sfida casalinga contro il Bologna, filtrano le prime indiscrezioni sulla formazione iniziale della Juventus. Nell'albergo che ospita la squadra bianconera si è appena conclusa la riunione tecnica ed il mister Gigi Delneri ha comunicato le proprie scelte ai giocatori. Secondo le informazioni raccolte da Sky Sport, il tecnico bianconero avrebbe deciso di riproporre Giorgio Chiellini come terzino sinistro, confermando la coppia centrale Bonucci-Barzagli. A destra Zdenek Grygera l'avrebbe spuntata su Motta e Sorensen. In porta, naturalmente ci sarà Marco Storari, che sostituisce lo squalificato Buffon. A centrocampo nessuna sorpresa: a destra spingerà ancora Krasic, mentre dalla parte opposta nuova chance per Martinez, preferito a Simone Pepe. In mezzo agiranno Felipe Melo e Marchisio, gli unici due centrali a disposizione di Delneri, visti gli infortuni di Aquilani e Sissoko. In attacco, invece, c'è una grossa novità - riferisce Sky Sport -: torna titolare Vincenzo Iaquinta, che ha vinto il ballottaggio con Luca Toni e farà coppia con l'intoccabile Alessandro Matri.

Probabili formazioni:

Juventus (4-4-2): Storari; Grygera, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Krasic, Felipe Melo, Marchisio, Martinez; Iaquinta, Matri.
A disposizione: Manninger, Sorensen, Traoré, Salihamidzic, Pepe, Toni, Del Piero. All.: Delneri
Squalificati: Buffon (1)
Indisponibili: De Ceglie, Rinaudo, Quagliarella, Sissoko, Aquilani

Bologna (4-3-1-2): Viviano; Esposito, Portanova, Cherubin, Rubin; Perez, Mudingayi, Casarini; Della Rocca; Meggiorini, Di Vaio.
A disposizione: Lupatelli, Britos, Morleo, Mutarelli, Gimenez, Buscè, Paponi. All.: Malesani
Squalificati: Ramirez (1)

Indisponibili: Garics, Ekdal

 
 
 

Clamoroso dall'Inghilterra: "La Roma rivuole Aquilani"

Post n°1162 pubblicato il 24 Febbraio 2011 da cuorejuventino2


Secondo fcfans.com, ci sarebbe una terza possilità per Aquilani oltre alla permanenza alla Juventus e il rientro a Liverpool, club proprietario del suo cartellino. Il giocatore, di indubbie qualità ma in fase decisamente calante dopo un inizio promettente di campionato con la maglia bianconera, ha un elevato prezzo per esercitare il riscatto (16 milioni, ndr) e difficilmente il Liverpool farà sconti alla Juventus dal momento che sarebbe felice di ritrovare alle sue dipendenze (in particolare è molto apprezzato dal neo tecnico Dalglish) il giocatore prelevato due anni fa dalla Roma. Proprio quest'ultima, secondo il sito inglese, potrebbe inserirsi nella corsa al regista 26enne. E' a Roma che il giocatore è cresciuto calcisticamente e sempre nelle file dei giallorossi ha vissuto le stagioni più felici della sua carriera. Va detto che a Liverpool la stagione scorsa Aquilani ha parzialmente convinto ma la sua esperienza con i Reds è stata segnata dagli infortuni. Alla luce del protrarsi della sua involuzione, la Juventus potrebbe decidere di non esercitare (in questi termini) il diritto di riscatto. A quel punto, la Roma diventerebbe per lui la prima alternativa al Liverpool. L'imminente passaggio di consegne dalla famiglia Sensi a una nuova cordata garantirebbe a Daniele Pradé un maggiore margine di spesa sul mercato la prossima estate e Aquilani potrebbe quindi davvero diventare il primo obiettivo per rinforzare il centrocampo della squadra ora allenata da Vincenzo Montella.(redazione TuttoJuve.com)

 
 
 

Rossi: "Non abbiamo fatto passi in avanti"

Post n°1161 pubblicato il 24 Febbraio 2011 da cuorejuventino2

Test deludenti per la rossa di Borgo Panigale e per l'italiano in particolare. Solo 11º al termine del terzo giorno e con un distacco importante rispetto ai primi della classe.

Rossi:

Rossi optimistic of taking Desmosedici on further

Il Ducati MotoGP Team ha finito la seconda sessione di test in Malesia con la prospettiva di dover fare un grande lavoro nelle due settimane che precedono la prossima uscita, in Qatar. Dopo un inizio positivo, infatti, i progressi sono stati inferiori alle aspettative della squadra e soprattutto Valentino Rossi si è detto poco soddisfatto.

“Non possiamo essere soddisfatti di queste prove perché non abbiamo raggiunto gli obiettivi che volevamo, ovvero chiudere intorno alla sesta posizione e soprattutto con un distacco più ridotto. Invece siamo a un secondo e otto e anche come passo siamo indietro," ha dichiarato il numero 46.

Il pilota italiano ha anche dovuto rinunciare ad un’intera giornata di prove, costretto a letto, mercoledì, da un forte stato influenzale. Oggi è tornato in sella alla GP11 e ha lavorato duramente con la sua squadra, ma il margine di miglioramento, nonostante abbia abbassato il suo tempo rispetto a martedì, resta consistente.

"Il primo giorno pensavamo che si potesse fare, siamo partiti bene e siamo riusciti a far lavorare la moto anche con le gomme dure, una cosa positiva. Poi però non abbiamo fatto passi in avanti. Se per quanto riguarda la parte elettronica della moto abbiamo delle buone idee e possiamo risolvere i problemi in poco tempo, per quanto riguarda la parte meccanica, gli assetti, non sono altrettanto sicuro. Ci abbiamo provato, ma non ce l’abbiamo fatta".

Ha continuato, "Anche se posso frenare forte poi faccio fatica a curvare, non riesco ad essere veloce in centro curva e a sfruttare bene la pista. Sicuramente aver fatto solo due giorni invece di tre è stato uno svantaggio perché alla fine oggi abbiamo dovuto rincorrere e nelle ultime due ore abbiamo provato tante cose per cercare di capire il più possibile. Qualche cosa andava bene ma si è messo a piovigginare e non ci sono più state le condizioni per spingere".

 
 
 

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il 29/11/2012 alle 18:18
 
 
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