DarkSoul

La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

ORA SONO LIBERO

Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.

 

PENTIMENTO

         

Io rimpiango

 

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Messaggi di Marzo 2015

Amarsi non sarà adesso

Post n°203 pubblicato il 30 Marzo 2015 da mygangsta

 

Un piccolo racconto.

Dopo aver pianificato tutto mille volte affinchè nessuno potesse venirlo a sapere e/o scoprirlo, questo weekend io e lei ci siamo concessi una visita a una città d'arte.

Anche se, ora, tutto il tempo che trascorriamo insieme è tempo rubato e nascosto, cerchiamo di viverlo normalmente, come se tra noi non ci fosse il mio passato e lo "spettro" di suo padre, come se io non avessi rischiato la vita con la droga, come se io non avessi frequentato centinaia di ragazze sotto effetto di stupefacenti e soltanto per lo spazio di una notte o anche meno.

Dico questo perchè lei è una dolcissima ragazza dal passato limpidissimo e di sani principi e forti valori che, dopo l'iniziale colpo di fulmine, ha avuto bisogno di moltissimo tempo e fatica per metabolizzare i miei trascorsi, per passare oltre la paura e la sua idea di condanna di queste cose. Proprio lei, che ha sempre aborrito qualsiasi tipo di sostanza, ha incontrato proprio me che ho fatto uso di un vasto numero di sostanze. Ma il sentimento è stato subito forte da parte di entrambi.

In questa brevissima vacanza, ha voluto sapere tutto. Io le avevo risparmiato molte cose, raccontandole quanto accaduto con la droga in modo molto generale. Ma, questa volta, in un clima di spensieratezza, ha voluto che le raccontassi tutto, dall'inizio alla fine, senza omettere nulla, neanche gli episodi più crudi e che non fanno onore.

Decidere di legarsi a qualcuno con trascorsi particolari non è facile. Ma ora lei sa davvero tutto e dice che può accettarlo grazie alla forza del sentimento. E io per lei  farei qualsiasi cosa.

Ma ci sono molti altri che non possono accettarlo.

Non è semplice ricostruirsi una vita. Per esempio, lei, i primi giorni dell'anno, ha lasciato quel ragazzo con cui usciva e io ho trovato sia lui che il padre (di lei) ad attendermi all'uscita dal lavoro. Letteralmente fuori di loro stessi, credendo che io l'abbia costretta a fare quella scelta (no, è stata soltanto lei, stanca di quella farsa poichè i suoi sentimenti non sono per lui) mi hanno augurato di tornare presto schiavo di quella roba e di non uscirne questa volta, sollevando anche il dubbio che io non ne sia mai uscito realmente. Per tutta risposta, ho riso loro in faccia. Cmq ciò non ha impedito a suo padre di promettermi che "uno come me non avrà mai sua figlia", che lui farà di tutto per impedirlo.

Sua madre disse chiaramente che preferirebbe uno dal passato molto più limpido accanto alla figlia.

Morale del racconto: non è semplice ricostruirsi una vita. Tanti pensano "tanto poi esco dal tunnel", "tanto poi si torna indietro" ma non è così scontato e semplice. Certo, è possibilissimo, conosco due persone perfettamente reinserite ma anche loro mi dicono che, spesso, sono stati guardati male quando è trapelato il loro passato.

Meglio pensarci prima e non tuffarsi nel tunnel della droga.

 

 

 

 
 
 

"Bad trips"

Post n°202 pubblicato il 25 Marzo 2015 da mygangsta

 

Altro tassello doloroso della mia esperienza con le sostanze. Come si può notare, io non parlo mai delle sensazioni "positive", fittizie e passeggere, che eppure le sostanze danno perchè il mio intento è quello di demolirle sempre e comunque.

Ci fu anche il periodo in cui, purtroppo, diventai schiavo di un allucinogeno molto conosciuto. Gli allucinogeni sono sostanze che, appunto, provocano allucinazioni, vedi la realtà completamente distorta ed è pazzesco.

Ecco un mio personale "bad trip", un'allucinazione pazzesca che, a pensarci ora, mi chiedo come mai io stessi così male da procurarmi volontariamente certe "esperienze". E, certo, mi veniva l'idea di smettere ma non ci riuscivo, la volta dopo il mio corpo e la mia mente mi chiedevano di nuovo quella sostanza. E essere in una simile trappola è da brivido.

 

Ero in città. Assunsi quella sostanza. Dopo un pò di tempo iniziai a sentire come se il mio corpo si stesse dividendo, mi vedevo come dall'esterno e non riuscivo a capire la mia posizione nello spazio. Mi prese un'ansia pazzesca, non avevo più il controllo di me stesso. Mi sedetti. I palazzi intorno a me presero ad allungarsi e contrarsi in modo sempre più veloce e io mi sentivo tirare indietro da una forza sovrumana.

Vedevo quei palazzi muoversi e spostarsi, circondarmi senza che io potessi fare nulla. Si alzarono poi fino a toccare quasi il cielo e voci nella mia testa mi dicevano di fuggire, che quei palazzi mi sarebbero crollati addosso in pochi secondi e sarei rimasto sotto le loro macerie.

Ma non riuscivo a muovermi, non avevo la percezione di me ne dell'equilibrio. Era come se nella mia testa ci fosse una bomba pronta a esplodere, ero convinto di impazzire da lì a pochi istanti.

I palazzi oscillavano pericolosamente come alberi sotto il vento impetuoso. Ancora voci a incitarmi a fuggire. Mi alzai e scappai lontano. Avrò corso non so per quanto tempo con in testa l'idea di pericolo e l'angoscia di impazzire.

 

Ecco uno dei "brutti viaggi" procuratomi da quell'allucinogeno. E, la cosa pazzesca, è che, anni dopo, ancora mi vennero allucinazioni "a ciel sereno" (più tenui ma cmq detestabili) come conseguenza a lungo termine... Perchè così accade.

 

 
 
 

"Cosa dirai a tuo figlio?"

Post n°201 pubblicato il 18 Marzo 2015 da mygangsta

 

Un mio conoscente, anche lui ex tossicodipendente, con un vita ora normale, riaccolto dai familiari, impegnato nel sociale, insomma una persona perfettamente a posto ormai da un sacco di tempo, sposato, tra qualche mese diventerà padre.

Incontrandolo la scorsa settimana, non ho potuto fare a meno di chiedergli: "Un giorno come racconterai a tuo figlio dei tuoi trascorsi?"

Mi ha risposto: "Gli dirò che quelli come noi hanno avuto il compito speciale di attraversare il dolore, un dolore immenso per uscirne più forti e persino più umani. Quel baratro noi lo abbiamo attraversato per uscirne e per essere testimonianza agli altri che certe cose non vanno fatte. Certe cose sono devastanti e pericolose ma se nessuno le attraversa per testimoniarlo, gli altri non potranno saperlo come sono e quindi ci cadranno. In sostanza gli dirò che ho vissuto io quell'inferno perchè lui non debba viverlo, sapendo di cosa si tratta davvero"

 

Mi hanno toccato profondamente queste sue parole e mi sono chiesto se riuscirò mai a pensarla anch'io così, io che invece non so accettare ciò che ho fatto.

Io che quando un mio amico parla di "eroismo" riferendosi alla mia uscita dalla droga, gli dico di smetterla.

Io che mai riuscirei a guardare un figlio negli occhi e raccontargli della mia overdose.

 

 
 
 

Le sostanze e i loro incubi

Post n°200 pubblicato il 10 Marzo 2015 da mygangsta

 

Le droghe non fanno sconti.

Ti incantano con finte sensazioni di benessere, euforia, adrenalina, sballo, zero inibizione, forza, leggerezza, ti senti a volte un leone, zero stanchezza, riesci a stare sveglio per giorni, provi talvolta una sensazione "fantastica".

Ma, attenzione: allucinazioni, tremendi incubi, un'inquietudine e un'angoscia che ti divorano, attacchi di panico, tremori, dolori muscolari, oppressione toracica, battito a mille, vertigini sono solo alcuni degli effetti a breve e a lungo termine di queste maledette sostanze.

 

Quando ero nel pieno della tossicodipendenza gli incubi erano diventati all'ordine del giorno. E un incubo il cui ricordo mi inquieta ancora oggi fu questo:

Ero a letto, al buio, in uno strano dormiveglia provocato dalla mia condizione, quando iniziai a sentirmi immobilizzato, non sarei riuscito a muovere neanche un dito della mano. Brividi freddi e un'angosciosa sensazione di oppressione toracica.

Iniziai a sentire delle voci, delle risate tutto intorno nella stanza mentre tremiti sempre più forti mi scuotevano e io ero impossibilitato a muovermi. Avevo un'angoscia terribile, avrei voluto fuggire per il terrore ma non potevo.

Guardai davanti a me e vidi due figure non ben distinte. Stavano ai piedi del mio letto e sembravano protendersi verso di me. Risate ovunque, terrore, voglia di fuggire.

Voci in testa che mi dicevano di fuggire, che ero in pericolo, che quelle oscure figure mi avrebbero raggiunto da un secondo all'altro. Guardavo avanti e quelle figure dai contorni vorticosi ridevano e ridevano.

Battito a mille, rigidità articolare, brividi di ghiaccio. Nausea e oppressione.

Volevo aprire gli occhi ma era impossibile. Passarono ore, poi finalmente lottai per alzarmi e riusciii a sedermi contro lo schienale del letto. Dopo qualche capogiro, riuscii a sbattere le palpebre un po' di volte fino a che mi resi conto che fuori era ormai giorno e non c'era più nulla di tutto ciò che avevo vissuto.

Assumere sostanze vale davvero esperienze come questa?

 

E ora che ho smesso da anni e la mia vita è normalissima, vivo come tutti, ho il mio lavoro e i miei hobby, la notte dormo due o tre ore e spesso mi sveglio con forti incubi che mi lasciano una sensazione di malessere e instabilità per mezza giornata. E, nei primi anni dopo la disintossicazione, ebbi ancora allucinazioni, così, "a ciel sereno". E ci saranno sempre i momenti in cui mi fermerò a pensare a quel giovanissimo me stesso e vorrei tornare indietro da lui e supplicarlo di non accettare quella roba per non soffrire così tanto. Ma non si può.

Per cui io dico, ognuno è libero di scegliere ma una cosa è certa: a fare uso di sostanze Non ne vale la pena.

 
 
 

Era mio padre

Post n°199 pubblicato il 02 Marzo 2015 da mygangsta

Ammirevoli sono i genitori che riescono a perdonare i figli. A riaccoglierli e riabilitarli anche dopo errori madornali.

Colui che era mio padre, invece, non ce l'ha fatta. E penso proprio a lui ora, nella sera del suo compleanno. Nel giorno in cui ha festeggiato con gli amici e la famiglia, ma non con il figlio. E penso che quest'ombra gli abbia oscurato anche la cena della festa.

Ma, in fondo, posso capirlo. Quando i medici del 118, riferendosi a me, gli dissero "overdose" lui cadde a terra sotto il peso di una notizia che mai e poi mai avrebbe sospettato.

Troppo duro il colpo, un vero shock. Il caro figlio, che lui amava così tanto, in realtà si faceva da anni.

Insopportabile, imperdonabile.

Mi salvò la vita ma, qualche giorno dopo, venne a dirmi che era finita. Che portava in sè il ricordo di un figlio cui aveva voluto davvero bene ma che non esisteva più.

Non lo vidi più per tutti i due anni e mezzo di comunità. Lo rividi poi, di sfuggita, quando la mia seconda vita era già iniziata. Non mi disse nulla e se ne andò per la sua strada ma mi bastarono pochi istanti per capire quanto male io gli avessi fatto.

Cercai il suo perdono, certo. Volevo almeno un incontro e, per varie intercessioni, infine si presentò all'appuntamento e ascoltò le mie parole in silenzio. Poi, disse: "Non ti serve il pentimento adesso. Avresti dovuto pentirti subito, alla prima canna. Se tu fossi venuto da me allora, avremmo chiarito la situazione e niente sarebbe stato. Invece hai proseguito con sostanze sempre peggiori fino a rischiare la vita. Questo non è perdonabile. Ormai non puoi più porre rimedio a quanto hai fatto. Pensaci, avrai il rimorso per sempre. Non sarà facile vivere così. Non tornerai mai indietro qualunque cosa tu faccia. Abbiamo perso tutti e ormai non c'è più soluzione".

Poi se ne andò e, da allora, a tutto ciò che organizza personalmente in famiglia non ammette la mia presenza. Se mi trovo a passare da quella casa o si ritira in camera o si trincera dietro un quotidiano o la tv.

Ha avuto ragione, non è semplice vivere con la consapevolezza di non poter tornare indietro e porre rimedio all'errore commesso. Le sue parole sono state profetiche.

Per me è durissima ma per lui non è certo meglio. Io ho costretto i miei genitori a vivere un'esperienza da incubo, qualcosa che nessun genitore si augurerebbe mai di vivere, li ho messi di fronte a una delusione enorme, difficilmente metabolizzabile.

Ma ora, con la mia nuova vita, vorrei essere per loro il figlio migliore. E con mia madre che mi ha perdonato, ciò è già accaduto.

Certo è che a fare uso di sostanze è più quello che si perde che quello che si guadagna.

 
 
 
 
 

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Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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