JUVENTUS

"ALLA JUVENTUS E' FINITA"

Dopo sei mesi da dimenticare il portoghese lascerà la Signora entro il 31 gennaio. La confidenza del giocatore ad un fan, mentre firmava autografi all'uscita del centro sportivo di Vinovo: "Penso che andrò via presto. Qui non mi fanno rimanere". Si tratta con le inglesi Tottenham e Portsmouth per la cessione, ma nelle ultime ore si parla anche di un possibile scambio col centrocampista argentino Gago del Real Madrid. Ranieri: "Arriva un fuoriclasse, garantisco io". Intanto la società sfoltisce la rosa: ufficializzato il passaggio di Olivera al Penarol con la formula del prestito.

     

TIAGO SI ARRENDE: "QUI E' FINITA" - La Stampa - Juve-Tiago, adesso è proprio finita. Il centrocampista portoghese, 26 anni, lascerà Torino probabilmente già entro il 31 gennaio, dopo aver attraversato per sei mesi l’universo bianconero come una meteora. Siamo arrivati ai titoli di coda, quasi al limite della sopportazione: la Juventus non ne può più di lui e lui non ne può più della Juve, almeno a giudicare da quanto è accaduto nelle ultime ore. Dopo l'ennesima bocciatura in Coppa Italia contro l'Empoli e i fischi del pubblico, ecco la rottura: Tiago da due giorni non si allena più con i compagni, sembra per una sua scelta personale, e ieri mattina si è anche sfogato con un tifoso lasciando il centro sportivo di Vinovo. «Penso che andrò via presto - ha confidato al fan mentre firmava un autografo al termine della seduta -. Qui non mi fanno rimanere».
Parole chiarissime. Non a caso, quasi in contemporanea, allo "Juventus center" si sono precipitati gli uomini mercato della Juve, l'amministratore delegato Jean-Claude Blanc e il direttore sportivo Alessio Secco, per confrontarsi (anche) su questo con Ranieri dopo aver ceduto ufficialmente Olivera in prestito al Peñarol (Uruguay). Il summit con l'allenatore è durato circa mezz'ora. Probabile che, oltre che del problema difesa (organico decimato dopo l'ultimo infortunio di Chiellini, fuori sino a fine febbraio), si sia discusso del destino del portoghese triste, più che mai sul piede di partenza. Oltre all'ipotesi di uno scambio con l'argentino Fernando Ruben Gago (21 anni) del Real Madrid, è sempre vivo l’interesse di Tottenham e Portsmouth e all’orizzonte si profila un ritorno in Premier League. Altro indizio: due giorni fa Tiago è stato visto abbracciare un compagno (Legrottaglie) come se si stessero salutando definitivamente. Per il reparto arretrato, invece, l’ultima idea è chiedere al Milan il croato Dario Simic, vista la difficoltà di anticipare subito l’arrivo dall'Aston Villa di Olof Mellberg, già bloccato per giugno. Ma torniamo a Tiago e riavvolgiamo il nastro. Arrivato dal Lione come fiore all'occhiello del mercato estivo, pagato poco più di 13 milioni di euro, il portoghese ha cominciato a deludere fin da subito. Spaesato, timido, esile: semplicemente inadatto al calcio italiano nonostante il regale curriculum (Benfica, Chelsea, Lione). Una delusione. La prima rottura a fine ottobre, dopo lo sfogo a mezzo stampa per le troppe panchine: «Se non gioco vado altrove», disse a "O Jogo" durante un ritiro con la Nazionale. Lì per lì Ranieri e la società lo puniscono a parole e con una multa («Pensi ad allenarsi»), ma poi a dicembre decidono di provare a recuperarlo, considerando anche quanto è costato e la difficoltà di cederlo a cifre simili. Il presidente Giovanni Cobolli Gigli lo sprona e spera: «Sarà l’uomo del 2008». Il problema è che Tiago proprio non va, nemmeno con il cambio di modulo che il tecnico studia apposta per lui. A Catania, nella prima partita dell’anno, delude da trequartista nel rombo, infine spreca anche l'ultimissimo treno, martedì sera in Coppa. E Ranieri lo scarica: «Sì, stavolta ha giocato male - il verdetto del tecnico -, l'ho tolto per questo. Non ha fatto quello che gli avevo chiesto, si è nascosto limitandosi a passare la palla indietro. Non mi aspettavo una prestazione così, senza personalità». In pratica, una sentenza. Che Tiago non gradisce, evidentemente: da qui la decisione (temporanea o definitiva?) di non allenarsi più con i compagni e di restare dentro la palestra in attesa dell’inevitabile cessione. «Il giocatore non ha nessun problema medico, se non va in campo è una scelta sua - fanno sapere dallo staff sanitario -. Forse è affaticato, ma dovete chiedere alla società». Che non fa alcuna dichiarazione, mentre sul prato l’allenatore prova la formazione da opporre domenica alla Sampdoria. In mezzo al campo non c’è nemmeno Almiron, sempre in attesa del prestito al Monaco. Pur di non vedere più né lui né Tiago nel motore della sua Juve, Ranieri si inventa Salihamidzic centrale di centrocampo insieme con Zanetti, mentre dietro Boumsong e Grygera si contendono il posto che era di Chiellini. In attesa dei rinforzi.
RANIERI: "ARRIVERA' UN FUORICLASSE. GARANTISCO IO" - Tuttosport - Claudio Ranieri, qual è il reparto che necessita di maggiori rinforzi?
«Il piano deve prevedere rinforzi in tutti i reparti, ma non dobbiamo avere fretta. Fatemi arrivare a fine stagione per tirare le somme».
John Elkann è stato chiaro nel promettere investimenti per presentare una Juventus ancora più forte al via della prossima stagione. «E’ vero e fa piacere saperlo. Noi dovremo gestire bene i soldi che la società ci metterà a disposizione. Purtroppo siamo in una condizione di svantaggio. Gli altri comprano per mantenersi ad alto livello, noi per ricostruire una grande squadra e non potremo permetterci di sbagliare un colpo».
Lei si sente, dunque, di farsi garante con tifosi sulla volontà di investire della società?
«Io prima di firmare il contratto ho voluto conoscere bene il progetto. Ed è un progetto vincente. Investiremo per portare alla Juventus un vero fuoriclasse. Certo la nostra situazione non è quella di un club con alle spalle presidenti alla Moratti, alla Abramovich, pronti a ripianare in un attimo passivi di 100 milioni».
I Moratti e gli Abramovich non dovrebbero essere “limitati” per evitare clamorosi scompensi nei campionati?
«No, è giusto che sia così. Capita anche alle famiglie: c’è quella che si può permettere l’auto di lusso, altre cercano valori alternativi. Questa società è sempre stata abituata ad autofinanziarsi. E poi guardate la Roma, proprio nel momento in cui ha smesso di spendere (e forse spandere), ha realizzato una meravigliosa rivoluzione lanciando i suoi giovani».
Aquilani farebbe al caso della Juve?
«Mi piace moltissimo, ma la Roma non lo cederà».
Intanto il Milan ha pescato Pato. Le è piaciuto?
«Tantissimo. Complimenti al Milan, ai suoi osservatori. E a Galliani per avere avuto il coraggio di spendere 20 milioni per un diciottenne. E’ un grosso investimento per un ragazzino».
La Juventus lo farebbe in questo momento storico, in questa fase di ricostruzione?
(smorfia) «Onestamente... Non lo so».
OLIVERA TORNA IN URUGUAY - AGM-DS -  Ruben Olivera da oggi non e` piu` un giocatore della Juventus. Il centrocampista uruguaiano e` stato ceduto a titolo temporaneo al Penarol, una delle squadre piu` importanti del suo paese. Archiviata definitivamente la vittoria sull’Empoli e il passaggio del turno in Coppa Italia, la squadra si e` rimessa al lavoro per preparare il match di campionato contro la Sampdoria, in programma domenica pomeriggio allo stadio Olimpico.  Dopo la seduta di mercoledi` pomeriggio, defaticante per chi era sceso in campo con i toscani, in mattinata il gruppo ha ripreso a lavorare compatto agli ordini di Claudio Ranieri. Erano assenti gli infortunati Andrade e Chiellini, mentre per gli acciaccati Tiago e Zebina solo palestra. Notizie positive arrivano da Camoranesi: l`italo-argentino e` tornato infatti ad allenarsi regolarmente e ha fatto la partitella. In vista del match di domenica Ranieri, alle prese con l`emergenza difesa, e` orientato a schierare il quartetto composto da Birindelli, Gryera, Legrottaglie e Molinaro. Il programma prevede altre due sedute mattutine per le giornate di venerdi` e sabato.
OLIVERA IN PRESTITO AL PENAROL - juventus.com - Archiviata definitivamente la vittoria sull’Empoli e il passaggio del turno in Coppa Italia (in attesa di veder ufficializzato il nome della prossima avversaria: l’Inter, che in serata affronta la Reggina dopo il 4-1 dell’andata), la squadra sta lavorando per preparare il match di campionato contro la Sampdoria, in programma domenica pomeriggio all’Olimpico. Dopo la seduta di mercoledì pomeriggio, defaticante per chi era sceso in campo con i toscani, alla presenza di Jean-Claude Blanc e Alessio Secco in mattinata il gruppo ha ripreso a lavorare compatto agli ordini di Claudio Ranieri. Senza Ruben Olivera. Da oggi il centrocampista uruguaiano non fa più parte della rosa bianconera, ceduto a titolo temporaneo al Penarol, una delle squadre più importanti del suo paese. In vista della gara con i liguri, il programma prevede altre due sedute mattutine per le giornate di venerdì e sabato. Entrambe seguite da conferenze stampa. Se, come consuetudine, il tecnico presenterà la partita nel giorno di vigilia, domani sarà Alessandro Del Piero ad incontrare i giornalisti. L’appuntamento è fissato per le ore 12.45 presso la sala stampa dello Juventus Media Center di Vinovo (via Stupinigi 182). Diretta tv su Juventus Channel.
E' JUVE-INTER ANCHE IN COPPA ITALIA - juventus.com - Juventus-Inter doveva essere e Juventus-Inter sarà. Bianconeri e nerazzurri si affronteranno nei quarti di finale della Coppa Italia TIM CUP. Dopo la squadra di Ranieri, che martedì aveva avuto la meglio al termine della rocambolesca sfida con l’Empoli, anche quella di Mancini ha guadagnato il passaggio del turno archiviando la pratica Reggina, già chiusa dopo il 4-1 dell’andata in Calabria. La sfida di ritorno al Meazza si è chiusa con un altro successo interista per 3-0. Venerdì 18 gennaio sarà giornata chiave per conoscere tutto sulla doppia super sfida. Verranno infatti effettuati i sorteggi per l’assegnazioni delle sedi (cioè quale delle due rivali ospiterà l’andata) e verranno decise le date – fissate ora per il 23 e 30 gennaio -, in base alle esigenze televisive.
LA JUVE FACCIA CHIAREZZA SUGLI OBIETTIVI E RINFORZI LA DIFESA - Commento di Alberto Zaccheroni per "Il Giorno" -  LA JUVE riemersa dalla serie B aveva davanti a sè due strade. Poteva scegliere la pianificazione del successo in tre o quattro stagioni o tentare la scalata immediata al tetto del campionato. Ha scelto una via di mezzo: dare un’occhiata di straforo a questo scudetto e intanto prgrammare la sua crescita. Una botta di qua e una di là: strategia che, di solito, non paga. Vinci solo se le grandi crollano tutte insieme e non lasci ai giovani che hai individuato come i punti fermi del futuro la tranquillità necessaria per maturare e diventare veri campioni. L’ultima Juve vincente, quella di Capello, era un eccezionale mix fra il meglio che offrivano Italia e Francia con Ibrahimovic in più. Semplicemente stellare.
QUESTA JUVE, che solo per l’impegno di tutti assomiglia alla prima del Lippi-bis, vede i suoi promettenti giovani faticare più del previsto. Un discorso a parte meritano Nocerino e Tiago. L’uno perché sembra il più maturo, il solo capace di reggere subito una pressione fortissima; l’altro, perché esce di scena con la sola colpa di essere un doppione di Almiron, molto regista e poco incontrista. Sui veterani e sulle spalle di un grande allenatore qual è Ranieri, grava la responsabilità di questa stagione. Sono giocatori di esperienza e di classe, ma sono cinque o sei e perché la Juve diventi squadra da scudetto ne dovrà inserire altrettanti. Tre o quattro pensava di averli già ingaggiati e sperava di completare l’opera la prossima estate con altri due o tre inserimenti. Ma adesso il rischio di dover ricominciare un’altra volta da capo è reale. Se i Criscito, gli Almiron e i Tiago si perdono, la Juve entra in un circolo vizioso. Lo può spezzare solo comperando campioni già affermati, ma non sembra avere un’economia che glielo permetta. Oppure rivedendo i suoi obblighi. Diceva Montali: siamo una grande azienda, dobbiamo puntare ai traguardi più alti.
VERO ovunque, tranne che nel mondo del pallone e alla Juve in particolare: se una grande azienda segna un passo falso, lava i panni sporchi in casa sua; se lo compie la Juve, deve fare i conti con il dissenso palese di quindici milioni di persone. Non hai tregua: dal tassista al giornalaio, per tutto il giorno ti senti domandare: cosa c’è che non va? Perché i tuoi giovani crescano bene e in fretta li devi tenere al riparo da questo bombardamento. E gli puoi garantire un po’ di quiete solo dicendo chiaramente, come avevi fatto prima della promozione dalla B, che avrai bisogno di un po’ di tempo per tornare ai massimi livelli. Chiedi quattro anni e siccome sei una società forte e di gente in gamba e hai un allenatore eccellente, ne impieghi tre e ci fai pure un figurone. La Juve, adesso, è a dieci punti dalla capolista, ha chiesto ai suoi grandi campioni sforzi che non potranno replicare a lungo ed è sempre a cinque o sei campioni di... distanza dalla prima in classifica. Qualcuno continua a parlare di scudetto e qualcuno probabilmente in cuor suo sa che sono parole di circostanza. La Juve tenta di ovviare con il mercato e dà la caccia a rinforzi per l’attacco. Il mio modesto parere: terrei quei denari per iniziare dalla difesa.