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News 20/04/2009

Post n°1635 pubblicato il 20 Aprile 2009 da corsivo79

CLAMOROSO: RITORNA CANNAVARO
E LA JUVE HA CONTATTATO CONTE!

Incredibile, ma vero. Quasi fatta per il ritorno del capitano azzurro a Torino. Trovato l'accordo, manca solo l'ufficialità. La cena tra Lippi e Blanc ha dato il via al progetto: contratto di un anno più l'opzione per un altro. E poi dirigente. Buffon approva: "Acquisto importante. Non è per un progetto lungo ma può darci nel breve una grossa mano". Ma una parte dei tifosi non è d'accordo: "Ci ha traditi". Intanto sempre più in bilico la posizione di Ranieri: il suo futuro legato alla Coppa Italia. Ci sarebbero già stati i primi abboccamenti tra la dirigenza bianconera e il tecnico del Bari Antonio Conte. L'ex capitano in attesa. Non ha ancora rinnovato con i pugliesi e ha diverse offerte, ma prende tempo. Intanto su Diego è piombato anche il Chelsea. Secondo il "Daily Express", il club londinese in contatto con il Werder Brema per il brasiliano. Quagliarella: "Juve? Inter? Per ora è fantamercato". Giovinco, il più in forma della Juve. In campo nel finale contro l'Inter e autore dell'assist per Grygera. Mercoledì potrebbe ritrovare una maglia da titolare in Coppa Italia. Per la sfida contro la Lazio che vale l'accesso alla finale è pronto anche Amauri. Ma i titolari dovrebbero essere Trezegol e Iaquinta. Insulti razzisti a Balotelli: la Juve rischia di giocare a porte chiuse e la Digos apre un'inchiesta.

CANNAVARO-JUVE: QUASI FATTA! - Corriere dello Sport - Fabio Cannavaro torna alla Juve. Mol­to più che una indiscrezione, una prospettiva che sembra avere più valo­re di qualsiasi firma. Una firma che ora non potrebbe ancora esserci e non c'è stata. Ma che la Juve sia stata stuzzica­ta da questa idea è certo. Molto probabile, inve­ce, sembra esse­re l'ispiratore del grande ritor­no. Ricordate la cena Lippi­Blanc che solle­citò molte do­mande di rimbalzo a Ranieri nella con­ferenza stampa del 10 aprile scorso? «Non sono preoccupato, che devo dirvi: mica non possono cenare assieme...» , rispose il tecnico bianconero. Ecco, pa­re che proprio nel corso di quell'incon­tro ravvicinato con l'amministratore de­legato bianconero sia venuto fuori un discorso: in sostanza il ct gradirebbe che Cannavaro giocasse in Italia la sta­gione che prepara ai Mondiali. E perché non con la Juve, vista anche la scaden­za di contratto con il Real? Si parla di un anno di contratto più l'opzione per un altro anno. E poi un futuro da dirigente.
LA SCINTILLA - Blanc ci ha ragionato, se ne è parlato e la società si è mossa. Certo, un passo a sorpresa rispetto alla linea tracciata dai dirigenti finora: una Juve fatta sì di campioni e di giovani ma una squadra che nella carta d'identità fosse progressivamente svecchiata. Fa­bio Nazionale a settembre farà 36 anni: difficile programmare con lui. Fatto sta che la Juve ci ha pensato, ci sta pensan­do, ma sa che deve pri­ma parlarne con il Real. Prima di qualsiasi passo ufficiale. Perché la rego­la scritta dalla Fifa im­pone una corrisponden­za ufficiale tra club, quando uno vuole tratta­re con un giocatore in scadenza nell'altro. La dirigenza bianconera - e su questo non si torna certamente indietro - non vuo­le incorrere in imbarazzi internaziona­li, meno che mai in lettere di richiamo o sanzioni. Su Cannavaro, e qui parlia­mo della valutazione di natura pro­grammatica, l'idea è cambiata: è proba­bile che si sia deciso di dare una chioc­cia ad un gruppo, di inserire un giocato­re “al limite' ma con il crisma del leader assoluto. A questo aggiungiamo che an­che al Real il capitano della Nazionale sta chiudendo una grande stagione per­sonale. E che le stagioni alle porte di un grande evento non le ha mai sbagliate.
JUVE, CANNAVARO GIA' DIVIDE - La Stampa - Fuggito dalla nave che s’inabissava in serie B nell’estate 2006, per il popolo bianconero che da allora lo fischia, o trasferitosi a Madrid per spendere gli ultimi anni di una carriera non ancora decadente, lo giustifica chi lo perdonò, Fabio Cannavaro s’appresta a risalire a bordo della Juve. In scadenza di contratto con il Real, il difensore ha già trovato l’accordo con il club bianconero, annunciava ieri mattina Sky: un anno, con l’opzione per il secondo, poi un altro paio da dirigente. Ingaggio da poco meno di tre milioni di euro a stagione, cifra quasi dimezzata rispetto allo stipendio madrileno: un gesto a metà tra la richiesta di indulto ai tifosi che lo bollarono «mercenario» e l’inesorabile trascorrere degli anni. Manca solo l’autografo del capitano azzurro, ma sembra tutto sistemato, anche se da casa Juve, ufficialmente, nessuno confermava, e alcuni s’indispettivano: un robusto pezzo della società era all’oscuro del blitz e sembra che il nome non fosse proprio il primo sulla lista di Claudio Ranieri. Magari, sibilano i maligni, lo era su quella di Marcello Lippi, che l’ad Jean Claude Blanc consultò due settimane fa a pranzo, in un ristorante di Recco, anche se i due parlarono di Amauri, riferì la ricostruzione ufficiale. Che aveva smentito anche l’ipotesi del futuro ingaggio come direttore tecnico bianconero, a partire dal 2010, dell’attuale ct dell’Italia. Guarda caso, la scadenza del contratto di Ranieri. Sarà: la tempistica degli eventi è quanto meno sospetta. Cannavaro, 36 anni il prossimo 13 settembre, torna bianconero dopo tre stagioni a Madrid: il primo atterraggio a Torino c’era stato nell’estate 2004, dall’Inter, poi due annate con i due scudetti poi confiscati. La possibilità di rimetterci piede, lui stesso non l’aveva mai esclusa, pure nelle due estati scorse, quando il suo nome era già stato sondato dal club: «Alla Juve sono stato talmente bene e ho vinto due scudetti che nessuno mi potrà togliere - disse - posso mai dire che tornare mi spiacerebbe? È vero, mi sono sentito spesso con Secco, che è un amico. Cercavano un difensore, ma non c’è mai stato niente di concreto. Come con nessun’altra squadra: ma d’estate ne dicono tante». All’innesto non sono estranei rischi di rigetto, per lo meno iniziali, da parte dello spogliatoio: c’è chi, la fuga del 2006, non la prese benissimo, e mai la digerì, anche perché mentre Cannavaro giocava dentro al Santiago Bernabeu, i reduci bianconeri sfidavano il Rimini e il Crotone in serie B. Certe cose non si dimenticano. Anche se per l’amico, garantisce Gigi Buffon: «Potrebbe certamente essere utile, un campione con la sua esperienza serve sempre». Ride un po’ meno una discreta fetta di tifosi, almeno seguendo le chiacchiere che subito hanno invaso i forum su internet, tra Vecchiasignora.com e J1897, due tra le tribune virtuali più frequentate dai tifosi: «Ma perché bisogna prendere un vecchio mercenario?», si legge in un messaggio. E ancora: «Applaudire Cannavaro? Perché? Lo abbiamo salvato dalla Pinetina, gli abbiamo ridato lustro e quindi la Nazionale con relativa coppa del mondo e il pallone d’oro (peraltro scippato a Buffon), lui ci ha applaudito? O si è fatto le valigie scansandosi la B e rifugiandosi in Spagna? Mai!». Molti non dimenticano: «Dov’era Cannavaro quando la Juve pareggiò con il Rimini? Quando tutto sembrava finito? Quando eravamo in inferno e non sapevamo cosa fare? Dove? Sprecate tempo a criticare i vari Buffon e Trezeguet, e poi volete accettare questo qua?Ma nemmeno per scherzo». Più o meno lo stesso pensiero di chi va allo stadio: basta ricordare la pioggia di fischi che accolse il difensore quando a novembre si presentò all’Olimpico con la maglia del Real Madrid». Va da se' che le opinioni rotolano alla velocità del pallone e che potrebbe bastare qualche buona partita per rispolverare l’antico amore. Altre valutazioni toccano ovviamente a chi pilota la società, pure se ragioni di cuore negarono l’assalto a Stankovic: allora, visto che la firma ancora manca, andrà valutato se l’ingaggio di Cannavaro, a poco meno di tre milioni di euro a stagione è un’affare. Seppur non più il centrale corazzato del mondiale 2006, dovrebbe comunque garantire una certa affidabilità. Fosse stato da subito nei piani di Ranieri, sarebbe stato meglio.
BUFFON: "CANNAVARO? AQUISTO IMPORTANTE" - Tuttosport - Fabio Cannavaro torna alla Juve. Ci sarebbe l'accordo. Un ritorno al futuro che piacerebbe anche a Gigi Buffon: «Uno con la sua esperienza sarebbe utile a qualsiasi squadra - ha detto il portiere a Sky - È chiaro che non può fare parte di un progetto a lunga scadenza, ma in tempi brevi può essere molto importante. Io però non faccio testo, sono di parte, l'amicizia che ci lega è decennale».
MIGLIORARE I DETTAGLI - Troppe volte la Juve ha subito gol evitabili e non ha chiuso partite poi riaperte: questi sono i dettagli che Buffon vuole vedere migliorare per puntare al titolo il prossimo anno: «Ci vuole più attenzione - ammette Buffon - sui dettagli, sulle piccole cose che hanno fatto la differenza e che ci avrebbero consentito di disputare un altro campionato».
L'INTER? HA UN ORGANICO SUPERIORE - Di Juventus-Inter Buffon, con la solita franchezza, spiega: «Ha un organico superiore al nostro e questo le è servito nei momenti di crisi. Noi nella partita secca possiamo mettere il 120% di carica nervosa, ma può anche capitare che le energie talvolta scarseggino e così alla fine si spiegano i dieci punti di differenza. Noi comunque dobbiamo terminare nel miglior modo possibile, per non buttare in venti giorni sette mesi ottimi. Ieri è finita in modo soddisfacente se pensiamo che eravamo rimasti in dieci. È chiaro però che non si possono fare salti di gioia. La Coppa Italia? Fino a qulche anno fa ci saremmo messi a ridere a pensarci, ma da qualche anno è diventato un trofeo più importante».
CONTE-JUVENTUS: CONTATTO! - Tuttosport - Dopo 13 stagioni in maglia bianconera, l'ex capitano Antonio Conte punta alla quattordicesima. Già, perchè Conte nuovo allenatore della Juve è il sogno di una parte con­sistente della tifoseria, l’am­bizione del diretto interes­sato e sembra essere anche il progetto (inconfessabile al momento) della dirigenza. La cavalcata del Bari verso la A si presterebbe a un rinnovo contrat­tuale e in effetti il ds barese Giorgio Perinetti ha fatto sapere più volte che al tecni­co basterebbe presentarsi in sede e apporre la propria firma in calce per prosegui­re il proficuo rapporto. Ma Conte al momento tergiver­sa, incurante della disponi­bilità del suo attuale club e delle proposte arrivategli da altre società di A (Lazio in testa). In effetti Conte nulla farà fino a quando non sarà chiara la situazione della Juve. Ufficialmente Blanc ha confermato Ranieri, ufficiosa­mente alla Juve vengono disegnati sce­nari diversi, cioé che il futu­ro di Ranieri è subordinato alla vittoria in coppa Italia oltre che dal secondo posto finale. La situazione di Conte si inserisce in un contesto più ampio, a cui non è estraneo il ritorno si­curo di Fabio Cannavaro e nemmeno quello sempre più probabile di Marcello Lippi in qualità di direttore tecni­co dal 2010. In effetti con­tatti tra il tecnico barese e la dirigenza juventina ce ne sarebbero già stati - scrive Tuttosport - e avreb­bero partorito la decisione di tenersi in stretto contat­to da qui a fine stagione (per evitare che l’ex capitano del­la Juve anni ‘90 si prometta ad altri). L’arrivo di Conte, soprattut­to se dovesse maturare in tempi piuttosto rapidi, avrebbe inevitabili riflessi anche sul mercato juventi­no. Paradossalmente sareb­be meno scontato l’acquisto di Diego, che ormai Ranieri aveva accettato dopo le per­plessità iniziali. Il modello tattico del tecnico pugliese privilegia infatti una ferrea organizzazione offensiva, all’interno della quale trove­rebbe una più logica colloca­zione un esterno della qua­lità di David Silva, capace di supportare una coppia d'attaccanti come Amauri e Iaquinta. Insomma, anche a Valencia c'è chi canta "Conte olé".
I TIFOSI STUFI DI RANIERI. E LO STADIO URLO': "CONTE, CONTE" - Tuttosport - Il coro parte spontaneo mentre la Juventus sta perdendo e la zuccata di Grygera non ha ancora risollevato un sabato sera che si avviava a diventare assai pesante per l'ambiente bianconero. Il coro parte spontaneo e inneggia ad Antonio Conte che, nella canzone della curva (alla quale si unisce buona parte dello stadio), è ancora ricordato come "il nostro capitano", ma che tutti sanno essere il brillante allenatore del Bari, in testa alla classifica di serie B. Non certo una bella notizia per Claudio Ranieri che, per la prima volta da quando è allenatore della Juventus, sente chiedere la sua testa dai tifosi. Ma tant'è, l'emotività di una partita che fino al gol di Balotelli procedeva tra sbadigli e sussulti può giocare brutti scherzi. O forse i tredici punti di distacco che in quel momento si stavano concretizzando, insieme alla reale possibilità di perdere il secondo posto a danni del Milan (che comunque oggi può agganciare, battendo il Torino) hanno iniziato a pesare. Il gol di Grygera ha spento il coro, ma non la sensazione che qualcosa sia cambiato nell'aria e servirà più di una vittoria contro la Lazio mercoledì (via d'accesso alla finale di coppa Italia) per ricostruirla.
JUVE ATTENTA, SU DIEGO C'E' ANCHE IL CHELSEA - Tuttosport - Su Diego non c’è solo la Juventus. Anzi, la società bianconera deve stare attenta, perché al fantasista brasiliano del Werder Brema sarebbe interessato anche un club potente come il Chelsea. Così sostiene l’edizione domenicale del quotidiano inglese “Daily Express”, secondo cui Diego sarebbe cercato anche dal Manchester City.
QUAGLIARELLA: "JUVE? INTER? FANTAMERCATO" - ilfriuli.it - Fabio Quagliarella è stato ospite ieri sera della "Domenica Sportiva" su Rai Due. Come al solito è stato chiamato a commentare tutta la giornata di serie A, con un occhio di riguardo per le cosiddette grandi, che per forza di cose occupano la maggior parte degli spazi televisivi. Impossibile quindi evitare la fatidica domanda: "Meglio Inter o Juve per te?". Quagliarella, diplomaticamente, abbozza un "Sono due grandi squadre, non ho preferenze. E' chiaro che a qualsiasi giocatore fa piacere sapere di essere seguito da due squadre così". E intelligentemente aggiunge: "Comunque per ora è tutto fantamercato. Con Mourinho c'è stato un chiarimento sull'episodio di un rigore. Poi lui mi ha fatto i complimenti e questo mi ha fatto piacere". "E il Napoli? Ti piacerebbe?" lo incalzano in studio. Quagliarella sorridente fa notare che "De Laurentiis ha già chiarito il suo pensiero riguardo a me. Ha detto che sta cercando un altro tipo di attaccante". Poi la solita domanda fastidiosa, fatta appositamente per far innervosire i tifosi friulani: "Da Genova sei passato all'Udinese. Eppure già allora ti volevano Juve e Inter. Come mai non sei riuscito ad andare in una grande squadra?" Così casca l'asino. Incredibile che Massimo De Luca non sia stato informato che Quagliarella era già per metà dell'Udinese che se lo è ripresa alle buste. Il buon Fabio, con santa pazienza, ha dovuto informarlo di ciò: "Ero in comproprietà tra due grandi squadre. L'Udinese ha creduto in me, ha speso una grande cifra per portarmi da loro e io sono grato a Pozzo per averlo fatto". Come dire: "ma non ve l'avevo già raccontato?".
GIOVINCO, IL PIU' IN FORMA DELLA JUVE - Tuttosport - Dieci minuti che valgono come novanta. In fondo, se non fosse stato per Sebastian Giovinco, per quell’assist direttamente da calcio d’angolo sulla testa del provvidenziale Zdenek Grygera, chissà se la Juve avrebbe avuto la capacità di conquistare il pari dell’ono­re, il punto salvafaccia. An­che Mourinho ha reso omaggio al piccolo fantasi­sta bianconero: «Giovinco ha calciato molto bene, il suo è stato un angolo perfetto, e quando si calcia così dalla bandierina, è sempre un problema per chi difende». Un complimento esplicito e significativo, tanto per sot­tolineare il contributo di qualità apportato dal nume­ro 20 della Juve nel finale di partita, con l’Inter in van­taggio di un gol e, soprattut­to, di tredici punti in classi­fica. Non c’è niente da fare, se si guarda alle ultime partite disputate dai bianconeri (a partire più o meno dal derby con il Tori­no), risulta evidente il ruolo svolto da Giovinco. Uno dei pochi ad avere idee e forza fisica in un momento di ap­piattimento generale. La Ju­ve ultimamente si è sgonfia­ta, ha perso motivazioni, ha mostrato affanno. Pochi spunti in attacco e quasi tut­ti ispirati da Giovinco. È giusto che abbia spazio, sembra indubbiamente lui il più in forma dei bianconeri. Sabato sera - noblesse oblige - il ragazzo ha ceduto il po­sto a Pavel Nedved. Eppure il cambio d’esperienza e di potenza non si è rivelato ef­ficace. La Juve è rimasta so­stanzialmente a guardare, mentre l’Inter manteneva il controllo della situazione bloccando il centrocampo, trovando vie d’uscita sulle fasce, arrivando al bersaglio con Balotelli su uno sbilan­ciamento della Juve, piutto­sto consueto in occasione de­gli ultimi gol subiti in cam­pionato.
COPPA ITALIA: AMAURI PRONTO PER LA LAZIO - Tuttosport - Ieri mattina la Juventus è tornata al lavoro in vista del ritorno della semifinale di Coppa Italia che mercoledì la opporrà in casa alla Lazio. Sotto la pioggia che dalle prime ore della mattina batte su Torino, hanno lavorato solo i giocatori che ieri sera non avevano giocato contro l'Inter o erano entrati sul terreno di gioco solo per uno scampolo di partita. Tra loro anche Amauri, ormai recuperato e probabilmente in campo in settimana, o mercoledì o al più tardi domenica prossima in Calabria contro la Reggina. Sul rettangolo verde stamattina si sono visti anche Giovinco, Trezeguet, Knezevic, Camoranesi, Tiago, Mellberg, Poulsen, De Ceglie, Marchisio, Nedved, Grygera, Ekdal e Zanetti. Domenica prossima, quando la Juve sarà impegnata al Granillo, non ci sarà Tiago per squalifica ma Ranieri ritroverà Camoranesi e Marchisio. Allenamento a parte per i portieri con il preparatore Pellizzaro. Sempre assenti gli infortunati Sissoko e Salihamidzic.
INSULTI A BALOTELLI, LA JUVE RISCHIA LE PORTE CHIUSE - La Stampa - La Juventus rischia molto per i cori di sabato sera all’indirizzo di Balotelli. Il precedente fresco riguarda proprio i rivali dell’In­ter cui fu fatale (per una curva, la Nord) uno striscione pesante su Na­poli: curva chiusa. Qui sarà importante, da quan­to trapela, definire chi facesse il coro e chi il controcanto all’Olimpico: la nor­ma che sanziona i cori razzisti è l’arti­colo 11 comma 3 del nuovo codice di giustizia. «In caso di violazione si ap­plica ammenda non inferiore ai 20 mi­la euro. Nei casi di recidiva o di gravità e di pluralità di violazioni (è il caso di cui parlano gli 007 federali in Juve-­Inter, ndr), oltre all’am­menda si possono applicare congiun­tamente o disgiuntamente le sanzioni dell’articolo 18». L’articolo 18 prevede la «disputa di una o più gare a porte chiuse» (la più probabile pena), la «chiusura di uno o più settori», ma an­che la «squalifica fino a due anni del terreno di gioco». Le aggravanti non mitigate dall’intervento del club (con lo speaker) o (soprattutto) del resto del pubblico (dissenso con fischi ai razzi­sti) comporta perfino la penalizzazione di punti, l’esclusione dal campiona­to e esclusione dalla manifestazioni europee. Il giudice sportivo Tosel in questa stagione ha esaltato la possibi­lità concessa dal nuovo codice di esi­mere le società dalla responsabilità oggettiva per violenza (meno per raz­zismo) se i club dimostrano capacità d’intervento, mancate però a Torino. Qualcuno avrebbe auspicato anche la sospensione della gara da parte di Fa­rina: le Noif, però, prevedono all’arti­colo 62, la sospensione in caso di espo­sizione di striscioni razzisti richiesta dal responsabile dell’ordine pubblico all’arbitro che non la può decidere au­tonomamente.
JUVE, I RAZZISTI PER BENE NEL MIRINO DELLA DIGOS - La Stampa - Padri di famiglia. Professionisti, impiegati, operai, studenti. Donne e ragazze. Eccoli qui, nella moviola della polizia, sbracciarsi e scandire gli insulti razzisti destinati a un cittadino italiano, esattamente come loro. Non solo i soliti ultras, troppo spesso utilizzati come facile capro espiatorio per ogni genere di infamia. Quella è gente mite - salvo le eccezioni - che si scatena solo allo stadio. E tutti blindati nella curva Sud dell’Olimpico, la Scirea, a fare il tifo per la Juve. Tifo? I cori razzisti («Negro di m...») contro Mario Balotelli sono forse una delle pagine più tristi e squallide della recente storia bianconera. Ma non resteranno impuniti. Gli investigatori della Digos di Torino, stanno controllando le immagini registrate; cercheranno - con ottime speranze - di identificare i razzisti uno per uno. Si procede in base alla legge Mancino, che colpisce le minacce o gli atti di discriminazione razziale «in occasione di eventi sportivi». Saranno poi i pm della procura a delineare con precisione eventuali ipotesi di reato. Video e testimonianze dirette: «Ero al centro della curva, me ne sono andato quando sono iniziati gli insulti razziali. Mi sono vergognato e me ne sono andato via. All’uscita, ho chiesto alla polizia se era lecito un comportamento del genere. Io sono pronto a testimoniare, spero che altri facciano altrettanto», ha detto un tifoso, uno dei tanti, ai dirigenti dell’ordine pubblico. In ogni caso, i razzisti saranno puniti attraverso i provvedimenti amministrativi che, talvolta, possono fare più male delle denunce alla magistratura. Insomma, è in arrivo l’ennesima pioggia di Daspo, che proibisce ai violenti e, in questo caso, ai razzisti, l’accesso allo stadio, anche per anni. Non solo. Alla prossima occasione, niente striscioni, niente ingressi a chi ha intenzione di replicare una spettacolo tanto infame. Verranno sovrapposti filmati e audio, in modo da non sbagliare bersaglio nel corso dell’inchiesta. Questa volta sarà tolleranza zero. Dopo la relazione al giudice sportivo, in stretto contatto con la polizia, si rischiano anche pesanti conseguenze disciplinari. Come la squalifica del campo. Reazioni. Evelina Christillin, presidente del Teatro Stabile, manager delle Olimpiadi invernali 2006: «E’ una vergogna. Sentendo quei cori ci sono rimasta molto male sia come tifosa juventina sia come cittadina». Meno tranchant il sindaco Sergio Chiamparino: «Si tratta di un comportamento isolato che riguarda la curva bianconera e tutte le altre curve e che si ripete meccanicamente in tutte le città». Massimo Cairoli, presidente di Italia Bianconera Onlus: «Episodi da condannare, come i buuh rivolti ad altri giocatori di colore prima di lui. Ma la squalifica del campo non sarebbe giusta, molti pagherebbero per colpa di pochi. Abbiamo coperto noi i cori con i fischi, dalla tribuna Ovest». Una giornata di sport iniziata male e finita anche peggio. Alla fine, sei ultras sono stati denunciati dalla Digos per una serie di episodi avvenuti l’altra sera all’Olimpico prima, durante e dopo la partita. Quattro bianconeri e due interisti. Per un lancio di uova e bottiglie di vetro e plastica verso il pullman della squadra nerazzurra, proprio nel momento in cui stava risalendo la rampa che conduce agli spogliatoi. Indagato un trentatreenne di Prato. Altri due ultras bianconeri (uno di Milano, l’altro di Pesaro) sono stati denunciati perché indossavano cinture con borchie di metallo; un quarto, di Torino, si era messo a scagliare oggetti verso il settore degli ospiti. I due interisti, di 21 e 27 anni, hanno acceso dei fumogeni. Ma questa è solo ordinaria amministrazione.

 
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