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DAVID TREZEGOL

Post n°1125 pubblicato il 15 Luglio 2007 da corsivo79

"RIVOGLIAMO I NOSTRI SCUDETTI"

Il bomber franco-argentino lancia la sfida-tricolore: "Ci hanno tolto due titoli vinti meritatamente sul campo e ora vogliamo riprenderceli. Quando sei alla Juve del secondo o del terzo posto non te ne fai nulla. Mai voluto andare via, ho un grande desiderio di rivincita. Tutti i compagni mi hanno chiesto di restare. Punto a 200 gol con questa maglia. La squadra ha tutto e la voglia di rivincita è enorme. Noi siamo la Juve, abbiamo 14 milioni di tifosi. Dobbiamo solo pensare allo scudetto". Invasione festosa a Pinzolo. Seimila persone a caccia di un autografo. Intanto è sfida Meira-Cannavaro per la difesa, mentre il Liverpool offre 8 milioni per Chiellini.

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LA CONFERENZA STAMPA DI DAVID - La Repubblica ediz. nazionale - David Trezeguet, perché infine è rimasto alla Juventus?
«Perché non ho mai avuto intenzione di andarmene, perché abbiamo delle rivincite da prenderci, perché volevo una squadra da scudetto e ce l´ho».
Da scudetto? Subito?
«Arrivare secondo non interessa. Noi siamo la Juve, abbiamo 14 milioni di tifosi, dobbiamo solo pensare a vincere il campionato».
Pensa di poterlo fare, nonostante Inter e Milan?
«Avremo bisogno di più tempo di loro, perché noi abbiamo cambiato molto, a cominciare dall´allenatore, e non abbiamo ancora scelto il metodo di gioco, mentre i nostri avversari hanno squadre già collaudate. Però abbiamo qualcosa che loro non hanno».
Cosa?
«La voglia di rivincita, il desiderio di riprenderci quello che ci è stato tolto. Noi abbiamo conosciuto il periodo più delicato di tutta la storia juventina, noi abbiamo sofferto in serie B: tutti questi stimoli possono compensare quello che potrebbe mancarci sul piano tecnico, anche se la società ha assemblato una squadra di ottimo livello. Un entusiasmo del genere, alla Juve non l´avevo mai visto. Siamo carichi, compatti: ci hanno tolto due scudetti nonostante sul campo i più forti fossimo stati noi, adesso ce li vogliamo riprendere».
Parla da innamorato, Trezeguet. Ma non stava per andarsene?
«Non ho mai avuto questa intenzione. E nemmeno volevo arrivare alla scadenza del contratto, per svincolarmi e propormi al miglior offerente. La mia volontà è sempre stata quella di rimanere, e quel gesto che feci nell´ultima giornata di campionato voleva dire proprio questo. Era la società che non aveva fiducia in me, ma poi le cose sono cambiate».
Cosa è capitato, nel frattempo?
«Forse hanno capito che avevo veramente voglia di restare. Devo ringraziare i miei compagni, perché tutti hanno sponsorizzato la mia conferma: i dirigenti hanno chiesto il loro parere, hanno anche valutato l´umore dei tifosi, e hanno capito che la cosa migliore era tenere Trezeguet: a quel punto, per metterci d´accordo sui soldi sono bastati due giorni. Penso di avere fatto qualcosa, nella storia di questa società: probabilmente, devono anche essersi resi conto che non era facile trovare in giro un altro Trezeguet».
Uno da 140 gol in bianconero, vuol dire?
«A me piacciono i numeri, ed è quelli che vorrei far parlare. Ecco i miei obiettivi: mi mancano 5 reti per arrivare a 100 in A, me ne mancano 10 per arrivare a 150 con questa maglia e adesso ho 4 anni di tempo per puntare a quota 200. E naturalmente voglio anche rivincere lo scudetto».
Quel famoso gesto che fece durante Juventus-Spezia, Nedved l´ha definito brutto: concorda?
«Con Pavel ho un ottimo rapporto. Semmai non mi sono piaciute certe frasi del suo procuratore. Io quando faccio una trattativa non vado a commentare quelle degli altri».
Non è che rimasto perché nessuno la voleva?
«Mio padre mi ha detto che di offerte ce n´erano, ma in giro non vedo tante società al livello della Juve. Qui sto bene. Se tutto andrà come deve, alla fine avrò passato a Torino undici anni: era quello che volevo».
FASCINO JUVE -La Stampa ediz. nazionale -  Ripete la parola scudetto più volte, David Trezeguet, senza timori di scomunica, abbandonando la cautela che in queste prime settimane di rifondazione juventina avvolge le dichiarazioni di compagni e società: «Noi dobbiamo pensare solo a vincere lo scudetto - attacca il francese, sulla soglia dell’ottava stagione in bianconero - e credo che con la squadra che è stata fatta possiamo lottare per farcela. Arrivare terzo o quarto, non m’interessa». Dando un’occhiata alla folla, che in un questo sabato di sole s’accalca a Pinzolo per l’allenamento del pomeriggio, sembra che anche il popolo bianconero un pensierino al tricolore lo stia iniziando a fare. Sono appena passate le 15, con davanti due ore d’attesa per l’uscita degli idoli, e la tribuna a fianco del campo è già stipata, con i biglietti fulminati: quando s’inizia, intorno saranno in 6.000, e altri si devono accontentare del megaschermo. La porta dei sogni la lascia socchiusa anche il presidente, Giovanni Cobolli Gigli: «Io credo che faremo un ottimo campionato, e può succedere di vincere anche lo scudetto, ma noi restiamo ancorati all’obiettivo di tornare in Champions». Pure lui, però, non s’aspettava questa cartolina, al quarto giorno di ritiro: «Onestamente non pensavano di tornare in serie A con questa atmosfera e con una squadra così ben assortita e competitiva». Da scudetto, per Trezeguet, che riassume la trattativa del suo rinnovo e il suo desiderio esaudito: restare dentro una Juve corazzata: «Era quello che volevo ed ero stato molto chiaro con il club, anche perché non mi sembrava giusto andare via dopo avere conosciuto la serie B. Adesso, per chi era qui l’anno scorso, è un po’ come rinascere». Fondamentali si sono rivelati i compagni che gli chiedevano di non andarsene e che, interpellati, hanno parlato con la società: «Volevo ringraziarli pubblicamente, perché il loro appoggio è stato qualcosa che non si vede molto spesso nel calcio. E volevo ringraziare anche i tifosi, che mi hanno dimostrato affetto». Non vorrebbe deluderli: «Adesso penso solo a dare il meglio: sarà un’annata difficile, ma abbiamo una rosa ampia e di qualità e abbiamo voglia di riprenderci tutto quello che ci hanno tolto». Inter e Milan sono qualche passo avanti: «Le altre squadre si conoscono da un po’, noi avremo bisogno di tempo, ma siamo sulla strada giusta e la voglia di rivincita è grandissima. Avevo solo chiesto una squadra in grado di lottare per il titolo. Ripeto: finire quarti, terzi e secondi può capitare, ma noi siamo la Juve, abbiamo 14 milioni di tifosi. Dobbiamo solo pensare a vincere lo scudetto». L’addio, gli avrebbe tolto l’occasione del riscatto: «Andare via non mi sembrava il caso, non era neanche vero che volevo andare a scadenza di contratto. Volevo rimanere». Un desiderio che i colloqui hanno fatto coincidere con quello della Juve: «Magari - sorride l’attaccante - è anche perché non era facile trovare un altro Trezeguet. Io, lo sapete, sono appassionato dei numeri: 140 gol alla Juve non sono pochi, è quella la mia carta d’identità. Posso ancora fare la storia della società». Qualcuno, se lo sarebbe portato via: «Mio papà mi ha detto che c’erano possibilità, ma anche la mia famiglia voleva restare. Alla fine abbiamo trovato un accordo, sia sportivo, sia per la mia vita personale». Soldi, cioè: «Il lato economico si è sistemato in cinque minuti, Secco e Bettega li conosco da 7-8 anni». Hanno pesato anche le parole di Ranieri: «È stato importante. Ho fatto quasi tutto l’anno con Deschamps e quando è arrivato lui siamo rimasti sorpresi: mi ha chiamato e ha detto che contava su di me». Da uomo di gol e cifre, ha già piantato traguardi: «Me ne mancano cinque per arrivare a 100 in serie A, 10 per arrivare a 150 con la Juve. E ho quattro anni per arrivare a 200». Durante la scalata, vorrebbe riprendersi qualche trofeo: «Abbiamo perso due scudetti, dimostrando di essere i migliori». L’Inter, ascoltando i cori dei tifosi, sarà l’Avversario: «Per loro - conferma Trezeguet - quella con l’Inter sarà una partita particolare». I nerazzurri erano stato il bersaglio preferito del pubblico pure venerdì sera, durante la presentazione in piazza, aizzati da Paolo Brosio, la cui fede juventina l’aveva trasformato in accalorato presentatore: «Brosio ha parlato da tifoso - puntualizza Cobolli Gigli - era battute forti, ma da tifoso. Gli sfottò spettano, appunto, ai tifosi, non alle società. Noi vogliamo solo riprenderci sul campo gli scudetti che spettano alla Juve». Da quest’anno, per Trezeguet.
COBOLLI: "CON BUFFON E ALEX LA STRADA E' IN DISCESA" - La Stampa web - «Dopo che Buffon ha accettato di restare alla Juve, e con Del Piero presente come bandiera e simbolo della Juventus, ho capito che la nostra strada non sarebbe più stata in salita, come un anno fa, ma in pianura, anzi in discesa», l’incubo è finito, la Juventus torna in A e il presidente bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, può godersi un’estate certamente più serena rispetto a quella della scorsa stagione. «Buffon ha rivestito un ruolo importante, perchè ha chiamato i suoi compagni, li ha convinti anche lui - ha proseguito Cobolli Gigli in un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport -. E poi devo dire grazie anche al Milan, che ha vinto la Champions, e ha convinto Buffon di provare la stessa impresa, qui, insieme con i suoi compagni, dopo aver superato tante difficoltà». Il campionato inizierà soltanto fra un mese e mezzo, ma il popolo bianconero sogna già la sfida con l’Inter campione d’Italia, la rivale numero 1 della «Vecchia Signora». «L’Inter sarà la nostra prima avversaria sul campo, rivalità solo sportiva, ma tra i club ci sono rapporti normali, di Lega, dunque ottimi come con le altre società - spiega Cobolli Gigli -. La passione dei tifosi però è molto forte, lo vediamo qui a Pinzolo, e non sempre i tifosi sono controllabili. Venerdì Paolo Brosio (durante la festa di ieri sera a Pinzolo, ndr) ha fatto battute forti sull’Inter, ma l’ha fatta da tifoso, non come Juventus. Noi vogliamo soltanto batterli sul campo, e riprenderci gli scudetti che spettano alla Juve».  Da Deschamps a Ranieri, la Juve ha cambiato guida tecnica, ma Cobolli Gigli non dimentica il passato. «Ringrazio chi ci ha portato fino a qui, anche Deschamps - ha dichiarato il presidente bianconero -. Purtroppo ha deciso di non rimanere, anche se ora sono molto felice di Ranieri. Anzi, chissà, le cose possono anche essere migliori adesso...». Come ha già detto il simbolo di questa squadra è Alex Del Piero. «Ci saranno problemi per il rinnovo del contratto di Del Piero? Spero di no - è l’augurio del numero 1 bianconero -. Anche perchè Blanc ha già deciso di incontrarlo, sappiamo che Del Piero è la bandiera della Juventus». Ranieri ha detto che la rosa della Juventus è completa, ma che ancora c’è un 2 per cento che manca per chiudere il mercato. «Cosa dobbiamo aspettarci? Che diventi il cento per cento, e che restiamo così come stiamo. Oppure che Blanc e Secco tirino fuori all’ultimo un’altra trovata d’ingegno. Ma ora è prematuro dirlo». Cobolli Gigli ha ringraziato i tifosi per il loro entusiasmo. «Sono colpito e emozionato nel vedere come tifosi da tutta Italia vengano qui a Pinzolo per la loro squadra - spiega -, non riesco ancora a rendermene conto, è incredibile. Mi hanno applaudito, sì, ma quando applaudono me vuol dire che applaudono la società». Il ritorno della Juve, del Napoli e del Genoa, un’Inter campione d’Italia decisa a ripetersi, il Milan campione d’Europa che vuole far bene anche in campionato, la splendida Roma di Spalletti, poi la Fiorentina, il Palermo, quello del prossimo anno sarà un grande campionato, ne è convinto anche Cobolli Gigli. «Sarà un campionato interessante, molto molto competitivo - ha dichiarato il numero 1 della Juventus -. Sky ha fatto un gran bel colpo a prendere l’esclusiva di tutte le partite. Trezeguet crede nello scudetto? Io credo che faremo un ottimo campionato, può anche succedere...Ma noi cominciamo a puntare subito sulla Champions League».
L'INTERVISTA INTEGRALE AL PRESIDENTE BIANCONERO - Sky sport - Il presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, in esclusiva ai microfoni di SKY, ha parlato della prossima stagione dei bianconeri. L’intervista è andata in onda su SKY Sport 1 all’interno dell’edizione del tg Sport Time delle 19.30.
- Grazie Milan
“Dopo che Gianluigi Buffon ha accettato di restare alla Juventus, e con Del Piero presente come bandiera e simbolo della Juventus, ho capito che la nostra strada non sarebbe più stata in salita – come un anno fa – ma in pianura, anzi in discesa. Buffon ha rivestito un ruolo importante, perché ha chiamato i suoi compagni, li ha convinti. E devo dire grazie anche al Milan, che vincendo la Champions League ha convinto Buffon a tentare la stessa impresa, qui, insieme con i suoi compagni, dopo aver superato tante difficoltà".
- I rapporti con l’Inter?
"L’Inter sarà la nostra prima avversaria sul campo, rivalità solo sportiva, ma tra i club ci sono rapporti normali, di Lega, dunque ottimi come con le altre società. La passione dei tifosi però è molto forte, lo vediamo qui a Pinzolo [sede del ritiro, ndr], e non sempre i tifosi sono 'controllabili'. Paolo Brosio ha fatto battute forti sull’Inter, ma le ha fatte da tifoso, non come Juventus. Noi vogliamo soltanto batterli sul campo, e riprenderci gli scudetti che alla Juve 'spettano'".
- Didier Deschamps e Claudio Ranieri?
"Ringrazio chi ci ha portato fino a qui, anche Deschamps. Purtroppo ha deciso di non rimanere, anche se ora sono molto felice di Ranieri. Anzi, chissà, le cose potrebbero anche essere migliori, adesso".
- Alessandro Del Piero?
"Se ci saranno problemi per il rinnovo del contratto di Del Piero? Spero di no. L'ad Jean-Claude Blanc ha già deciso di incontrarlo, sappiamo che Del Piero è la bandiera della Juventus".
- Che cosa dobbiamo aspettarci da quel 2% che manca per chiudere il mercato?
"Che diventi il 100%, e che restiamo come stiamo. Oppure che Blanc e il ds Alessio Secco tirino fuori all’ultimo un’altra trovata d’ingegno. Ma ora è prematuro dirlo".
- I tifosi?
"Sono colpito e emozionato nel vedere come tifosi da tutta Italia vengano qui a Pinzolo per la loro squadra, non riesco ancora a rendermene conto, è incredibile. Mi hanno applaudito, sì, ma quando applaudono me vuol dire che applaudono la società".
- Il prossimo campionato?
"Sarà un campionato interessante, molto, moto competitivo. SKY ha fatto un gran bel colpo a prendere l’esclusiva di tutte le partite".
- Crede anche lei allo scudetto, come ha detto David Trézéguet?
"Credo faremo un ottimo campionato, può succedere… Ma cominciamo a puntare subito alla qualificazione per la Champions League".
BROSIO: "NON SONO UN ISTIGATORE, MA NESSUNO HA L'AUREOLA DELL'ONESTA'" - Tuttosport - « Io di Bedy Moratti so­no amico al punto che lei è vice pre­sidente della mia fondazione “ Olim­piadi del cuore”. Abbiamo anche co­struito una scuola in Albania con i fondi raccolti e siamo stati insieme cinque giorni per inaugurarla. E con Massimo ci incontriamo almeno 500 volte ogni estate, i nostri bagni confinano. Come si può pensare che io voglia istigare la folla contro l’In­ter? Mica sono un tribuno » . Paolo Brosio, il giorno dopo la festa di Pinzolo che lo ha visto togliersi, co­me lui stesso ha detto, «qualche sas­solino dalle scarpe » , provocando molto entusiasmo ma anche parec­chie perplessità, corregge il tiro. Ri­vendicando al contempo il diritto di esporre le proprie opinioni. E le sue, in merito alla rivalità che ormai da tempo contrappone Juventus e In­ter, sono chiare: «Alla Juve sono sta­ti addebitati fatti gravi, ma anche la vicenda Passaportopoli o la que­stione dei bilanci che hanno visto protagonista l’Inter non sono poca cosa. E mentre ogni problema della società bianconera viene enfatizza­to, su quelli nerazzurri l’attenzione è minima » . Retromarcia parziale, dettata dalla volontà di non alzare troppo i toni. Dal rischio di scoprire, un gior­no, che il messaggio è stato travisa­to. Problema che, a nostro avviso, il noto giornalista- presentatore ave­va sottovalutato davanti ai tremila tifosi presenti venerdì sera a Pin­zolo. Anche se poi la lingua torna a battere dove il dente duole: « Mi so­no permesso di dissentire sulla di­chiarazione del mio amico Paolo Bonolis che, durante la festa per lo scudetto dell’Inter, l’ha definito quello dell’onestà. Un concetto che non mi è piaciuto perché la purezza e l’aureola dell’onestà non sono co­sì semplici da attribuire a nessuno. E pure per Moggi e Giraudo, che rimangono miei amici, vale la pre­sunzione di innocenza. Fino a prova contraria » . Il finale riporta comunque la di­scussione sul giusto binario: « Juve e Inter sono e devono restare riva­li, ma solo sul campo di gioco. Alla fine lo spirito sportivo deve preva­lere su tutto. Ai tifosi juventini però va riconosciuta la dignità e l’orgo­glio per la propria identità » . E su questo davvero nessuno ha da obiettare. 
COBOLLI SPEGNE IL CASO BROSIO - Goal.com - «Tanto entusiasmo dà soddisfazione. Poi, se ogni tanto dai tifosi si leva qualche coro o battuta contro l'Inter, credo che rientri nei normali sfottò che spettano a loro, non certo alla società». Dopo la requisitoria antinerazzurra di Paolo Brosio, Giovanni Cobolli Gigli getta acqua sul fuoco della prima polemica stagionale sulla Torino-Milano. Venerdì al vernissage della nuova Juve il giornalista, tifoso in veste di presentatore, davanti a 3.000 persone aveva attaccato il club di Moratti: «Come si fa a parlare di scudetto degli onesti con le inchieste aperte per falso in bilancio e intercettazioni illegali, quando si è ammessa la colpa patteggiando per i passaporti falsi? La Benetton per una vicenda simile è stata penalizzata dalla Federbasket: perché la Federcalcio non ha fatto lo stesso?». A quel punto la piazza si era accesa contro l'Inter e Brosio aveva provato a spegnerla: «No, voi dovete dire solo forza Juve e no alla violenza». Troppo tardi, anche perché Brosio era lì in veste ufficiale. Ruolo e contesto avrebbero consigliato maggiore prudenza, quella che predica lo stesso Cobolli: «Tra noi e l'Inter c'è forte rivalità sportiva e cercheremo di riprenderci gli scudetti che ci spettano, ma c'è anche grande rispetto per le strutture e i dirigenti della società. Non dico che Brosio abbia detto stupidaggini, dico solo che ha parlato da tifoso e non a nome della Juve. Ha fatto una battuta forte, sì, ma una battuta. Anche Moratti a volte fa delle esternazioni in eccesso, proprio perché nasce tifoso».
VALERIA CIARDIELLO, LA RAGAZZA JUVE: "UN AMORE A PRIMA VISTA" - La Stampa edizione Torino -
Quando Didier Deschamps ha rassegnato le dimissioni da allenatore della Juventus, un tifoso le ha telefonato, supplicandola: «Non se ne vada anche lei, mi raccomando». Valeria Ciardiello è il volto femminile di Juve Channel e ci ha messo appena un paio di mesi a entrare nel cuore dei supporter bianconeri: «Ho iniziato a lavorare in tv a marzo, a fine campionato venivano fuori dagli studi per portarmi i dolcetti», racconta divertita. Dalla prossima stagione, la sua immagine sarà sempre più associata a quella del club: «L'idea - spiega la Ciardiello - è di farmi partecipare a tutte le occasioni in cui è richiesta una presenza femminile: quindi anche conferenze stampa, presentazioni, appuntamenti pubblici». E dire che Valeria stava per finire a lavorare per Inter Channel: «È vero, mi avevano contattato, però non ci siamo trovati, l'ambiente non mi piaceva. Con Juve Channel invece è stato amore a prima vista». Qualche provino, e poi la partenza in video: «Ho condotto "231 live", un format quotidiano di due ore che andava in onda al pomeriggio, e "Filo diretto", una volta alla settimana, in cui un giocatore a turno rispondeva alle domande che il pubblico rivolgeva via mail e via telefono. E poi i collegamenti da studio prima e dopo le partite di campionato». In questi giorni, con la prima squadra in ritiro a Pinzolo, i primi due appuntamenti verranno riproposti in versione estiva, per poi continuare regolarmente con l'inizio della stagione: «Condurrò anche una nuova trasmissione, che dovrebbe chiamarsi "Juve in rosa", sulla vita dei calciatori, delle loro famiglie, un po' di gossip e curiosità». Intanto Valeria continuerà a collaborare con il mensile Hurrà Juventus, dove cura la rubrica «Le 5 ragioni per amare un giocatore» (su questo numero Nedved), e con il sito internet, su cui segue un blog. Valeria è juventina da sempre. Il padre, milanese come lei, andava ogni domenica al vecchio Comunale ora trasformato in Olimpico per vedere Charles e Sivori, Zoff e Bottega; nella tragica notte dell'Heysel, quella finale di Coppa Campioni del 1985 segnata da 39 lutti, lui era là, la madre e i figli a casa preoccupati: «Ci siamo rilassati solo a tarda notte, quando è riuscito a chiamare per dire che stava bene». Lei, i poster di Platini e Boniek li ha avuti fin da piccola nella cameretta, divisa con il fratello: «Il mio giocatore preferito però era Laudrup, non solo per motivi calcistici», sorride. Figlia di due sportivi (sua madre Giuditta Longari è stata quattro volte campionessa italiana di ciclismo, papà in bici ci è andato tra i dilettanti), piccola promessa della ginnastica artistica, abbandonata a undici anni per un problema alla schiena, Valeria è approdata in televisione quasi per caso: «Mi sono laureata in scienze ambientali e intanto seguivo un corso alla scuola teatrale "Quelli di Grock" a Milano. Espn mi ha contattata per un provino e da lì è capitato tutto in fretta: la trasmissione "Protagonisti" su Espn classic, "100% mondiali" su Skysport 1. Poi il mio amico Malù Mpasinkatu mi ha detto che volevano aprire Juve Channel, ed eccomi qui».
JUVE TRA MEIRA E CANNAVARO. LIVERPOOL: 8MLN PER CHIELLINI - Tuttosport - Tanti, troppi i giocatori che si stanno allenando assieme a Clau­dio Ranieri. Ma la Juve non ha fret­ta. Primo perché in questo modo il nuovo allenatore ha la possibilità di valutare tutti i giocatori di proprietà juventina, secondo perché non è di­sposta a cederli a prezzo di saldo. Se vengono ben pagati ok, altrimenti al­la fine di agosto saranno prestati a club amici per una stagione. Esem­pio: Udinese, Empoli, Siena per quan­to riguarda la serie A e Piacenza e Spezia per quanto riguarda il cam­pionato cadetto. Perché, in prospetti­va futura, ci sono elementi che posso­no interessare e tra questi Quaglia­rella e Cacia. Antonio Nocerino, come ha dichia­rato anche ieri il direttore sportivo dei viola Corvino, è un giocatore che piace a Prandelli e per questo la Fio­rentina lo sta trattando da un paio di mesi. I bianconeri sarebbero anche stati disposti a cederlo in compro­prietà ma soltanto ad una cifra supe­riore ai cinque milioni visto che la va­lutazione che è stata data al nuovo Gattuso supera i dieci milioni. Il gio­catore, convocato nel quartier gene­rale di Pinzolo, sino ad oggi ha rifiu­tato le proposte di Udinese, Palermo e Napoli. Non è escluso che più avan­ti accetti una di queste destinazioni. E non è neppure da escludere che ri­manga in bianconero per crescere as­sieme ai campioni bianconeri. Su di lui, lo ripetiamo, può ancora succede­re tutto e il contrario di tutto. Intanto il Genoa, che ha capito che la Juve non si libererà tanto facil­mente di Criscito ( Ranieri nelle pri­me partitelle d’allenamento l’ha ad­dirittura inserito tra i titolari impie­gandolo sulla fascia sinistra al posto di Chiellini), ha ufficialmente chiesto Nicola Legrottaglie per rinforzare la propria difesa. Dietro la Juve ha l’ob­bligo assoluto di sfoltire anche per­ché nelle intenzioni tecniche c’è an­cora spazio per un colpo. La parola, adesso, spetta a Nick. Il giocatore si è preso un paio di giorni prima di deci­dere. Alla fine potrebbe accettare. A proposito. In queste ore il Liverpool si è rifatto sotto per Giorgio Chiellini offrendo otto milioni. La Juve ha pre­so tempo. Se Rafa Benitez alzerà la proposta a dieci milioni i bianconeri non avranno difficoltà a cedere il ca­pitano dell’Under 21 che ha da poco conquistato il nulla osta per parteci­pare alle prossime Olimpiadi. Sem­pre per rimanere in tema di cessioni segnaliamo che anche l’Udinese è in­teressata a Giuliano Giannichedda. La società friulana è entrata in rotta di collisione con il Livorno. Conside­rando i rapporti che ha con la Juven­tus, l’Udinese è diventata così la grande favorita nella corsa al gioca­tore che con Ranieri non avrà molto spazio. Da segnalare, per concludere, che il club di corso Galileo Ferraris ha rifiutato un’altra proposta del Manchester United per Raffaele Pal­ladino. 

 
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