Creato da Ufficioluoghiperduti il 16/03/2011
Luoghi Perduti
l'introvabile dove...tra sensazione e coscienza
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Post n°38 pubblicato il 28 Settembre 2012 da Ufficioluoghiperduti
No / non allora c’è il no e c’è il non tipo dire no fare no che è diverso da non fare e non dire ma poi c’è il se il se ma il ma forse poi c’è la piega tra le parole che diventa piaga la parola come la mollica di pane che se la guardi da vicino è piena di buchi e allora dentro ci trovi il pieno e il vuoto è come che mica puoi toccare le cose perché le cose non ci sono e se ci sono è come se non ci sono oppure è no semplicemente ma se dico non non è mica come dire no se guardo un albero che non ci sono le foglie allora non dico le foglie no dico non ci sono le foglie dico non mica no dico perché se io vedo le foglie che non ci sono allora un po’ ci sono dico solo non mica no l’albero di cachi si chiama caco perché è giusto così e io avevo o forse ce l’ho ancora un albero di cachi al lago non gli ho mai dato un nome no mica gliel’ho dato e lui mica me l’ha detto comunque è alla casa del lago che una volta era quella dei miei nonni o forse no ma albero senza un nome non è che ha un nome no insomma quell’albero lì è un albero di cachi che è fatto proprio così è nudo coi rami secchi che sembra morto sembra vivo proprio no mica non vivo insomma piuttosto morto ma poi fa delle foglie che sembrano verdi e che sono proprio verdi io parlo dell’albero ma dico potrei anche parlare di altro tipo di questo e di quello però volevo insomma partire proprio dall’albero che sta dentro a un’aiola tipo rialzata nella casa che era dei miei nonni credo allora a un certo punto che sei al lago e piove e fa freddo ma l’albero sputa fuori tipo delle noci verdi con un bitorzolo sopra insomma è come se ti dice guarda che sono mica morto non muoio no cazzo ti ho fregato ti sembravo morto tutto secco e invece tiè sputo fuori è che mi nascondo e tu mica mi vedi è che mi vedi no l’albero dice più o meno sei un coglione questo mi dice insomma perché io avevo pensato che no e lui continuava a dirmi che non ma pensavo sei morto ma mica lo dicevo io lo guardavo e basta ma il bastardo ascoltava i cachi sono mica arancioni fanno un frutto tipo il colore della luna ma più forte ma più morbido ma più grasso ma meno rotondo ma più lucido ma solitario uguale dico insomma è un albero secco pieno di luna e pieno di lune che quasi sempre dice non mica no Giovanni Borriero è nato a Schio nel 1968. Filologo romanzo, si occupa soprattutto di lirica medievale: insegna attualmente Lingua e letteratura galega all'Università di Padova. È' presente, con le Quartine di San Francesco, nel volume Il valore del tempo nella scrittura (Fara 2011). |
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e ora guardo il caco lì fuori e lo vedo solo con accanto il fico che un fico per lui non sarà la stessa cosa che aver vicino quell'altro caco distante sulla riva del lago anche se mi sembrava felice il mio caco quando mia mamma gli appoggiavo la scala a pioli e mio fratello saliva a raccogliere i cachi fino a riempire il cesto
e io li fotografavo sotto il cielo azzurro e senza nuvole e quell'arancio rubato alla luna in certe notti che sì e no ricordo splendeva anch'esso e mi pareva buono.
8 gradazioni di azzurro
lo stesso arancio,se solo chiudo gli occhi e guado
per poterti vedere
allora metti ancora una pallina per volta
nel palmo della mano
a compiere prodigi!
come uova,come cachi e fichi
“C'è sempre una parte di notte nascosta all'interno degli alberi, […] una solida frazione impermeabile d'ombra che nessun sole penetra, il nucleo di tenebra che gli uccelli, nel pomeriggio, abitano”.
Tabucchi ce lo ha in-segnato..o meglio sua moglie tra-dotto
grazie,leggerò ancora di lui