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Le vacanze al mare (parte 5)

Post n°239 pubblicato il 01 Luglio 2008 da dimaio3d
 

Passano così i giorni e la nostra famiglia partenopea trascorre allegramente e disintossicandosi dallo stress quotidiano le meritate vacanze estive. Ma come tutte le tradizioni che si rispettino, arriva il giorno del Ferragosto ed è obblogatoria la gita fuori porta. E villeggiando a Scalea, qual è la metà preferita per respirare un po' di aria pulita e godersi un po' di frescura? I monti della Sila!

Così si organizzano con i vicini di ombrellone e partono di primo mattino, praticamente alle 11.00, direzione Sud. Insieme a loro milioni di macchine che hanno avuto la stessa idea. Tralasciamo il viaggio della speranza per giungere a destinazione, e dedichiamoci ai preparativi del pic-nic una volta arrivati sul posto.
Prima di tutto bisogno trovare uno spazio non occupato, adatto per una piccola comitiva di trenta persone, possibilmente con area attrezzata per il barbeque, con tavolini in legno, angolo all'ombra e radura per giocare a pallone e un parcheggio per le relative 8 macchine: praticamente è più semplice trovare una villa a 100 euro al mese nel centro di Napoli.
Ma mettiamo caso che la nostra allegra combriccola riesca a trovare questo posto, per pura fortuna o per intercezione della Madonna che stavolta si è messa il cappellino in testa e il fischietto in bocca e funge da parcheggiatore dando indicazioni tipo: "accà.. accà.. bo.. bo.. vai.. vai.. vieni.. sterza.. bo..".
La prassi è sempre la stessa.
Le mamme e le nonne partono ad organizzare la tavolata e ad apparecchiare su tavolini traballanti i piatti, i bicchieri e le posate di plastica che alla prima folata di vento inevitabilmente volano via;  le bambine si dedicano allo studio della flora e della fauna del luogo mentre i bimbi cominciano a dare i primi calci al pallone, non prima di aver preso la loro dose quotidiana di mazzate come ammonimento; i padri a raccogliere legna, foglie e quant'altro per accendere il barbeque. Una preparazione di due ore tra soffi, diavolina, spirito e alcool e bestemmie per i crampi al braccio in seguito all'azione di sciosciamento per un fuoco che inesorabilmente si spegnerà dopo 10 minuti. Immancabile, e non si sa chi cazzo lo abbia invitato, il tipo con la chitarra che se la canta e se la ride intonando stornelli e canzoncine a doppio senso mentre tutti gli altri lavorano.

Nel frattempo che si cuocia la robba 'ncopp 'o fuoco, la nostra combriccola ha mangiato la frittata di pasta, qualche polpetta di melanzane, la parmigiana di melanzane, e l'insalatina di rinforzo.  Un paio di bimbi hanno avuto un bis di mazzate perchè hanno buttato il pallone prima sulla tavola e poi sul barbeque, mentre un terzo sputa allegramenti gli ossicini delle olive in testa alla nonna.

Una volta accesa la fornace infernale comincia il valzer delle pietanze da abbrustolire:
- le bruschette, da condire con aglio, olio e sciriate con il pomodoro, per addobbecare (tamponare) lo stomaco in attesa che si compia la beata speranza di cuocere il resto.
- un chilometro e mezzo di salsicce con il finocchietto.
- 3 tonnellate di carne, altezza fetta 12 centimetri, proveniente da un brontosauro di passaggio.
- 156 tracchiolelle (per i non addetti, le puntine di maiale), e puntualmente qualcuno asserirà che fatte alla brace sono buone, ma la morte loro e nella saRZa.
- e per finire, giusto per non rimanere a bocca asciutta, i peperoni da fare arrostire per poi sbucciare sul posto.

Si passa poi al melone, con relativa sputazzata di semi, pesche ammollate nel vino e qualche dolcetto per gradire. Qualcuno è riuscito anche a procurarsi una pastiera di grano e qualche babà. Il tutto mentre il cacacazzo con la chitarra continua a cantare.

Mentre i bimbi giocano e le mamme sparecchiano, i padri cercano di spegnere l'incendio che nel frattempo, a causa di una scintilla partita dal barbeque, sta devastando mezza foresta. 'O cacacazzo continua a suonare con la chitarra. All'improvviso, compare un pastore con annesso cavallo, e c'è sempre il simpaticone di turno che riesce a convincerlo a far fare un giro 'ncopp 'o cavallo ai bimbi. Ma poi, vittima dell'alcool e del collasso ipocalorico, il padre della nostra allegra famigliola decide di dar esempio di prodezza cavalleresca e di montare l'equino.
Primo tentativo: 35 minuti per inserire il piede nella staffa finendo poi con il culo a terra.
secondo tentativo: parte con slancio di un ippopotamo zoppo e finisce per cadere dall'altra parte del cavallo.
Terzo tentativo: deciso a dimostrare che i due precedenti episodi siano solo frutto di casualità, con movimenti decisi e repentini, piazza il piede nella staffa, si lancia con forza e finalmente riesce a salire in groppa all'animale. Poi, tra il tripudio generale, commenta: "Si sono arrubbati la capa del cavallo!" E' salito al contrario.

Si è fatta sera. Ci si rimette in macchina per tornare a casa dopo una stupenda giornata passata in allegria. I bimbi ricevono una casuale scaricata di paccheri perchè non vogliono ritirarsi, mentre i genitori stipano le ultime cose nel portabagagli. Purtroppo si contano alcune perdite: 3 bimbi con graffi ed escoriazioni, un paio di pantaloni da buttare in seguito a cadute, 2 palloni SuperSantos dispersi o bucati, una delle nonne che non ha retto e si è pisciata sotto, quattro padri ustionati e un disperso: 'o cacacazz con la chitarra.

(PS: fanculo Libero, stavolta ti ho fregato! Meno male che avevo salvato prima di pubblicare!)

 
Rispondi al commento:
derivalchiarodiluna
derivalchiarodiluna il 02/07/08 alle 08:02 via WEB
...scalea, scalea, ma come mi arricrea..." cantava Toni Tammaro nell'inno alla seconda patria dei partenopei...la saga della famigliola napoletana in vacanza continua! Grazie per le risate! Ciao!!!!
 
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