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Bioetica (Clonazione)

Post n°46 pubblicato il 29 Maggio 2007 da Piero_Calzona
 

Decenni di ricerche biologiche compiute nell’anonimato sono state spazzate via, agli occhi dell’opinione pubblica, dalla  “ clonazione “ della pecora Dolly, avvenuta nel 1997. L’avvenimento ha come al solito scatenato polemiche, dibattiti e interventi interessati, generando alla fine una notevole confusione. Un caos che si manifesta sin dall’abuso del termine “ clonazione “ che, scientificamente, non indica altro che la coltivazione e la moltiplicazione delle cellule, mentre giornali e televisione hanno come al solito travisato questo termine facendo capire alle persone che questo fenomeno e come per la produzione di fotocopie o per il copia incolla effettuato con un personal computer.

Il risultato è la diffusa ignoranza sulla questione e un notevole senso di paura, generando nella popolazione il panico di produrre masse di esseri umani geneticamente identici.  

Il senso scientifico, ( e non speculativo dello scientismo ) è che la clonazione dal punto di vista prettamente sperimentativo, ( e ci riferiamo a quei laboratori dove si fa veramente scienza ), è nato per poter debellare molte malattie che affliggono l’uomo, quindi l’aspetto è puramente terapeutico.

Il fatto che ci siano anche aspetti ambigui su questa questione delicata e conseguenza del grave stato sociale che ancora non ha varato delle regolamentazioni, delle leggi, per ostacolare chi invece vuole ottenere da queste sperimentazioni facili guadagni o peggio ancora, sfruttare la clonazione dal punto di vista eugenetico. 

Prima di continuare, è necessario fare un piccolo glossario per poter capire il significato di alcuni termini importanti.  

Cellula: la più piccola unità di un organismo vivente.  

Cellula staminale: un particolare tipo di cellula, particolarmente utile per la ricostruzione di tessuti organici rovinati. Presente in gran numero negli embrioni, si può trovare anche negli individui adulti, soprattutto nel sangue, nel midollo e nei muscoli. Nonché nei feti abortiti e nel cordone ombelicale del neonato ( staminali fetali ). Quelli embrionali sono definite totipotenti ( cioè sono in grado di differenziarsi e quindi di dare origine ad un altro organismo ), mentre quelle adulte sono multipotenti ( cioè possono dar vita  solo a tessuti diversi ).  

Clonazione: in ambito scientifico, la clonazione è la moltiplicazione di cellule identiche all’originale. Ormai è diffusa una definizione molto più estesa, usata per indicare qualsiasi produzione di organismi geneticamente identici.  

Embrione: nell’uomo, l’organismo dal momento del suo annidamento nell’utero: dopo due mesi di vita intrauterina viene definito feto. Da parte cattolica si utilizza il termine a partire dalla fecondazione, non riconoscendo quindi la nozione scientifica di pre – embrione.  

Fecondazione: la fusione di due cellule sessuali, quella maschile e quella femminile.  

Gamete: il termine che indica le due cellule sessuali ( spermatozoo maschile e ovocita femminile ) che, fondendosi, danno origine alla cellula ( zigote ) da cui si svilupperà uno o più individui.  

Nucleo: organo della cellula, che contiene il patrimonio genetico dell’organismo.  

Ovocita: il gamente femminile.  

Pre – embrione: definizione scientifica della prima fase dello sviluppo dell’organismo, dalla fecondazione fino al completamento del suo annidamento nell’utero ( ovvero, secondo l’organizzazione mondiale della sanità, fino all’incirca al quattordicesimo giorno, quando inizia la differenziazione cellulare e tissutale ed il pre – embrione non è più divisibile ). E’ stata introdotta per sottolineare l’imprevedibilità del processo riproduttivo e la mancanza di individualità che la caratterizza. 

Spermatozoo: il gamete maschile. 

Zigote: la prima cellula che, dividendosi poi in più cellule, darà origine a uno o più individui.  

 

La posizione della scienza

La cellula staminale, in presenza di determinati impulsi, può differenziarsi e moltiplicarsi cosi da ricomporre i tessuti di vari organi, deterioratisi in seguito a una malformazione congenita.  

Perché si raggiunga questo scopo, sono allo studio principalmente due metodi:  

1)     Clonazione terapeutica per via embrionale: si elimina il nucleo di uno zigote umano fecondato, si sostituisce con quello prelevato dalle cellule del paziente, si crea un pre – embrione dal quale si isolano immediatamente delle cellule staminali che, cresciute in vitro, mantengono la totipotenza anche per anni. 

2)     Trasferimento nucleare da cellule somatiche: dal paziente sono prelevate alcune cellule sane che vengono messe a coltura in vitro, moltiplicate e iniettate nel paziente stesso per rigenerare specifici tessuti. 

Questo secondo metodo è molto costoso: inoltre, al momento, il suo utilizzo sembra più impegnativo e offre minori garanzie rispetto al primo.  

Si calcola che almeno dieci milioni di italiani siano affetti da malattie potenzialmente curabili attraverso le cellule staminali; la casistica interessata spazia dai trapianti di midollo e di epidemie, al diabete, alle malattie neurovegetative ( Parkinson e Alzheimer ). Si intravedono  possibilità di utilizzo anche per i pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici, allo scopo di rinnovare i tessuti danneggiati dall’applicazione.  

 

La posizione della chiesa cattolica 

Diverse sono state le critiche alla sperimentazione  sugli embrioni, pur sapendo che si trattava di fini puramente terapeutici, quindi sperimentazioni per la lotta contro le malattie che affliggono l’umanità. 

Nel 1987 la congregazione per la dottrina dalla fede pubblicò l’istruzione: "il rispetto della vita umana nascente e la dignità  della procreazione", nella quale il passaggio decisivo sottolineava come "l’essere umano è da rispettare, come una persona, fin dal primo istante della sua esistenza" : un concetto condivisibile, se solo i cattolici non facessero coincidere il primo istante con la fecondazione. 

Conseguenza di questa tesi è la richiesta di riconoscimento di personalità giuridica per gli embrioni e il divieto di utilizzarli, o congelarli apposta, per la ricerca scientifica. 

Tali posizioni sono state ribadite anche recentemente dalla "dichiarazione sulla produzione e sull’uso scientifico e terapeutico delle cellule staminali embrionali umane, diffuso dalla pontificia accademia della vita il 24 agosto 2000: esse vengono presentate con una base scientifica che, alle strette, si riduce al documento" identità e statuto dell’embrione umano redatto nel 1989 dall’Università Cattolica Romana. 

Non c’è quindi nessuna apertura verso la scienza a tutela dell’umanità da parte della chiesa. Vi è un totale rifiuto nonostante i dati di malattie e di morti premature parlano chiaro, si rifugiano ancora nei vecchi dogmi, mentre la scienza ha mostrato specialmente negli ultimi 400 anni di poter dare un notevole contributo non solo per la biologia, la medicina, la fisica, la chimica, ma soprattutto nell’evoluzione e nella crescita culturale dell’uomo per poter uscire da questa angosciosa cultura oscurantista.  

 

La posizione della scienza : ( prima del quattordicesimo giorno non si può parlare di embrione ).

 

L’organizzazione mondiale della sanità ha stabilito che, dopo la fecondazione e fino all’incirca al quattordicesimo giorno, il prodotto del concepimento potrebbe dividersi dando vita a un parto con più nascituri, inoltre allo stato dell’evoluzione non si sa quali cellule formeranno la placenta e quali il nascituro: ragion per cui è stata formulata la nozione di pre – embrione, volta a identificare l’organismo in questa prima fase del suo sviluppo.  

Lo scienziato scozzese Jan Wilmut,  "il padre" della pecora Dolly , ha affermato che:  "l’embrione diventa persona con la nascita, il momento in cui si taglia il cordone ombelicale ed entra in funzione il sistema nervoso".

Il premio Nobel italiano Rita Levi Montalcini ha ribadito il concetto: “ sono del parere che lo zigote ( l’ovocita fecondato ) allo stato  di morula o di blastula ( i primi stadi di moltiplicazione delle cellule dopo la fecondazione ) non sia una persona. Ogni sua cellula di questi elementari aggregati può infatti generare  a sua volta una persona completa.

In altre parole ritengo che, prima dell’inizio della differenziazione , le cellule totipotenti no possano essere considerate un individuo”. 

Il premio Nobel per la medicina Edmund Fischer ha dichiarato che: "quel che è veramente immorale, e persino idiota, è non usare le nostre conoscenze di scienza e biologia per curare le malattie e aiutare l’umanità". 

 

La situazione in questo ultimo periodo 

La posizione di altri paesi come la Danimarca, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti, e perfino la cattolicissima Spagna, si sono date da tempo leggi che autorizzano la ricerca sugli embrioni a scopo terapeutico. 

In Italia l’unica persona che ha cercato di intraprendere questa dura battaglia è stato tempo fa con il ministro Veronesi, che ha promosso la costituzione di una commissione specifica di 25 scienziati capitanati dal premio Nobel Renato Dulbecco, con  "l’obbiettivo di individuare una direttrice da seguire per sviluppare nel nostro paese la ricerca in un settore delicato e che può offrire la soluzione per il trattamento e la guarigione di molte patologie oggi ancora poco curabili. Compito della commissione era quello di ridefinire i confini tra i bisogni della ricerca scientifica e le diverse richieste etiche". 

Immediato è venuto l’altolà del segretario dei vescovi Camillo Ruini: "alla luce degli orientamenti del parlamento europeo, appare ben strano che il ministro della sanità abbia nominato una commissione".

Ma non sono stati solo i vescovi ad ostacolare questo esile tentativo di fare del bene all’umanità, ma anche i politici con esplicite tendenze religiose, difatti con le elezioni politiche svoltesi nella primavera del 2001, l’Italia ha cambiato maggioranza politica e, conseguentemente, ministro della sanità : al posto del laico Veronesi è subentrato il cattolico Girolamo Sirchia. L’argomento è pericolosamente caduto nel dimenticatoio. 

Non dobbiamo assolutamente lamentarci se la ricerca scientifica in Italia non va avanti, perché fin quando si verificano questi episodi, i nostri scienziati cercano, come hanno sempre fatto, lavoro all’estero, e la scienza in Italia rimane ferma, ostacolata da un cultura che non si evoluta, ma continua a navigare in un mare di restrizioni legati alla filosofia religiosa, che è perfino assurda, visto che è stato l’uomo a plasmarla nel tempo con la sua ottusità. Ciò non è opera di Dio o di Gesù Cristo !

 
 
 
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