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Realtà nel Mondo ( Quinta Parte)

Post n°82 pubblicato il 17 Gennaio 2008 da Piero_Calzona
 

Realtà inquietante

 

(Indagine nel mondo dei poveri)

 

WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio)

FMI (Fondo Monetario Internazionale)

Banca Mondiale

Debito del Terzo Mondo

Povertà e Ricchezza

Negli anni settanta il debito estero accumulato dagli stati dell'America Latina ammontava a circa 60 miliardi di dollari. Nel 1980 era pari a 240 miliardi. Dieci anni più tardi questa somma si era più che raddoppiata: 483 miliardi di dollari. Nel 2001 il debito estero dell'America Latina si aggirava sui 750 miliardi di dollari. Questo debito è all'origine del trasferimento verso i creditori di una media di 24 miliardi di dollari all'anno da trent'anni. In breve, da tre decenni il continente ha dovuto stanziare ogni anno per il rimborso del debito fra il 30 e il 35 per cento dei guadagni ricavati dall'esportazione dei propri beni e servizi.

In linea di principio, l'ottenimento di un credito deve consentire al paese che ne fa domanda di investire e dunque di finanziare lo sviluppo delle proprie infrastrutture e in generale delle proprie forze produttive. È grazie a questo sviluppo che rimborserà il suo debito. Ma questa logica si perverte via via, e oggi i paesi del Terzo mondo versano interessi sempre più elevati, rimborsano solo parzialmente il loro debito e diventano ogni giorno più poveri.

Il debito estero agisce come un cancro non curato. Cresce senza sosta, inesorabilmente. Questo cancro impedisce alle popolazioni del Terzo mondo di uscire dalla miseria e le conduce all'agonia.

In base a un calcolo dell'UNICEF, garantire l'accesso alla scuola a tutti i bambini tra i sei e i quindici anni nel mondo intero costerebbe, all'insieme degli stati interessati, sette miliardi in più all'anno per dieci anni: una somma inferiore a quella che spendono ogni anno gli abitanti degli Stati Uniti in prodotti cosmetici, o a quella spesa in un anno dagli europei (gli abitanti dei quindici stati membri dell'Unione europea prima del 1° maggio 2004) per l'acquisto di gelati.

Il massacro di milioni di esseri umani provocato dalla sottoalimentazione e dalla fame resta lo scandalo più grave dell'inizio del terzo millennio. È un'assurdità, un'infamia, che nessuna ragione può giustificare né alcuna politica legittimare. Si tratta di un crimine contro l'umanità ripetuto all'infinito.

 

Oggi, ogni cinque secondi un bambino al di sotto dei dieci anni muore di fame o di malattie legate alla malnutrizione. La fame ha ucciso nel 2004 più esseri umani di tutte le guerre combattute nello stesso anno.

A che punto siamo con la lotta contro la fame? È chiaro che stiamo facendo passi indietro. Nel 2001 ogni sette secondi moriva un bambino sotto i dieci anni. Nello stesso anno 826 milioni di persone venivano rese invalide dagli effetti di una sottoalimentazione grave e cronica. Oggi questo numero è salito a 841 milioni. Tra il 1995 e il 2004 il numero delle vittime della sottoalimentazione cronica è aumentato di 28 milioni.

La fame è il prodotto diretto del debito, nella misura in cui priva i paesi poveri della possibilità di investire i fondi necessari allo sviluppo di infrastrutture agricole, sociali, di trasporto e di servizi.

La fame significa sofferenza acuta del corpo, indebolimento delle capacità motorie e mentali, esclusione dalla vita attiva, emarginazione sociale, angoscia per il futuro, perdita dell'autonomia economica. Il suo esito è la morte.

La sottoalimentazione si definisce come un deficit degli apporti energetici contenuti nel cibo che l'uomo consuma. Si misura in calorie, laddove la caloria è l'unità di misura della quantità di energia bruciata dal corpo.

I parametri variano in funzione dell'età. Il neonato ha bisogno di trecento calorie al giorno. Da uno a due anni il bambino esige mille calorie al giorno, e a cinque anni ha bisogno di milleseicento calorie. Per riprodurre ogni giorno la sua forza vitale l'adulto necessita di una quantità di calorie che va da duemila a duemilasettecento, a seconda del clima della regione in cui vive e del tipo di lavoro che svolge.

 

Nel mondo circa sessantadue milioni di persone, l'1 per cento dell'umanità, muoiono ogni anno, sommando tutte le cause di decesso. Nel 2003 trentasei milioni di persone sono morte di fame o di malattie dovute a carenze di micronutrienti.

La fame è dunque la principale causa di morte sul nostro pianeta. E questa fame è dovuta alla mano dell'uomo. Chiunque muoia di fame muore assassinato, e l'assassino si chiama debito.

 
 
 
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