Un blog creato da cassetta2 il 07/11/2003

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L'importante è lasciarsi dietro un segno, un qualcosa per farsi ricordare, non importa che sia scritto per sempre su un libro di storia o solo un giorno su un ascensore.

 
 
 
 
 
 

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S (o)/(e) GNI

Post n°2439 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da cassetta2
Foto di cassetta2

Ieri sera ero in albergo a Gorizia. Faceva troppo caldo, e ciò mi provoca degli strani sogni.
Ero sul pianerottolo di joy, aspettavo l’ascensore per scendere (abita su una rupe altissima, l’ascensore è scavato nella montagna) quando lei esce con i suoi due figli. Si mette accanto a me e mi osserva. Io faccio l’indifferente. Penso che non mi ha mai visto dal vivo, non mi riconoscerà. Lei si piazza vicino e attacca bottone. Guardo i suoi meravigliosi capelli, lunghi e ricci, ribelli. Parliamo un po’ … poi mi porta un po’ più in là. Mi mostra una scala a pioli che scende dalla rupe. Mi spiega che per accrescere la fiducia di sé dei sui figli li fa scendere con la scala, non con l’ascensore. Ora dobbiamo scendere. Inizio la discesa. I primi metri tutto ok, ma non guardo sotto, è altissimo. Dopo un po’ mi accorgo che la scala è fatta da tante sezioni dalla difficoltà crescente: nel secondo tratto i pioli non sono fissati ai lati ma legati con una corda, e si muovono. Arrivo al terzo tratto: la scala è tutta di corda. Il quarto tratto … manca! Ed è troppo alto per saltare! Appare alla mia sinistra una fune azzurra che arriva fino a terra. La afferro e mentre scendo sento stranamente che non ho più il peso corporeo. Scendo lentamente come una piuma. Arrivo a terra e mi sento leggerissimo ed euforico.
Non pensavo di scrivere di questo sogno, ma quando sono arrivato a Monfalcone, nel parcheggio del mio cliente trovo un furgone parcheggiato (foto).

 
 
 
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