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LA CITTA' DI
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immagine"Me dispiace sulamente ca l'orgoglio e chesta gente se murtifica ogni juorno pè na manica 'è fetiente...."

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Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 19 Marzo 2007 da raspberry07
 

Le ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE

Si narra che il giorno di San Giuseppe, ovvero oggi 19 Marzo, i friggitori napoletani si esibivano pubblicamente nell’arte del friggere le Zeppole davanti alla propria bottega, disponendovi tutto l’armamentario necessario.

Vi sono diverse ricette delle Zeppole, io vi scrivo quella che so... magari mi potrete anche aiutare a capire se si chiamano anche Graffe, comunque SONO BUONISSIME! Da capogiro...

Ingredienti:

500 gr farina  
500 gr acqua 
Sale 
Olio per friggere 
10 uova 
200 gr zucchero vanigliato

Come si fanno:

Prendete mezzo chilo di farina finissima, poi misuratela a bicchieri. In una casseruola, versate tanti bicchieri d’acqua quanti sono quelli di farina e unitevi un pizzico di sale. Ponete il recipiente sul fuoco e, appena l’acqua accenna l’inizio dell’ebollizione, buttatevi di colpo la farina. Mescolate con un cucchiaio di legno, senza mai fermarvi, il composto e, quando in un sol colpo si staccherà dalla casseruola, spegnete il fuoco. Battete la pasta sul marmo leggermente cosparso di olio, lavoratela, per circa dieci minuti, battendola energicamente col matterello. Quando la pasta sarà bene affinata e morbida, modellatela in tanti bastoncini della grandezza di un mignolo e lunghi una ventina di centimetri. Riunite le estremità dei bastoncini formando delle ciambelline ovali (non rotonde). Friggete le zeppole nella padella nera con abbondante olio caldo, a calore moderato. Durante la friggitura, bucherellatele qua e là con la punta di uno spiedino. Sgocciolatele biondissime e cospargetele abbondantemente di zucchero, mescolato ad una bustina di vaniglina.

Et Voilà... le Zeppole di San Giuseppe sono qua!!!

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Versione Napoletana di Ippolito Cavalcanti

Le Zeppole (tratto da: Il grande libro della pasticceria Napoletana)

Miette ncoppa a lo ffuoco na cazzarola co meza carrafa d’acqua fresca, e no bicchieredevino janco, e quanno vide ch’accommenz’a fa lle campanelle, e sta p’ascì a bollere nce mine a poco a poco miezo ruotolo, o duje tierze de sciore fino, votanno sempe co lo laniaturo; e quanno1a pasta se scosta da tuorno a la cazzarola, allora è fatta, e la lieve mettennola ncoppa a lo tavolillo, co na sodonta d’uoglio; quanno è mezza fredda, che 1a può manià, la mine co lle mmane per farla schianà si pe caso nce fosse quacche pallottola de sciore: ne farraje tanta tortanelli come sono li zeppole, e le friarraje, o co l’uoglio, o co la nzogna, che veneno meglio, attiento che la tiella s’avesse da abbruscià; po co no spruoccolo appuntuto le pugnarraje pe farle squiglià, e farle veni vacante da dinto; l’accuonce dinto a lo piatto co zuccaro, e mele. Pe farle venì chiù tennere farraje la pasta na jurnata primma. 

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AUGURI A TUTTI I PAPA' !!!

 
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La Leggenda


La sirena Partenope, non essendo riuscita a farsi amare da Ulisse poiché insensibile questi al fascino del suo canto, decise di gettarsi nei mari del Mediterraneo annegando nel Golfo della città partenopea, che venne in seguito denominata Napoli.


 

Vedi Napoli e poi... Sogna!

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