Creato da Red1dgl il 28/03/2006

DUE DI DUE

"...la prima volta che ho visto Guido Laremi eravamo tutti e due cosi' magri e perplessi ,cosi' provvisori nelle nostre vite da stare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva intorno entrava a far parte del passato. Il ricordo che ho del nostro primo incontro e' in realta' una ricostruzione ,fatta di dettagli cancellati e poi modificati . In questo ricordo io sono in piedi al lato della strada ho le mani in tasca e il bavero del cappotto alzato e cerco di assumere disperatamente un senso di non appartenenza al mondo . Ma ho 14 anni ed odio i vestiti che indosso , odio il mio aspetto in generale , e l'idea di essere qui in questo momento..."

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LA FINE E' IL MIO INIZIO - TIZIANO TERZANI

Post n°419 pubblicato il 27 Aprile 2007 da Red1dgl
 
Tag: Libri

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Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, racconta al figlio Folco la sua vita. Attraverso il racconto della sua infanzia e dei suoi viaggi, Terzani vuole cercare di capire dialogando col figlio, se alla fine di questa vita, c'è un senso. Un libro alla continua ricerca della verità, dei veri valori, dei motivi per cui noi tutti esistiamo. Leggendo queste pagine, attraverso le esperienze vissute dall'autore in giro per il mondo, in Vietnam, in Cambogia, in Cina, in Giappone, in India, si riflette sulla storia dell'uomo e della sua evoluzione. E si ha davvero la sensazione che col passare del tempo l'uomo aumenti sempre di più i suoi beni materiali, trascurando però la sua crescita interiore. L'uomo è rimasto indietro sul cammino della spiritualità. Tanto che oggi le persone si identificano in quello che possiedono e non in quello che sono. L'uomo crede di essere il suo posto in banca, la sua casa, la sua motocicletta. Tutto questo però ha una fine. Tutto è "impermanente". Tutto viene cancellato. Solo l'uomo che riesce a distaccarsi dai beni materiali, può morire sereno e non ha paura di abbandonare il suo corpo. Perchè quello che resta veramente è il suo pensiero, le sue idee. E quello che rimane (negli uomini migliori) è solo la consapevolezza di appartenere ad un mondo meraviglioso, che va accettato così com'è.

 
***

una citazione:

Tiziano: Mi piace la primitività dell'uomo, il suo rapporto con la natura, perchè l'uomo che è vicino alla natura è un vero uomo. Tu pensa a una civiltà urbana in cui tutti nascono in delle scatole ad aria condizionata, vanno a lavorare nell'aria condizionata, vanno da una scatola all'altra alimentati di veleno televisivo, che cazzo di uomini sono? C'è gente che magari non sa cosa sono le formiche. Che vuoi sperare da un uomo così? Quest'uomo è diventato un nulla, quest'uomo occidentale. Un nulla, un bischero qualsiasi a cui dici di non ammazzare, di comportarsi bene. E poi un giorno gli dici "Tieni questo fucile e ammazzane centomila" e quello, coglione, lo fa, contento. Non è un uomo, dai!

Folco: Cioè, cos'è che gli manca?

Tiziano: E' stato spolpato della sua indipendenza, del suo pensare.

Folco: Sto cercando di capire. In un certo senso, sì, è vero che quando giri qui per le città la gente sembra...leggera, come se non avesse spessore.

Tiziano: Non vedi umanità, vedi manichini.

Folco: Hmmm.

Tiziano: Tutti vestiti uguali, tutti che dicono le stesse cose. O il contrario delle stesse cose, che sono le stesse cose.

 
 
 
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"Il tempo perso" di Jacques Prévert
 
 
 
Sulla porta dell'officina
 
d'improvviso si ferma l'operaio
 
la bella giornata l'ha tirato per la giacca
 
e non appena volta lo sguardo
 
per osservare il sole
 
tutto rosso tutto tondo
 
sorridente nel suo cielo di piombo
 
fa l'occhiolino
 
familiarmente
 
Dimmi dunque compagno sole
 
davvero non ti sembra
 
che sia un po' da coglione
 
regalare una giornata come questa
 
ad un padrone?

 
 
 

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