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TorinoFilmFestivaleggiando - Cronache del dopo festival

Post n°1086 pubblicato il 16 Novembre 2009 da poison.dee
 
Foto di poison.dee

E mi perdonerà Philip K. Dick per la presuntuosa citazione.
Che poi il TFF arriva appena oggi al suo quarto giorno, ma ci tenevo a farne un breve riassunto, prima che la memoria mi abbandoni definitivamente. 
Venerdì pomeriggio, prima dell’inaugurazione, ho fatto la “spesa”, comprando tutti i biglietti per la settimana. Il fatto che io mi stessi dimenticando di acquistare quello per assistere al film malese delle 17.30 era chiaramente un segnale che il mio inconscio mi stava mandando, e che io avrei fatto bene a non ignorare. E invece.
 

 

“Call if you need me” racconta uno scampolo di vita di Or Kia, che lascia la campagna per raggiungere il cugino Ah Soon in una Kuala Lumpur buia e periferica. Ah Soon è a capo di una banda criminale che riscuote crediti per un boss locale. Inizialmente tutto sembra affascinante, ma ben presto vengono alla luce intrighi e giochi di potere fino a quando Or Kia, diventato col tempo più bravo del cugino, ne prenderà il posto. In pratica niente di nuovo.
Uscita dal Greenwich mi sono incamminata verso il teatro Regio. Sotto i portici di via Po mi sono imbattuta quasi per caso nel Dottor Piazza e, dopo averlo scortato al bancomat più vicino ci siamo posizionati nell’atrio del teatro ad aspettare sua bionditudine. Prima di entrare abbiamo notato un po’ di subbuglio, con la polizia in perfetta tenuta antisommossa che ha iniziato a precipitarsi all’interno del teatro. In un attimo di perplessità ci siamo chiesti cosa stesse succedendo, poi abbiamo capito che si trattava della pacata protesta degli anarchici che si ribellavano alla proposta di sgombero delle case occupate. Dopo aver letto il loro proclama sul palco la cerimonia ha avuto inizio. Gianni Amelio, in compagnia di Maya Sansa, con un delizioso vestitino Gucci nero sacco della monnezza hanno introdotto il film inaugurale, invitando sul palco la regista Sam Taylor Wood, che per l’occasione indossava un vestito molto simile a quello della Sansa, ma con ai piedi un paio di sandali strepitosi (devo controllare se l’Amiat è fra gli sponsor della manifestazione) e l’attore Aaron Johnson, che è nato quando John Lennon era già stanco di esser morto da 10 anni. 

 

“Nowhere Boy” ci racconta la vita di John Lennon negli anni della sua adolescenza, dalla morte dello zio al riavvicinamento con la madre, che lo aveva abbandonato quando lui aveva cinque anni affidandolo alle cure della sorella Mimi (una strepitosa Kristin Scott Thomas, caustica al punto giusto), e che lo “inizia” al rock’n’roll. Ribellione, inquietudine, la formazione del primo gruppo musicale, l’incontro con Paul Mc Cartney, un evento tragico e l’inizio di una nuova vita. Quando uscirà vi consiglio di non perderlo.

 
 
 
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