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Grigliatona

Post n°1267 pubblicato il 30 Luglio 2010 da poison.dee
 

Ieri sera cena in terrazza.
Non la mia, io una terrazza non ce l’ho. Possiedo una veranda, dove al massimo mi concedo una sigaretta dopo mangiato.
Da Eataly, che nel mese di luglio ha organizzato 4 cene a base di carne alla griglia proveniente da diverse zone d’Italia.
E noi (quando dico “noi” parlo di me e di sua bionditudine) abbiamo scelto di prendere parte a quella a base di Chianina. Che si teneva, appunto, ieri sera. In terrazza.
Prima di recuperare s.b. sono riuscita a fare un salto in centro per acquistare un irrinunciabile paio di sandali scontati al 70%. Lasciarli lì sarebbe stato un infame atto di vilipendio alla carta di credito, oltre che un peccato che mai mi sarei perdonata in sæcula sæculorum.
Quindi ci siamo dirette da Eataly, dove, visto che eravamo in anticipo, abbiamo fatto anche un po’ di spesa. All’ora prefissata ci siamo spostate al piano superiore per la cena. Tavoli piccoli, partecipanti vagamente agèe, visto che io e la bionda sembravamo, assieme alla coppia con cui condividevamo il tavolo, le più giovani. Cosa che ormai non capita più in nessun posto: ovunque si vada “gli altri” sono inevitabilmente più giovani di noi. Che poi alla fine è uno dei motivi per cui, una dozzina abbondante di anni fa, ho smesso di frequentare le discoteche, Hollywood compreso. L’altro era che mi annoiavo a morte e la musica mi faceva abbastanza schifo. Probabilmente perchè nessuno mi ha mai drogato a mia insaputa... che tutta questa gente che va in giro a infilarti banconote arrotolate su per il naso costringendoti a pippare io non l’ho mai incontrata. Che se ti volevi drogare, con qualsiasi sostanza, andavi da tizio, piuttosto che da caio, e a volte anche da sempronio, a chiedere. Non erano tizio caio e sempronio a venire da te. Lo so, ho divagato. Torniamo alla chianina in terrazza, che veniva proposta dal simpatico Stefano, titolare dell’Antica Macelleria Falorni di Greve in Chianti. Si è iniziato con un carpaccio di Chianina, condito con un filo d’olio e limone, accompagnato da quattro prelibate fette di salame di toro: delizioso.
Poi è arrivata un’entrecote tenerissima, pepata al punto giusto, salata al punto giusto, cotta al punto giusto (ovvero quasi cruda, come piace a me).
Poi, per non farci mancare nulla, ha iniziato a piovere, e la cena in terrazza si è trasformata in una cena nella sala dei 200. Peccato. Intanto perchè la temperatura esterna era molto più gradevole di quella interna, ma mangiare la grigliata “in umido” probabilmente non sarebbe stata un’esperienza memorabile.
Quindi hanno servito la “bistecca”. Quella che noi chiamiamo “fiorentina” mentre il signor Stefano ci spiegava che in Toscana “la fiorentina” l’è la squadra di calcio e una “bella fiorentina” l’è una ragazza bona di Firenze.
E così ci siamo mangiati la bistecca. Che era deliziosa, e si scioglieva in bocca.
E quello che non si è sciolto in bocca mi si dev’essere depositato direttamente sui fianchi, che stamattina la bilancia segnava un kg in più.
Ma ne valeva la pena.

 
 
 
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