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Post n°1285 pubblicato il 23 Agosto 2010 da poison.dee
 

Che si sa, le lunghe sere d’estate ben si adattano al convivio.
E quindi, approfittando di una congiunzione astrale (nonché spazio-temporale) favorevole, un gruppo di digitatori compulsivi (che per brevità chiameremo bloggers) decide, ancora una volta, di esibirsi in una serata live.
Il ritrovo è una storica trattoria cittadina, che è lì dal 1863, ma che se sei di quelli un po’ distratti per natura, quando ti dicono che si va a cena al “porto di savona” tu, in un attimo di euforia sei già pronto ad imboccare l’autostrada per arrivare al mare. Per fortuna ciò non è successo e, all’ora stabilita, eravamo tutti li. Eccezion fatta per sua bionditudine, ma si sa, essendo bionda alta e phiga le è bastato uno sguardo languido per farsi perdonare.
La consultazione del menu, dove potevi trovare il gotha della cucina piemontese ci ha catapultati nel baratro dell’indecisione, ché prendere tutto non si poteva. Che già io a fine serata non so come sono riuscita a rinunciare ad un tiramisù talmente buono che quando il dottor Piazza me l’ha fatto assaggiare mi son venute le lacrime agli occhi. E a pensarci ora, ancora mi commuovo.
Comunque, fra improbabili film che solo lei ha presente (anzi, molto più probabilmente che solo lei ha visto), sceneggiati in bianco e nero degli anni 70 che tutti si vantano di aver visto, ma che solo lui ricorda, anche se non sa come vanno a finire, telefilm per ragazzi, computer giurassici e discese ardite senza risalite (che son quelle di s.b. in mountain bike), dopo essere rimasti gli unici avventori nel locale, decidiamo di pagare e uscire. Fermi ancora per qualche minuto nella piazza la discussione vira non si sa bene come sul jeans perfetto e su una rivista che tutti leggono ma che nessuno – eccezion fatta per la sottoscritta – ammette di comprare.
E, mentre ci salutiamo, ci incantiamo davanti ad una gigantografia dell’ultimo numero della suddetta rivista, che fa bella mostra di sé di fianco a un’edicola, naturalmente chiusa.

 
 
 
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