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Post n°1399 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da poison.dee
 

Ieri sera, come tutti i lunedì, sono andata a fare il mio massaggio settimanale.

Prima di me c’è l’Adelaide.

Non l’ho mai vista, perchè quando arrivo è nella sua cabina, e quando lei va via io sono ignuda sul lettino intenta a farmi massaggiare – cellula per cellula – i miei strati di cellulite, che curo con passione da una ventina d’anni, mese più, mese meno.

Adelaide ha un'età variabile fra gli 80 e gli 85 anni, e io la invidio, per il fatto che tutte le settimane abbia ancora la voglia di andare dalla massaggiatrice, e che alla fine di ogni massaggio salga sulla bilancia e si indigni se non ha perso peso. Capita che ogni tanto durante il massaggio si addormenti e si metta a russare, ma il più delle volte parla con la massaggiatrice che, dalla mia cabina, le risponde.

Ieri sera ha detto qualcosa relativamente alla lunghezza delle dita: parrebbe che, se l’indice è più   lungo dell’anulare (o viceversa) è perchè la madre, durante la gravidanza, ha prodotto più testosterone o il diavolo sa cosa (prendetela con tutte le dovute cautele: l’Adelaide non è propriamente Rita Levi Montalcini). 

Fatto sta che, non avendo niente da fare, mi sono guardata le dita.

Ed è stato in quell’istante che l’ho scoperto.

Che ancora mi chiedo come ho fatto a non accorgermene prima.

Come ho potuto essere così superficiale e indifferente.
Come ho potuto non rendermene conto.

Come ho fatto a non capire, a non voler vedere, a negare l’evidenza, a fingere con me stessa che tutto andasse bene: cazzo, ho l’indice destro più corto del sinistro, vi rendete conto?

 
 
 
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