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Qualcosa di me...

Benvenuti in questo spazio. Ogni commento è gradito e motivo di dialogo. Sono attratta dallo scambio di pareri e dalla comunicazione delle menti in qualsiasi forma avvenga. Adoro le idee, le prese di posizione se non eccessivamente monotone e vincolanti, la determinazione nel portare avanti un concetto.

 

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Ulisse, da Itaca ad Itaca

 

Kandinsky - il sogno in rosso (che meraviglia)

 

 
Creato da: Sibillias il 04/06/2006
Uno Spazio di Libere Espressioni molto, molto Personale...

 

 

Post n°71 pubblicato il 31 Agosto 2006 da Sibillias
 

Napoli la città del sole e del mare

A Napoli il mare ti chiama, si fa vedere e si fa sentire in tutto il suo splendore, sempre e comunque, nelle calde giornate d'estate come in inverno, anche quando tira vento non si può fare a meno di restare ad occhi aperti di fronte al golfo.

 

Lungo via Partenope si arriva al castello più antico della città, ospitato sull'isoletta di Megaride dove nell'antichità si estendeva una parte della villa del valoroso guerriero romano Lucullo: il castel dell'Ovo. Danneggiato durante l'assedio del 1503, fu ricostruito per volere di Alfonso I e subì altre trasformazioni nel XVII secolo. Proseguiamo per via Francesco Caracciolo, a Mergellina, dove in via Galliani, all'interno del mercatino della Torretta, troverete la Trattoria cibi cotti di nonna Anna: pochi piatti ma veramente buoni e a prezzi onestissimi per assaggiare il meglio della cucina napoletana. Se poi volete un posto veramente romantico, dove gustare dell'ottimo pesce fresco, vi consigliamo una piacevole sosta da "Cicciotto" il ristorante dei fratelli Capuano. Quasi inutile chiedere il menù, in tavola vi arriverà quello che il mare offre in giornata. Soppressata di polipo, carpaccio di pesce, maccheroncini con la gallinella, grigliate di pesce e degli indimenticabili scialatielli fatti a mano con granchi felloni. Tra i dolci, immancabile la crostata con la crema, freschissima e rigorosamente fatta in casa. Il tutto si può gustare anche all'aperto, all'ombra dei resti del Tempio romano della Fortuna, in compagnia del mare ammirabile in tutto il suo splendore e che rende Napoli una delle città più belle al mondo.



il Vesuvio di sera

 
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Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 31 Agosto 2006 da Sibillias

Il retropensiero dell'arte contemporanea - conclusione

Il problema è esattamente lo scarto temporale e di senso fra la visione dell’opera e l’azione del retropensiero che collega l’opera a qualcosa di più esteso.
Gli intralci al passaggio dalla visione al ragionamento e quindi all’emozione mediata (al senso) sono costituiti dal fatto di dover leggere i pannelli esplicativi per cogliere la simbologia etnografica messa in atto dall’artista; e soprattutto dal fatto che tale simbologia pro duce una quantità non significativa di evocatività irrazionale, per la quale non servirebbe alcuna spiegazione. Non si tratta dunque di rifiutare le emozioni mediate che regala l’arte contemporanea; anzi tale mediazione diventa un collegamento verso orizzonti forse più ampi. La questione è invece stabilire quale sia il tempo esatto che deve trascorrere affinché il retropensiero innescato dall’opera in sé stessa produca effetto. In sostanza cogliere l’attimo postmoderno. Per fortuna quest’ultimo compito spetta, tuttora e per sempre, all’artista.

 
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Il retropensiero del'arte contemporanea.

Post n°69 pubblicato il 31 Agosto 2006 da Sibillias

Il punto fondamentale è questo: non è affatto vero che “l’arte contemporanea non trasmette emozioni”; il problema è che tali emozioni si accompagnano sempre ad un retropensiero. Lo sviluppo del retropensiero (non sempre originale) dilaziona di qualche secondo l’arrivo allo spettatore delle emozioni.
Talvolta si tratta di collegare ciò che si vede ad un significato (useremo il termine messaggio se esso non fosse stato ripudiato dalla quasi totalità degli artisti contemporanei). Talvolta invece l’opera assume senso solo se ricondotta dallo spettatore alle opere viste precedentemente e, ci si augura, al discorso svolto sopra di esse.
Tale dinamica risulta certo macchinosa, ma probabilmente si tratta solo di un modo peculiare e prettamente postmoderno di relazionarsi con quell’oggetto sui generis che è l’opera d’arte (sui generis in quanto in bilico fra il diventare oggetto pop e resistere come elemento di una cultura alta che peraltro ormai non esiste più).
Diversi sono alcuni casi contingenti, in cui il carattere mediato delle emozioni in arte produce decadimenti di senso. Il caso principe è l’arte giovane italiana, quella, per intenderci, prodotta da artisti dai venti ai trentacinque anni. Escludendo il plotone pur consistente dei pittori, ci si trova di fronte ad un proliferare di artisti che ammucchiano, preferibilmente a terra, materiali inerti e disconnessi, dal lembo di panno grigio al pezzo di ferro deformato, dall’oggettino di recupero –che non è più né objet trouvé né riporto oggettivo popista- alla foto della finestra della casa dell’artista.
Tutto ciò rientra (di straforo, come si vedrà) in una tradizione strisciante dell’arte italiana, la tradizione del grigiore. Con ciò intendiamo un abituale uso di modalità espressive sommesse, richiuse su loro stesse, piccole, particulari e talvolta addirittura sciatte.

In pittura ciò si è tradotto in colori grigi, ocra, marroncini; nel cinema in film provincialisti, autocommiseratori, persino nelle ultracommerciali espressioni di Muccino & co e nelle ultrabanali realizzazioni di Moretti & co. Anche in letteratura il fenomeno del grigiore italiano è riconoscibile, spezzato solo dai vituperati Cannibali, da alcune espressioni di spaghetti-cyber, da Wu Ming e derivati, nonché da un recente gruppo di scrittori che ha in Giuseppe Genna il suo esponente maggiormente innovatore.
Eppure: quante e quali stagioni felici, anche nella tonalità del grigio; quali eccezionali espressioni in pittura, da Sironi a certi astrattisti e certi informali, fino ai benemeriti rivoluzionari del poverismo.
Quanti film d’autore splendidamente sommessi e grigi di un grigiore viscontiano (nel senso di Luchino); quanti romanzi fatti di ocra e grigi straordinariamente corposi e affascinanti, come nel caso di Sciascia.
I giovani artisti italiani di cui sopra, quelli degli stracci e dei pezzi di esistenza insignificanti, danno invece vita ad un retropensiero che sembra sterile. In ultimo, tale retropensiero trova un significato solo mnemonicistico e aneddotico: ci si ricorda che l’artista aveva esposto qualcosa di simile anche in precedenza, si impara a riconoscere l’artista nell’ambito di un processo in cui il corpus parla a sé stesso, ossia si parla addosso.

 
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Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 31 Agosto 2006 da Sibillias
 

Ieri sera sono andata al cinema con una amica, con un ragazzo conosciuto casualmente la scorsa settimana in un pub e con un amico di quest'ultimo. E' stata una serata davvero piacevole. Il mio uomo si chiederà come mai ultimamente non sia spesso disponibile ad incontrarlo... mi spiace, ma ho voglia di svago e di nuove conoscenze. Il lavoro mi stressa, le preoccupazioni del quotidiano non sono irrilevanti sul mio umore, le regole impostemi ogni giorno da ciò che mi circonda sono per me troppe... ecco che quando si tratta di organizzare le mie questioni personali e sentimentali non voglio più stare a regole, di nessun genere. Stare con amici o con conoscenti non impone troppi vincoli, ma stare con un uomo sì. Il mio è il tipico discorso da persona single, ma so che nelle mie idee non vi è il concetto di single... se vi è la persona giusta accanto certe questioni non si pongono nemmeno e niente viene preso come un dovere o una regola, bensì come volere.

 
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Frase del giorno

Post n°67 pubblicato il 30 Agosto 2006 da Sibillias

Buongiorno a tutti! Qui da me c'è il sole, io mi sento un po' la testa pesante, non ho per niente voglia di recarmi al lavoro... avrei tante cosucce interessanti da concludere!

La frase che lascio oggi me l'ha detta un giorno mio madre e mi piace davvero, in quanto rientra nel mio concetto di mentalità aperta, di considerazione delle varie visuali:

Se una persona non ti ama come vorresti essere amato/a tu... non significa che questa persona non ti ami.

Buona giornata a tutti.

 
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L'Ordine dei Templari, il Sacro Graal e i Sommi Priori del Priorato di Sion tornano alla ribalta

Post n°66 pubblicato il 29 Agosto 2006 da Sibillias

Negli ultimi mesi sempre più spesso si sente parlare di Templari, Sacro Graal e Priorato di Sion.

Probabilmente solo pochissimi sanno che fra i - presunti - Sommi Priori del Priorato di Sion risuonano nomi celebri come — solo per citarne alcuni — Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Sandro Botticelli, Victor Hugo e Claude Debussy.
Ancora oggi l'antica fondazione conterebbe numerosi membri i quali si proclamano affini ai Templari e come loro in perenne ricerca dei segreti del Sacro Graal (famoso calice usato da Jesus Christus nell'Ultima Cena e/o in cui Giuseppe d'Arimatea avrebbe raccolto il Sacro Sangue di Gesù Cristo crocifisso; un importante simbolo mistico della possibile armonia tra Dio e l'uomo, stando a diversi poemi cavallereschi — cicli arturiani, Perceval, Lancelot, Joseph d'Arimathie — e all'opinione di molti studiosi la ricerca del Graal s'identifica con la ricerca di Dio. Gli uomini che riuscissero ad arrivarvi conquisterebbero la felicità terrena e celeste ... ma solo ai puri è dato raggiungerlo).

Fra le maggiori questioni portate avanti dagli adepti del Priorato di Sion la convinzione che Gesù non sia morto in croce, ma anzi, aiutato da alcuni fedelissimi, si trasferì con mezzi di fortuna in Francia (Linguadoca) insieme a
Maria Maddalena da cui ebbe alcuni figli, progenie della dinastia Merovingia e Carolingia, quelle, per intenderci, dei vari Clodoveo, Childerico, Teodorico, Pipino, Carlo Martello, Carlo Magno etc etc.

Vicende, probabilmente tanto suggestive quanto inverosimili, ma che dovremmo pensare invece delle versioni (e relative interpretazioni) tramandate dalle religioni cosiddette ufficiali?

Agli utopisti l'ardua sentenza.

 
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Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 29 Agosto 2006 da Sibillias
 

Continuo ad organizzare serate con amici ed a disdire gli incontri con il mio uomo. Non mi limito ad accettare passivamente inviti, bensì organizzo e propongo io le serate ad amiche o ad amici. Ma che succede, mi chiedo. Possibile che non abbia più voglia di lui? Devo mettere la testa a posto, non posso ogni volta allontanarmi da qualcuno solo perché il cuore non mi batte forte, perché non sempre mi piace come bacia, perché non mi entusiasma con le sue logiche, perché non sento passione o perché semplicemente non ne sono innamorata. Invece sì, sì che posso. Alla fine credo non sia nemmeno corretto stare con un uomo solo quando conviene e non perché lo si ama e lo si desidera. Insomma, un uomo se mi piace davvero diviene l'aspetto fondamentale della mia vita e lo voglio accanto così come è senza riserve... peccato non abbia mai incontrato un uomo così. Beh, forse qualcuno sì; ma per un motivo o per un altro, da non imputare a me, poi non si è concretizzato al meglio una relazione. La verità è che uscire con amici ora mi distrae, mi permette di pensare meno alla mia relazione non soddisfacente. Mi devo prendere del tempo, non ho ancora la forza di lasciare una persona che per me ha significato tanto... dopo tanti tira e molla non posso compiere mosse azzardate, ora basta. 

 
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Frase del giorno

Post n°64 pubblicato il 28 Agosto 2006 da Sibillias

La Fantasia E' Più Importante Della Conoscenza...

Ecco, questa è la frase che lascio oggi... Buona giornata a tutti.

 
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Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 28 Agosto 2006 da Sibillias

I castelli medievali: storia e mito

Una sentinella da un'alta torre grida l'allarme, il ponte levatoio viene sollevato in gran fretta, la gente corre come impazzita all'interno delle mura, il sibilo delle frecce... Potremmo così iniziare un viaggio virtuale nel medioevo. Ma possiamo anche scegliere di allontanarci dai luoghi pericolosi e scegliere di tornarci solo a battaglia finita. E allora vedremmo il castello nel pieno delle sue attività, seguire con occhio indiscreto le vicende di corte, e magari qualcuno potrebbe svelarci i misteri dei cunicoli e tunnel sotterranei, dei passaggi segreti. L'immaginario collettivo è sempre stato stuzzicato dall'idea di vivere le vicende dei cavalieri e di respirare l'aria di un mondo infinitamente romantico e affascinante, sebbene considerato un lungo momento buio della storia.

 
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Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias
 

Sono a pezzi. Ho mal di testa da venerdì e l'umore non è dei migliori. Sono confusa e forse il mal di testa è causato dalle mie riflessioni, dal mio non saper prendere una decisione importante. E' da anni che conosco una persona con la quale ho creato un rapporto di amicizia e altro, ma non sento di essere innamorata di questo uomo. La nostra storia non è stata lineare: l'ho lasciato e ripreso troppo spesso ed ennesime volte qualcun altro ha preso il suo ruolo. Non mi sono certo comportata da brava ragazza con lui, ma devo pure ammettere che egli non mi dà ciò che voglio, non mi sa dare carica positiva, non mi entusiasma e soprattutto non sa nemmeno cosa significhi la spontaneità e la passione per le cose essenziali e semplici della vita. Ora non c'è nessun altro nella mia vita, ma devo rendermi conto che stare con chi non amo non va bene ne per me ne per lui. Quante volte mi sono ritrovata in una simile situazione con altri... forse sono io che sono davvero troppo complicata. In raltà anche se non c'è nessun altro in modo concreto. c'è però l'idea... l'idea di qualcun altro.

 
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Ricchezza e Infelicità

Post n°61 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

Il benessere aumenta con il reddito ma diminuisce con l'aspirazione ad aumentare il reddito, dice Easterlin. Ogni rincorsa ai beni posizionali riduce la felicità perché alimenta le aspirazioni in modo più stabile di quando non garantisca le soddisfazioni.

I beni relazionali sono tanto più veri e soddisfacenti in quanto capaci di portare soluzioni ai bisogni e nello stesso tempo generare emozioni e calore. Esempi? Le idee si comprano sul mercato della consulenza e hanno certamente il loro valore, ma un'idea prodotta e regalata da un amico ha un sapore diverso e garantisce una soddisfazione più duratura. L'eventuale monetizzazione dei beni relazionali si tradurrebbe in un impoverimento profondo della società. E questo dimostra che un avanzamento della dimensione del mercato, anche con un conseguente aumento del Reddito nazionale, non produce un aumento della felicità ma il suo contrario, quando avviene attraverso una riduzione dello spazio dei beni relazionali a favore di quelli convenzionali.

Purtroppo, questa sostituzione avviene continuamente. Anche nelle società opulente che potrebbero permettersi di ridurre la quota di tempo dedicato al lavoro o l'accumulazione di risparmio per i consumi futuri per cominciare a godersi di più la vita, il desiderio di guadagnare sempre più denaro non diminuisce, la monetizzazione di tutte le dimensioni sociali avanza inesorabile e il tempo diventa la risorsa scarsa per eccellenza. Si deve partire proprio da queste osservazioni per tentare di trovare una spiegazione all'assurda infelicità delle società sviluppate.

Occorre porsi una domanda: perché le società sviluppate destinano la maggior parte della crescita di produttività all'aumento della produzione invece che usarla per ridurre il tempo dedicato al lavoro? La spiegazione è in fondo l'altra faccia della medaglia del tema dei beni posizionali. L'ipotesi di base è che le persone sono interessate alla ricchezza e al consumo in senso relativo e non assoluto: questo non significa solo che la soddisfazione dell'acquisto di un bene è erosa nel tempo dal fatto che anche altri arrivano a possederlo; significa altresì che quando le persone vedono che qualcuno possiede ricchezze o beni di valore superiore al loro tendono a darsi da fare per raggiungerlo. Questo meccanismo può essere definito in termini tecnici: «esternalità negativa posizionale». Che si sintetizza con una osservazione insensata quanto vera: l'aumento della ricchezza di qualcuno si trasforma immediatamente in una riduzione del benessere di qualcun altro. Anche per questa ragione, dunque, la crescita economica determina infelicità.

 
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Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

L’alba dei network organizzati

A un primo sguardo il concetto di "network organizzati" sembra un ossimoro. In termini tecnici, tutti i network sono organizzati. Ci sono fondatori, amministratori, moderatori e membri attivi che svolgono dei ruoli. Si pensi anche ai primi lavori sulla cibernetica e alla cibernetica di "secondo ordine" e altri.
I network sono costituiti da relazioni mobili la cui organizzazione in ciascun momento specifico viene prodotta dall’ "esterno costitutivo" del feedback o del rumore.
L'ordine dei network è costituito da un continuum di relazioni governate da interessi, passioni, affetti e dalle necessità pragmatiche dei diversi attori. La rete delle relazioni non è mai statica, ma non si deve confondere con qualche tipo di fluidità perpetua. La vacuità  non è una condizione da esaltare per quanti desiderano agire come agenti politici.

Perché i network dovrebbero avere organizzazione? La loro natura caotica e disorganizzata non è forse una buona cosa che bisogna preservare? Perché si dovrebbe disturbare l'atmosfera informale dei network? Non preoccupatevi. I network organizzati ancora non esistono. Il concetto presentato qui deve essere letto come una proposta, l’abbozzo di un processo in divenire che avrà bisogno una guida attiva attraverso il contraddittorio e l'elaborazione collettiva. Ciò di cui invece non ha bisogno è di una decostruzione immediata Chiunque può effettuarla. Inutile dire che i network organizzati sono esistiti per secoli. Basti pensare ai gesuiti. La storia dei network organizzati può essere ripercorsa, e probabilmente lo sarà, ma questo non serve a molto per quelli che sono gli obiettivi della nostra indagine. I network di cui stiamo parlando qui sono specificamente quelli collocati nell'ambito dei media digitali. Sono caratterizzati dalla loro irrilevanza e invisibilità tanto per gli "old media" quanto per i p-in-p (persone del potere). La teoria generale dei network può essere utile per chiarire determinati obiettivi, ma non risponde alle domande che pongono i new media basati su network sociali. È di qualche utilità per voi il fatto di sapere che le molecole o i modelli del DNA sono anche dei network?

Non esistono network al di fuori della società. Come tutte le entità tecnoumane, essi sono contagiati dal potere. I network sono le macchine ideali di Foucault. Minacciano il potere almeno quanto lo generano. Il loro diagramma del potere può operare su una gamma di scale, attraversando reti locali e incontrandosi con proteste trans-nazionali. Per quanto innocui possano sembrare, i network fanno esplodere le differenze. Vale a riguardo la massima di Foucault: il potere produce. Traducete questo concetto sui network organizzati e otterrete la potenza dell'invenzione. La traduzione è infatti la condizione dell’invenzione. La mediologia, come l'ha definita Régis Debray (1996), è la pratica dell'invenzione all'interno dei sistemi tecno-sociali dei networks. Come un metodo  collaborativo di critica immanente, la mediologia assembla una moltitudine di componenti su una rete di relazioni che si addensano intorno a problemi specifici e libere passioni. In questo senso, i network sfuggono costantemente ai tentativi di comando o di controllo. È questa  l'entropia variabile delle reti.

Il contrario dei network organizzati non è il caos. I network organizzati intervengono continuamente nella temporalità radicale della mediasfera di oggi. Il breve-terminismo è la condizione permanente che viene inflitta dai governi, dalle corporation e dalla quotidianità. La psicofarmacologia è la forma di gestione biotecnica di questa condizione (Bifo, 2005). I network organizzati offrono una diversa possibilità - la possibilità della creatività, dell'invenzione e di propositi che non sono determinati in prima istanza dagli scricchiolanti e spesso disorientati tentativi di mantenere il controllo, come testimoniano una serie di istituzioni che sono emerse all'epoca dello stato moderno e sono sopravvissute fin a questi giorni all'interno del complesso dello stato-corporation, che continua a mantenere il monopolio sulla legittimazione della violenza.

http://www.filosofia.it/pagine/05_12_lovink_rossiter.htm
articolo del mese di giugno 2006

 
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LE NOTIZIE SONO PIU' LONGEVE SU INTERNET

Post n°59 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

Notizia pubblicata in rete il 18/07/2006 15.46
La durata media per ogni news è di 36 ore.

(ITnews) - Roma - Le notizie invecchiano più tardi sul web. A dispetto dello stereotipo secondo cui le informazioni online hanno vita brevissima. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sul numero di giugno del "Physical Review E" (la rivista dell'American Physical Society) e ripreso dal "New York Times" secondo cui ci vogliono 36 ore prima che i web lettori perdano interesse per una notizia.

Il lasso di tempo è calcolato dal click del primo lettore di una notizia appena comparsa su internet e il clic del lettore che si trova a metà della catena degli utenti totali, dopo il quale la notizia viene considerata in calo d'appeal. Raffrontato alla durata media delle notizie pubblicata su carta stampata (per i quotidiani le informazioni lette nel pomeriggio sono considerate già vecchie) si tratta, per l'online, di un vantaggio notevole.

La ricerca "The Dynamics of Information Access on the Web" è stata condotta da Albert-Laszlo Barabasi, della University of Notre Dame in Indiana. Questi ha monitorato per un mese ogni clic su un popolare sito ungherese di notizie e intrattenimento. Nel complesso il ricercatore ha ravvisato comportamenti anomali del navigatore medio: brevi periodi caratterizzati da molti clic, seguiti da lunghi periodi senza alcun accesso. Secondo il ricercatore, la lettura di notizie online avviene in modalità intermittente che alterna alla gran parte della giornata in cui si sta lontani dalla rete, momenti di esplosione di interesse quando ci si trova di fronte allo schermo. Sarebbe questa abitudine a garantire la maggiore tenuta delle notizie on-line. La ricerca si chiude con un suggerimento agli editori della carta stampata: "riciclare" articoli vecchi che possono trovare nuova vita in rete.

 

 
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Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

E' decisamente tardi... sono stata al cinema con una persona che da sempre mi dà più gusto a ciò che osservo, mi dà soddisfazione con le sue logiche matematiche; ma questo non significa che sia la mia anima gemella. A volte si crea una sintonia incredibile a livello concettuale, ma non è tutto. Ho sempre sostenuto che la sintonia delle menti è alla base di una relazione con un uomo, ma non è così. Il mondo dei sogni mi attende, io sono in attesa di altro, ma ora mi lascio rapire da questo mondo incantato dove un mio folle desiderio può anche realizzarsi. E' dura poi affrontare il risveglio, ma so pure che la vita reale e tangibile talvolta sa stupirmi e meravigliarmi ancor più della vita sognata.


 
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Mode strane: il dogging

Post n°57 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

L'ultima trasgressione sessuale viene da Oltremanica. Si scrive "dogging", si legge "sesso all'aria aperta con possibilità di esibirsi e/o farsi guardare".

Le autorità sanitarie locali lanciano l'allarme e invitano, almeno, a usare precauzioni.
Due annunci scelti a caso da uno dei tanti siti dedicati all'ultima tendenza in fatto di trasgressione: il dogging, appunto. Letteralmente, "portare fuori il cane". In pratica, il gioco consiste nel darsi appuntamento (da soli o in coppia) in un parco cittadino, nella piazzola di sosta di una strada provinciale o nel parcheggio di un supermercato. Rigorosamente al buio. A questo punto, qualunque sia il luogo prescelto, scatta un semplicissimo gioco di ruolo:

A) se si è in coppia, ci si accomoda in macchina, si lancia un segnale in codice (luce accesa uguale "puoi guardare", finestrino abbassato uguale "puoi unirti a noi"), si lascia qualche minuto allo spettatore per scegliere la prospettiva migliore o al nuovo arrivato per sistemarsi nel sedile posteriore. Poi si dà inizio alla performance.

B) il "dogger single" raggiunge il luogo concordato e aspetta che il suo compagno di trasgressione si unisca a lui (qui si torna al punto di partenza: si gioca in due o, se ci sono, si coinvolgono anche gli altri partecipanti, attori o spettatori).

C) il voyeur si apposta nell'angolo stabilito, aspetta il via libera dei protagonisti e si gode lo spettacolo.

C'è chi preferisce semplicemente etichettarlo come "sesso all'aria aperta", chi si limita a far notare che gli inglesi hanno scoperto l'acqua calda e chi tiene a chiarire che il dogging, almeno in Inghilterra, non è reato (se ci si esibisce in un luogo appartato e se si guarda col benestare del guardato). Tutto questo, stando alle cronache ufficiali, succede negli anfratti del Regno Unito. Altrove, in realtà succede da sempre. Probabilmente la differenza sta nel fatto che, da quelle parti, la consuetudine è diventata una moda, i protagonisti si sono dati delle regole e il fenomeno ha raggiunto proporzioni tali da indurre le autorità sanitarie locali a uscire allo scoperto.

 
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Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 27 Agosto 2006 da Sibillias

Moda: l'estate si colora di rosso 

Webmoda.net - Gio 10 Ago

 
Il rosso,  il colore della passione,  ha rivestito un ruolo di primo piano in questa calda estate 2006.
Certo,  il rosso non è affatto un colore facile, ma per chi può permetterselo, rimane uno degli strumenti più efficaci di seduzione. Su questo gli stilisti non hanno dubbi, dal momento che in molti hanno proposto questa estate almeno un pezzo rosso.
Anche nel make up il rosso tiene banco: funziona sempre il gloss rosso
carminio in tono con lo smalto, l’importante è non esagerare. Il rosso va sfoggiato preferibilmente nelle occasioni mondane, meno consigliato sul posto di lavoro.

Il
rosso da è il mio colore preferito e quando la moda esalta questo colore eco che trova la mia approvazione... credo sia il colore più ricco di significato.  Il rosso, nel bene e nel male, rappresenta in modo più convincente i vari contesti della vita.

 
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Priorato di Sion

Post n°55 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Sibillias

Rennes-le-Chateau è ormai meta di continui pellegrinaggi da parte di centinaia di cercatori di tesori, convinti che in paese si nasconda qualcosa di importantissimo: forse delle ricchezze, o dei documenti in grado di gettare una nuova luce sulle origini del cristianesimo o chissà cos'altro.

All'origine di questa "febbre dell'oro" c'è un articolo comparso sulla stampa locale, a firma di Albert Salomon, datato 1956. Qui, il vecchio parroco del paese, ormai defunto, veniva presentato come "il sacerdote miliardario". Salomon scriveva che Bérenger Saunière aveva ritrovato, durante i restauri della parrocchiale, una serie di documenti che l'avrebbero arricchito enormemente. Traccia dell'enorme ricchezza di Saunière è rimasta nelle costruzioni che ha fatto erigere in paese, ancora oggi visibili in tutto il loro sfarzo. Fece costruire una splendida villa riccamente decorata, un sontuoso parco con aiuole e fontane, fece completamente restaurare e decorare la chiesa parrocchiale di Santa Maddalena, erigere una serra in cui allevare animali esotici. L'opera più nota, però, è la torre biblioteca che si affaccia sui Pirenei, la Tour Magdala, ormai diventata l'icona per eccellenza del paese. Dove aveva preso i soldi per costruire tutte queste meraviglie?

In un libro dal titolo "Le Tresor Maudit", il tesoro maledetto, De Sède suggeriva che dietro alla sua ricchezza ci fosse il ritrovamento di due pergamene cifrate all'interno di uno dei pilastri che sorreggevano l'altare. Le pergamene vennero pubblicate sul libro di De Sède, e quindici anni dopo, i tre inglesi - nel loro Holy Blood Holy Grail - offrirono la loro teoria: in quelle pergamene era custodito il segreto della dinastia di Cristo. Saunière si era trovato con questo materiale scottante tra le mani, e proprio grazie alle pergamene aveva potuto ricattare il Vaticano e pretendere il versamento di enormi somme di denaro per comprare il suo silenzio. Rivelare che Cristo aveva avuto dei figli significava mettere a rischio il papato, che si fondava sulla discendenza spirituale di Pietro. Una dinastia di sangue proveniente da Gesù stesso avrebbe potuto avanzare diritti di supremazia sulla Chiesa di Roma, gettando nel caos una delle più potenti organizzazioni dell'Occidente.

Ma chi aveva messo le pergamene in quel pilastro? E chi le aveva compilate? I tre inglesi, guidati da alcuni segnali contenuti in quei documenti, affermarono che gli autori fossero i membri di una società segreta il cui nome vi è già noto: il Priorato di Sion.

 
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Sul Codice da Vinci

Post n°54 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Sibillias

Un libro che vende 40 milioni di copie in tutto il mondo è certamente un fenomeno culturale degno di nota. Tale è stato il successo editoriale del "Codice da Vinci" di Dan Brown. Quali corde è stato in grado di toccare? Quali temi ha sollevato e qual è il contesto storico in cui è nato? Ecco... un viaggio psichedelico tra verità, errori e orrori del romanzo.

Perché questo possa essere un contributo fruibile anche da chi non ha letto il romanzo, ecco un riassunto - volutamente stringato - della sua trama. Il curatore del Louvre, Jacques Saunière, viene trovato ucciso in uno dei corridoi del Museo. L'investigatore che si occupa del caso, Robert Langdon, viene a sapere che Saunière era uno dei più grandi esperti di Leonardo da Vinci. Nel corso del romanzo, Langdon scopre che lo scienziato aveva fatto parte di una società segreta chiamata "Priorato di Sion". Il segreto custodito da mille anni dal Priorato era qualcosa in grado di cambiare la storia e minare le basi della Chiesa Cattolica. Riguardava infatti Gesù Cristo, che si sarebbe sposato con Maria Maddalena e avrebbe avuto una discendenza i cui membri sono ancora tra noi. Questa discendenza, dal sangue - per così dire - "regale", sarebbe nota come Sang Real, o detta con il termine più noto, Santo Graal. Il protagonista scopre quindi che molti indizi sono custoditi nella chiesa di Saint Sulpice a Parigi, svelando così il vero mistero del Graal.

Se la trama coinvolgesse soltanto questi temi, si potrebbe dedicare un po' di tempo ad ognuno e offrire un quadro completo dei retroscena del romanzo. In realtà, gli argomenti coinvolti nelle sue pagine sono infinitamente di più: questa è soltanto una piccola parte della rete concettuale del "Codice Da Vinci", che arriva a coinvolgere tra le sue spire i quadri di Leonardo, le geometrie occulte, i vangeli apocrifi, il Principio del Femminino, la cappella di Rosslyn, l'Opus Dei e chi più ne ha più ne metta.

Nucleo del romanzo, il "terribile segreto" in grado di far saltare dalle fondamenta la chiesa cattolica: la presunta dinastia di Cristo. Così ne parla Dan Brown…

"Sangreal... Sang Real... San Greal... Sangue Reale... Santo Graal." Tutti erano collegati tra loro. "Il Santo Graal è Maria Maddalena, la madre della dinastia regale di Gesù Cristo"

Quella del Sang Real è tecnicamente una "sciarada": basta pensare a tre mendicanti. Spostando lo spazio, diventa tremendi canti. Qui abbiamo il Santo Graal, San Greal che diventa Sang Real. Un'idea originale, ma… partorita da Dan Brown?
No, l'idea risale almeno al 1982, quando venne pubblicato Holy Blood Holy Grail, il primo libro in cui si proponeva la teoria della discendenza di Cristo nei termini in cui ne parlerà dopo vent'anni "Il Codice Da Vinci". Ma Brown ne era a conoscenza? Gli indizi che ha disseminato nel suo romanzo lo fanno pensare.

 
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SEGRETI e MISTERI della STORIA

Post n°53 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Sibillias

Il Tesoro dei Templari

Era un tesoro fatto di oggetti, provenienti dalla Gerusalemme di Re Salomone e dai luoghi della vita di Cristo: forse gli stessi oggetti che i nazisti cercarono.

Questo tesoro conteneva documenti scottanti? Conteneva la verità sul matrimonio di Cristo e il vero pensiero di Gesù (nascosto dalla Chiesa) a proposito di rapporti tra uomo e donna? A questi, si aggiungono altri misteri.

Da manoscritti rinvenuti in Oriente risulterebbe che Gesù Cristo non morì sulla croce, ma visse fino all'età di 80 anni.  Nell'insieme il tesoro sarebbe uno scrigno di segreti (cui ha fatto di recente allusione Dan Brown nel suo 'Codice da Vinci') che capovolgerebbe in direzione libertaria il pensiero cristiano.

Questo messaggio esoterico, forse ancora custodito dal Priorato di Sion e un tempo cifrato nell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci (che, a quanto pare, fece parte del Priorato stesso), è detto tesoro nel senso di segreto sapienziale?

Secondo altri, il tesoro era fatto invece di veri e propri forzieri, finiti nelle mani dei Templari. Questo tesoro comunque, fatto di segreti o di ori, è forse quello che trovò l'abate Berangér Saunière, a fine Ottocento, nella chiesa di Rennes Le Chateau, che è vicina a Montségur.

 
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SEGRETI e MISTERI della STORIA

Post n°52 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Sibillias

Hitler e la Heilige Lance

Con l'annessione all'Austria Hitler arrivò alla fine della sua ricera, imossessandosi della lancia ch aveva trafitto il costato di Cristo. La fece nascondere in una galleria blindata, sotto l'antica fortezza di Norimbera. Durante il bombardamento della città (1944) la Obere Schmied Gasse (la strada in cui si trovava l'accesso al nascondiglio) fu rasa al suolo, a gli alleati arrivarono ugualmente al bunker segreto. Alle 14:10 del 30 aprile 1945 gli americani misero le mani sulla Heilige Lance. Qualche ora dopo Adolf Hitler si suicidò a Berlino.

La Lancia di Longino, che probabilmente aveva dato al Fuhrer suggestioni superstiziose più che religiose, fu restituita all'Hofburg, a Vienna.  Ma la storia non finisce qui, perché in un saggio ormai introvabile si dice che Heinrich Himmler, braccio destro di Hitler e fondatore delle SS, fece fabbricare una copia perfetta della Lancia di Longino (quella che Hitleraveva preso e che oggi si trova a Vienna), che gli servì per ingannare il Fuhrer. Per ordine di Himmler, l'originale fu portato da un sottomarino in un nascondiglio top secret tra i ghiacciai dell'Antartide.

C'era in tutto questo il riconoscimento, da parte dei vertici del Terzo Reich, di una sacralità magica dell'arma invincibile, sicuramente indipendente dalla passione di Cristo e, più che altro, in connessione con i miti medievali della spada nella roccia, di Exalibur, e della Durlindana della 'Chanson de Roland'.
 

 
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Starlight

 

Time is running out

 

Adagio

 

Love Theme

 

 

 

 

Sweet Dreams Graphics

 

 

 

My baby just cares for me

 

 

 

Salida Hacia La Esperanza

 

Rosa Blu

 

 

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