Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Il Bersani furiosoEutanasia politica »

Gli impresentabili

Post n°506 pubblicato il 26 Marzo 2013 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Si può essere impresentabili per tante ragioni. C’è chi lo è per pregiudizio, cioè per quella cattiva abitudine che ha chi presume d’essere migliore degli altri.
E, di solito, il pregiudizio non porta niente di buono.
C’è chi è impresentabile perché è fuori dalla cerchia di quella casta che controlla i media e la finanza e non appartiene a quella congrega d’individui, già abituali frequentatori dei salotti buoni dell’alta borghesia italiana, che rientra, invece, nel cerchio magico del pensiero politicamente corretto.
E’ impresentabile chi non è radical-chic e chi è fuori da quell’aristocrazia intellettuale che antepone il pensiero unico al pluralismo e che interpreta la democrazia come un cortile chiuso, frequentato solo da persone ben formate e soprattutto ossequiose verso i possessori delle quote azionarie dell’unico pensiero ritenuto possibile.
Democrazia zero. Spocchia tanta.
C’è chi, invece, è impresentabile perché pensa, e lo dice, che l’Italia sia un paese d’ipocriti, nella cui classe dirigente abbondano più i difetti, che le virtù.
Contro gli impresentabili l’ipocrisia gioca la sua carta migliore. I difetti e le virtù, infatti, non sono sempre attribuiti in modo uguale per tutti, ma subiscono variazioni da soggetto a soggetto.
Gli avversari politici diventano, così, impresentabili per definizione, come se ci fosse un principio antropologico per cui non possa essere altrimenti, ed i difetti sono appiccicati addosso come etichette.
E’ strano, però, che per costoro tutti i difetti appartengano ai nemici e le virtù, invece, agli amici.
Chi ha l’etichetta di “impresentabile” entra in Wikipedia, enciclopedia fai da te, e i curricula di impresentabilità si estendono senza alcuna contenzione.
Il metodo ha trovato adepti. Per alcuni sarebbe la nuova democrazia.
Poi ci si meraviglia se spunta qualche dittatorello che, più avvezzo alle platee poco raffinate dell’avanspettacolo, sale in cattedra e grida contro tutti, e alzando la voce chiede il 100% di tutto.
E poi ci si lamenta se il dittatorello, con al seguito un guru, rifiuta il confronto, dice di voler spazzare i partiti e riduce il metodo delle scelte politiche alle invettive sul suo blog - in cui ogni clic fa scattare un guadagno - in cui si sbizzarriscono moltissimi esaltati e frustrati, tutti rigorosamente allineati e pronti a bloccare ed insultare chi la pensa in modo diverso.
Se l’Italia con le sue istituzioni consente che la televisione di Stato, pagata con i soldi dei contribuenti, discrimini ciò tra chi è sotto il controllo del cerchio magico del “politicamente corretto” e chi non lo è, ad esempio la sovranità popolare, consentendo che sia calpestata e definita impresentabile quella parte che non è gradita alla casta, è facile darsi spiegazioni sulle difficoltà del Paese e sul pericolo di svolta reazionaria dopo solo 65 anni di democrazia. O si pensa che sia sufficiente difendere in modo retorico la Costituzione, ritenendola un valore eterno da preservare nella sua assoluta integrità, per esorcizzare l’orrore dell’intolleranza e della violenza?
Si ha l’impressione che tutto ciò che è calunnia, denigrazione e offesa, tutto ciò che è pregiudizio, anche se privo di ragionate argomentazioni, se serve allo scopo di respingere idee e di trovare soluzioni, per lasciare tutto come prima, per i nuovi filosofi dell’impresentabilità diventi legittimo e necessario.
Il PM Ingroia ha associato chi sostiene il Pdl alla mafia e Lucia Annunziata ha definito impresentabili gli uomini del Pdl.
Non sarebbero impresentabili, invece, quelli che indossando la toga fanno politica o quelli che a spese degli italiani, pontificano in tv, spacciandosi per giornalisti democratici, invece che servi di regime, o per artisti raffinati e geniali, invece che per guitti parcellizzati a prestazione e usati come armi improprie.
Gira e rigira sono sempre gli stessi. E sono quelli che pensano che le virtù appartengano a quella parte politica che li riempie di soldi.
Nei regimi è così!
Vito Schepisi

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963