Creato da: aaacercasiamiciroma il 25/11/2006
i pensieri e le parole che mi accompagnano... in musica e poesia
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Post n°138 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da cielomareblu
La Befana da una stella. La befana è una nonna che sorveglia tutti i bimbi perchè giochino e sorridano siano sereni e salterelli. La befana vien di notte porta a tutti cose belle: ai più tristi un sorriso a chi e' solo compagnia. Nella sua calza che vola nel cielo non ci sono caramelle ma porta i baci delle stelle. L'augurio che la tua vita scorra serena e luminosa come una stella....ciao
Post n°137 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da Irisblu55 ![]() Se qualche vero saggio ci dovesse improvvisamente chiedere chi realmente siamo, subito ci verrebbero in mente i rapporti parentali, le relazioni sociali, la nostra struttura biologica in relazione all'ecosistema, la nostra storia personale con i fatti, gli eventi, le emozioni, gli affetti, i sentimenti, i disagi, ecc. Forse tutto verrebbe sintetizzato superficialmente nel nostro "nome e cognome". Molti vi aggiungono titoli accademici, onorifici o nobiliari e così pensano di poter essere subito identificati per il loro prestigio. Si immedesimano talmente nel loro ruolo che alla domanda "chi realmente sei?" non riuscirebbero a capire le reali intenzioni dell'interlocutore saggio. Affermerebbero impacciati, di essere l'avvocato Tal dei Tali il prof. Pinco Pallino, il dott. Sempronio l'imprenditore Caio ecc. Ma è come se rispondessero: "io sono ciò che penso di fare". Se il saggio suggerisse loro di lasciar perdere tutte le maschere sociali per definire più onestamente se stessi, molti entrerebbero in crisi. perché ci identifichiamo quasi sempre nel ruolo in modo convenzionale. seria riflessione sul nostro "esserci" qui e adesso nel senso esistenziale. La nostra più profonda riflessione dovrebbe portarci a smascherare le illusioni sul concetto di "io" che abbiamo. ruoli sociali, legami affettivi e di sangue lo stesso cognome e nome, rimarrebbe puramente la nostra persona con il suo DNA e il suo temperamento. E approfondendo ci accorgeremmo che nemmeno la nostra struttura biologica ereditata dal patrimonio umano o la nostra psiche formata nel contesto sociale, basterebbero ad identificarci. l'Universo muta continuamente e noi non siamo mai uguali al nostro "io" precedente, come nessuna essenza è perfettamente identica all'altra. Allora, chi siamo? Risposta difficile, misteriosa che presuppone un punto di riferimento saldo immutabile, eterno. che abitano sulla terra sono un numero esiguo a confronto di quello delle stelle del cielo) cominciasse seriamente a domandarsi chi realmente è per cercare di darsi una risposta non superficiale cambierebbero molte cose già in questo mondo e forse riscopriremmo tutti con stupore il senso del mistero e la nostra dignità di figli di Dio. Pier Angelo Epifania le feste porta via c'è chi nè sentirà la nostalgia è chi invece si sentirà sollevato da un lavoro ingrato ai fornelli e a dar retta a parenti amic è fratelli buon pomeriggio un forte abbraccio by Iris Inviato da: Irisblu55 Trackback: 0 - Commenti: 0 |
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Ronald Smith era uno degli uomini più ricchi e
potenti della terra. Aveva un giovane figlio
John, al quale non lasciava mancare niente.
Ogni giorno lo faceva accompagnare con una
lussuosissima Mercedes a scuola da un suo
autista personale. Lo riempiva di giochi ed
ogni tipo di divertimento. Corrompeva persino
alcuni insegnanti per fargli avere bei voti, in
modo che non provasse frustrazioni.
Ronald era fiero del suo impero finanziario
dei suoi alberghi, delle sue aziende : grazie a
lui ed alla sua intraprendenza migliaia di
persone potevano campare con un
lavoro dignitoso.
Ma il figlio cresceva sempre più viziato.
Il suo pallino erano le discoteche, i motori e le
spacconerie con gli amici.
Il padre cominciò ad esserne preoccupato.
Si rendeva conto che, continuando così
il figlio non sarebbe potuto essere in grado un
giorno di prendere le sue redini. Gli voleva bene
ma capì che era un "bene" sbagliato.
John era sempre più immerso nei vizi e non
era mai contento. Al padre raccontava un sacco
di bugie ed ogni giorno aveva nuove pretese.
Un giorno Ronald si recò appositamente dal saggio
Elia per chiedergli consigli.
- Prendi una decisione drastica. Tuo figlio è
rovinato, ma se vuoi recuperarlo c'è una possibilità
che costerà molto anche a te! - affermò
perentoriamente il saggio. Poi gli suggerì
quali rimedi doveva prendere.
Ronald mise a malincuore in pratica i
consigli dei Elia. Pianificò tutto per bene e
dopo un po' di tempo progettò con il figlio
maggiorenne un viaggio in un paese
molto lontano che doveva durare due settimane.
Ma si mise d'accordo sia con l'autista
che avrebbe dovuto accompagnarli all'aereoporto
che con il capitano dello stesso aereo:
Ronald possedeva gran parte del
pacchetto azionario della compagnia aerea.
Il giorno stabilito, mentre stavano salendo
sulla scaletta dell'aereo, Ronald
approfittando del fatto che suo figlio
John era distratto perché aveva
adocchiato una giovane avvenente , scese di
corsa dall'aereo e ritornò alla macchina s
quagliandosela con l'autista ed i bagagli.
John se ne accorse solo quando stavano ormai per partire.
Invano furono ascoltate le sue richieste di farlo
subito scendere: il capitano disse che non era
possibile fermare l'aereo mentre era già
in corsa e stava decollando. L'unico scalo era
proprio in quel paese lontano dove avrebbe
dovuto scendere perché possedeva solo il biglietto di andata.
Si ritrovò in questa città, solo e senza soldi.
Non ne aveva nemmeno per telefonare a
casa e nessuno si fidava a prestarglieli.
Inizialmente cercava di sopravvivere
chiedendo l'elemosina: ma vedendolo ben
vestito nessuno gliele dava.
La città era pattugliata da molti poliziotti :
praticamente era impossibile rubare.
Recatosi al più vicino posto di polizia non
riuscì nemmeno ad esibire un documento di
riconoscimento perché non l'aveva appresso.
Gli agenti lo trattennero per le verifiche sulla
sua identità. Gli dicevano che i numeri telefonici
che egli dava erano errati e che non conoscevano
suo padre (il quale aveva fatto cambiare tutti i
numeri telefonici di casa sua e il nome delle
sue ditte e dei suoi alberghi).
Il giudice di quella città decise di liberarlo a patto
che si mettesse a lavorare. Gli procurò un
posto di lavoro presso una fonderia ed egli
dovette accettare. Ogni giorno tornava nella
sua stanzetta presa in affitto, stanco morto, e
non aveva nemmeno le forze per qualche svago.
Aveva fatto amicizia con alcuni operai e si
rendeva conto della grande fatica che facevano
per mantenere le loro famiglie.
John, però, non riusciva a risparmiare molto perché
il salario che percepiva bastava appena per
pagare l'affitto della stanzetta, e il necessario
per la sopravvivenza.
Passarono alcuni mesi e dopo inutili tentativi per
mettersi ancora in contatto con suo padre
(il quale sembrava avesse fatto perdere ogni sua traccia)
John si era ormai rassegnato.
In quella città era severamente proibito
l'accattonaggio e nessuno si fidava a prestargli del denaro.
Spesso pensava a come viveva nella casa di suo
padre e cominciò ad essere dispiaciuto per
l'arroganza che aveva dimostrato nel trattare i suoi...
Un giorno, essendo rimasto casualmente da
solo nell'ufficio amministrativo della sua fabbrica
scorse, riposto in un cassetto semiaperto,
un foglio che rìportava l'intestazione della ditta
con il nome di suo padre: "Ronald Smith ".
Era stato appositamente dimenticato
dall'impiegata, la quale rientrata, lo vide assorto
con il foglio in mano. John chiese:
- Come mai?...cosa vuol dire?
E' proprio come pensi! La ditta appartiene a
tuo padre! - Esclamò la segretaria.
Il giovane comprese: suo padre aveva macchinato
tutto per impartirgli una lezione di vita.
E così ritornò a casa completamente cambiato.
Chiese al padre tutti i particolari del dispendioso
progetto ed andò subito a ringraziare il saggio
Elia per averlo salvato da sicura rovina.
Felice Epifania in gioiosa è
serena compagnia
ciao by Iris
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L’Avvento, come la primavera per la natura colora di nuovo la vita. E’ un tempo opportuno per rileggere la nostra storia e intravedere “nuovi germogli” Sentire nostalgia di qualcosa che possa togliere pesantezza alla nostra esistenza. Con gioia, andiamo incontro a questi giorni che se preparati con amore potranno restituire riposo alle ansie che la vita ci mette di fronte ogni giorno Buona e serena serata a voi tutti Iris |
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Buon Natale,
è solo una parola,
ma dentro ci sono molte cose,
alcune belle alcune brutte.
Un Natale ricco di regali,
ma povero di sentimenti,
ricco di neve di freddo di soldi.
Ma povero d'amore, di pace,
che come mai
ne avremmo bisogno adesso.
Le luci ci accecano gli occhi,
ma i bambini non pensano più ai balocchi,
oggi Natale vuol dire regali
e non serviranno a cacciare i nostri mali.
Ma a tutti vada il mio augurio di un buon Natale,
un Natale povero di regali,
ma ricco d'amore e di pace.
Enzo
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Giacomo, un tranquillo impiegato di una piccola città, amava raccogliere barzellette, seguire spettacoli comici, scambiare battute con i suoi amici. Si riteneva anche un "credente". Per un periodo, però, fu bloccato da alcuni dubbi: non riusciva a conciliare l'humour con le sue convinzioni religiose. Pensava che l'Onnipotente non fosse contento di chi scherza spesso e tende più a ridere che a piangere. Decise di recarsi dal saggio Elia e cominciò ad esporgli il suo problema, ponendogli diverse questioni, tra le quali anche il fatto che i testi sacri delle religioni non riportano battute od episodi scherzosi. |
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Quante volte ancora
dovrà apparire al giorno
il compagno sole
per illuminare l’uguaglianza?
Quante volte ancora
dovrà soffrire una madre
ferita nell’orgoglio
per avere libertà di vita?
Quante notti ancora
dovrà urlare la carne percossa
dalla viltà degli uomini
per essere placata?
Donna
che sei la luce accesa
su ogni vita al nascere,
che sei sabbia nei deserti
dei sentimenti offesi,
che sei moto primordiale
al vivere in amore,
leva lo sguardo al cielo
e con occhi fieri
guarda quegli aguzzini
che ti vogliono serva e oggetto,
in loro non c’è il futuro
perché nella tua forza
c’è il simbolo della vittoria,
c’è la sconfitta d’ogni violenza.
Grisby
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Io amo i bambini, dice Dio.
Voglio che rassomigliate loro.
Non amo i vecchi, dice Dio,
a meno che siano ancora dei bambini.
Così non voglio che bambini nel mio Regno;
è stabilito dall’eternità.
Bambini storpi, bambini gobbi,
bambini rugosi, bambini dalla barba bianca,
ogni specie di bimbi che credete,
ma bambini, solo bambini.
Non c’è da discutere; è decretato,
non v’è posto per gli altri.
Amo i bambini piccoli, dice Dio,
perché la mia immagine in essi
non è ancora offuscata.
Non hanno sabotato la mia somiglianza,
sono nuovi, puri,
senza cancellatura, senza raschiatura.
Così, quando dolcemente mi chino su loro,
mi ritrovo in essi.
Amo i bambini perché stanno ancora crescendo,
perché stanno ancora formandosi.
Sono per strada, sulla strada.
Dai grandi invece, dice Dio,
non si può più cavar nulla.
Non cresceranno più, non si formeranno più.
Sono bloccati.
Sono un disastro i grandi, dice Dio,
si credono degli arrivati.
Amo i bambini alti, dice Dio,
perché stanno ancora lottando,
perché commettono ancora peccati.
Non perché li commettono, dice Dio, mi capite,
ma perché sanno di commetterli, e lo dicono,
e si sforzano di non commetterli più.
Ma i grandi, dice Dio, non li amo,
non hanno mai fatto male ad alcuno,
non hanno nulla da rimproverarsi.
Non posso perdonare loro nulla,
non hanno nulla da farsi perdonare.
È penoso, dice Dio.
Penoso perché non è vero.
Ma soprattutto, dice Dio,
soprattutto amo i bambini per il loro sguardo.
Lì leggo la loro età.
Nel mio cielo non vi saranno
che occhi di cinque anni,
perché non conosco nulla di più bello
di uno sguardo puro di bimbo.
Non deve stupire, dice Dio.
Io abito in essi
e io mi affaccio alle finestre della loro anima.
Quando vi trovate dinanzi a uno sguardo puro di bimbo,
io vi sorrido attraverso la materia.
Invece, dice Dio, non conosco nulla di più triste
di occhi spenti
in una figura di bimbo.
Le finestre sono aperte, ma la casa è vuota.
Restano due fori neri, ma non più luce;
due occhi, ma non più sguardo.
E io sto triste alla porta,
e ho freddo, attendo e busso.
Ho fretta di entrare.
E l’altro è solo: il bimbo.
Si ottunde, si irrigidisce, si dissecca, invecchia.
Povero vecchio, dice Dio!
Alleluia, Alleluia, dice Dio,
aprite tutti, piccoli vecchi.
Il vostro Dio, l’Eterno risorto
viene a risuscitare in voi il bimbo!
Affrettatevi, è tempo,
sono pronto a rifarvi un bel viso di bimbo,
un sereno sguardo di bimbo!
Infatti, io amo i bambini, dice Dio,
e voglio che rassomigliate loro.
di M. Quoist
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Brivido
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L'appartenenza
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
(Giorgio Gaber)
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tutto quello ...che ci è accaduto nel passato Amo tutto ciò che è stato, Amo tutto ciò che è stato Fernando Pessoa |
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Tra te e il mare
Non ho più paura di te
Tutta la mia vita sei tu
Vivo di respiri che lasci qui
Che consumo mentre sei via
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare
Io che avrei vissuto da te
Nella tua straniera città
Sola, con l'istinto di chi sa amare
Sola, ma pur sempre con te
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più sentirmi stanca di aspettare
No, amore no
Io non ci sto
O ritorni o resti lì
Non vivo più
Non sogno più
Ho paura aiutami
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Preferisco dirti addio.
Cerco di notte in ogni stella un tuo riflesso
Ma tutto questo a me non basta adesso cresco.
No, amore no
Io non ci sto
O ritorni o resti lì
Non vivo più
Non sogno più
Ho paura aiutami
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Preferisco dirti addio.
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare
Non posso più dividermi tra te e il mare.
(Laura Pausini et Biagio Antonacci)
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SOGNAMI
CHE QUESTA MIA CANZONE …. ARRIVI A TE
TI PORTERà DOVE NIENTE E NESSUNO L’ASCOLTERà—
LA CANTERò CON POCA VOCE… SUSSURRANDOtela
e arriverà PRIMA CHE TU……TI ADDORMENTerai….
E se…… mi sognerai
Dal cielo cadrò-----
E se …..domanderai….
Da qui risponderò………
E SE…… TRISTEZZA e vuoto AVRAI
DA qui ………. cancellerò
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..
E se mi sognerai
Quel viso riavrò…
mai più..mai più quel piangere per me
sorridi e riavrò……..
Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono il tempo che consola
Sono dove vai…..
Rèves de moi amour perdu
Rèves moi, s’il neigera
Je suis vent et nostalgie
Je suis où tu vas
Sognami mancato amore
La mia casa è insieme a te
Sono l’ombra che farai
Sognami da li……….
Il mio cuore è li….
(Biagio Antonacci)
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Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellare
Estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furore
Tornerà un altro inverno
Cadranno mille pètali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà
Estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L' estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore
Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellare
Estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furore
Tornerà un altro inverno
Cadranno mille pètali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà
Estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L' estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore
Estate
(Cantata da Irene Grandi)
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AMORE DISPERATO
Sembra un angelo caduto dal cielo
com'e' vestita quando entra al "Sassofono Blu"
ma si annoia appoggiata a uno specchio
tra fanatici in pelle che la scrutano senza poesia
sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo
sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo tempo
Una sera incontro' un ragazzo gentile
lui quella sera era un lampo e guardarlo era quasi uno shock
e tornando, e tornando, e tornando, e tornando
e tornando, e tornando, e tornando, e tornando a casa
Rit: Lei ballera' tra le stelle accese
e scoprira', scoprira' l'amore
l'amore disperato
Dopo quella volta lei lo perse di vista
disperata lo aspetta ogni sera al "Sassofono Blu"
una notte da lupi lei stava piangendo
quella notte il telefono strillo' come un gallo
sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando
sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando lui
Sembra un angelo caduto dal cielo
quando si incontrano toccarsi e' proprio uno shock
e tremando, e tremando, e tremando, e tremando
e tremando, e tremando, e tremando, e tremando forte
Rit: Lei ballera' tra le stelle accese
e scoprira', scoprira' l'amore
l'amore disperato
(Nada)
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Grazie a tutti quelli che fino ad oggi sono passati di qui a trovarmi
Il mio blog ha raggiunto le 5000 visite.
Grazie sul serio
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