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Post n°138 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da cielomareblu

La Befana da una stella.

La befana è una nonna che sorveglia tutti i bimbi perchè giochino e sorridano siano sereni e salterelli.

La befana vien di notte porta a tutti cose belle: ai più tristi un sorriso a chi e' solo compagnia. Nella sua calza che vola nel cielo non ci sono caramelle ma porta i baci delle stelle.

L'augurio che la tua vita scorra serena e luminosa come una stella....ciao

 
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Post N° 137

Post n°137 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da Irisblu55

 
Se qualche vero saggio ci dovesse improvvisamente
 chiedere chi realmente siamo, subito ci
verrebbero in mente i rapporti parentali, le
 relazioni sociali, la nostra struttura
biologica in relazione all'ecosistema, la nostra
 storia personale con i fatti, gli eventi,
le emozioni, gli affetti, i sentimenti, i disagi, ecc.
Forse tutto verrebbe sintetizzato superficialmente
 nel nostro "nome e cognome".

Molti vi aggiungono titoli accademici, onorifici o

nobiliari e così pensano di poter essere

 subito identificati per il loro prestigio.

Si immedesimano talmente nel loro ruolo che

 alla domanda "chi realmente sei?"

non riuscirebbero a capire le reali intenzioni

 dell'interlocutore saggio. Affermerebbero

 impacciati, di essere l'avvocato Tal dei Tali

il prof. Pinco Pallino, il dott. Sempronio

 l'imprenditore Caio ecc. Ma è come se rispondessero:

 "io sono ciò che penso di fare".

Se il saggio suggerisse loro di lasciar perdere

 tutte le maschere sociali per definire

 più onestamente se stessi,

molti entrerebbero in crisi.
In effetti noi pensiamo di essere qualcuno

perché ci identifichiamo quasi sempre nel ruolo

 in modo convenzionale.
Ma la domanda "chi sei?" presuppone una

seria riflessione sul nostro "esserci"

 qui e adesso nel senso esistenziale.

La nostra più profonda riflessione dovrebbe

 portarci a smascherare le illusioni sul concetto di

"io" che abbiamo.
Se mettessimo coraggiosamente tra parentesi

ruoli sociali, legami affettivi e di sangue

 lo stesso cognome e nome, rimarrebbe

 puramente la nostra persona con il suo DNA e

 il suo temperamento. E approfondendo ci

accorgeremmo che nemmeno la nostra

 struttura biologica ereditata dal patrimonio

 umano o la nostra psiche formata nel contesto

 sociale, basterebbero ad identificarci.
Questo perché sappiamo bene che tutto

 l'Universo muta continuamente e noi

non siamo mai uguali al nostro "io"

 precedente, come nessuna essenza è

perfettamente identica all'altra.

Allora, chi siamo? Risposta difficile, misteriosa

 che presuppone un punto di riferimento saldo

 immutabile, eterno.
Se ogni persona (i sei miliardi di uomini

che abitano sulla terra sono un numero esiguo a

confronto di quello delle stelle del cielo)

cominciasse seriamente a domandarsi chi realmente è

per cercare di darsi una risposta non superficiale

cambierebbero molte cose già in questo

 mondo e forse riscopriremmo tutti con stupore

 il senso del mistero e la nostra dignità di figli di Dio.

Pier Angelo

Epifania le feste porta via

c'è chi nè sentirà la nostalgia è

chi invece si sentirà sollevato

da un lavoro ingrato ai fornelli e a

dar retta a parenti amic è fratelli

buon pomeriggio

un forte abbraccio

by Iris

 
Inviato da: Irisblu55
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Una lezione di vita

Post n°136 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da Irisblu55

 

 
L'uomo nella prosperità non comprende


Ronald Smith era uno degli uomini più ricchi e

potenti della terra. Aveva un giovane figlio

 John, al quale non lasciava mancare niente.

 Ogni giorno lo faceva accompagnare con una

 lussuosissima Mercedes a scuola da un suo

 autista personale. Lo riempiva di giochi ed

ogni tipo di divertimento. Corrompeva persino

 alcuni insegnanti per fargli avere bei voti, in

modo che non provasse frustrazioni.

Ronald era fiero del suo impero finanziario

 dei suoi alberghi, delle sue aziende : grazie a

lui ed alla sua intraprendenza migliaia di

persone potevano campare con un

lavoro dignitoso.
Ma il figlio cresceva sempre più viziato.

Il suo pallino erano le discoteche, i motori e le

 spacconerie con gli amici.
Il padre cominciò ad esserne preoccupato.

 Si rendeva conto che, continuando così

il figlio non sarebbe potuto essere in grado un

giorno di prendere le sue redini. Gli voleva bene

 ma capì che era un "bene" sbagliato.

John era sempre più immerso nei vizi e non

 era mai contento. Al padre raccontava un sacco

di bugie ed ogni giorno aveva nuove pretese.

Un giorno Ronald si recò appositamente dal saggio

Elia per chiedergli consigli.
- Prendi una decisione drastica. Tuo figlio è

 rovinato, ma se vuoi recuperarlo c'è una possibilità

che costerà molto anche a te! - affermò

perentoriamente il saggio. Poi gli suggerì

quali rimedi doveva prendere.

Ronald mise a malincuore in pratica i

consigli dei Elia. Pianificò tutto per bene e

dopo un po' di tempo progettò con il figlio

maggiorenne un viaggio in un paese

molto lontano che doveva durare due settimane.

 Ma si mise d'accordo sia con l'autista

che avrebbe dovuto accompagnarli all'aereoporto

 che con il capitano dello stesso aereo:

 Ronald possedeva gran parte del

pacchetto azionario della compagnia aerea.

Il giorno stabilito, mentre stavano salendo

sulla scaletta dell'aereo, Ronald

approfittando del fatto che suo figlio

 John era distratto perché aveva

 adocchiato una giovane avvenente , scese di

corsa dall'aereo e ritornò alla macchina s

quagliandosela con l'autista ed i bagagli.

John se ne accorse solo quando stavano ormai per partire.

 Invano furono ascoltate le sue richieste di farlo

subito scendere: il capitano disse che non era

 possibile fermare l'aereo mentre era già

 in corsa e stava decollando. L'unico scalo era

proprio in quel paese lontano dove avrebbe

dovuto scendere perché possedeva solo il biglietto di andata.

Si ritrovò in questa città, solo e senza soldi.

Non ne aveva nemmeno per telefonare a

casa e nessuno si fidava a prestarglieli.

 Inizialmente cercava di sopravvivere

chiedendo l'elemosina: ma vedendolo ben

 vestito nessuno gliele dava.

La città era pattugliata da molti poliziotti :

praticamente era impossibile rubare.

Recatosi al più vicino posto di polizia non

riuscì nemmeno ad esibire un documento di

riconoscimento perché non l'aveva appresso.

 Gli agenti lo trattennero per le verifiche sulla

sua identità. Gli dicevano che i numeri telefonici

che egli dava erano errati e che non conoscevano

suo padre (il quale aveva fatto cambiare tutti i

numeri telefonici di casa sua e il nome delle

sue ditte e dei suoi alberghi).

Il giudice di quella città decise di liberarlo a patto

che si mettesse a lavorare. Gli procurò un

posto di lavoro presso una fonderia ed egli

dovette accettare. Ogni giorno tornava nella

sua stanzetta presa in affitto, stanco morto, e

non aveva nemmeno le forze per qualche svago.

 Aveva fatto amicizia con alcuni operai e si

rendeva conto della grande fatica che facevano

per mantenere le loro famiglie.

 John, però, non riusciva a risparmiare molto perché

il salario che percepiva bastava appena per

 pagare l'affitto della stanzetta, e il necessario

per la sopravvivenza.

Passarono alcuni mesi e dopo inutili tentativi per

 mettersi ancora in contatto con suo padre

 (il quale sembrava avesse fatto perdere ogni sua traccia)

 John si era ormai rassegnato.

 In quella città era severamente proibito

 l'accattonaggio e nessuno si fidava a prestargli del denaro.

 Spesso pensava a come viveva nella casa di suo

 padre e cominciò ad essere dispiaciuto per

 l'arroganza che aveva dimostrato nel trattare i suoi...

Un giorno, essendo rimasto casualmente da

 solo nell'ufficio amministrativo della sua fabbrica

 scorse, riposto in un cassetto semiaperto,

un foglio che rìportava l'intestazione della ditta

con il nome di suo padre: "Ronald Smith ".

Era stato appositamente dimenticato

dall'impiegata, la quale rientrata, lo vide assorto

 con il foglio in mano. John chiese:
- Come mai?...cosa vuol dire?
 E' proprio come pensi! La ditta appartiene a

tuo padre! - Esclamò la segretaria.

Il giovane comprese: suo padre aveva macchinato

tutto per impartirgli una lezione di vita.

E così ritornò a casa completamente cambiato.
Chiese al padre tutti i particolari del dispendioso

 progetto ed andò subito a ringraziare il saggio

Elia per averlo salvato da sicura rovina.

Felice Epifania in gioiosa è

 serena  compagnia

ciao by Iris

 
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Post N° 135

Post n°135 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da Irisblu55

L’Avvento, come la primavera per la natura

 colora di nuovo la vita.

 E’ un tempo opportuno per rileggere la

 nostra storia e intravedere

 “nuovi germogli”

 Sentire nostalgia di qualcosa che possa

togliere pesantezza

 alla nostra esistenza.

 Con gioia, andiamo incontro a questi giorni che se

preparati con amore potranno restituire

riposo alle  ansie che la vita ci mette

di fronte ogni giorno

Buona e serena serata a voi tutti

Iris

 
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Post N° 134

Post n°134 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da Irisblu55

 

Babbo Natale
viene di notte


 

Babbo Natale viene di notte,
viene in silenzio a mezzanotte.
Dormono tutti i bimbi buoni
e nei lettini sognano i doni.



Babbo Natale vien fra la neve,
porta i suoi doni là dove deve.
Non sbaglia certo: conosce i nomi
di tutti quanti i bimbi buoni.

 
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Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 06 Dicembre 2008 da Irisblu55

Buon Natale, 
è solo una parola, 
ma dentro ci sono molte cose, 
alcune belle alcune brutte. 
Un Natale ricco di regali,
ma povero di sentimenti, 
ricco di neve di freddo di soldi.
Ma povero d'amore, di pace, 
che come mai
ne avremmo bisogno adesso. 
Le luci ci accecano gli occhi,
ma i bambini non pensano più ai balocchi,
oggi Natale vuol dire regali
e non serviranno a cacciare i nostri mali. 
Ma a tutti vada il mio augurio di un buon Natale,
un Natale povero di regali, 
ma ricco d'amore e di pace. 
Enzo 

 
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Post N° 132

Post n°132 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da Irisblu55

Giacomo, un tranquillo impiegato di una piccola città, amava raccogliere barzellette, seguire spettacoli comici, scambiare battute con i suoi amici. Si riteneva anche un "credente". Per un periodo, però, fu bloccato da alcuni dubbi: non riusciva a conciliare l'humour con le sue convinzioni religiose. Pensava che l'Onnipotente non fosse contento di chi scherza spesso e tende più a ridere che a piangere.

Decise di recarsi dal saggio Elia e cominciò ad esporgli il suo problema, ponendogli diverse questioni, tra le quali anche il fatto che i testi sacri delle religioni non riportano battute od episodi scherzosi.
Il saggio lo fissò con un sorriso. Poi gli chiese:
- Dio ci vuole contenti o scontenti?
Giacomo si meravigliò della domanda così ovvia e rispose:
- Certo che contenti! -
- L'allegria può essere espressa in tanti modi. L'importante che provenga dalla gioia interiore! - Dichiarò Elia. Poi aggiunse:
- La gioia interiore è un vizio o una virtù?
- Chiaro che è una virtù! - rispose con autosufficienza Giacomo.
- Da chi provengono tutte le virtù? - Domandò il saggio.
- Da Dio, naturalmente! - Esclamò Giacomo
- Convieni che tutto ciò che esiste proviene dal medesimo Creatore? - Gli chiese Elia.
- Certo! - interloquì Giacomo, pensando alla banalità delle osservazioni del maestro, il quale era ritenuto tra i più saggi della terra.
Il saggio Elia gli disse:
- Ora recati in città, non essere sbadato o superficiale, ma osserva attentamente ogni volto che incroci. Molto attentamente!
Giacomo fece come gli era stato raccomandato e dopo un po' , illuminato, ritornò dal saggio esclamando:
- Hai ragione. Ho osservato attentamente numerosi volti e mi son reso conto che il Creatore ha veramente il senso dell'humour

 
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Post N° 131

Post n°131 pubblicato il 29 Novembre 2008 da Irisblu55

Quante volte ancora
dovrà apparire al giorno
il compagno sole
per illuminare l’uguaglianza?
Quante volte ancora
dovrà soffrire una madre
ferita nell’orgoglio
per avere libertà di vita?
Quante notti ancora
dovrà urlare la carne percossa
dalla viltà degli uomini
per essere placata?

Donna
che sei la luce accesa
su ogni vita al nascere,
che sei sabbia nei deserti
dei sentimenti offesi,
che sei moto primordiale
al vivere in amore,
leva lo sguardo al cielo
e con occhi fieri
guarda quegli aguzzini
che ti vogliono serva e oggetto,
in loro non c’è il futuro
perché nella tua forza
c’è il simbolo della vittoria,
c’è la sconfitta d’ogni violenza.

Grisby

 
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Post N° 130

Post n°130 pubblicato il 27 Novembre 2008 da Irisblu55

Io amo i bambini, dice Dio.
Voglio che rassomigliate loro.
Non amo i vecchi, dice Dio,
a meno che siano ancora dei bambini.
Così non voglio che bambini nel mio Regno;
è stabilito dall’eternità.
Bambini storpi, bambini gobbi,
bambini rugosi, bambini dalla barba bianca,
ogni specie di bimbi che credete,
ma bambini, solo bambini.
Non c’è da discutere; è decretato,
non v’è posto per gli altri.
Amo i bambini piccoli, dice Dio,
perché la mia immagine in essi
non è ancora offuscata.
Non hanno sabotato la mia somiglianza,
sono nuovi, puri,
senza cancellatura, senza raschiatura.
Così, quando dolcemente mi chino su loro,
mi ritrovo in essi.
Amo i bambini perché stanno ancora crescendo,
perché stanno ancora formandosi.
Sono per strada, sulla strada.
Dai grandi invece, dice Dio,
non si può più cavar nulla.
Non cresceranno più, non si formeranno più.
Sono bloccati.
Sono un disastro i grandi, dice Dio,
si credono degli arrivati.

Amo i bambini alti, dice Dio,
perché stanno ancora lottando,
perché commettono ancora peccati.
Non perché li commettono, dice Dio, mi capite,
ma perché sanno di commetterli, e lo dicono,
e si sforzano di non commetterli più.

Ma i grandi, dice Dio, non li amo,
non hanno mai fatto male ad alcuno,
non hanno nulla da rimproverarsi.
Non posso perdonare loro nulla,
non hanno nulla da farsi perdonare.
È penoso, dice Dio.
Penoso perché non è vero.
Ma soprattutto, dice Dio,
soprattutto amo i bambini per il loro sguardo.
Lì leggo la loro età.
Nel mio cielo non vi saranno
che occhi di cinque anni,
perché non conosco nulla di più bello
di uno sguardo puro di bimbo.
Non deve stupire, dice Dio.
Io abito in essi
e io mi affaccio alle finestre della loro anima.
Quando vi trovate dinanzi a uno sguardo puro di bimbo,
io vi sorrido attraverso la materia.
Invece, dice Dio, non conosco nulla di più triste
di occhi spenti
in una figura di bimbo.
Le finestre sono aperte, ma la casa è vuota.
Restano due fori neri, ma non più luce;
due occhi, ma non più sguardo.
E io sto triste alla porta,
e ho freddo, attendo e busso.
Ho fretta di entrare.
E l’altro è solo: il bimbo.
Si ottunde, si irrigidisce, si dissecca, invecchia.
Povero vecchio, dice Dio!

Alleluia, Alleluia, dice Dio,
aprite tutti, piccoli vecchi.
Il vostro Dio, l’Eterno risorto
viene a risuscitare in voi il bimbo!
Affrettatevi, è tempo,
sono pronto a rifarvi un bel viso di bimbo,
un sereno sguardo di bimbo!
Infatti, io amo i bambini, dice Dio,
e voglio che rassomigliate loro.

di M. Quoist

 
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Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 08 Luglio 2007 da aaacercasiamiciroma

 
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Post N° 128

Post n°128 pubblicato il 30 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma



In questi giorni non ci sarò ... ciao ... a tutti quelli che passeranno !!!

 
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Post N° 127

Post n°127 pubblicato il 24 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

Brivido 

Ogni volta

C'è un attimo in cui i nostri respiri diventano un unico respiro.

C'è un attimo in cui i tuoi occhi sorridono di serenità.

Cominci a morderti le labbra ,perchè desideri che io ti desideri e ti baci.

Tremi, le tue mani tremano, l'istinto è quello di porgerti la mia mano e riscaldarti per

rasserenarti; quanto è bello poterlo fare.

Ogni volta,

ogni volta che tu hai bisogno di me.

Punto e a capo ...

 

 
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Post N° 126

Post n°126 pubblicato il 24 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

L'appartenenza

L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.

L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.

Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.

L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.

L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.

Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.

L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.

L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.

Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.

(Giorgio Gaber)

 
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Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 24 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

 Il presente è ... 

tutto quello ...che ci è accaduto nel passato 

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.

Amo tutto ciò che è stato

Fernando Pessoa



 
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Post N° 124

Post n°124 pubblicato il 23 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

 
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Post N° 122

Post n°122 pubblicato il 23 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

Tra te e il mare

Non ho più paura di te
Tutta la mia vita sei tu
Vivo di respiri che lasci qui
Che consumo mentre sei via
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare

Io che avrei vissuto da te
Nella tua straniera città
Sola, con l'istinto di chi sa amare
Sola, ma pur sempre con te
Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più sentirmi stanca di aspettare

No, amore no
Io non ci sto
O ritorni o resti lì
Non vivo più
Non sogno più
Ho paura aiutami
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Preferisco dirti addio.

Cerco di notte in ogni stella un tuo riflesso
Ma tutto questo a me non basta adesso cresco.

No, amore no
Io non ci sto
O ritorni o resti lì
Non vivo più
Non sogno più
Ho paura aiutami
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Preferisco dirti addio.

Non posso più dividermi tra te e il mare
Non posso più restare ferma ad aspettare
Non posso più dividermi tra te e il mare.

(Laura Pausini et Biagio Antonacci)

 
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Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 19 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma
 
Tag: Sognami



SOGNAMI

CHE
 QUESTA MIA CANZONE …. ARRIVI A TE
TI PORTERà DOVE NIENTE E NESSUNO L’ASCOLTERà—
LA CANTERò CON POCA VOCE… SUSSURRANDOtela
e arriverà PRIMA CHE TU……TI ADDORMENTerai….

E se…… mi sognerai
Dal cielo cadrò-----
E se …..domanderai….
Da qui risponderò………
E SE…… TRISTEZZA e vuoto AVRAI
DA qui ………. cancellerò

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..

E se mi sognerai
Quel viso riavrò…
mai più..mai più quel piangere per me
sorridi e riavrò……..

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono il tempo che consola
Sono dove vai…..

Rèves de moi amour perdu
Rèves moi, s’il neigera
Je suis vent et nostalgie
Je suis où tu vas

Sognami mancato amore
La mia casa è insieme a te
Sono l’ombra che farai
Sognami da li……….

Il mio cuore è li….
(Biagio Antonacci)

 
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Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 14 Giugno 2007 da aaacercasiamiciroma

Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellare

Estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furore

Tornerà un altro inverno
Cadranno mille pètali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà

Estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L' estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore
Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellare

Estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furore

Tornerà un altro inverno
Cadranno mille pètali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà

Estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L' estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore

Estate
(Cantata da Irene Grandi)

 
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Post N° 117

Post n°117 pubblicato il 27 Maggio 2007 da aaacercasiamiciroma
 

AMORE DISPERATO

Sembra un angelo caduto dal cielo
com'e' vestita quando entra al "Sassofono Blu"
ma si annoia appoggiata a uno specchio
tra fanatici in pelle che la scrutano senza poesia
sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo
sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo, sta perdendo tempo

Una sera incontro' un ragazzo gentile
lui quella sera era un lampo e guardarlo era quasi uno shock
e tornando, e tornando, e tornando, e tornando
e tornando, e tornando, e tornando, e tornando a casa

Rit: Lei ballera' tra le stelle accese
e scoprira', scoprira' l'amore
l'amore disperato

Dopo quella volta lei lo perse di vista
disperata lo aspetta ogni sera al "Sassofono Blu"
una notte da lupi lei stava piangendo
quella notte il telefono strillo' come un gallo
sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando
sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando, sta chiamando lui

Sembra un angelo caduto dal cielo
quando si incontrano toccarsi e' proprio uno shock
e tremando, e tremando, e tremando, e tremando
e tremando, e tremando, e tremando, e tremando forte

Rit: Lei ballera' tra le stelle accese
e scoprira', scoprira' l'amore
l'amore disperato
(Nada)

 
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Post N° 115

Post n°115 pubblicato il 27 Maggio 2007 da aaacercasiamiciroma
 

immagineGrazie a tutti quelli che fino ad oggi sono passati di qui a trovarmi

Il mio blog ha raggiunto le 5000 visite.

Grazie sul serio

 
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