AMO LA MIA BRESCIA E NON SOPPORTO QUELLI CHE...
- CERCANO DI PASSARE DAVANTI ALLA FILA
- SPUTANO PER TERRA
- IMPESTANO L'ARIA CON FUMATE NERE DELL'AUTO
- TI RISPONDONO SGARBATI AGLI SPORTELLI DEGLI UFFICI PUBBLICI
- SOFFIANO IL FUMO DALLA TUA PARTE AL RISTORANTE
- TOSSISCONO SENZA METTERSI LA MANO DAVANTI ALLA BOCCA
- PORTANO IL CANE AL PARCO E NON RACCOLGONO LA CACCA
- NEL TG PARLANO DI GOSSIP INVECE DELLE NOTIZIE IMPORTANTI
- BUTTANO PER TERRA I MOZZICONI DI SIGARETTA
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Post n°1402 pubblicato il 26 Marzo 2012 da amazzoneperforza
Il gatto: un cacciatore solitario Il gatto ha avuto origine dai primissimi carnivori, ed è geneticamente mangiatore di carne da almeno 60 milioni di anni, a dispetto della moderna tendenza di convertire il micio domestico alla dieta vegetariana. Per le loro abitudini i carnivori possono essere generalmente suddivisi in due tipi: quelli che si cibano dei resti degli animali uccisi da altri predatori e quelli che si procurano il cibo cacciando e inseguendo le loro prede. Il gatto fa parte proprio di quest’ultimo gruppo, è cioè un vero predatore. Anche il lupo, la volpe, il cane e altri canidi si sono evoluti come cacciatori, ma hanno imparato a integrare la loro dieta con un’ampia varietà di altri alimenti vegetali, e questa è una fondamentale differenza tra cani e gatti. Gatti a caccia. Per capire il comportamento del gatto domestico occorre tenere conto della diversa impostazione dell’arte della caccia che i felini hanno rispetto ai canidi, nonostante esistano numerose eccezioni all’interno dei due gruppi. Generalmente i canidi hanno impostato la caccia come attività di branco, nel quale ogni animale collabora alla cattura della preda. I felini invece prediligono un tipo di caccia solitaria che si basa essenzialmente sull’agguato, sullo scatto e sulla rapidità dell’inseguimento. Il gatto ha sviluppato un modo di intendere la caccia assai indipendente e individualista, che lo porta a dominare gli animali più deboli e a evitare quelli più forti. Inoltre, da bravo cacciatore solitario, ha sviluppato una straordinaria abilità nella comprensione dei punti di forza e dei punti deboli delle sue prede e degli altri individui in genere, comportandosi di conseguenza. Caccia e gioco. Naturalmente all’addomesticamento da parte dell’uomo ha modificato in qualche modo alcune naturali tendenze: il gatto domestico, soprattutto se randagio, ha imparato a cibarsi di rifiuti ( vista la loro abbondante disponibilità nei centri urbani) e a vivere in comunità di individui. Inoltre l’ampia e costante disponibilità di cibo e l’assenza di pericoli di cui si è abituato il gatto che vive in una casa frequentata anche da altri animali, ha ulteriormente favorito la tendenza alla vita di gruppo, rendendo maggiormente flessibili i suoi modelli di comportamento naturali. Ciò nonostante non dimenticate che il vostro gatto è molto più simile ai leoni o alle tigri di quanto voi immaginiate e che l’istinto per la caccia è assolutamente intrinseco nella sua natura, al punto da essere assai più importante del risultato finale. Questo è uno dei motivi per cui è in lui così importante il gioco, che rappresenta un allenamento o una simulazione della caccia: il vostro gatto, raramente caccia per cibarsi, spesso lo fa per gioco e per naturale predisposizione. L’istinto della caccia si manifesta presto nei gattini, inizialmente attraverso il gioco. Se abituato a vivere in appartamento, il gatto sfogherà questo istinto con gli oggetti che gli metterete a disposizione o in innocui agguati alla vostra persona. http://www.100caniegatti.it/index.php?/archives/454-Il-gatto-un-cacciatore-solitario-1-parte.html |
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