APF

NUDA COME NON AVREI MAI VOLUTO VEDERMI

Cristo, anche senza capelli! Già mutilata, io femmina, ora anche i capelli a ciocche nel lavandino, la testa sempre più nuda. Dio mio, come riuscirò a reggere?
Lo specchio un crudele servo, sincero fino al dettaglio. Chi è quella strana donna che si riflette al mio posto? Io non sono, di certo. Dov'è finito il mio musetto simpatico, dove i lunghi capelli color della terra d'autunno? Dove il corpo morbido? Chi è quella donna, maledetta sia, gonfia nel viso e nel fisico, di chi sono quegli occhi scuriti e spenti? E maledetta sia questa vita, implacabile, dura, sorda ad ogni pianto, ad ogni grido, ad ogni urlo al cielo.

Ci sono voluti più di due anni per tornare quella che ero. Quasi, quella che ero.
Oggi ho il cuore più duro, o forse più dura è solo la gabbia in cui continua, testardo, a fremere. Frulla come un pettirosso sulla neve, scosta il freddo, instancabile, sa che l'inverno passerà.

Passerà, tutto passa, anche il dolore.