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La verità nuda e cruda.

 

 

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IN SILENZIO

Post n°272 pubblicato il 26 Settembre 2009 da amazzoneperforza

Mi fa piacere farvi leggere questo racconto preso dal blog di una mia lettrice assidua, ovviamente dietro suo esplicito assenso. Su sua richiesta, per me assolutamente comprensibile, non segnalerò il suo blog. Buona lettura.
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In silenzio

Silenzio. Il buio è illuminato dal blu della lampada notturna.
Sola. Sola. Sola. Così mi sento in questo letto. Non sarà facile riuscire a dormire. I rumori arrivano attutiti dal fondo del corridoio. Parole, spezzoni di frasi, brevi risate, forse anche una radio sottovoce.

La mente e l'anima non vanno d'accordo con il corpo. Il mio corpo è stato offeso e, né mente né anima vogliono darsi pace di quel che è successo. Un giovedì di ormai un mese fa nulla sapevo, una settimana fa il ricovero, solo tre giorni fa l'intervento chirurgico. Sono offesa, ma non è stato possibile fare diversamente. "Dobbiamo intervenire in fretta, Tiziana. Ne va della tua vita."

Un suono di campanello, la solita inquietante richiesta d'aiuto. Sento l'infermiere avvicinarsi, sta entrando nella stanza accanto alla mia. Parla a voce bassa, forse aiuta la signora ad andare in bagno. Piccole, meschine necessità che non puoi fare da sola. Meschine? No, solo intime. Ma non riesco più a guardare in faccia l'infermiere da quando mi ha dovuto lavare anche lì, mentre stesa nel letto non ero in grado neppure d'essere accompagnata in bagno. Eppure Michele è gentile, il più gentile dello staff di infermieri professionali. Ha quello sguardo attento, quelle ciglia chiare… L'avessi conosciuto prima… fuori di qui…

Non mi rendo conto che sto piangendo finché le lacrime non mi scivolano lungo il collo ed un brivido mi passa per la schiena. Chiudo gli occhi, cerco il buio totale. Poi il suo passo mi risveglia. Michele entra silenzioso nella mia stanza.

Ho la gola serrata, non riesco a rispondergli. La sua mano è fresca sulla mia fronte, la carezza sulle mie guance gli rivela che sto piangendo.

Non riesco a continuare, singhiozzo forte.
Michele non mi manda a quel paese, non si allontana, non dice nulla. Mi accarezza una spalla, paziente. Pian piano mi calmo.

Michele ha ancora la mano sulla mia spalla ed ora sta scendendo lungo il braccio con un leggero massaggio. Cerco di scorgere i suoi occhi nella lieve luminosità. Ha quello sguardo tenero che ormai conosco. E a quel punto la rabbia mi cresce improvvisa dentro. Se non fossimo qui, se io non fossi stata… Con la mia mano prendo la sua. Gliela appoggio piano sul mio seno sinistro e riconosco in me, stupita, quel pulsare all'inguine. Dunque sono ancora viva…
La sua mano resta ferma ma il mio corpo reagisce come se stesse frugandomi. Lo sento distintamente, sta sciogliendosi quel nodo di tensione, sta fluendo fuori di me… Dio, com'è bello esser viva! Vorrei che lui mi accarezzasse, vorrei le sue mani addosso, vorrei che si infilasse nel mio letto…
Ma Michele non può. Sorride lieve mentre si stacca da me.

Mi ha respinta. Come dovevo immaginare. Non sarò mai più…

Si allontana di un passo ed io sento montare nuovamente dentro di me le lacrime. Sto per cedere, la disperazione mi incrina il petto quando invece lo vedo riavvicinarsi. Si china su di me, forse, spero per un bacio. Sento il suo dopobarba, lo aspiro ad occhi chiusi. Le sue mani stanno abilmente slacciando la mia camicia da notte ed ora le sue labbra scottano sul mio seno. Leggere mi sfiorano, poi sento il capezzolo imprigionato fra i suoi denti. Il più dolce dei morsi mi fa inarcare la schiena di desiderio.
Ma Michele si è già risollevato.

Lui intanto mi riallaccia attento. Il desiderio che mi rimescola sta traducendosi in sollievo, in gratitudine.

Michele è di nuovo in infermeria. Ed io, col cuore pieno, sto tornando ad amarmi; da quel maledetto giovedì. Avevo scordato che conosco bene come far gioire il mio corpo. So quanta gioia può scaturire da una semplice carezza, insistita carezza… Adesso voglio regalare al mio corpo quella gioia, quell'oblio… Il sonno poi arriverà, lieto.

E anche la mia anima, finalmente, comincerà a guarire.

 
 
 
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