APF

COME L'HO SCOPERTO

Avevo ancora 46 anni, mancavano pochi giorni al mio compleanno. Era un giovedì di marzo, mi sentivo ragionevolmente serena, eppure qualcosa mi inquietava. 
Dai notiziari avevo appreso che era scoppiata la guerra in Iraq. Ricordo di aver pensato che quel giorno - il giorno in cui andai a fare quella mammografia - avrebbe potuto essere l'inizio di una guerra, la mia guerra.

Era una dottoressa quella che mi visitò, anche simpatica. Chiacchieravamo tranquille mentre mi palpava il seno, in attesa delle lastre da visionare. Non ricordo bene ma ad un certo punto, presumo guardando le lastre, disse la frase che poi restò incisa nella mia mente: "C'è qualcosa che non va".
Non ricordo di essermi rivestita, non ricordo cosa mi disse la dottoressa, non so cosa pensarono le altre donne che mi videro uscire sconvolta dall'ambulatorio, nè se la segretaria a cui pagai la visita fosse al corrente di cosa mi avessero appena svelato. Ricordo invece nitidamente che mi parve assurdo pagare per aver ricevuto quella che io vissi come una condanna a morte.

Guidai come un'automa - e non sarebbe stata l'ultima volta - fino a casa. Durante il tragitto telefonai a mio marito. Gli diedi la notizia buttandola fuori come un colpo di tosse, incapace di trattenerla nemmeno un secondo. Mi girava la testa, mi sentivo come su una giostra, il mondo attorno a me era una macchia colorata in movimento.

Mi ritrovai davanti a casa di mia madre, col mio dolore fondo come una coltellata. Ma non potevo - non volevo - scagliare nel suo cuore una notizia tanto dura: solo qualche anno prima aveva subito una mastectomia al seno destro.