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MEDICI CON LA m MINUSCOLA

Sapete, non è facile prendere consapevolezza di avere un tumore. Si è come storditi, come se la mente volesse proteggerci dal terrore, come se ci volesse dar tempo per assimilare la turpe novità.

Aprile 2003. La notizia data agli stretti parenti - e nemmeno a tutti - agli amici più cari, a qualche collega di lavoro. Il mio terrore lo vedevo riflesso nei loro occhi, nelle parole che uscivano malferme dalle loro bocche. Non riuscivano a nasconderlo quel terrore. E nemmeno il sollievo di non essere loro ad essere malati. Comprensibile. Ma tanto doloroso. Sola, mi sono sentita diversa, loro erano i Sani.

E intanto vorticavano le telefonate a medici ed ospedali, la ricerca spasmodica di un aiuto, di chiarimenti, di "ma adesso cosa faccio?". Ho incontrato pochi Medici e tanta, tanta, troppa indifferente crudeltà.

Con me hanno fatto di tutto, errori macroscopici che potevano costarmi la vita, azioni consapevolmente distratte dettate da cuore e cervello ben separati. E non hanno scuse, sapete? Non credete all'alibi del "Dobbiamo astrarci altrimenti non possiamo fare con lucida serenità il nostro lavoro." Balle. Tutte balle. Se non sono in grado di reggere, allora la soluzione non è foderarsi l'anima, nè blindarla. La professionalità di un medico INCLUDE l'umanità, la compassione, l'attenzione, l'ascolto. Oltre l'indispensabile competenza.
Non fatevi fregare, spesso è un comodo alibi il loro, per non darvi ciò che vi è dovuto: cure e partecipazione. E se non è questo che vogliono fare, d'accordo, ma allora cambino mestiere. 'Che noi, tutti noi, abbiamo bisogno di Medici, con la M maiuscola.