Creato da amazzoneperforza il 01/06/2008

APF

La verità nuda e cruda.

 

 

ADORO I CANI!

Post n°1408 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

MASSAGGIAMO I NOSTRI BIMBI :-)

Post n°1407 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

I BAMBINI :-)

Post n°1406 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE. ANZIANI E QUALITA' DI VITA

Post n°1405 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

SE DEVI GUIDARE NON BERE!

Post n°1404 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

Carlo Magno nel cuore delle Alpi

Post n°1403 pubblicato il 05 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Carlo Magno nel cuore delle Alpi

La Leggenda di Carlo Magno nel cuore delle Alpi” è il progetto n. 16 del Piano degli Interventi del Distretto Culturale ed è contraddistinto da un percorso turistico-culturale che, ripercorrendo l’itinerario della leggendaria spedizione di Carlo Magno in Valle Camonica, accompagna i visitatori nella storia, nelle tradizioni e nell’arte del territorio.

Secondo la leggendaria ricostruzione, Carlo Magno, accompagnato da un valoroso esercito, da sette Vescovi e dall’Arcivescovo Turpino (o dal Papa), avrebbe sconfitto i signori locali convertendoli con la forza alla fede cattolica.

Per celebrare e segnalare le tappe dell’itinerario, che si configura come crociata di cristianizzazione, Carlo Magno avrebbe fatto costruire lungo il percorso una serie di chiese, a ciascuna delle quali sarebbero state concesse indulgenze: Santo Stefano a Cividate Camuno, la Santissima Trinità a Esine, San Lorenzo a Berzo Inferiore, San Pietro Such a Bienno, San Giovanni (sulla localizzazione della quale permangono dubbi e diverse interpretazioni), San Siro a Cemmo, San Salvatore a Capo di Ponte, San Clemente a Edolo, San Brizio a Monno, Santi Michele e Giorgio a Davena, Sant’Alessandro a Temù e, infine, la santissima Trinità a Ponte di Legno.

Volta della cappella con decollazione di S.Giovanni e S.Rocco. Chiesa della SS Trinità di ESINE.

Foto Luca Giarelli

I luoghi del progetto

La leggenda cita i castelli dei signori longobardi locali, strutture realmente esistite e spesso ancora presenti: i castelli di Esine, di Berzo Inferiore, di Breno. Alla leggenda sono inoltre collegati architetture, dipinti, leggende, tradizioni.
Quasi tutti i paesi di Valle Camonica, da Pian Camuno al Tonale risultano legati ad essa, sia direttamente che indirettamente.

Il ruolo del Distretto

Il Distretto Culturale ha il ruolo di promuovere, sostenere e coordinare l’iniziativa. Gli approfondimenti interdisciplinari hanno conferito dignità scientifica all’operazione permettendo la costruzione di iniziative di promozione, lancio e valorizzazione del patrimonio storico artistico.
Sono stati così individuati alcuni itinerari tematici in luoghi suggestivi e densi di valore che possono essere fruiti da turisti e visitatori.

La scuola dell'andare

La Scuola dell'andare è un progetto promosso dal Distretto Culturale di Valle Camonica, con la compartecipazione della Fondazione Cariplo e dell'Assessorato all'Agricoltura della Provincia di Brescia.
L'obiettivo del progetto è la realizzazione di itinerari turistici che propongono una fruizione inedita del territorio.

Incentrata sull'esperienza del camminare attivando lungo il percorso tutti i propri sensi, la Scuola dell'andare porta il visitatore alla scoperta dei luoghi tramite la percezione: sentire il territorio e viverlo attraverso il camminare immergendosi in esso, ma soprattutto attraverso l'incontro con le persone, le cose, le memorie e i ricordi che lo abitano.

Per la realizzazione del progetto sono stati individuati in particolare tre tracciati, percorribili ciascuno in tre giornate, che riguardano l'area di Capo di Ponte, la zona Ossimo-Annunciata e la zona Breno-Val Grigna, alla scoperta del il Romanico in Valle Camonica.

Il gruppo di lavoro, composto soprattutto da giovani, si sta occupando della progettazione degli itinerari e della realizzazione del materiale e degli strumenti per la divulgazione del progetto: una guida, un logo ufficiale, un sito internet e un dvd promozionale. Inoltre, sono previsti alcuni workshop mirati a favorire le professionalità destinate ad operare a contatto con i visitatori.

http://www.vallecamonicacultura.it/percorrere.php?catid=24

Torre Maggiore Canevali. Castello di BRENO.

Foto Luca Giarelli

 
 
 

Il gatto: un cacciatore solitario

Post n°1402 pubblicato il 26 Marzo 2012 da amazzoneperforza

Il gatto: un cacciatore solitario 

Il gatto ha avuto origine dai primissimi carnivori, ed è geneticamente mangiatore di carne da almeno 60 milioni di anni, a dispetto della moderna tendenza di convertire il micio domestico alla dieta vegetariana. Per le loro abitudini i carnivori possono essere generalmente suddivisi in due tipi: quelli che si cibano dei resti degli animali uccisi da altri predatori e quelli che si procurano il cibo cacciando e inseguendo le loro prede. Il gatto fa parte proprio di quest’ultimo gruppo, è cioè un vero predatore. Anche il lupo, la volpe, il cane e altri canidi si sono evoluti come cacciatori, ma hanno imparato a integrare la loro dieta con un’ampia varietà di altri alimenti vegetali, e questa è una fondamentale differenza tra cani e gatti.

Gatti a caccia. Per capire il comportamento del gatto domestico occorre tenere conto della diversa impostazione dell’arte della caccia che i felini hanno rispetto ai canidi, nonostante esistano numerose eccezioni all’interno dei due gruppi. Generalmente i canidi hanno impostato la caccia come attività di branco, nel quale ogni animale collabora alla cattura della preda. I felini invece prediligono un tipo di caccia solitaria che si basa essenzialmente sull’agguato, sullo scatto e sulla rapidità dell’inseguimento. Il gatto ha sviluppato un modo di intendere la caccia assai indipendente e individualista, che lo porta a dominare gli animali più deboli e a evitare quelli più forti. Inoltre, da bravo cacciatore solitario, ha sviluppato una straordinaria abilità nella comprensione dei punti di forza e dei punti deboli delle sue prede e degli altri individui in genere, comportandosi di conseguenza.
Per la propria sopravvivenza è stato dunque fondamentale affinare al massimo la capacità di muoversi in modo assolutamente indipendente e di saper prendere decisioni e assumere comportamenti diversi a seconda delle particolari contingenze.

Caccia e gioco. Naturalmente all’addomesticamento da parte dell’uomo ha modificato in qualche modo alcune naturali tendenze: il gatto domestico, soprattutto se randagio, ha imparato a cibarsi di rifiuti ( vista la loro abbondante disponibilità nei centri urbani) e a vivere in comunità di individui. Inoltre l’ampia e costante disponibilità di cibo e l’assenza di pericoli di cui si è abituato il gatto che vive in una casa frequentata anche da altri animali, ha ulteriormente favorito la tendenza alla vita di gruppo, rendendo maggiormente flessibili i suoi modelli di comportamento naturali. Ciò nonostante non dimenticate che il vostro gatto è molto più simile ai leoni o alle tigri di quanto voi immaginiate e che l’istinto per la caccia è assolutamente intrinseco nella sua natura, al punto da essere assai più importante del risultato finale. Questo è uno dei motivi per cui è in lui così importante il gioco, che rappresenta un allenamento o una simulazione della caccia: il vostro gatto, raramente caccia per cibarsi, spesso lo fa per gioco e per naturale predisposizione. L’istinto della caccia si manifesta presto nei gattini, inizialmente attraverso il gioco.

Se abituato a vivere in appartamento, il gatto sfogherà questo istinto con gli oggetti che gli metterete a disposizione o in innocui agguati alla vostra persona.

 http://www.100caniegatti.it/index.php?/archives/454-Il-gatto-un-cacciatore-solitario-1-parte.html

http://www.100caniegatti.it/index.php?/archives/455-Il-gatto-un-cacciatore-solitario-2-parte.html#extended

 
 
 

BRUMOTTI FOR PRESIDENT :-)

Post n°1401 pubblicato il 25 Marzo 2012 da amazzoneperforza

Vittorio Brumotti.
Me lo sposerei subito...

 
 
 

LA REALTA' NON PERDONA

Post n°1400 pubblicato il 20 Marzo 2012 da amazzoneperforza

STEVE JOBS
Tratto dal libro di Walter Isaacson


...Con orrore di sua moglie e dei suoi amici, Jobs decise di non farsi asportare il tumore
chirurgicamente, l’unica terapia medica accreditata in un caso del genere. «Non volevo assolutamente che mi aprissero la pancia, per cui cercai di vedere se c’erano altre cose capaci di guarirmi» mi ha detto ad anni di distanza con una punta di rimpianto. Nel caso specifico, si mise a osservare una rigorosa dieta vegana, consumando grandi quantità di carote fresche e succhi di frutta. A quel regime alimentare aggiunse l’agopuntura, svariati rimedi fitoterapici e ogni tanto altri trattamenti che trovò in Internet o consultando diverse persone, tra cui un sensitivo, in tutto il paese. Per qualche tempo si lasciò influenzare da un dottore che dirigeva una clinica della California del Sud in cui si praticavano terapie naturali basate perlopiù su erbe coltivate senza antiparassitari, diete a base di soli succhi di frutta, uso frequente di purghe, idroterapia e l’espressione di tutti i sentimenti negativi.
«Il problema era che non era pronto a farsi aprire la pancia» ricorda la Powell (la moglie). «È difficile convincere qualcuno a farsi tagliare.» Lei, però, ci provò. «Il corpo esiste per servire lo spirito» gli disse. Gli amici di Steve lo esortarono più volte a sottoporsi all’intervento chirurgico e alla chemioterapia. «Steve parlò con me quando cercava di
curarsi mangiando stronzate e radici di stronzate, e io gli dissi che era pazzo» ricorda Grove. Levinson rammenta che supplicava ogni giorno Jobs di farsi curare ed era «immensamente frustrante non riuscire a connettermi con lui». Gli scontri di opinioni rischiarono quasi di guastare l’amicizia. «Non è così che funziona il cancro» gli diceva quando Jobs gli parlava delle sue terapie alimentari. «Non puoi risolvere il problema senza la chirurgia e senza bombardare l’organismo di farmaci tossici.» Perfino il dietologo Dean Ornish, pioniere dei metodi alternativi e nutrizionali di cura delle malattie, fece una lunga passeggiata con Jobs per convincerlo che a volte i metodi tradizionali erano quelli giusti. «Lei ha realmente bisogno di un intervento chirurgico» gli disse.
Dall’epoca della diagnosi, nell’ottobre del 2003, l’ostinazione di Jobs durò nove mesi.
Parte di quel caparbio atteggiamento era dovuto al lato oscuro del famoso campo di distorsione della realtà. «Credo che Steve desideri a tal punto che il mondo sia in un certo modo, che decreta che così sia» riflette Levinson. «A volte il meccanismo non funziona. La realtà non perdona.» Il lato negativo della straordinaria capacità di concentrazione di Jobs era la sua spaventosa volontà di escludere dall’orizzonte le cose di cui non voleva sapere. Tale caratteristica aveva portato a molte delle sue grandi innovazioni, ma poteva anche ritorcerglisi contro. «Ha questa capacità di ignorare le cose che non vuole affrontare» spiega sua moglie. «È un suo meccanismo congenito.» Si trattasse di argomenti personali connessi alla famiglia e al matrimonio, di problemi professionali riguardanti l’ingegneria o le sfide commerciali, o di questioni di salute e cancro, a volte Jobs, per la sua stessa struttura mentale, svicolava.
In passato era stato premiato per quello che sua moglie chiamava il suo «pensiero magico», il suo presumere di potere – con la forza di volontà – fare in modo che le cose fossero come desiderava. Ma il cancro non funzionava così. La Powell arruolò tutte le persone che gli erano vicine, compresa sua sorella Mona Simpson, perché cercassero di riportarlo alla realtà. Finalmente, nel luglio del 2004, fu messo davanti a una TAC che mostrava come il tumore fosse aumentato e si fosse probabilmente diffuso, e questo lo costrinse ad affrontare la realtà.
Jobs si sottopose all’intervento chirurgico sabato 31 luglio 2004...

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La realtà non perdona, dice l'autore. E - aggiungo io - l'intelligenza, da sola, non ti salva la vita.

 
 
 

NON VOGLIO DIMENTICARE

Post n°1399 pubblicato il 14 Marzo 2012 da amazzoneperforza

Da parecchio tempo questo mio blog è "vario". Intendo dire che ci metto davvero un po' di tutto, immagini, articoli - spesso presi dalla Rete - e cose che mi piacciono, stimoli, indignazioni, dubbi, emozioni.

Ma non voglio accantonare il perchè, il motivo per cui ho creato questo spazio, non voglio dimenticare che il mio nick è "amazzone per forza", che sono una donna a cui hanno asportato radicalmente il seno destro. E con esso un bel po' di anima.

Nove anni fa, un giovedì, accadde mentre ero occupata a vivere. Scoprii il mio cancro e per almeno un anno vissi in funzione della malattia: intervento e chemio, menopausa e farmaci, radiografie e prelievi, controlli e paura. Tanta, tanta paura; di morire, di soffrire. E poi, lentamente, la speranza di vivere, ancora, di non morire, di esserci ancora.
Ma a ogni controllo un peso che schiaccia, il tentativo di non pensare, di non cedere a quella paura, vecchia e conosciuta, ma ogni volta totalizzante.

Domani. E' domani il prossimo controllo.

 

 
 
 

LUCIO DALLA

Post n°1398 pubblicato il 13 Marzo 2012 da amazzoneperforza

"Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre vento"

 
 
 

INDOVINA QUALE E' LA FEMMINA :-)

Post n°1397 pubblicato il 13 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

'Na casa sensa ècc, l'è 'na casa sensa tècc.

Post n°1396 pubblicato il 13 Marzo 2012 da amazzoneperforza

'Na casa sensa ècc,

l'è 'na casa sensa tècc.

 
 
 

:-)))

Post n°1395 pubblicato il 11 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

DOBBIAMO SCEGLIERCELO MEGLIO IL MARITO!

Post n°1394 pubblicato il 11 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 

 
 
 

PERFIDIA

Post n°1393 pubblicato il 11 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 

 
 
 

IL PIENO

Post n°1392 pubblicato il 11 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 

 
 
 

VECCHIO O CROCCANTE? :-)

Post n°1391 pubblicato il 11 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 

 
 
 

The Scale of the Universe 2

Post n°1390 pubblicato il 08 Marzo 2012 da amazzoneperforza

Zoom from the edge of the universe to the quantum foam of spacetime and learn about everything in between.
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DA NON PERDERE!

 
 
 

UN ABBRACCIO

Post n°1389 pubblicato il 08 Marzo 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

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