Post n°1253 pubblicato il
26 Luglio 2014 da
Vince198
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
(Eugenio Montale - Ossi di seppia)
..
Leggo questi versi mirabili e l'anima mi si rattrista perchè la “felicità raggiunta”, quando ci si sente in cima al mondo che più non si potrebbe pretendere, ecco che per mantenerla tutto si complica subito dopo, inaspettatamente e improvvisamente.
Recita Montale: come camminare su un filo di rasoio, la luce degli occhi diventa incerta, muoversi su una fragile lastra di ghiaccio e che chi ti ama non pretenda più di tanto..
Se il suo sorgere è un momento di piacere per anime malinconiche, alla fine diventa un incedere inquieto e instabile come i nidi sui cornicioni (cimase) delle case. Eppure niente può compensare il pianto (inteso come dolore esistenziale) di un bimbo cui sfugge il pallone fra le case.
La caducità di certi eventi..
Allora essere felici.. a che pro se poi le gioie terrene constano di brevi momenti quando il dolore o certa apatia sembrano prevalere su tutto il resto?
La felicità, dicono tanti, è composta da attimi che le persone più sensibili riescono a metabolizzare più volte nella propria anima e riviverli come fossero un unico tempo, lunghissimo d'intenso piacere interiore.
Penso chessò.. ad una carezza, un bacio (magari rubato.. che, per la sua improvvisazione tende un po' a spiazzare, anche sconvolgere momentaneamente chi lo riceve), uno sguardo carico dei migliori sentimenti quando si pensa che, raggiunta la meta, tutto finisca lì.
E il viaggio per raggiungere la meta?
Se ripenso alle mete che ho conquistato nella mia vita – non tante per la verità, se dicessi, cari amici, che le ricordo vagamente, mentre ricordo tutti viaggi intrapresi per raggiungere quelle mete, pensereste che sia un tipo "sui generis", quantomeno..
Così è per la felicità: la raggiungi - magari sei fortunato di tuo - ma poi, per mantenerla viva ti accorgi che in quel momento iniziano certe difficoltà, l'impegno aumenta a dismisura, quasi che passa la voglia di andare avanti.
Se non ci fosse Amore che dona sollievo e sprona a perseguire quella via, forse ci renderemmo maggiormente conto di quanto sia fugace quell'emozione così profonda, capace di toglierci anche il respiro, per attimi che paiono infiniti..
Forse oggi sono un po' giù di umore - scusatemi, spero di no per voi, amici carissimi
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