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Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, la luce, la primavera, ma non togliermi il tuo sorriso mai, perché io ne morrei. (P.N.)

 

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Messaggi del 01/01/2024

Il primo dell'anno. Buon anno nuovo!

Post n°1883 pubblicato il 01 Gennaio 2024 da Vince198

 

1.1.2024

 

Ieri sera, ultimo dell’anno, vista certa recrudescenza del covid, l’ambiente che si è rivelato più giusto per il trapasso verso l’anno nuovo, è stato quello familiare.
Anno nuovo, vita nuova? Mah .. non so, non faccio particolari programmi, abituato come sono a fare un passo alla volta, a ragionarci se e quando serve. Nonostante questa mia prudenza, non sempre tutto è filato liscio in precedenza!
D’altro canto il 2024 è un anno bisesto, anno che solitamente si dice non porti bene.

Sicché, durante la serata, nel dopo cena e prima del brindisi di mezzanotte, abbiamo chiacchierato fra noi e, al tempo stesso, guardato la televisione.

Mi sono tornati alla mente bei ricordi quando ci furono i miei vecchi, nonni, zii, cugini etc. Un continuo vociare, partite a carte, tombola e musica leggera in sottofondo, in continuazione.   

In televisione è andato in onda un film che ho visto diverse volte e che, quando c’è l’occasione, rivedo volentieri:
I ponti di Madison County,
genere sentimentale/drammatico.

Film, ambientato nell'Iowa, narra la storia d'amore tra Francesca, una casalinga di origini baresi e Robert, fotografo freelance.

La storia si dipana attraverso diari di lei e oggetti lasciati in eredità ai figli, nei quali Francesca narra quella storia d’amore durata pochi giorni.
Far sapere tutto di lei,  di questo amore “clandestino”, del tutto casuale con Robert.
Il rapporto che nasce, pur struggente e intensissimo, durò solo quattro giorni.
In quell’ultimo giorno Robert le chiese di lasciare tutto ed venir via con lui.

La scelta di lei? Lasciare la propria famiglia, una vita scontata e monotona, per una vita appagante con l'uomo che, per la prima volta, aveva saputo ravvivare, quell'interiorità e sensualità che lei non aveva mai provato in vita sua.

Con tanta sofferenza alla fine scelse di rimanere nel suo ambito, rinunciando a quello che s’era appalesato come il vero, unico amore della sua vita.

Dopo la morte di Richard, suo marito, Francesca decise di ricontattare Robert: verrà a sapere che lo stesso era deceduto qualche anno prima. Nello scatolone che Robert le aveva inviato c’era tutto il “carteggio”, i ricordi di quei quattro giorni d’amore.  

I figli di lei, nello spulciare quel carteggio dopo la morte della madre, inizialmente scioccati nell'apprendere la vicenda, dopo ebbero la percezione reale della dolorosa scelta che la madre aveva compiuto, perdonandola per l'accaduto.

...

La trama naturalmente invita a fare qualche riflessione ed è naturale, normale che sia così.
C’è chi si comporta come Francesca, altri hanno scelto di iniziare una nuova vita. Il mio pensiero? Beh .. certe decisioni dipendono da molti fattori: la quotidianità, una vita stereotipata, certe originalità che in “itinere” vengono meno e che non si possono definire così, ex abrupto. Ognuno, come si usa dire, ha le sue e, presumo, sappia come comportarsi, quali decisioni prendere.

Certi eventi possono accadere in momenti particolari, inaspettati, ad esempio in modo casuale come si desume dalla trama del film o da altri che portano ad allontanarsi per qualche responsabilità “coniugale”.
Non entro più di tanto nel merito, però credo che una unione debba avere radici profonde e ben attecchite, scevre da interessi e convenienze personali, tenute vive da entrambi gli attori per durare a lungo.
Radici che affondano nell’intimità e nella consapevolezza di un rapporto che, dopo l’innamoramento, sia sul serio pregno di vero amore.
"L’amor che tutto move” può avere oscillazioni, cuspidi e cadute nel suo prosieguo, però se ha una base solida, a prova di “intemperie, tempeste” che possano verificarsi in itinere, non verrà mai meno.

È esattamente come scrisse Shakespeare nel suo meraviglioso, attualissimo 116° sonetto.

 
 
 
 
 

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